Amen!

Martedì 20 Ottobre 2015 08:59
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E' uscito da poche settimane per Costello's Records "Preghierine", l'opera prima della band di aretina che rinasce dalle ceneri dei Soul Killa Beatz. Abbiamo fatto quattro chiacchiere coi ragazzi che ci hanno parlato del disco e non solo

Gli AMEN! sono una band Elettro-Pop originaria di Arezzo. La loro musica è una musica orecchiabile e divertente ma per niente superficiale. I loro testi sono arguti e profondi. Sono istantanee di una generazione in difficoltà, alle prese con una crisi non solo economica, che annienta speranze e prospettive per un futuro migliore.

"AMEN! sono i condottieri involontari di tutte le battaglie interiori che siamo abituati a combattere nella nostra quotidianità. Sono i candidati sindaci del paesino di campagna di poche anime dove tutto ruota attorno al palo della cuccagna, dove tutto è più lento ma vive di un'intensità che solo le foto in bianco e nero con protagonisti i nostri nonni sanno avere. Ed è proprio lì che li potremo trovare, nei bar dello sport, tra un bicchiere di vino ed una partita a stecca, nelle strade in salita di paese ad arrancare con lo sguardo rivolto verso il panorama collinare baciato dal sole. Nelle piazze, armati di sentimenti generazionali, paladini di cause troppo grosse da maneggiare".

Da poche settimane è uscito per Costello's Records "Preghierine", il loro disco d'esordio. Abbiamo chiesto ai ragazzi di parlarci di "Preghierine", del loro percorso artistico e di altro ancora. Il risultato è una bella e interessante chiacchierata che riportiamo qui sotto e vi consigliamo vivamente di non perdere. Alla prossima!     [B!]

 

Ciao Amen!, benvenuti su andergraund. Prima di arrivare a parlare del vostro primo disco, in uscita proprio in questi giorni, raccontateci un po' come siete arrivati fin qui. So che c'era un altro progetto alle spalle da cui è nato tutto. Come mai avete sentito la necessità di compiere questa metamorfosi?

Un saluto a tutti voi cari amici di Andergraund e grazie mille per questa intervista!
Si, in realtà il percorso che c'ha portato fino a questo nuovo progetto, concretizzatosi poi in “Preghierine”, è iniziato la bellezza di 10 anni fa (e forse anche qualcosa di più) in uno scantinato ad Arezzo, con pochi mezzi, tanta voglia di fare, un genere e un nome diffente: Soul Killa Beatz.
Nel corso del tempo abbiamo avuto diverse metamorfosi, siamo difatti passati dal rap al pop/rock, dal suonare in tre sino a raggiungere il numero di sei elementi. Questa metamorfosi finale nasce invece dalla necessità di scrivere la parola fine ad una bella esperienza per intraprenderne un'altra ancora più bella!

Rispetto all'esperienza coi Soul Killa Beatz come e quanto vi trovate cambiati? Come artisti, come persone e come band?

In quanto persone e in quanto artisti tanto, non sappiamo se in meglio o se in peggio ma tanto, vuoi quel pizzico di esperienza maturata tra palchi più o meno grandi, locali più o meno ospitali, persone più o meno belle, calci nel sedere più o meno forti. Tutta gavetta che fortifica e ti aiuta, soprattutto in fase creativa.
Come band, mettendo quindi insieme artisti e persone, TANTO ma in stampatello maiuscolo!

I fan che vi seguivano all'epoca dei Soul Killa Beatz, e gli addetti ai lavori in generale, come hanno accolto questo cambio di pelle? Avete già avuto modo di raccogliere dei primi feedback sui pezzi nuovi?

Non avendo mai avuto fan non possiamo fare una stima ma valutando le reazioni di chi ci voleva bene anche come Soul Killa Beatz allora si, siamo davvero felici che questa nuova pelle più “electro pop”, se ci passate il termine, sia piaciuta sin dal primo singolo. Poi sicuramente c'è chi avrà tempi più lunghi per apprezzarla e chi invece non l'apprezzerà mai ma quelli sono i rischi del mestiere. Anche gli addetti ai lavori per ora sono stati buoni e speriamo che continuino così, noi nel dubbio andiamo avanti felici di noi stessi.

Arriviamo al motivo principale per cui siamo qui, ovvero "Preghierine", il primo album degli Amen!, uscito da pochi giorni. Innanzitutto, Amen!, Preghierine... Sembrerebbe tutto avvolto da una certa aria di sacralità quello che gravita intorno a voi. Ma in realtà ascoltando il disco ci si rende conto che è tutt'altra storia, c'entra tutto ben poco con la religione. Come mai allora questo riferimento alla preghiera?

