Fabio Bonelli

Mercoledì 22 Ottobre 2014 09:25
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Fabio è un eclettico e geniale musicista, anima del collettivo PeopleFromTheMountains che raccoglie una serie di progetti da lui ideati. Sit In Music, Musica da Cucina, MATITA e d’Beeth sono solo alcuni. Gli abbiamo chiesto di raccontarci di tutto questo e di altro

 

Era una fresca sera di inizio estate di quest'anno quando per la prima volta ci siamo imbattuti in Fabio Bonelli. Una domenica sera come tante, niente di particolare in programma; cercando qualcosa di interessante da fare su internet abbiamo scoperto che al Carroponte (Sesto S.G. - Milano) avrebbe suonato 'un tizio' che si esibisce insieme ad alcuni pupazzi. La cosa ovviamente non poteva non attirare la nostra attenzione e con una grandissima curiosità e poca consapevolezza di quello che ci saremmo trovati davanti ovviamente siamo andati ad assistere allo show di Sit In Music, band electro-pop formata da Fabio Bonelli e Adalgisa, una dolce pupazzetta che accompagna Fabio sul palco. E come coristi personaggi altrettanto buffi e improbabili come Bi e Ba e l'Orsetto Galeotto. E' stata un'esperienza particolarissima. Sotto il palco erano sedute persone di tutte le età, bambini, ragazzi, uomini, donne, persone più in là con gli anni... tutti rapiti ad ascoltare la musica di Fabio e tutti intenti ad addentrarsi con gli occhi carichi di stupore e meraviglia in quel mondo onirico e colorato. Esattamente come quando da bambini ci si riunisce intorno al nonno per ascoltare la favola prima di andare a dormire. Una sorta di regressione alla propria infanzia, un'immagine quasi d'altri tempi, quando il teatrino dei burattini arrivava in città.
Ma Fabio Bonelli non è solo Sit In Music. Anzi, Sit In Music è il più giovane dei progetti di Fabio, che è un vero e proprio vulcano di idee. PeopleFromTheMountains è un laboratorio creativo che racccoglie tutta questa serie di "esperimenti". Musica da Cucina è un altro di questi: dal 2007 porta in giro i suoni della cucina, accompagnati da chitarra, clarinetto e fisarmonica. La dimostrazione che è possibile fare musica con ogni tipo di oggetto. Il fenomeno è cresciuto parecchio nel corso degli anni e ha portato Fabio a esibirsi in location prestigiose in giro per il mondo e alla pubblicazione di due dischi.
Un altro progetto è Matita: seduti intorno a un lungo tavolo quattro disegnatori creano pattern ritmici con penne, matite e pennarelli su fogli opportunamente amplificati accompagnando le improvvisazioni del piano elettrico. Nascono in questo modo piccole canzoni estemporanee, creazioni visual-sonore improvvisate. Il tavolo è aperto alla partecipazione del pubblico che può sedersi per scarabocchiare/suonare.
Con il progetto d’Beeth (destroyBeethoven) Fabio rispolvera vecchi vinili di musica classica e dà vita a creazioni sonore realizzate campionandoli e trasformandoli in tempo reale. "d’Beeth alterna dj set di musica classica a set di musica destrutturata e ricomposta, orchestre tagliuzzate e sminuzzate, sporcate e ricostruite".
Sii bih dii invece è un modo di creare musica attraverso vecchie registrazioni e oggetti che riproducono il canto degli uccelli e i suoni della natura.
Infine PeopleFromTheMountains si occupa della creazione di colonne sonore per film, video e documentari e della relizzazione di installazioni sonore e performance artistiche.
Insomma, avrete capito che Fabio Bonelli è un personaggio complesso e sfaccettato, con duemila progetti e due milioni di idee che gli passano per la testa. Ci vorrebbe un libro per raccontare tutto quello che fa. Ci siamo limitati a toglierci quelche curiosità su di lui e su i suoi progetti nell'intervista che segue. [B!]

 

 

Ciao Fabio, benvenuto su andergraund! Partiamo parlando un po' di te. Domanda semplice e un po' scontata ma fondamentale: come nasce la tua passione per la musica e per le arti in generale? In famiglia, curiosità personale... E quando ti sei avvicinato per la prima volta alla musica suonata?

Ciao Daniele, ciao andergraund! Beh, non male come inizio!... in generale non penso che la passione per la musica nasca in qualche modo, la vedo più come una caratteristica naturale di ogni essere umano, alla pari del fatto di avere occhi, naso, bocca, mani, piedi... tecnicamente la prima volta che ho suonato in pubblico è stato in prima media, alla novena di Natale, con la Banda di Chiavenna, suonavo il clarinetto...

