soundscape

Giovedì 05 Luglio 2012 10:12
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Un'interessante chiaccherata a 360° con Adriano e Liviano, le due anime che si celano dietro il progetto soundscape. Le loro canzoni, le difficoltà e i vantaggi di essere musicista nel 2012 e molto altro. Da non perdere!

A questo giro vi vogliamo far conoscere i soundscape. Il duo è nato dal fortuito incontro tra Liviano (musiche/digital programming) e Adriano (voce/vocal arrangements), avvenuto circa tre anni fa a Milano. Liviano ha militato per anni nei Chronic Age e collaborato come tecnico del suono per la Visual Lab. Adriano è stato per parecchio tempo apprezzata voce per alcune rock-band locali. Musicalmente antitetici, i due hanno trovato il loro punto di forza proprio nello stimolante abbandono reciproco alle idee dell'altro, alla scoperta di mondi sonori solo apparentemente distanti dal proprio. E il risultato è qualcosa di veramente interessante. E a quanto pare diverse persone se ne sono accorte e sembra che qualcosa stia iniziando a muoversi: lo dimostra il fatto che dopo la pubblicazione della loro ballad “Gave ya all” all’interno della compilation "Opera Prima" a cura della Top Records di Milano, contenente il meglio degli artisti emergenti nazionali, per i due musicisti si sono aperte le porte di varie radio nazionali, francesi, tedesche, olandesi, romene, svizzere e inglesi.

Abbiamo realizzato con loro una bellissima intervista in cui ci hanno parlato di loro e della loro musica, e ovviamente di molto altro. Alla prossima! [B!]

 

Ciao ragazzi, grazie per il tempo che avete trovato per noi. Allora, partiamo dall'inizio. Volete raccontarci come e quando è nato il progetto soundscape?

 Adriano  Alla base del progetto c’è la grande amicizia che lega me e Liviano, nata per caso a Milano dove io mi sono trasferito all'inizio del 2008. Sono partito da Oristano col sogno chiuso nella valigia di diventare un cantante professionista e quando ci siamo incontrati ho avvertito quasi da subito che anche lui stava inconsciamente aspettando me. Non è passato troppo tempo prima che ci mettessimo seriamente al lavoro su "Our kind of pain", il nostro primo brano, e da allora tante cose sono successe

So che tutti e due avevate alle spalle altre esperienze musicali, anche piuttosto differenti tra loro. Quale è stata la molla che vi ha spinto a provare a intraprendere questa nuova strada?

 Liviano  L’intesa e la voglia di esprimere liberamente le nostre idee musicali ci ha accomunati e spinti a voler creare qualcosa di unico, seppur avendo differenti esperienze musicali. Ricordo che mentre ascoltavamo in studio il nostro primo brano è stata davvero un’emozione unica; ero sicuro in quell’istante di aver raggiunto ciò che ci aspettavamo, un’audace fusione di musiche moderne, antiche e all’orizzonte il “paesaggio sonoro” che rimane sempre il fulcro delle nostre composizioni. A far da guida tra i diversi paesaggi sonori c’è la voce di Adriano che crea un dolce e ricercato contrasto attraverso le melodie musicali dei nostri brani.

Cosa non vi aveva soddisfatto pienamente delle cose fatte in precedenza? E cosa vi portate dietro di tutto questo? Errori da non ripetere o insegnamenti importanti che vi hanno fatto crescere come musicisti e come membri di un gruppo.

 Liviano  Non ho rimpianti, tantomeno cose che vorrei rettificare del mio passato da musicista, e tutta l’esperienza acquisita in questi anni l’ho voluta sintetizzare nel primo album dei soundscape. In passato ho avuto la fortuna di suonare nei Chronic Age affiancato da strumentisti davvero eccezionali sia musicalmente sia sul piano umano. Ho suonato con loro per cinque anni ed ho imparato a disegnare per ogni brano una solida architettura. Ogni composizione dev’essere soprattutto coinvolgente e mai fine a se stessa. È fantastico poter condividere la propria sensibilità artistica con milioni di persone piuttosto che tenere nell’anonimato un proprio brano.

Le due anime così differenti che si celano dietro lo pseudonimo soundscape come riescono a conciliarsi? E' problematico ogni tanto trovare un punto di incontro o questa vostra antiteticità è solamente un valore aggiunto per la vostra musica?

