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Beltrami

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Quattro chiacchere con Beltrami, interessantissimo progetto che fonde al rock sonorità provenienti dal mondo del jazz. "Intorno" è il loro primo album ufficiale, uscito da qualche tempo. Abbiamo parlato con loro di questo e di molto altro

I Beltrami, ovvero Giampiero Jum Troianiello (voce, chitarra), Pasquale Omar Caldarelli (chitarre), Carmine Franzese (chitarre), Mario Urciuoli (basso) e Pasquale Rummo (batteria), sono un'interessantissima rock band. Il loro punto di forza sta nel saper mescolare sapientemente sonorità rock decisamente contamporanee con ritmiche che si rifanno al mondo del jazz. I loro racconti storie di tutti giorni ed espolorano gli stati d'animo più intimi, prendendo spunto sia dal loro vissuto personale che dall'osservazione del mondo che li circonda.
Il progetto Beltrami in realtà nasce grazie a Giampiero Jum Troianiello, che nel 2009 pubblica il suo ep d'esordio come solista “Scrivere Storie”. A lui poi nel 2011 si aggiungono gli altri componenti del gruppo e il progetto prende ufficialmente la sua connotazione attuale. Poco dopo esce "Ditelo ad Annie", il loro secondo ep, il primo con la nuova formazione. A questo seguono una serie di concerti e partecipazioni a contest e manifestazioni.
Nel Settembre 2012 il gruppo entra in studio per le registrazioni di "Intorno", il loro primo album ufficiale, frutto di un intenso anno di lavoro. Il disco vanta la collaborazione di Pasquale Ambrosio al sassofono, Giovanna Moro ai violini e Roberto Angelini, lapsteel e voce in "Prima o poi". Il 24 aprile "Intorno", pubblicato da Bulbartworks, viene presentato ufficialmente al pubblico, insieme al video di "Eureka!", primo singolo estratto. Dal 3 dicembre scorso è in rotazione radiofonica il secondo singolo “Tu, il mare”.
Abbiamo chiesto ai ragazzi di parlarci di questo loro ultimo lavoro, del loro percorso e di molto altro.

 

Ciao ragazzi, benvenuti su Andergraund! Per cominciare vi va di raccontarci un po' come è nato e come si è evoluto il progetto Beltrami? So che è nato come un progetto solista e poi si è evoluto nel tempo...

Ciao a voi Andergraund e a tutti coloro che si avventureranno in questa chiacchierata con noi. Informazione esatta: i Beltrami nascono da un progetto solista nato per necessità e con nessuna volontà di essere tale. Del resto i fatti parlano chiaro, il primo live in assoluto del progetto “Beltrami” (da solista) conteneva già all’interno 3/5 dell’attuale formazione. È bastata una chiacchierata per percepire la volontà comune di continuare insieme. Così è stato ed eccoci qua.

Il vostro è un sound molto particolare, originale e contemporaneo, che è un amalgama di stili e sonorità anche abbastanza differenti tra loro. Raccontateci un po' cos'è la vostra musica. Cosa si deve aspettare chi si appresta ad ascoltare per la prima volta un vostro lavoro?

Grazie, innanzitutto, per le belle parole. La nostra musica racconta la nostra poca voglia di incanalarci in un binario, di scommettere su un genere, di imporci le cose. Abbiamo sempre pensato (e constatato poi) che per portare avanti un progetto di inediti ai suoi inizi, dall’anonimato totale, bisogna districarsi tra mille peripezie che, spesso, non augureremmo nemmeno al nostro peggior nemico. Alla base di questo, per essere pronti al meglio quando poi si tratta di proporre agli altri quello che fai, c’è bisogno di credere tanto in quello che si è creato, nelle canzoni. È il motivo per cui abbiamo scelto di non scegliere se non in base a quanto queste ci piacessero, a quanto le sentissimo nostre. E poi abbiamo cominciato a capire se da nostre potessero diventare di tutti. Ecco, questo è quello che ci si aspetta dall’ascolto di “Intorno”, solo che le aspettative le abbiamo noi nei confronti di chi lo fa.

Se doveste citarmi il nome di qualche artista o di qualche band che in qualche modo ha influenzato il vostro modo di fare musica, e che ha contribuito a rendervi quello che siete oggi, chi mi menzionereste, così, su due piedi?

Il “problema” che ha portato alla nostra eterogeneità così forte all’interno del disco e della nostra produzione musicale in genere riguarda proprio la sfera delle influenze. Ogni cosa che ci piace ci influenza e ci condiziona in modo tale da orientarci nella scrittura e nella composizione dei pezzi. Gli input possono arrivare dai grandi mostri del rock o del jazz, dal cantautorato italiano vecchio e nuovo, dai contemporanei che ci piacciono e che crediamo portino qualcosa di innovativo alla musica italiana ed internazionale. Da tutto questo grande bagaglio, tiriamo fuori i nostri pezzi che non sono niente di tutto ciò ma lo contengono, in un modo o nell’altro.

