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Katres

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E' uscito a settembre "Farfalla a Valvole", il primo disco della cantautrice catanese Katres. Una bella intervista in cui abbiamo parlato con lei del disco, della sua recente partecipazione a "The Voice of Italy" e di molto altro

Katres, all'anagrafe Teresa Capuano, è un'interessantissima cantautrice siciliana. Nata a Catania, ma cresciuta a Napoli, Katres si avvicina alla musica in tenera età. A dodici anni comincia a prendere in mano la chitarra, e non passa molto tempo che comincia a scrivere i suoi primi pezzi.
Dal 2008 il nome di Katres comincia a farsi conoscere nell'ambiente, grazie anche alle numerose apparizioni televisive e interviste radiofoniche, oltre che alla partecipazione a numerosi contest e manifestazioni musicali, in cui ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti. Nel corso degli anni poi ha anche avuto la possibilità di dividere il palco con diversi personaggi di spicco della musica italiana come Max Gazzè, Eugenio Bennato, Ron, Antonella Ruggiero, Zen Circu, Roy Paci e Aretuskae Niccolò Fabi, giusto per citarne alcuni.
Nel 2013 poi arriva la svolta. Katres viene selezionata per partecipare alla prima edizione di The Voice of Italy, in particolare viene scelta da Noemi per far parte del suo team. E finalmente lo scorso 16 settembre è uscito anche il suo disco d'esordio, "Farfalla a Valvole", anticipato dal singolo "Coiffeur". Tutti i pezzi contenuti nel disco sono stati scritti e prodotti da Katres, eccetto "Gli occhi dei bambini", che è la cover di un brano di Stefano Rosso.
Abbiamo chiesto alla diretta interessata di parlarci di questa sua interessantissima opera prima, oltre che di raccontarci dei suoi inizi e, naturalmente, della sua recentissima esperienza a "The Voice".   [B!]

 


Ciao Katres, benvenuta su andergraund. Vogliamo cominciare raccontando ai nostri lettori com’è nata la tua passione per la musica? So che ti sei avvicinata alla chitarra in tenerissima età. Quando è cominciato invece il tuo percorso come cantautrice?

Il percorso che mi ha avvicinato alla musica ha radici lontane, da piccola il mio gioco preferito era quello di fingermi cantante e il modello che imitavo era quello di mia zia.
All’età di 13 anni ho iniziato a suonare la chitarra e per gioco, quasi come fosse una naturale conseguenza ho iniziato in maniera abbastanza inconsapevole a scrivere canzoni. Non sono più riuscita a smettere.

Come posso non chiederti della tua recentissima partecipazione a "The Voice of Italy". Quanto è stata importante per crescere, sia umanamente che come musicista, la possibilità di confrontarti con altri artisti? Partendo dalla tua coach Noemi fino ad arrivare agli altri concorrenti.

È stata un’esperienza nuova per me, sicuramente molto divertente. Per la prima volta mi sono trovata a stretto contatto col mondo televisivo, dovevo esprimermi in un territorio assolutamente sconosciuto. Prima di entrare a far parte di un talent mi ero sempre chiesta se un’esperienza del genere potesse in qualche modo essere utile o meno al mio percorso artistico. Ora lo so. Ho sempre usato la musica come mezzo per esternare una parte di me, dei miei pensieri, delle mie emozioni… per me, cantautrice, stare su un palco e non poter cantare la mia storia ma essere valutata per un’esecuzione è stato utile solo a farmi comprendere che il mio modo di vivere la musica non è quello del talent show, ho senso musicalmente solo se posso esprimermi per quello che sono quindi la tv, vista in quei termini, non era il mio posto.
Umanamente invece devo dire che è stata un'ottima occasione per conoscere delle persone bellissime, con cui sono ancora in contatto, e soprattutto per potermi rapportare con un'artista, Noemi, che nonostante la sua giovane età e il suo successo ha mostrato da subito grande umiltà, disponibilità e rispetto verso tutto il suo team.

