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Boj & Good People

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"PlayBoj" è l'ultimo disco di Boj & Good People: Nu-Soul, R&B e Funk, la voce di Boj, decisamente black e inconfondibile, oltre alla bravura e l'eperienza dei Good People, sono gli ingredienti principali di questo lavoro. Ce lo siamo fatti raccontare dai diretti interessati

È uscito da qualche mese, più precisamente lo scorso ottobre, "PlayBoj" (TdEproductionZ/Zimbalam), il nuovo album di Boj & Good People, disponibile nei digital store e su tutte le piattaforme streaming. Il gruppo è composto dalla cantante di origine serba Bojana Krunic, che si è fatta conoscere al pubblico anche grazie alla sua partecipazione al programma televisivo di Rai2 "The Voice", affiancata da una band di musicisti talentuosi e di grande esperienza: Christian Curcio (chitarra, bouzouki), Chris Costa (basso) e Simone "Momo" Riva (batteria, sampling pad, chitarra).
Boj, nata a Beograd, in Serbia, ha lottato con forza contro una cultura che vuole le donne madri e mogli, lontane dal palcoscenico e dalle sue distrazioni, per portare avanti la sua grande passione: il canto. Questa grande passione a un certo punto la ha portata a una disperata fuga verso l'Italia. Quì nel 2013 incontra i suoi attuali compagni d'avventura e nasce ufficialmente il loro progetto comune. Lo stesso anno pubblicano il primo disco "Burning of Joy".
"PlayBoj", il loro secondo lavoro, che è stato anticipato dal singolo "A Reason 2 Love U", registrato presso il TdE Studio di Saint-Christophe (AO), è una raccolta di 11 brani che vedono la preziosa partecipazione di artisti della scena internazionale come Eric Leeds (Prince, The Family), Keith Anderson (Marcus Miller, Erykah Badu) e Horndogz (George Clinton, Fred Wesley).
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Boj e i ragazzi che ci hanno parlato del loro percorso, del disco e di tanto altro.

[Intervista a cura di Dan]


Ciao ragazzi, benvenuti su andergraund! Partiamo dal principio e cerchiamo di presentarvi brevemente a chi ancora non vi conosce. Da un lato abbiamo Bojana. Tu sei nata a Beograd, in Serbia: una famiglia di musicisti, una voce importante e una grande passione per la musica, in un paese in cui questa era difficile da coltivare. Quindi a un certo punto maturi la decisione di volerti allontanare per raggiungere l’Italia. Ti va di raccontarci com’è andata? Contro che tipo di mentalità hai dovuto combattere e quando e in che modo sei riuscita a lasciare la Serbia?

In Serbia ci sono tanti musicisti e una gran passione per la musica caratterizzata da una commistione d’influenze stilistiche molto diverse tra loro. C'è il turbo-folk che sprona la gente a sentirsi più unita, a risollevarsi dalla crisi economica, ad ambire alla bella vita, seguendo i modelli occidentali del consumismo. Boj, cresciuta con queste sonorità, si è però innamorata anche della 'black music' iniziando ad ascoltare Amy Winehouse, James Brown e il Soul in generale. Gli spazi e le difficoltà politiche e sociali hanno sempre ostacolato la voglia di diffondere la propria musica, è quindi stato inevitabile lasciare il Paese e purtroppo anche la famiglia in cerca di nuovi stimoli.

Una volta arrivata in Italia com’è stato l’impatto con questa nuova realtà e quali sono stati i tuoi primi passi in generale e in particolare per emergere in ambito musicale?

Inizialmente Boj partecipava come ospite durante le jam sessions di gruppi locali blues e rock, ma fin da quando viveva in Serbia cantava con crew di rapper ed era legata alla vocalità del mondo Soul, Amy Winehouse e Lauryn Hill sono due dei nomi più grandi come riferimento e esempio artistico.

Dall’altro lato poi ci sono Christian, Chris e Momo. Qual è stato invece il vostro percorso come musicisti? In che modo le vostre strade si sono incrociate con quella di Boj e come nel 2013 ha preso forma ufficialmente il progetto Boj & Good People?