Cos'è di preciso PeopleFromTheMountains? Tu sei il deus ex machina dietro questo laboratorio creativo attorno al quale gravitano una serie di numerosi progetti, tutti legati alla musica, che approfondiremo tra un attimo. Quando è nato? Quale urgenza creativa ti ha spinto a mettere in moto la cosa? C'è un filo conduttore che lega tutta la tua ricerca artistica?

PeopleFromTheMountains nasce sopratutto come nome da dare a tutti i miei progetti, non volevo usare il mio nome di battesimo, ma qualcosa di più misterioso e divertente... people perchè mi piace l'idea di più persone, anche dietro ai progetti in cui sono più solitario... talvolta mi è capitato di chiedermi, giusto per scomodare personaggi importanti, quanto c'è della nonna di Beethoven nella quinta sinfonia? Quanto dei suoi amici, dei conoscenti, delle strade che percorreva? (intendo come esperienza di vita, chiaramente!) È tutto solo ed esclusivamente opera sua?
Non so rispondere per Beethoven, chiaramente, e mi scuso di averlo scomodato (!), ma io so che musica da cucina ad esempio non è solo opera mia, anche se apparentemente potrebbe sembrare così...

PeopleFromTheMountains, già dal nome si evince un legame molto forte tra la tua attività e il territorio da cui provieni. In che modo il posto in cui sei cresciuto e in cui vivi ha influenzato il tuo percorso artistico?

Le montagne influenzano molto, se ci nasci e ci vivi, e anche se ormai non vivo lì da qualche anno le sento presenti... le montagne le ho sempre viste come dei genitori belli ma anche severi, sono dei punti di riferimento fissi e immobili da cui spesso è difficile staccarsi... detto questo, crescere in un paesino di montagna come è capitato a me mi ha permesso di conoscere un approccio ancora ingenuo e “puro” al mondo, cosa che ho scoperto essere un po' più difficile in città, e forse questo input è rimasto nella mia ricerca artistica...

Musica da Cucina è uno dei tuoi primi progetti e probabilmente è quello che ti ha dato maggior visibilità, anche a livello internazionale. Come ti è scattata la molla di fare musica con oggetti presi dalla vita di tutti i giorni?

Anche in questo caso è qualcosa che non è nato, ma c'è sempre stato... fin da bambino, come tutti i bambini, suonavo/giocavo con quello che trovavo... Ho sempre mantenuto questo approccio fino a che, da adulto, ho provato a ricontestualizzare questo gioco sonoro in un ambiente riconoscibile e caro a tutti, la cucina...

Ti aspettavi l'incredibile successo che ha riscosso questo tuo progetto?  Hai suonato in location prestigiose in tutto il mondo, dividendo il palco con artisti importanti. Anche Le Monde ha parlato di te! Come te lo spieghi tutto quello che è successo?

Beh, incredibile è un parolone! Però sono molto felice di musica da cucina e di tutto quello che ho fatto con questo progetto... La cosa più inaspettata e bella è stato scoprire che era un progetto che comunicava tanto a persone molte diverse tra loro, dagli anziani ai bambini, passando per punk, appassionati di musica colta, indie rockers, death metallers! Penso che la chiave di tutto sia il forte legame con un ambiente che è dell'immaginario comune di tutti: la cucina è un luogo al quale ciascuno di noi associa di base ricordi belli, intimi, familiari... sia la nonna che il metallaro death (dico questo perchè anni fa in Slovenia come musica da cucina condivisi il palco con una band death bosniaca, si chiamavano Incubator of death...)


Sii bih dii se vogliamo è un progetto abbastanza affine a Musica da Cucina, solo che al posto degli oggetti di uso comune ti servi dei suoni della natura come punto di partenza per le tue composizioni. E’ corretto?

Si si, è un progetto di ricerca sonora sul canto degli uccelli ma anche e sopratutto sui tentativi dell'uomo di riprodurli, ingegnosi e fallaci allo stesso tempo: vecchi vinili con canti d'uccelli, richiami da caccia artigianali, fischi...

Con d’Beeth (destroyBeethoven) invece ti confronti con i classici del passato, ma lo fai in maniera molto libera e senza troppe preoccupazioni. Se penso anche al concerto di Sit In Music mi viene in mente la surreale cover di "Us and Them" dei Pink Floyd, che personalmente ho trovato divertentissima. Qualcuno però potrebbe obiettare che si tratta di delitti di lesa maestà. Qual è il tuo modo di rapportarti coi grandi maestri del passato?

