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Crancy Crock

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Lo scorso 15 marzo è uscito "Moderno Medioevo", il nuovo album del gruppo, che arriva a quattro anni di distanza dal loro ultimo lavoro "Il gioco delle palle". Abbiamo chiesto ai ragazzi di parlarci del disco e di molto altro ancora 

I Crancy Crock suonano punk rock con testi in italiano. La creatura prende vita in un umido scantinato della provincia bergamasca dall'idea di Dario (voce e chitarra), Capéla (voce e chitarra), Kotikki (basso) e Pongo (batteria). I ragazzi sono poco più che sedicenni, ma sono determinati, e dopo poco arrivano i primi concerti "a base di punk rock e birra". Comincino a comporre la loro musica fin da subito e dopo pochi mesi arriva il loro primo demo, "Cartine e Cartoni", dieci pezzi originali, alcuni di protesta, altri più leggeri e divertenti.
Nel 2002 esce il loro primo album vero e proprio, “Crancy Crock”, che ottiene un buon successo. Al loro primo lavoro omonimo seguono “...nOn cOn Noi” pubblicato nel 2006 e “Il gioco delle palle” del 2010. Tra un disco e l'altro i ragazzi hanno macinato miglia di chilometri portando i loro pezzi dal vivo in lungo e in largo per lo stivale, dividendo anche il palco con gruppi molto importanti della scena punk rock italiana e internazionale, hanno preso parte a diverse compilation e hanno subito anche diversi rimpasti nella line-up.
Nel 2008 assieme a Subgruppo Devasto, Mecheros e Baraonda (a cui successivamente si uniranno anche i Left Behind) fondano la Samoan Records, etichetta indipendente nata con lo scopo di promuovere la propria musica e quella di altre band emergenti sul territorio nazionale.
Il resto è storia dei giorni nostri. L'anno scorso il gruppo è entrato in studio per registrare "Moderno Medioevo", il loro nuovo album uscito lo scorso 15 marzo nei principali store digitali e Il 19 aprile in versione fisica. Abbiamo chiesto al gruppo di parlarci di questa loro ultima fatica e non solo...   [B!]

 


Ciao ragazzi, benvenuti su andergraund! La storia dei Crancy Crock è una storia importante, ormai suonate insieme da ben diciassette anni. Qual è il vostro segreto? Come si arriva a tagliare questo traguardo riuscendo a mantenere la freschezza e l'originalità degli inizi?

Ciao ragazzi, grazie per l'ospitalità su andergraund!
Sicuramente una dieta bilanciata a base di fibre ci ha aiutato molto nel rimanere giovani ed aitanti...
A parte gli scherzi, come ogni band anche noi abbiamo attraversato momenti in cui sarebbe stato più facile mollare e darci al baseball, ma parliamoci chiaro, preferiamo continuare a divertirci suonando, conoscere gente nuova e tutto quello che ci gira intorno...

Col passare del tempo ci sono stati diversi rimpasti nella line-up del gruppo. Dopo tanti anni di percorso insieme quanto è difficile, sia umanamente che artisticamente , dover affrontare una separazione? E in termini di entusiasmo e di nuovi stimoli invece cosa portano dei nuovi innesti?

I cambi line-up sono sempre dolorosi, soprattutto perché dopo averne passate tante insieme perdere un componente del gruppo è come lasciare un membro di una famiglia, ma fortunatamente abbiamo trovato sulla nostra strada nuovi fratelli con cui condividere progetti ed aspirazioni.
Essendo tutti ragazzi con i quali avevamo già rapporti è sicuramente stato più semplice dare una continuità al percorso ed ogni new-entry ha “colorato” con un proprio stile le nuove composizioni, dal metal all'hardcore.

Come già detto voi siete sulle scene da un sacco di tempo. Avete vissuto in pieno un periodo di transizione epocale per il mercato musicale. Il passaggio dai negozi di dischi ad iTunes, il download illegale e la crisi del mercato tradizionale, il boom dei social network... Come è cambiato il modo di fare e promuovere musica rispetto a quando avete iniziato? Mettendo sul piatto della bilancia i vantaggi e gli svantaggi della rivoluzione tecnologica, l'ago da quale parte pende?

Ahò! Ma vecchi a chi?
Abbiamo cominciato a suonare quando per condividere la musica ci si passava le audiocassette per duplicarle, magari anche a velocità doppia per risparmiare tempo, si registravano i video da videomusic o da TMC2 su VHS per avere la propria playlist video.
Questo sicuramente attribuiva più valore a quello che avevamo tra le mani, ora la facilità di accesso a qualsiasi contenuto multimediale rischia di non far sprigionare lo stesso entusiasmo.
Detto questo noi siamo comunque favorevoli alla diffusione digitale e globale della musica, noi stessi usufruiamo di spotify, piuttosto che dei social network, l'importante è che la musica riesca a veicolare emozioni e partecipazione.