 Adriano  Entrare in studio con Liviano è sempre una sfida ed elettrizzante. Raramente ci siamo scontrati durante le registrazioni del primo album, anche se a volte è inevitabile, ma fa tutto parte del gioco e del voler centrare il bersaglio, anche se con armi diverse a disposizione. Ognuno difende con forza le proprie idee, ma senza ottusità, e ci sono volte in cui vorremmo che l’altro ascoltasse con le nostre orecchie, ma non abbiamo mai dovuto scavalcare ostacoli insormontabili o per cui non eravamo allenati; D’altronde c’è sempre chiaro che il fine ultimo di entrambi è quello di creare ogni volta un piccolo gioiello di cui andare fieri.

Riuscite a raccontare in qualche modo, a parole, la vostra musica a quelli che ancora non hanno avuto la possibilità di conoscerla? Cosa si deve aspettare chi si appresta ad ascoltarvi per la prima volta? Già il nome soundscape dà l'idea di una fuga dai soliti schemi, di qualcosa di poco convenzionale...

 Liviano  soundscape significa sabbia, vento, baracche, mercati, rocce, oceani, alberi, pioggia e sole. Attraverso la nostra musica cerchiamo di rappresentare la natura con i suoi profumi e le sue sfumature. Questa è il nostro modo di fare musica, mettere ogni ascoltatore al centro del nostro universo e condurlo nel viaggio tra i vari continenti per ammirare tutte le loro bellezze.

 Adriano  Sono d'accordo, e direi che questo viaggio attraverso il nostro mondo come ben esemplificato da Liviano parte da una curiosità profonda nei confronti della natura umana, per cui potremmo meglio definirlo come un percorso che prende origine nell'uomo e da esso parte alla ricerca e scoperta di ciò che lo circonda e da sempre affascina

Quali sono i gruppi e musicisti che sono stati importanti per la vostra crescita artistica e che in qualche modo ancora influenzano la vostra musica.

 Liviano  I Meshuggah sono un gruppo davvero incredibile che si spinge ai limiti della composizione creando qualcosa di veramente unico e inimitabile. Ascolto molto anche i Bullet For My Valentine per il loro modo di unire l’acqua e il fuoco, brani con sfumature molto taglienti per poi diventare molto delicati, e mi piacciono particolarmente gli AC/DC per aver saputo creare un loro stile unico, inconfondibile e sicuramente immortale.

 Adriano  Una su tutti, amo in maniera viscerale Madonna, l’Artista per eccellenza. Per me è sempre stata e sempre sarà un punto di riferimento anche personale e la sua musica rappresenta davvero la colonna sonora della mia vita; “Erotica” è semplicemente il miglior album di tutti i tempi.

Parlateci un po’ di come nascono i vostri pezzi. So che Adriano si occupa maggiormente della parte vocale mentre Liviano si occupa prevalentemente della musica e della programmazione digitale. Giusto?

 Liviano  Diversamente da ciò che è la norma, i nostri brani prendono vita partendo dalle prime forme e sfumature dei nostri “paesaggi sonori”, dalle note che vogliono gradualmente dar vita a un viaggio nel Cosmo. Spesso è l’orchestra che fonda l’ossatura del brano sostenuta da percussioni. Adriano poi è la chiave di lettura; io l’ho sempre immaginato come Virgilio che accompagna Dante nel suo cammino.

 Adriano  In maniera sempre differente, senza mai uno schema già tracciato. I nostri ruoli non sono gabbie, e spesso cambiamo posizione al fine di ottenere il miglior risultato possibile, o almeno quello che abbiamo in mente. Generalmente Liviano compone qualcosa su cui io improvviso, e il testo nasce di conseguenza, altre volte ho io una melodia in testa che traduciamo in note e sulla quale cerchiamo di cucire addosso il miglior vestito, scegliendo le stoffe e le rifiniture più adatte proprio come un vecchio sarto di bottega.

Io naturalmente ho avuto il piacere di ascoltare il vostro materiale e mi è piaciuto molto. Una cosa che balza subito all'orecchio è che ci sono canzoni molto differenti tra di loro. Penso ad esempio a "Gave ya all", una ballata acustica molto dolce e ad "Under attack", un pezzo sicuramente più energico e tirato. Se ognuno di voi dovesse scegliere un vostro pezzo che lo rappresenta, che in qualche modo trova particolarmente ben riuscito o di cui va particolarmente fiero, che titolo mi darebbe?

 Adriano  Hai centrato in pieno un aspetto che a noi sta molto a cuore, quello della diversificazione degli stili musicali e della sperimentazione sia in fase di composizione sia in quella di arrangiamento dei brani. "Gave ya all" e "Under attack" esemplificano perfettamente il modo tutto nostro di creare musica, che è dettato dal lasciarsi andare completamente senza pregiudizi di sorta o snobismi castranti alla ricerca di un sound originale e riconoscibile frutto degli scontri creativi fra me e Liviano. Secondo parametri del tutto diversi di volta in volta, potrei dire che ognuno dei brani dei soundscape registrati sino ad ora è in cima alla mia classifica personale, perché non ce ne sono due uguali, ma direi che "Gave ya all" è quello che rappresenta meglio la mia personalità; è una ballad, parla d'amore, è amaro ed è il tipo di musica che porto sempre con me in viaggio, ma quello della "torre" è un gioco atroce!