Da qualche mese è uscito "Intorno", il vostro primo album ufficiale. Cosa rappresenta per voi questo traguardo? So che contiene non solo pezzi nuovi, ma anche pezzi più vecchi, alcuni già pubblicati in passato e riletti in maniera differente. Quindi si tratta di una specie di riassunto di quello che è stato il vostro percorso finora? Forse è un punto da cui ripartire?

Esatto, “Intorno” è uscito a fine Aprile dello scorso anno e include nella sua tracklist una canzone contenuta nel primo Ep del progetto (“Scrivere storie”, 2009) e due da “Ditelo ad Annie” (2011), primo Ep firmato dalla band intera. L’idea del riassunto di quanto fatto fin’ora ci piace, forse tutti i dischi “fotografano” un periodo di un artista, un “da qui a qui ho/abbiamo fatto questo”. Di conseguenza un disco e, ancora di più, il primo disco, rappresenta un traguardo e allo stesso tempo un punto da cui ripartire o, meglio, da cui continuare.

Rispetto agli ep che avete pubblicato nel corso degli anni, come si è evoluto il sound dei Beltrami? Quali sono le principali novità, stilistiche e non solo, che avete apportato?

Siamo cresciuti, abbiamo ascoltato tanto altro, ci siamo lasciati influenzare da tanto altro e, nello stesso tempo, abbiamo imparato a conoscerci e, ognuno, a smussare la propria idea del progetto, puntando a tenere saldo quello che ci piaceva senza “tappare” quello che piaceva agli altri. Il risultato, per fortuna, è stato costruttivo. E non è sempre una certezza, rappresenta anzi il punto in cui siamo arrivati adesso, in attesa di ricominciare a comporre e a capire dove si sta andando ancora, verso una nuova evoluzione nel sound.

Come state le reazioni all'uscita del nuovo disco? Siete soddisfatti dei primi riscontri che avete ottenuto finora?

Molto. Le reazioni di chi ha ascoltato il disco hanno rappresentato la spinta fondamentale per non mollare anche di fronte agli ostacoli che chiunque, emergente al primo disco, incontra sul suo cammino fatto di falsi amici, di finte promesse, di serate in posti improponibili ed a condizioni non descrivibili. Ma è la gavetta e guai se non ci fosse. Per fortuna, dicevamo, c’è stato anche un forte affetto da parte di chi ci seguiva e da parte di chi ci ha scoperto con “Intorno”, degli attestati di stima che ci hanno lusingato e che ci fanno credere che, forse forse, abbiamo fatto un buon lavoro. Continuiamo, ogni giorno, a lavorare per non far ricredere nessuno e, anzi, fare in modo che molti altri possano pensarlo. Non sono mancate ovviamente le critiche ma quelle ci sono sempre piaciute, quando sono costruttive.

Siete tutti musicisti professionisti e con anni di studio alle spalle, quindi la musica è molto importante per voi. Ma è decisiva anche l'attenzione che dedicate ai testi delle canzoni. Qual è la vostra maggior fonte di ispirazione? Voi stessi, l'osservazione del mondo che vi circonda, entrambe...

Ahinoi, purtroppo siamo costretti a correggerti e rivelarti che non tutti lo siamo per “professione”. Inutile dire, però, che prendendo parte ad un progetto e decidendo di impegnarsi a fondo per mandarlo avanti in questo mestiere, volente o nolente, ci si entra e quindi lo studio, il perfezionamento, la continua ricerca, sono tutti elementi presenti in ognuno di noi, musicisti ufficiali o meno.
I testi sono frutto del lavoro di Giampiero che è anche la voce della band e uno dei suddetti casi di non professionismo che lo diventa per attitudine e passione alla scrittura, forse prima ancora che al canto e alla musica in genere. L’ispirazione, e il titolo del disco lo suggerisce, arriva dalla realtà circostante, da noi stessi e da tutti gli altri e da sensazioni, soprattutto, che siano di un attimo o di un periodo più lungo. Ci piace guardarli come fotografie di un momento, in versione audio.

"Eureka" ad esempio, il primo singolo estratto dal disco, è un'istantanea del mondo che ci circonda, nel bene e nel male. Ce ne volete parlare?

Ecco, “Eureka!” rappresenta un’ottima spiegazione di quanto detto nella risposta precedente, forse il caso più palese del “processo di ispirazione”. Come hai detto tu, una fotografia, la descrizione per immagini e riflessioni della realtà che ci circonda e del nostro modo di rapportarci ad essa. Da qui la scelta di proporlo come primo singolo: una buona spiegazione sintetica di come i Beltrami affrontano la Musa per le proprie canzoni, tutto ciò che ci circonda, che ci sta intorno, appunto.

"Tu, il mare", il pezzo che chiude il disco, invece è il secondo estratto dall'album, uscito da pochi giorni. E' un brano che parla d'amore, ma inteso nel suo significato più largo. Parla della vita in generale, del futuro... Cosa ci potete dire a riguardo? Come mai è stato scelto proprio questo come secondo singolo?