Invece come vedete la scena indipendente attuale? Con l'esperienza di Samoan Records poi avrete un quadro ancora più chiaro della situazione. Pare che ci sia molto fermento ultimamente. È realmente cosi o è la diffusione dei nuovi mezzi che mette a disposizione il web che amplifica all'ennesima potenza anche fenomeni che fino a qualche anno fa non sarebbero usciti dalle quattro mura della sala prove?

C'è molto movimento, i social e i nuovi mezzi di comunicazione possono dare la visibilità che qualche anno fa non ci si sognava neppure e questo ha spinto molti ragazzi ad imbracciare la chitarra...
Negli ultimi anni si è notato un grande fermento, soprattutto nella scena “indie rock”, con la quale si è dato forma ad un vero e proprio marchio di fabbrica, paragonabile al boom della musica leggera e cantautoriale degli anni '60.
Samoan Records, da noi fondata nel 2009, cerca di dare il suo contributo alla scena musicale underground, facendo rete fra le bands e aiutandole a promuovere i propri progetti, soprattutto con i concerti dal vivo e scambio di date.

Ma veniamo al dunque. Da qualche settimana è disponibile il vostro nuovo album, "Moderno Medioevo". Il disco arriva a quattro anni dal precedente "Il gioco delle palle". Una gestazione piuttosto lunga quindi... Cosa rappresenta per voi questo disco? Volete raccontarci in due parole qualcosa di questa vostra ultima fatica?

“Moderno Medioevo” è da noi considerato l'album più maturo della nostra produzione, sia a livello di testi che per la musica.
E' il primo album registrato con la nuova formazione (3 nuovi elementi: basso, chitarra e una nuova voce principale che si è aggiunta a quella di Dario) e questo ci ha stimolato a esplorare nuove sonorità.
Quattro anni per 7 pezzi, pensate se fossero state 17 tracce, saremmo usciti nel 2043.
L'album è una sorta di analisi dei nostri tempi, in cui la crisi ha preso il sopravvento anche sul morale e anche se circondati questo clima noi cerchiamo di trasmettere tutta la nostra positività.
Sta ad ognuno rimboccarsi le maniche e gettare le basi per il proprio futuro.

Avrete sicuramente già registrato delle prime reazioni alla pubblicazione dell'album. I vostri estimatori storici come lo hanno accolto? Siete soddisfatti di come stanno andando le cose in generale?

Per ora non abbiamo ancora ricevuto ortaggi sul palco, anzi in generale tutti hanno apprezzato l'evoluzione e la compattezza del progetto.
Per ora le reazioni sono molto positive, tant'è che siamo stati chiamati ad aprire le serate a band importanti come Punkreas e Statuto... in realtà l'album è così fresco che siamo curiosi di testarlo su un pubblico ampio.

Rispetto a "Il gioco delle palle", ma anche rispetto ai vostri primi lavori, in cosa vi sentite maggiormente cresciuti? E dall'altro lato in quali aspetti pensate di conservare lo spirito degli inizi? Quale pensate che sia il filo conduttore del vostro percorso artistico, quella cosa che resta immutata nel tempo e che rende immediatamente riconoscibile la vostra musica?

In questo disco non c'è una parolaccia, non sappiamo se sia un bene o un male, ma siamo riusciti a conservare quel “tiro” che ci ha contraddistinto fin dall'inizio.
E' sempre presente la critica e l'osservazione della realtà, ma questa volta il bersaglio non è un soggetto esterno, un altro, ma è dentro ognuno di noi.
Questo perché la vera forza e la vera rivoluzione deve partire prima di tutto da noi stessi.

Per quanto riguarda il vostro background musicale, quali artisti hanno maggiormente influito nella definizione del vostro sound, o sono stati dei punti di riferimento importanti per voi sia come band che come singoli musicisti?

Oltre ai grandi pilastri del punk italiano come Punkreas o Skiantos, sicuramente siamo figli della scena californiana anni 90: Rancid, NOFX, Offspring e tutta la famiglia Epitaph.
Bands comunque che esprimono un'attitudine, un certo stile di approccio sia alla musica che alla vita...
...anche se Caterina Caselli....

"Moderno Medioevo" è un modo per definire il periodo che stiamo vivendo? Pensate che la nostra società sia tornata così tanto indietro? Politicamente, economicamente, culturalmente...

Sicuramente avanti non si è andati...