 Liviano  La natura che viviamo è minacciata ogni giorno da persone che la demoliscono progressivamente per potere, annientando per questo fine anche i suoi simili. Le melodie di “Under Attack” esprimono questo concetto: il paesaggio sonoro che l’ascoltatore vive partendo dall’overture è la marcia di un plotone che avanza progressivamente per raggiungere l’obiettivo e dalla prima strofa è presente lo scontro per poi sfociare in vari assalti tra fango e pioggia, uomini caduti, paura, fughe e nuove strategie da adottare per sopravvivere; il respiro affannoso della voce di Adriano che chiude il brano lascia l’ascoltatore nel dubbio sul reale esito dello scontro. Nonostante la sua complessità strutturale, “Under Attack” è un brano che scorre velocemente e in maniera efficace.

C'è un momento in particolare del vostro percorso artistico che ricordate con piacere? Una tappa che ritenete fondamentale o un incontro che in qualche modo ha cambiato le cose.

 Adriano  Nel corso degli ultimi mesi abbiamo raccolto davvero tanti consensi e soddisfazioni. Per noi è stata “la prima volta” per tante cose; il primo passaggio in radio, la prima volta che un nostro brano veniva pubblicato, la nostra prima intervista… Sono tutte tappe importanti ed emozioni indescrivibili ogni volta e a cui non riusciamo ad abituarci, ma direi che sentire la nostra “Gave ya all” risuonare nella sala davanti a numerosi artisti e tanti spettatori curiosi durante lo showcase di “Opera prima” a Milano è stato come subire mille piccolissimi attacchi di cuore!

Come vi rapportate col mondo dei media? Ho letto che diverse radio nazionali ed europee hanno dimostrato interesse per la vostra musica. Raccontateci come sono andate le cose. E in generale secondo voi c’è apertura verso le realtà emergenti?

 Adriano  Il nostro modo di rapportarci ai media è molto diretto ed istintivo, ma considerati i risultati ottenuti sinora direi che stiamo gestendo in maniera più che soddisfacente anche questo aspetto del gruppo. Non avendo ancora un management alle spalle, non solo abbiamo dovuto creare la nostra musica, ma anche imparare a metterla in vetrina e “venderla”. Certo, avere un singolo sugli scaffali dei principali negozi di dischi nazionali e nei maggiori retailer online praticamente in ogni paese del mondo dal Giappone all’Inghilterra ha fatto sì che le radio ci accogliessero con meno diffidenza e in molti casi con vero e proprio entusiasmo! Per rispondere al resto della tua domanda, penso che ci sia in generale una buona apertura verso gli artisti emergenti, ma temo che i grandi network e le testate principali di settore cestinino le tue email senza neanche leggerle. Oggigiorno devi far parte di una rete tutta “loro” per poter sostenere di esistere nel mondo musicale, solamente sarebbe curioso capire come si possa entrare a far parte di questo loro club esclusivo considerato che se non hai un contratto con una major in radio puoi scordarti di avere chance, le case discografiche neanche fissano un appuntamento per sentire cos’hai da dir loro senza un CD stampato professionalmente o un video già pronto per MTV e i concorsi danno spazio, chissà perché, sempre ai soliti nomi “quasi noti”. È un po’ il classico cane che si morde la coda, ma noi continuiamo per la nostra strada, e presto si accorgeranno di noi

E il pubblico invece? C'è interesse verso le novità? In passato altri gruppi, ci hanno raccontato, ad esempio, che è difficile trovare spazi per suonare anche perché i gestori dei locali stessi molto spesso sono costretti a prediligere le cover band perché in termini di entrate garantiscono maggiori guadagni. Secondo voi c'è davvero questa diffidenza verso le nuove realtà? Cosa ne pensate ed eventualmente quali sono secondo voi le motivazioni di questa tendenza?

 Adriano  Non possiamo rispondere a questa domanda perché ancora il nostro tour promozionale è in fase embrionale, ma in base ad esperienze passate non mi viene difficile credere che si preferisca puntare su band che portino sul palco un repertorio già conosciuto, e quindi sicuro, ma ci sono come al solito alcune rassicuranti eccezioni. Non riesco in ogni caso a capire il fenomeno delle cover band, che per me potrebbero anche restare relegate negli scantinati. Perché pagare per sentire come un gruppetto di ragazzini storpia i Led Zeppelin quando voglio essere stimolato da qualcosa di nuovo? Ma se ti presenti sul palco da perfetto sconosciuto è difficile attirare l’attenzione, ecco perché poter già contare su un piccolo fan-base di supporto è necessario, ma certo non indispensabile.