Ultimamente fa molto tendenza scagliarsi contro questo tipo di trasmissioni. Si imputa ai partecipanti a questi programmi di raggiungere un immediato successo usa e getta senza fare un adeguato percorso di crescita. In realtà non è sempre così, la tua storia ne è la dimostrazione. Cosa ti senti di dire a quelli che criticano questo nuovo veicolo per far conoscere la propria musica?

La tv offre una grandissima visibilità, è una vetrina non indifferente, si arriva in un attimo nelle case di milioni di persone ma quel momento potrebbe pure (come nella maggior parte dei casi è) essere fine a se stesso e non avere seguito soprattutto se l’artista portato al successo dai programmi in questione non ha il talento necessario per riuscire a rimanere sulla scena anche alla fine della stagione televisiva. Il talent dovrebbe poter essere un trampolino di lancio, una sorta di scorciatoia per chi una personalità artistica ce l'ha già ben definita. La vera musica è fuori e non dentro la TV, solo chi ha tanto talento e forte personalità può riuscire a resistere e continuare ad esistere anche allo spegnersi dei riflettori televisivi.

Veniamo al dunque, parliamo del tuo primo disco, "Farfalla a Valvole", uscito da qualche settimana. Cosa rappresenta per te questo traguardo? Quanto sei orgogliosa del risultato? Sei soddisfatta delle prime reazioni?

Sicuramente non mi aspettavo che potesse andare così bene, il disco sta ricevendo moltissimi consensi e questo non può che rendermi estremamente felice. Farfalla a valvole è un disco che ho fortemente voluto, l'ho sognato ed essere riuscita a realizzarlo così come lo avevo sempre immaginato è stato un traguardo che non pensavo di poter raggiungere.
È stato un regalo che ho fatto a me, alla mia musica e a tutte le persone che vogliono emozionarsi ascoltandola.

Parlaci un po' del titolo, "Farfalla a Valvole". Cosa significa?

La farfalla a valvole sono io, il chitarrista che ha lavorato con me alla realizzazione del disco, Piergiorgio Faraglia, mi definì così, quando gli chiesi di spiegarmi il perché mi disse: "un amplificatore a valvole è il migliore che ci sia per una chitarra, caldo e potente ma anche raffinato e delicato. Una farfalla a valvole è tutto questo e in più è anche bella da vedere". Decisi subito che questo sarebbe stato il nome del mio album.

Il tuo approccio è decisamente cantautoriale, sicuramente nel tuo lettore mp3 non mancheranno i grandi cantautori italiani, ma al contempo il tuo sound è molto pop, fresco, leggero, dal respiro internazionale. A quali artisti ti senti più legata? C'è qualcuno che ha influenzato maggiormente il tuo modo di comporre?

Non so quanto gli ascolti fatti negli anni abbiano potuto influenzare il mio personale modo di fare musica ma sono cresciuta ascoltando David Sylvian, Talking heads, David Bowie, The doors, Noa, Cohen, Joni Mitchel, Janis Joplin, Buckley, i Beatles passando attraverso la musica popolare di Rosa Balistreri e quella dei grandi cantautori quali Tenco, De Andrè ed Endrigo, solo per citarne alcuni.

Il tuo disco è molto interessante se andiamo a esaminare le tematiche che affronti nei pezzi. È un album che racconta l'universo femminile con leggerezza e ironia. "Coiffeur", il primo singolo estratto, esemplifica bene questo concetto...

Coiffeur è un brano tutto femminile, ho voluto raccontare in maniera ironica e leggera i momenti di crisi attraversati dalle donne. Ogni donna attraversa la crisi in maniera differente ma in molte la affrontano andando dal parrucchiere. Il cambiamento, che in questo caso parte dalla testa, è d’impatto, è immediato ma è solo apparente, in realtà rappresenta solo l’inizio, il primo passo per poi andare più a fondo, nel cuore e nella testa dove risiede la vera radice del problema/crisi da affrontare.

"Madre Terra" è un inno d'amore per la tua terra d'origine, la Sicilia. Tu sei nata a Catania ma hai sempre vissuto a Napoli. Però a quanto pare le proprie radici non si dimenticano mai?