Il nome Amen è stato scelto qualche settimana prima di entrare in sala registrazione.
Non avevamo più idee e ci serviva un nome corto che potesse attirare l'attenzione, alla fine, stremati dalla ricerca, abbiamo anagrammato “name”, ovvero quello che non trovavamo, e lo abbiamo fatto diventare Amen con punto esclamativo. Nulla di troppo arcano e religioso.
Le “preghierine” del titolo sono le sette tracce del disco, quelle con cui celebreremo messa dutante i live.

Il disco cela sotto un sound molto allegro e catcy tematiche di un certo spessore. I pezzi narrano delle battaglie interiori che tutti noi bene o male ogni giorno siamo chiamati a combattere. In particolare parla di una generazione che per via del contesto storico ed economico in cui viviamo, è stata privata del suo futuro e dei suoi sogni. In particolare mi ha colpito un pezzo, "Le Montagne". Qui la montagna è vista come una metafora della vita e degli ostacoli che quotidianamente si è chiamati a superare...

Assolutamente si. Nel brano "Le Montagne" abbiamo colto l'opportunità per uno spunto di riflessione sulla nostra contemporaneità, sulla velocità dei nostri anni, sul continuo e irrefrenabile flusso di comunicazione nel quale siamo immersi in ogni istante della nostra vita, ma soprattutto sul forte senso di inadeguatezza che giovani e giovanissimi vivono ogni giorno sulla propria pelle, unitamente alla volontà di rivalsa, alla necessità di fuggire via, tipica di chi è nato e vissuto lontano dalle grandi città. È un vero e proprio "invito al viaggio", un tema ricorrente nei nostri brani.

"Umori" prosegue e amplia il discorso più generale che stavamo facendo. In scena generazioni diverse che si confrontano e dialogano; sullo sfondo una società alle prese che con una crisi non solo economica ma anche di valori e di sentimenti. Cosa ha portato le nuove generazioni a diventare più aride e fredde e a perdere quella dose di spensieratezza che è fondamentale ad ogni età?

Dipende cosa si intende con “nuove generazioni”... la nostra, quella che noi cantiamo, quella dei quasi trentenni alle soglie del 2016, è sicuramente una generazione che è stata buttata giù dal letto da un brusco risveglio e ancora ne risente. Di certo è una generazione che non si arrende, che si lascia conquistare si da mode effimere ma che le sa anche plasmare, in certi casi, a proprio piacimento. La freddezza, se così la vogliamo chiamare, arriva dalla diffidenza dilagante, dal “si salvi chi può” dell'ultimo minuto insito nello spirito di sopravvivenza di ognuno di noi; la spensieratezza rimane ma si consuma facilemente.

L'adolescenza è un periodo di grandi stravolgimenti, a livello fisico, caratteriale, sentimentale ed emotivo. Trattate il tema in "Le Rivoluzioni", che è un vero e proprio tuffo nel passato per voi immagino. Quando si può dire di essere fuori da questa fase delicatissima, se davvero se ne esce mai completamente?

L'adolescenza è come gli esami, non finisce mai.
La rinnoviamo ogni tot di anni man mano che si cresce e chi è bravo riesce a farlo con molta discrezione.
Per chi fa musica ancora peggio.

In "Preghierine" c'è un continuo riferimento alla vita "da paese". Penso a due pezzi su tutti, "Le Piazze" e "I Debiti del Bar". Entrambi, il bar e la piazza, sono fulcro della vita nei piccoli centri. La piazza in particolare, che non solo rappresenta il punto più alto di incontro e di socialità, ma che è anche teatro per antonomasia dove storicamente sono sempre andate in scena le grandi proteste sindacali e non e la vita politica di un paese. E' il luogo delle passioni insomma. Quanto c'è del posto da cui provenite in questa istantanea?

In questo disco abbiamo raccontano "semplicemente" le nostre vite, la nostra città e i suoi abitanti, quindi è stato inevitabile far riferimento a luoghi che frequentiamo nella nostra quotidianità. E poi, in un mondo dove la comunicazione passa soprattutto attraverso i social network, volevamo sottolineare quanto sia ancora importante e piacevole sedersi al bar a fare quattro chiacchiere con sconosciuti e amici.