“Tu, il mare” è la canzone che chiude “Intorno” e che la riassume, sotto alcuni punti di vista. Parla, come hai detto, dell’amore nel suo significato più largo e dei rapporti, di qualsiasi tipo e forma. La metafora del vento e del mare oltre ad essere molto immediata rappresenta due entità molto grandi, fuori dalla portata di noi umani, come molte cose che ci succedono. Ed è forse proprio davanti a queste che dovremmo fare come il mare, lasciarsi guidare da qualcuno che può essere il nostro vento. Ed essere, poi, pronti a fare il contrario.

Abbiamo scelto questo come secondo singolo dopo aver indagato sulle reazioni di chi aveva già ascoltato il disco per intero ed averne colto le preferenze. Questa era presente “sul podio” di quasi tutti coloro che sono stati così gentili da darci un feedback dell’ascolto e fidandoci di questo parere ci siamo convinti che forse potesse essere quello il pezzo giusto per allargare ancora il nostro “Intorno”. E, per il momento, possiamo dire che avevano ragione loro.

In "Prima o poi" vi siete avvalsi della collaborazione di Roberto Angelini. Come vi siete conosciuti e come ha preso forma la cosa?

Ci siamo conosciuti come si fa nei giorni nostri: su facebook. Abbiamo inviato a Roberto una demo del brano e lui ci ha risposto “Sì, mi piace. Facciamolo!”. Da lì tante peripezie, dubbi su come e quando questa cosa si sarebbe potuta realizzare anche se, alla fine, è bastato avere un po’ di pazienza e aspettare qualche data Campana di Roberto per portarlo in studio e passare una bella giornata insieme. Una giornata per la quale gli siamo molto grati e per la quale pensiamo a lui ogni volta che suoniamo “Prima o Poi” o semplicemente l’ascoltiamo dal disco.

E poi nel disco ci sono tante collaborazioni importanti. Ce le volete elencare e raccontarci quanto l'apporto di tutte queste persone sia stato importante per la buona riuscita del disco?

Sì, oltre alla collaborazione con Roberto abbiamo avuto il piacere di condividere alcuni brani con Pasquale Ambrosio al sassofono e Giovanna Moro ai violini, oltre ad un coro di amici per “Un aquilone” (traccia numero 3 del disco) e al fondamentale supporto di Francesco Giuliano che oltre a registrare il disco si è occupato della sua produzione artistica, suonando anche il piano in “Tu, il mare”. Tutte le persone che hanno lavorato con noi e anche quelle che prima, durante e dopo le registrazioni ci supportano, ci aiutano, lavorano con noi per far sì che i Beltrami possano fare passi avanti, sono fondamentali per la buona riuscita di qualsiasi cosa facciamo, dai live a, ovviamente, lavori meno immediati quali, appunto, il disco (nei quali crediti abbiamo citato, speriamo, davvero tutti i “costoro” appena elencati)

Come nasce la vostra musica? Come si sviluppa un vostro pezzo, partendo dall'idea iniziale, per arrivare fino alla versione finale che troviamo sul disco? Cambiano molto le canzoni dallo stato embrionale alla versione definitiva?

La nostra musica ha vari modi di nascere: a volte da un’idea di Giampiero, voce e autore dei testi dei Beltrami, che accompagna con qualche accordo e una melodia un nuovo testo, altre volte da uno spunto in musica di Pasquale o di Carmine (i due chitarristi) al quale segue, poi, il lavoro “testuale”. La seconda fase, quella dello sviluppo dell’idea e del suo arrangiamento fino alla versione definitiva, è una parte di lavoro che affrontiamo insieme, lavorando direttamente in studio o sommando ad ogni prova le idee proposte che, grazie alla tecnologia, riusciamo a scambiarci anche stando ognuno comodamente a casa propria. “Intorno” è stato realizzato quasi a distanza, con Giampiero a Bologna e gli altri a Napoli. E, contrariamente a quanto si possa pensare, è stata una modalità che ha giovato molto al nostro lavoro. Ciò non toglie che nasceranno altre canzoni e potranno farlo in altri modi, per altre vie e da altre penne o mani sullo strumento.

C'è qualcosa che bolle in pentola in questo momento? Progetti che si concretizzeranno a breve o propositi per il futuro?

Stiamo preparando ancora qualche sorpresa legata a “Intorno”, anche se molto presto cominceremo a fare nuovamente sul serio con il lavoro in sala, quello che porta, appunto, alla scrittura delle canzoni. I propositi per il futuro sono continuare su questa strada e costruire, ogni giorno.

Ragazzi, grazie mille per averci dedicato qualche minuto e in bocca al lupo per tutto!

Grazie a te per l’interessantissima intervista e a Voi tutti per l’attenzione!

 

Beltrami sul web:

it-it.facebook.com/beltramiband

 

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