Eh eh, in realtà c'è un grande rispetto verso i grandi del passato, ma chiaramente nel momento in cui li riproponi la loro musica è talmente grande e parla a persone talmente diverse che è difficile non offendere qualcuno... ed è giusto così, cmq!
Il mio approccio vuole essere molto libero con gli oggetti che uso per suonare, siano essi strumenti tradizionali, oggetti da cucina, richiami per uccelli, capolavori del passato... e quindi poter cantare us and them con dei serpenti-calzetta, ad esempio!

Matita invece è un progetto che coniuga in maniera molto incisiva musica e arti visive. Un connubio fondamentale che sta alla base della maggior parte dei tuoi progetti, comprese ovviamente le tue installazioni. Quant'è stretto e importante il legame tra questi due sensi?

Mmm, si potrebbe leggere in questo senso: se la creatività e l'arte sono una modalità istintiva e irrefrenabile dell'uomo per mettersi in contatto con qualcosa di più grande della semplice esperienza quotidiana, non c'è categoria che tenga, e parlare di musica, o di disegno, o di altro, non ha più senso... tutto si unisce in un flusso creativo.

Anche questo argomento ci dà lo spunto per arrivare a Sit in Music, il tuo progetto più giovane e di cui ora ci occuperemo in maniera un po' più approfondita, perchè anche qui l'aspetto visivo è fondamentale. I tuoi spettacoli sono esperienze che vanno necessariamente vissute con la vista oltre che con l'udito. Si tratta di vere e proprie performance teatrali, accadono tante cose sul palco durante lo show che portano l'ascoltatore in un mondo colorato e fantastico. Da dove nasce questo mondo fatto di buffi personaggi e situazioni surreali?

Anche in questo caso c'è molto dell'infanzia... ricordo che da bambino mi piaceva creare spettacoli con mia sorella e mio fratello e i vari cugini, fare teatrini con gli oggetti che c'erano per casa, inventare storie e trucchi scenografici...

Sit In Music è un incredibile connubio tra musica indie, elettropop, il teatro di figura, il circo e la tv dei più piccoli (penso ad esempio al Muppet Show, a Sesame Street, o al nostrano Albero Azzurro). La convivenza di alcuni di questi elementi ai più potrebbe sembrare piuttosto improbabile. Invece funziona alla grande! Non hai mai paura che la gente possa far fatica a comprendere quello che fai?

Interessante visione! Per la parte televisiva, aggiungi pure anche la televisione svizzera che vedevo da piccolo in Valtellina! Rispetto alla paura che la gente fatichi a capire quello che faccio, ormai mi è passata dopo il primo concerto di musica da cucina! E cmq l'esordio di Sit In Music, al Riot Studio di Napoli, era una sorpresa anche per me! Ero curiosissimo di vedere cosa succedeva, come avrebbe reagito la gente...

A che pubblico ti rivolgi? Chi si può incontrare sotto il palco ai tuoi concerti? Al tuo live al Carroponte ho visto un sacco di bambini, ma soprattutto tanti adulti letteralmente rapiti. Forse, specialmente in momenti complicati come quello che stiamo vivendo, abbiamo tutti bisogno ogni tanto di regredire a quello stato di innocenza e di totale spensieratezza...

Hai colto nel segno, o almeno io la penso così... Penso che l'età dell'infanzia sia un momento magico di primo approccio al mondo che va tutelato nel corso della vita, anziché spaventato e mutilato come viene spesso fatto dalle istituzioni e dalla società... il bambino ha già molte risposte e risorse dentro di sé... Suonando con i progetti che porto avanti ho scoperto che la musica (tutta!) aiuta le persone/il pubblico a toccare nuovamente quella parte di sé dimenticata o tenuta sopita da 8 ore in ufficio e ferie programmate da altri...

Sul palco noi vediamo solo te immerso in questo mondo fantastico animato da coloratissimi personaggi. Ma in realtà quante sono le persone che muovono i fili del progetto Sit in Music?