I Good People si sono formati per amicizia, amore per la musica e voglia di suonare dal vivo le canzoni dei due album. Momo e Chris si conoscevano già da tempo ed è stato un attimo ritrovarsi a provare i nuovi brani in studio con Christian e Boj. Arriviamo tutti da percorsi musicali differenti, ma essendo tutti amanti della 'black music' è stato semplice ritrovarsi a jammare e a preparare lo spettacolo live.

Lo stesso anno in cui avete cominciato a suonare insieme è uscito il vostro primo lavoro “Burning of Joy”. Di che tipo di disco si trattava? Come suonava e che tipo di influenze aveva il vostro sound? Com’è stato accolto dal pubblico?

Nel 2013 Momo ha conosciuto Boj e l'ha invitata nel suo 'TdE' studio dove le ha fatto ascoltare alcune composizioni dell'EP 'Burning Of Joy' che hanno preso una veste ufficiale con l’interpretazione vocale di Boj. Si tratta di un album ricco di ritmi funky con influenze musicali americane, R&B + Soul con testi scritti da Boj in lingua inglese. Da qui parte l'esigenza di avere una band per portare le canzoni in giro, ecco quindi formarsi i 'Good People' con i quali i concerti dal vivo diventano delle vere e proprie feste di 'black music' trascinate dalla voce calda di Boj. Il pubblico gradisce e a fine concerto acquista i cd, cosi è stato inevitabile tornare in studio e preparare il nuovo lavoro.

E poi arriviamo finalmente al vero motivo della nostra chiacchierata di oggi, ovvero l’uscita del vostro secondo disco “PlayBoj”, disponibile da qualche settimana. Rispetto a “Burning of Joy” che novità ci sono, sia a livello di sound che di vostra crescita personale, sia come singoli musicisti che come band? E qual è invece il filo rosso che unisce i due lavori?

Anche in questo album le sonorità riportano alla 'black music', filo conduttore inevitabile, l'album però è più versatile, si spazia da ritmi moderni in stile Pharrell, Janelle Monáe, a suoni più old school in stile D'Angelo, Lauryn Hill. Nell'album è presente un'unica cover di Alice Russell 'Let us be loving', per il resto sono brani arrangiati e suonati quasi per intero da noi, oltre ad una serie di ospiti di livello internazionale.

Il disco ormai è uscito da un po’ di tempo, infatti è stato presentato ufficialmente a fine ottobre alla Cittadella dei Giovani di Aosta. Com’è stata l’accoglienza? Potete già fare un bilancio di come sta andando il disco? Vi ritenete soddisfatti?

Siamo molto soddisfatti della serata di presentazione che ha avuto come ospiti i fiati degli Horndogz (George Clinton...) e Dave Moretti (armonica). È stata una bellissima festa di musica e il disco è andato a ruba, uno stimolo in più per continuare a promuovere l'album in giro.

Il vostro sound è molto originale ed eterogeneo. C’è qualche artista o qualche gruppo verso cui vi sentite maggiormente in debito per quello che siete oggi, o verso cui semplicemente vi sentite più vicini musicalmente parlando?

Momo ha registrato e ricercato il suono dell'album nel suo studio di registrazione, molto ispirato dalle sonorità più funky di artisti come Prince, James Brown, Sly Stone, ma sempre con un attento ascolto alle nuove uscite discografiche come Paolo Nutini o Alabama Shakes. Il risultato ci soddisfa e durante le nostre esibizioni live dove riproponiamo i brani del cd il divertimento è assicurato.

Come prendono forma generalmente i vostri pezzi. Leggendo i crediti del disco mi sono reso conto che non avete uno schema rigido in questo. Ma in generale qual è l’iter che porta dall’idea iniziale fino al risultato finale che troviamo sul disco? Quanto ci mette di suo ognuno di voi e quanto cambiano i pezzi durante questo percorso?

Alcuni brani sono nati jammando in studio durante le prove quindi la scrittura in questo caso è a 8 mani, altre canzoni nascono da un groove di basso e batteria di Chris e Momo, altri ancora da un giro armonico di Momo o da un'idea melodica di Boj, insomma un bel lavoro di squadra che ci rende orgogliosi.