"Le Parole" sembrerebbe proprio un'esaltazione della scrittura, vista quasi come un veicolo privilegiato per accedere a un universo parallelo in cui è possibile evadere da una realtà che molte volte ci va stretta. "Cerco strofe buone, cerco ciò che fa bene a me. Cerco solo il sole, quando fuori piove". Quindi scrivere musica è una sorta di terapia alla quale è difficile rinunciare?

Abbiamo iniziato a scrivere canzoni all'età di 14 anni. Nel corso degli anni molto è cambiato nel modo di comporre, nelle tematiche e ovviamente negli obiettivi. Al liceo scrivevamo semplicemente per una voglia irrefrenabile di comunicare al mondo le nostre emozioni, oggi questa componente continua ad essere un aspetto indispensabile, ma allo stesso tempo siamo consapevoli che scrivere sia una sorta di terapia psicologica e che inconsciamente scriviamo anche per questo motivo. Il ritornello differentemente da quello che si potrebbe pensare, tratta il tema dell'ansia e degli attacchi di panico, che ancora oggi sono vissuti da molti come un tabù. Nel brano "Le Parole" abbiamo cercato di esorcizzare questo argomento. È un brano di speranza, un elogio al cambiamento e alla capacità di cambiare idea e di modificare i propri comportamenti. Come nella musica, anche nella vita, siamo convinti che sia indispensabile evolversi, perché chi non riesce a farlo resta fermo e blocca il proprio percorso.

Come nasce la vostra musica? Quando e come hanno preso i forma i pezzi contenuti nel disco?

La nostra musica nasce in maniera molto semplice e poco alternativa, può essere durante una sessione di sala prove o in fila al supermercato per ingannare l'attesa. Non abbiamo ancora stabilito la regola prima musica poi testo e viceversa, nella fase iniziale siamo molto anarchici.
I pezzi contenuti nel disco ad esempio sono nati dopo lo scioglimento dei Soul Killa Beatz, all'interno di un casolare disperso nelle colline toscane, con una chitarra classica, una tastierina e un mazzo di chiavi per dare il ritmo...dopo di che abbiamo deciso di prenderci una drum machine perché volevamo sintetizzare la batteria come nella musica hip-hop mantenendo però l'andamento poprock dettato da basso e chitarra elettrica, lasciando grande spazio al testo.
I pezzi in se sono nati in maniera molto spontanea anche per il semplice fatto che sapevamo già in partenza cosa volevamo ottenere da questa nuovo progetto.

Quali sono i punti di riferimento imprescindibili che vi accompagnano lungo tutto il vostro percorso come band. In "Marinai" vi parla Tom Waits. Immagino che non sia una scelta casuale? Verso quale altro artista vi sentite in qualche modo in debito di gratitudine per quello che siete oggi?

In questo disco abbiamo narrato le nostre vite, spesso in modo volutamente didascalico. Il ritornello de "Le Montagne", ad esempio, descrive fedelmente i monti del Casentino. Nel caso di "Marinai", non abbiamo citato Tom Waits semplicemente perché è uno dei nostri ascolti, ma perché in quel momento il giradischi passava uno dei suoi brani. È stato un caso, probabilmente era l'artista giusto al momento giusto. Rispondendo alla tua domanda, posso dirti che nella band siamo quattro ascoltatori molto variegati, con ascolti spesso molto distanti. In questa ottica diventa molto difficile indicarti un artista che in modo univoco sia fonte di ispirazione per la nostre quattro vite e per la nostra vicenda musicale. Ciononostante, ti possiamo indicare con piacere, qualche nome di scrittore che abbiamo omaggiato e disseminato nelle sette tracce di "Preghierine". Ad esempio, nel brano "Le Piazze" abbiamo citato Kerouac, Ungaretti e Socrate.

Ragazzi, abbiamo quasi finito. Prima di lasciarvi però non posso non chiedervi se avete già qualcosa in cantiere, e quali saranno le vostre mosse a breve e lungo termine. Avete in programma un tour per promuovere il disco?

Nel ringraziarvi per lo spazio che c'avete dedicato vi diciamo che in questi giorni stiamo progettando il nostro primo tour e non vediamo l'ora di portare “Preghierine” al giro per l'Italia, conoscere gente nuova, calpestare nuovi palchi e brindiare a momenti importanti e ricchi di significato. Speriamo quindi di vederci in qualche locale o in qualche Autogrill.

Bene, ora è veramente tutto. Grazie mille per la disponibilità e in bocca al lupo per "Preghierine"!

Grazie mille a voi, un abbraccio e mi raccomando, pregate per noi!

 

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