F1: Gp di Suzuka, Giappone

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Qualifiche e Gara

 

A causa di vari impegni, non son riuscito a sintonizzarmi né sabato né domenica mattina per assistere alla vittoria di Jenson Button, nella terra della fidanzata Jessica, alla rimonta di una Ferrari positiva per l’anno prossimo ma soprattutto alla riconferma per la seconda volta del Campione del Mondo Sebastian Vettel, il più giovane a guadagnarsi due titoli Mondiali consecutivi a 24 anni. Per questi motivi, vi posto semplicemente le sintesi delle qualifiche e della gara tratte da Autosprint.

“Una volta di più, Vettel e la Red Bull hanno preso in giro tutti. Tranne forse Alonso, che aveva capito già dal giorno prima quanto i tempi del campione del mondo - in carica e futuro - dipendessero dai carichi di benzina. È arrivata un’altra pole e la cosa più inspiegabile non è il vantaggio di Vettel, ma il disastro di Webber, che aveva iniziato con un ottimo primo settore il suo giro veloce ma poi si è perso per strada.
Detto questo, è vero che Sebastian ha dovuto tirar fuori il meglio di sé con una traiettoria da brivido alla Spoon. Colpa, o merito, della McLaren. Dove al di là delle polemiche sul traffico in pista (inevitabile, quando tutti si buttano a cercare il tempo nelle ultimissime fasi) si sono viste due cose: Button più in forma di Hamilton e una MP4-26 ancora più competitiva grazie soprattutto all’ala posteriore, dotata di un dispositivo DRS (flap mobile) più efficace su una pista dove la resistenza aerodinamica gioca un ruolo importante. La Ferrari: aveva ragione Alonso dicendo che il quinto posto era fisiologico, ma è meno normale che Fernando si schieri dietro a Massa, che finora lo aveva battuto solo in due occasioni. L’errore alla Spoon secondo lui non ha alterato la situazione, perché comunque in quel giro era più lento che nel successivo. La realtà è che la 150° paga la mancanza di sviluppo, fermo ormai all’inizio dell’estate, e Alonso non manca di farlo notare.
La gara presenta due temi tecnici: degrado delle gomme e ala mobile. La Pirelli stima che ci sia ben oltre un secondo fra Medium e Soft, ma la prima dovrebbe durare oltre 20 giri e la seconda una dozzina. Il Drs farà la differenza su una pista dai sorpassi comunque difficili. Il resto - previsti tre pit-stop - è affidato alle strategie. Con la solita vergogna di team come la Renault che scelgono deliberatamente di non fare neanche un tentativo in Q3 per risparmiare pneumatici.”

La cronaca della gara


“Partenza subito col brivido per il GP del Giappone, con Button che entra di poco su Vettel che però a sua volta si porta tutto a destra facendo andare per poco sull'erba l'inglese, costretto a frenare, e favorendo così Hamilton che passa secondo. La manovra finisce sotto investigazione dei commissari, ma senza conseguenze. Massa è quarto seguito da Alonso, Webber e Schumacher, mentre Kobayashi non parte bene e finisce 12°.
Alonso toglie a Massa la quarta posizione alla conclusione del quinto giro. Altre due tornate e Button supera Hamilton che ha una gomma forata e rientra ai box non prima di aver ostacolato un poco Alonso. La sosta non penalizza più di tanto il pilota McLaren, perché già al decimo giro iniziano i pit-stop proprio con Vettel, che sente abbandonarlo le ruote posteriori. L'ultimo a cambiare le gomme è Massa due giri più tardi, mentre Buemi è costretto a fermarsi con una ruota mal fissata dai box.
Da secondo, Button inizia a far segnare una serie di giri veloci che gli permettono di recuperare su Vettel e portano il tedesco ad anticipare anche la seconda sosta per il cambio gomme, all'inizio del diciannovesimo giro assieme a Webber. L'australiano fino a quel momento era 5°, appena dietro a Massa che attaccava Hamilton. Quest'ultimo quando decide di rientrare allarga a sinistra proprio mentre Massa lo ha affiancato: il contatto è inevitable e danneggia l'ala anteriore di Massa. Anche questo episodio viene investigato dalla direzione gara, ma anche stavolta senza provvedimenti: sembra che semplicemente l'inglese non avesse visto il brasiliano.
Quando è Button a sostituire i pneumatici, riesce a rientrare 4° davanti a Vettel, guadagnando quindi quella che poi alla fine del giro di soste sarà la prima posizione. Per i pezzi persi da Massa prima della chicane e per quelli conseguenti ad un altro contatto fra Webber e Schumacher alla curva 7, entra la safety-car per tre giri.
Quando si riparte, Button riprende a stabilire i giri più veloci della gara, tenendo il comando con sicurezza davanti a Vettel, Alonso, Webber, Massa, Hamilton e Schumacher. Così Vettel decide per il terzo pit-stop all'inizio del 33° giro, montando le medie dopo aver usato tre set di soft. Lo stesso faranno gli altri, ma tre-quattro giri più tardi. Anche per questo motivo Alonso rientrerà davanti al tedesco, ottenendo quindi la seconda posizione.
Con Hamilton che supera Massa al 38° giro, abbiamo così Button, Alonso, Vettel e Webber davanti e con distacchi abbastanza ridotti fra loro. Anzi, Alonso riesce a ridurre giro dopo giro quello da Button, al ritmo di mezzo secondo al giro. Ma quando ormai di giri ne mancano un paio al traguardo, Button risponde ancora con un giro record e tiene un distacco di un secondo su Alonso che manterrà fino al traguardo e quindi alla vittoria finale. Con Vettel giusto un altro secondo più in là a completare il podio. Seguono all'arrivo Webber, Hamilton, Schumacher e Massa. Mentre Perez vince una lotta molto combattuta e aperta per l'ottavo posto finale, nella quale sono stati sempre in lizza e ravvicinati fra loro tutti i piloti fino ad Alguersuari, classificato 15° alla fine!”

Fonte: Autosprint