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Annalisa Pompeo

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Nome: Annalisa
Cognome: Pompeo
Età: 21
Genere: folk rock/acustico
Provenienza: Latina

Precedenti: album “Fragments of life” (2006), i singoli “Woodstock” e “It’s all lover now”, Ospite al Maxi Concerto Pax Mundi, ospite del canale televisivo Music Box al Palalottomatica di Roma, Stadio San Paolo di Napoli e Stadio Zaccheria di Foggia come ospite musicale di Radio Kiss Kiss insieme ad altri importanti nomi della musica italiana, ospite di Radio Subasio.

Segni particolari: Cantachitarraia: una fusione tra il profondo e sincero amore per la chitarra e la scrittura.

Come è nata e come si è evoluta la tua passione per la musica?

Ho iniziato a suonare la chitarra classica a sei anni, ma dopo circa sette anni di studio, ho capito che ciò che amavo veramente era scrivere e comporre cose mie, perciò ho cambiato totalmente direzione e ho iniziato a prendere lezioni di chitarra moderna e canto. E’ stato in quel periodo, infatti, che ho scoperto la mia voce, mentre la passione per la musica diventava sempre più forte negli anni.

C'è qualche artista o qualche gruppo che è stato particolarmente importante per te, sia come persona che come musicista?

Sicuramente. Le influenze sono molte ma di certo quelle che hanno inciso di più nel mio percorso musicale sono state e sono tutt’ora quelle di Tori Amos , Joan Baez e Fabrizio De Andrè.
Presentati ad un pubblico che ancora non ti conosce. Cosa suoni (Cover, pezzi tuoi) che genere di musica suoni, dove suoni, eventuali lavori pubblicati e non, eventuali tappe importanti della tua carriera musicale (Concerti, festival...) Il mio repertorio comprende brani composti personalmente da me e qualche cover di artisti che amo particolarmente. Il genere musicale che suono è folk rock/acustico, anche se in realtà mi piace molto spaziare attraverso nuovi orizzonti sonori. Ho pubblicato un album dal titolo “FRAGMENTS OF LIFE” nel 2006 (distribuzione Delta Dischi) mentre tra le tappe importanti della mia carriera segnalerei un importante festival a Mosca, dove sono stata invitata come ospite a suonare alcuni miei brani presso il Rossjia Theatre; ho partecipato a due edizioni dell’Afrakà Rock Festival , e lo show case a San Remo durante i giorni del Festival, dove ho presentato alcune canzoni dell’album in versione unplugged.

C'è un momento in particolare del tuo percorso che è stato importante per te o un ricordo a cui sei particolarmente legata?

Ce ne sono stati molti di momenti importanti nel mio percorso musicale, ma uno di quelli a cui sono particolarmente legata è stata la partecipazione, come guest, al Palalottomatica di Roma. E’ stata un’esperienza davvero bellissima che non dimenticherò mai.

Come nasce la tua musica? Ti occupi tu di tutto (testo e musica), di cosa parli nei tuoi pezzi come nasce l'idea e come la sviluppi?

Un foglio bianco, una chitarra, una penna e una grande dose d’ispirazione: è tutto ciò che mi serve per comporre una canzone. Generalmente viene fuori prima la melodia, dopodiché lavoro al testo, adattandolo o modificandolo in base alle sonorità, alla metrica e alla musicalità della canzone che ho in mente. Le mie canzoni si muovono attraverso tematiche differenti, alcune sono autobiografiche, altre sono racconti. Sono una fusione di immagini, di storie, di vita.

Immagino che per un musicista la dimensione live e il contatto col pubblico siano fondamentali. Com'è la situazione in Italia basandoti sulla tua esperienza personale? Ci sono spazi adeguati e sufficienti? Ci sono abbastanza occasioni che consentano ai giovani musicisti di potersi esibire e farsi conoscere?

La dimensione live è assolutamente fondamentale per un musicista e il contatto con il pubblico personalmente è ciò che più mi entusiasma e che più amo di questo lavoro. In Italia non ci sono molti spazi dove poter far musica, infatti rispetto all’estero siamo molto limitati in questo e soprattutto si offrono poche occasioni ai cantautori per potersi esprimere e far ascoltare la loro musica.

Parliamo di etichette. Hai un contratto, sei in cerca, meglio l'autoproduzione, che lascia maggior libertà all'artista..? Si usa ancora dare la caccia al discografico per lasciargli il demo o pensi che oggi come oggi strumenti come MySpace, che consentono di arrivare direttamente al pubblico, siano mezzi più veloci ed efficaci?

No, ora non ho un contratto discografico ed infatti sono alla ricerca di uno serio. MySpace è uno strumento sicuramente utile per diffondere la propria musica ed è inoltre un mezzo molto veloce e abbastanza efficace per noi giovani artisti per cominciare a farci conoscere ed arrivare direttamente al pubblico, senza intermediari.

Visto che parliamo di MySpace allarghiamo il discorso alla tecnologia in generale. Molti additano internet come la bomba che farà saltare in aria il mercato discografico tradizionale. Tu ti sei fatto un'idea a riguardo? Sono più i vantaggi o gli svantaggi?

I vantaggi di Internet sono indubbiamente molti, ma ci sono altrettanti svantaggi, come il fatto di poter scaricare illegalmente canzoni, film e quant’altro. E’ molto più semplice e veloce scaricare, piuttosto che andare a comprare un disco o un film al negozio e credo che il mercato discografico tradizionale sia già saltato in aria da un po’: ora rimangono solo piccoli frammenti sparsi di ciò che era e ciò che non sarà più. Se le case discografiche non si impegnano a trovare una soluzione efficace e ragionevole a questo grande problema e a non sfornare continuamente prodotti di consumo e meteore che svaniscono nel nulla, la situazione si aggraverà ancora di più.

Devo dire che hai un curriculum di tutto rispetto, e anche un discreto supporto da parte dei media. Nonostante questo pensi che radio e tv facciano abbastanza per sostenere i giovani artisti italiani o siamo un po' troppo esterofili da questo punto di vista?

Siamo molto esterofili da questo punto di vista. Radio e tv, non sostengono a sufficienza i giovani, tantomeno la musica indie. Si propongono tanti, troppi artisti stranieri e inevitabilmente il mercato italiano rimane oscurato. Siamo vittime di ciò che ci viene imposto dall’estero e non abbiamo abbastanza coraggio e forza di proporre la Nostra musica.


Come mai hai scelto di cantare tutti i pezzi del tuo primo album in inglese? Cosa ti dava in più rispetto all'italiano, e cosa poi ti ha fatto cambiare idea?

Ho sempre ascoltato musica inglese ed americana, quindi quando cominciai a scrivere lo facevo utilizzando quella lingua perché mi risultava più semplice. Nel tempo ho poi riscoperto e rivalutato tantissimo l’italiano, tanto che ho capito che fare musica utilizzando la propria lingua sia molto importante.

Aspettative, sogni nel cassetto e progetti per il futuro?

Tanti live, un serio contratto discografico e tante tante tante nuove canzoni e serate.


Per info: www.myspace.com/annalisapompeo

 

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