Ci sono un bel po' di persone fantastiche che mi hanno aiutato e mi aiutano in questo progetto: Solenn Le Marchand e Alberto Stevanato dei Grimoon che muovono pupazzi e marchingegni e mi hanno aiutato in giornate folli a mettere in cantiere il tutto, Elena Mambretti che ha creato (e sta creando nuovi) pupazzi, Elisa Lecchini e Alicja Paluch che hanno curato il teatrino e le grafiche di cd e altro, Lorenzo Monti che è ormai fonico di fiducia di PFTM, avendo registrato questo progetto, musica da cucina e altri...
Sit in Music è stato realizzato anche grazi al generoso contributo di molti amici che hanno partecipato a un crowfunding organizzato l'anno scorso, il cui nome è inciso indelebilmente sul sito PFTM e nel nostro cuore di gommapiuma.

Com'è avvenuto invece l'incontro tra te e Adalgisa e tutti gli altri personaggi che si alternano sul palco come l'Orsetto Galeotto, Bi e Ba ecc..? Li hai ideati e creati tu in prima persona oppure sono stati partoriti dalla mente delle persone che collaborano con te? Parlaci un po' di Adalgisa ad esempio. E' una figura che affascina... Ma chi è in realtà? Oppure l'Orsetto Galeotto, il mio preferito. Ma che avrà mai combinato per finire in prigione?

Eh eh, a questa domanda preferisco lasciare che le cose si svelino pian piano con il tempo... Ti posso solo dire che Adalgisa viene dallo spazio, e che è stata creata dalla collaborazione di più persone (Delfina Bazzi, Laura Albani, Elena Mambretti)

Nei tuoi spettacoli quanto c'è di preparato e quanto è lasciato invece alla pura improvvisazione?

Per alcuni spettacoli è difficile improvvisare, come ad esempio per Sit in Music, dove ci sono i tempi stretti e serrati delle basi su cui suono... Per gli altri vorrei poter arrivare ad improvvisare sempre di più, sto ancora facendo esperienza in questo senso, è un percorso di crescita musicale non banale, si tratta di mollare molte paure e convinzioni, e fondamentalmente si tratta di suonare, suonare, suonare...

 

Altri video della serata al carroponte sul canale YouTube di andergraund


Nel corso degli anni abbiamo parlato con un sacco di artisti e di gruppi che ci hanno confidato la loro rassegnazione per un sistema che in generale non aiuta e non valorizza i musicisti indipendenti: difficile trovare un'etichetta, poche e mal sfruttate le occasioni per esibirsi dal vivo. Tu che sei un'artista molto sperimentale probabilmente avrai incontrato ancora più difficoltà di loro. Sit In Music ad esempio, come ci hai già accennato, è stato in parte finanziato dal pubblico attraverso un'operazione di crowdfunding attraverso la piattaforma Musicraiser. Cosa ci puoi dire basandoti sulla tua esperienza?

Allora, di base non credo molto nella lamentazio e nell'autocommiserazione, è una cosa molto italiana e che come prima cosa, al pari del nichilismo, fa il bene dei poteri forti che non permettono l'evolversi delle cose...
Detto questo è chiaro che ci sono problematiche concrete e reali, e le misuri muovendoti sul territorio e sopratutto confrontandoti con l'estero: in Italia tante cose sono molto molto difficili da farsi. Ma ci sono tante, tantissime realtà di persone che non hanno mai smesso di fare, arrampicandosi sugli specchi e incasinandosi la vita, e tante realtà nuove che si buttano...
penso a Fooltribe (S. Martino Spino -MO- e dintorni), a Brigadisco (Itri -LT-), a Lokazione (Morbegno -SO-), la Luna al Guinzaglio (Potenza) ma ci sono mille altre realtà...
Ed è vero che se ci sono tanti legacci e difficoltà, ora ci sono anche tanti strumenti che aiutano a fare, e il crowfunding ne è un bell'esempio.

Quali sono le prossime mosse di Fabio Bonelli? Mi dai l'impressione di essere una persona che non si ferma mai. So che anche se così fosse probabilmente non ce lo diresti mai, ma c'è già qualche nuovo progetto che bolle in pentola?

La risposta è si! Ma non dico di più!

Fabio, per ora è tutto. Grazie mille per il tempo che ci hai dedicato e veramente complimenti per quello che fai. Salutaci anche Adalgisa e tutto il resto del gruppo!

Grazie mille, non mancherò!

 

 

Per essere sempre aggiornati sui progetti di Fabio Bonelli: 

www.fromthemountains.com

Musica da cucina: www.musicadacucina.it  |  it-it.facebook.com/MusicaDaCucina
Sit in Music: it-it.facebook.com/SitInMusic
Matita: www.facebook.com/MatitaMatite