Ci sono diversi modi per leggere il medioevo, lo spiegate chiaramente anche nella coda dell'ultima traccia: dai più è considerato un momento di transizione, buio e oscuro, ma in realtà è stato molto ricco di avvenimenti importanti. E poi di fatto poi la maggior parte delle volte a un momento di transizione segue immediatamente un periodo di boom e di rinascita culturale. Insomma, pensate che ci si possa aspettare di intravedere presto una piccola luce in fondo al tunnel? Qualcosa di buono può nascere anche nei periodi più difficili...

Come dicono gli Antillectual, in un periodo in cui molte differenze sociali spariscono, ognuno può ripartire avendo meno “gap” dagli altri e cercare di diventare veramente quello che vuole essere.
La stessa fuga dei giovani all'estero alla ricerca di lavoro e di una nuova vita non sarebbe stata così un fenomeno di massa se le condizione fossero state migliori economicamente.
Tutto questo non è di certo una cosa positiva, ma perlomeno può essere il pretesto per ampliare i propri orizzonti.

"Lo sapevate", "Dove vai", ma tutto il disco in generale è un lungo invito all'azione. Forse uno degli aspetti più tristi e preoccupanti di tutta questa situazione è che la gente è diventata apatica, è totalmente sfiduciata, ha perso anche la voglia di provare a reagire, convinta che le cose difficilmente cambieranno. Come fare per porre rimedio a questa condizione di inerzia?

Anche noi conosciamo persone che non hanno più nemmeno la forza di uscire di casa per presentare i curriculum per cercare lavoro, sfiduciati dalle condizioni pessime della società.
Ci sono genitori che escono di casa e fanno finta di recarsi al lavoro per non abbattere moralmente i propri figli e cercare di tener alto il morale...
Noi cerchiamo nel nostro piccoli di lanciare semplici messaggi che possano motivare e toccare gli ascoltatori, stimolandoli non lasciarsi vincere dallo sconforto.

"Rebus" è il primo singolo estratto dal disco, del quale è stato realizzato anche un video, disponibile sul vostro canale YouTube. Come mai la scelta è ricaduta su questo pezzo e come è nata l'idea del video?

Abbiamo scelto Rebus perché e risultato il brano musicalmente più fresco dell'album e come primo singolo si presta all'ascolto rapido, visto la durata.
L'idea del video segue questa logica: semplicità ed immediatezza.
...le maschere sono quelle che utilizziamo nella nostra intimità....

Come nasce la vostra musica? Come si sono sviluppate le tracce contenute nel disco? Come prende forma l'idea e da lì come si arriva fino alla versione definitiva del pezzo che troviamo sul cd?

Le nostre tematiche prendono spunto da situazioni quotidiane, per quanto riguarda l'aspetto tecnico si parte dall'idea di uno di noi , la quale viene sviluppata, rivoltata e riassemblata fino ad un risultato che soddisfi tutti i componenti... per esempio Rebus è stata la prima a nascere e l'ultima ad essere completata.
Inoltre l'home studio che ci siamo costruiti negli anni ci aiuta parecchio ad avere un ascolto successivo a quello della semplice esecuzione, durante la quale spesso ognuno è concentrato sulle proprie parti.

Uno degli aspetti più divertenti e gratificanti dell’essere musicisti immagino che sia il momento del confronto diretto col pubblico. Quanto è importante il live per crescere come gruppo? Qual è attualmente lo stato di salute della musica dal vivo in Italia?

Il live è il punto di partenza per conquistare veramente il proprio pubblico e renderlo partecipe delle nostre emozioni.
E' il termometro del lavoro che si è fatto fino a quel momento...e in quanto tale non sempre finisce sotto le ascelle...
A parte gli scherzi, ci sono band che hanno dischi che suonano veramente bene, ma poi dal vivo la poesia si spegne...
Secondo noi vanno coltivate entrambi gli aspetti.

Avete già portato in giro dal vivo i pezzi del nuovo album? Ci sono altre date già in programma?

Abbiamo già avuto occasione di fare da spalla ai Punkreas e a luglio apriremo la serata agli Statuto, oltre alle altre date programmate nei festival estivi in giro per l'Italia.
Il tour è sempre in aggiornamento e per chi volesse rimanere aggiornato può restare in contatto con noi tramite il nostro sito www.crancycrock.it o tramite la pagina facebook.

Altri progetti a breve e lungo termine?

Vivere al massimo!!!!!!!!

Ragazzi, è tutto. Grazie mille per il tempo che ci avete dedicato e in bocca al lupo per tutto!

Grazie a te per non averci chiesto per la tremilionesima volta cosa vuol dire essere punk nel 2014. (e se volete farci suonare dalle vostre parti... fatevi sotto!!!!)
Stay Rebel!!!!!

 

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