Dal punto di vista strettamente operativo so che nella maggior parte dei vostri pezzi per prima cosa viene fatta la registrazione della sezione ritmica dal vivo, e poi a questa vengono sovrapposte tutte le altre varie tracce. Come mai vi siete affezionati a questo modus operandi? Cosa ritenete dia in più ai vostri pezzi o in che modo si sposa alla perfezione col vostro approccio al lavoro?

Beh l'idea di registrare un album ballabile è la nostra priorità, proprio perché amiamo un genere che si presta a questo tipo di scelta, quindi spesso basso e batteria sono protagonisti e sono da 'apripista' per l'interpretazione trascinante della voce sensuale ed energica di Boj.

Il disco vanta un sacco di collaborazioni con musicisti importanti. C’è un bel po’ di gente che vi vuole bene e crede nel vostro progetto! Vi riempirà d’orgoglio la cosa. In generale come sono nate tutte queste conoscenze e quanto sono state determinanti per la buona riuscita del disco?

Momo conosceva già Keith Anderson con cui aveva lavorato in passato, lui è un musicista di Dallas che ha lavorato con Marcus Miller, Erykah Badu e altri, è stato un onore avere il suo sax in 2 nostri brani. Poi c'è il duo elvetico degli Horndogz (George Clinton...) protagonisti di due brani dell'album e il grande saxofonista Eric Leeds storico musicista di Prince con cui ci siamo spediti le tracce via internet avvicinando Aosta a Minneapolis, il risultato è stato estremamente funky!

“A Reason 2 Love You” è stato il primo singolo estratto dal disco. Ce ne volete parlare? Come mai la fatidica scelta del primo singolo è ricaduta su questo pezzo?

È un brano in cui crediamo e che ci rappresenta, dove la voce di Boj si intreccia ottimamente al ritmo incalzante, accompagnata dal feat. di Kiol, giovane cantautore italo-irlandese. La sonorità unisce il Soul al mondo R&B e il ritornello orecchiabile insiste sulle parole che danno il titolo al brano con l'intervento determinante degli archi dei fratelli Blanc e dei fiati del duo Horndogz.

“Control” è un pezzo più datato rispetto agli altri, infatti è stato scritto da Momo e Chris nell’ormai lontano 1997. Per prima cosa bisogna premettere che non dimostra affatto i segni dell’età, quindi tanto di cappello. Ma come mai dopo quasi 20 anni vi è venuta la voglia di ritirarlo fuori dal cassetto?

Negli anni '90 Momo e Chris facevano parte del gruppo valdostano Powerfunk (prodotti da Pino d'Angiò) e questo brano è sempre rimasto nel cassetto, aspettavamo il momento giusto per tirarlo fuori e anche se a scoppio ritardato ce l'abbiamo fatta impreziosendolo con l'intervento al sax di Keith Anderson.

“Let Us Be Loving”, l’unica cover presente nel disco, è una rilettura di un pezzo di Alice Russell a cui immagino siate particolarmente affezionati dal momento che fin dal 2013 chiude tutti i vostri concerti. Cosa vi lega a questa canzone?

Ci è piaciuto inserirla nell'album perché appunto ha sempre chiuso i nostri concerti e il pubblico ha sempre apprezzato alla grande, ne siamo affezionati e inoltre la nostra versione ha una venatura più Rock rispetto alle altre tracce dell'album che la impreziosisce, una carica in più all'interno del cd.

Ragazzi, abbiamo quasi finito questa chiacchierata ma prima di lasciarvi non posso non chiedervi cosa avete in programma per i prossimi mesi e se c’è già in cantiere qualche progetto più a lungo termine?

Ora siamo alle prese con la promozione dell’album in giro per l'Italia, tanti locali e festival ci aspettano quindi lunga vita ai concerti e alla musica suonata col cuore!

Bene, è tutto! Grazie mille per il tempo che ci avete dedicato e in bocca al lupo per tutto!

Grazie, alla prossima, seguiteci su Facebook nella pagina dei Boj & Good People. Ciao

 

 

Boj & Good People sul web:

bojandthegoodpeople.wordpress.com
www.facebook.com/Boj-Good-People-521116931301575
www.youtube.com/channel/UCaJpOd7oLWReLjteSzcOBEw
soundcloud.com/bojandgoodpeople
play.spotify.com/album/6A4XvrL51wLi83zrH4inDL
itunes.apple.com/it/album/playboj/id1043602269

 

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