In ogni caso il sottobosco underground sembra in grande fermento ultimamente. Voi cosa ne pensate dell’attuale scena alternativa italiana? C’è veramente tutta questa urgenza creativa in giro o è l’effetto facebook che ha amplificato parecchio la cosa?

 Adriano  Per fortuna purtroppo, oggigiorno la Rete offre una possibilità a tutti, che è un modo elegante di dire cani e porci. Se da un lato questo è positivo per chi, come i soundscape, crede in ciò che fa e ci si dedica anima e corpo, di contro Internet è satura di aspiranti cantanti, attori e quant’altro che spazzare via è ormai praticamente impossibile. Alla luce di ciò potrei però anche pensare che gli stessi gruppi che suonavano un tempo nei garage delle proprie case, adesso con myspace sono venute allo scoperto e che quindi ci sono sempre stati. Il vero problema comunque per me resta che oggi la gente partecipa ai “talent”, lo zeitgeist pseudo-musicale di oggi, non perché abbia qualcosa da dire, ma semplicemente per la fama, e quella peggiore, quella fine a se stessa, a cui uno spera di arrivare senza però in realtà saper fare nulla. A certe cantanti che piangono su ogni rivista di gossip perché il loro fidanzato le ha mollate per la showgirl di turno consiglio l’ascolto di “Io sono uno” di Luigi Tenco…

E la tecnologia in generale come ha cambiato la vita del musicista? Il computer, internet, iTunes e non solo hanno di fatto modificato in maniera netta il modo di fare e promuovere la propria musica? Ci sono solo luci o c'è anche qualche ombra?

 Adriano  Parzialmente ho già risposto a questa domanda. Tuttavia, la maggior visibilità è l’unica nota positiva data da Internet, perché il resto è stato ucciso, riesumato e ucciso ancora e ancora. So di essere una nota fuori dal coro con le mie idee, ma io aspetto sempre l’apertura del negozio quando esce un disco che aspetto da tempo. Mi piace scartarlo, odorarlo, leggerne i testi mentre la musica riempie la mia stanza, curiosare fra i credits, ma i ragazzini di oggi queste cose non le capiscono, per loro è tutto a portata di click, gratis, illegale e immediato. Penso di essere stato uno dei pochi ad aver esultato per la chiusura di megaupload, proprio perché la gente proprio non capisce che la pirateria ha ucciso la musica. E allora mi accodo ai Metallica e stringo la mano a Prince quando va avanti a colpi di cause legali perché le sue canzoni non appaiano neppure su You Tube. D’altrocanto, quali sono gli artisti di oggi che dovrebbero far cambiare mentalità ai ragazzini?

Tornando a voi invece, quali sono le prossime mosse dei soundscape? Quali progetti avete a breve e lungo termine?

 Adriano  Nella fitta agenda dei nostri impegni futuri la voce principale è quella delle esibizioni live. Ancora non possiamo rivelare nulla o sbilanciarci, anche perché il progetto è ancora in fieri, ma possiamo dirvi in ogni caso che sarà qualcosa di grandioso e dovrete pazientare sino all’Autunno. Nel frattempo stiamo componendo le nostre nuove canzoni che non vediamo l’ora di pubblicare e che conquisteranno chi ancora non ci conosce e faranno impazzire chi già ci segue da tempo.

Vogliamo concludere questa interessante chiacchierata dando ai nostri lettori qualche coordinata per approfondire la vostra conoscenza?

 Adriano  Con piacere! I soundscape sono in rete su tutti i principali social network dedicati alla musica, e noi vi invitiamo a seguirci e tenervi aggiornati sulle nostre mosse sia grazie al nostro sito ufficiale www.soundscapeofficial.eu che sta riscuotendo un successo mostruoso sia su facebook all’indirizzo della nostra pagina ufficiale www.facebook.com/soundscapeOfficial Diventare nostri follower è semplicissimo, basta cliccare su “Mi piace” e riceverete automaticamente tutte le news dal nostro mondo. Non ci stancheremo mai di ripeterlo, ma ovviamente contiamo sul vostro sostegno e sul vostro passaparola con tutti i vostri amici!

Grazie mille della disponibilità e in bocca al lupo per tutto!

 Adriano  Grazie a voi per questa intervista e… crepi il lupo! A presto!