Io credo sia impossibile dimenticarle, sento un forte legame di appartenenza con la mia isola, io appartengo alla Sicilia, le mie radici s’intrecciano e affondano nella sua terra da sempre.

"Bianco Elettrico" è un pezzo molto intimo e personale. Parla di come si affronta la perdita di una persona importante. Ti va di parlarci un po' di questa canzone?

Non è un caso che “Bianco elettrico” chiuda il disco ... è il brano che ha segnato un inizio, l'inizio del percorso che mi ha portato fino alla realizzazione dell'intero album.
Venivo da un periodo di forte avvilimento, avevo deciso di abbandonare la musica, poi ogni giorno una coincidenza diversa mi parlava di Bianca D'Aponte, una cantautrice scomparsa all'età di 23 anni. Un giorno mi portarono a casa un disco in cui c'era una sua canzone, dopo averla ascoltata, composi questo brano dedicato a lei.

"Sogni e Fantasmi" è un pezzo che mi ha incuriosito molto. Parla di un sogno che ti è stato raccontato appositamente per farne una canzone. Quant'è importante per un cantautore, oltre che un grande lavoro introspettivo, anche la curiosità e la capacità di sapersi guardare intorno per cogliere stimoli che arrivano dall'esterno?

Sogni e fantasmi è un brano che ho scritto su commissione, mio padre un giorno mi disse "adesso ti racconto un sogno e tu ci scrivi una canzone ok?", rimasi piacevolmente sorpresa da questa richiesta... la scrissi la sera stessa! Personalmente, oltre al lavoro introspettivo, penso sia assolutamente necessario il contatto e la connessione con tutto quello che invece è fuori.
Il modo in cui mi pongo nei confronti di tutto quello che mi circonda è assolutamente ricettivo, gli stimoli che arrivano dall'esterno sono numerosissimi, l'abilità sta nel saperli selezionare e trasformarli in spunto di riflessione creativa.

"Gli Occhi dei Bambini" è l'unica cover presente nel disco, di un pezzo di Stefano Rosso. Come mai la scelta è ricaduta proprio su questo pezzo e com'è per un cantautore confrontarsi con un testo scritto da altri?

Gli occhi dei bambini è un brano prezioso, pieno di verità. Attraverso parole semplici, pulite, Stefano è riuscito con gli occhi di un adulto a guardare quelli di un bambino e a riconoscersi in essi. Non conoscevo benissimo Stefano Rosso a parte qualche suo successo. Ho avuto modo di avvicinarmi al suo mondo partecipando al premio a lui dedicato, dovendo scegliere un suo brano da interpretare iniziai ad ascoltare con grossa curiosità il suo repertorio, fui subito colpita dalla bellezza e dalla purezza di questo brano, cantarlo davanti a sua figlia Stefania mi emozionò moltissimo, ho voluto inserire questo brano nel mio album con l'intento di congelare quell'emozione. Non sono solita cantare brani di altri ma questo brano mi ha rapita, mi sono lasciata trasportare dalla sua bellezza con grande umiltà, la musica è di tutti, quello che ho provato a fare è stato riuscire a sentire questo brano mio.

Come nasce la tua musica? Come hai scelto le tracce da inserire nel disco? Quanto è stato importante il contribuito di Piergiorgio Faraglia e Gabriele Ortenzi per la buona riuscita del disco?

Spesso succede che quasi come un naturale riflesso dei miei stati d'animo le mie mani inizino a produrre delle melodie sulle quali le parole, in maniera molto libera e semplice si appoggiano. Le mie canzoni solitamente nascono così, in maniera del tutto naturale.
Avevo tanti brani ma volevo che questo disco raccontasse la prima fase importante della mia storia compositiva, infatti i brani contenuti in farfalla a valvole sono stati scritti tra il 2008 e il 2009.
Il contributo di Piergiorgio e Gabriele è stato fondamentale, loro sono riusciti con estrema naturalezza a realizzare quello che io avevo immaginato. Sono entrati nelle mie canzoni in punta di piedi e hanno reso ogni brano unico e prezioso con la loro arte e il loro grandissimo talento.

Il 2013 è stato un anno molto importante per te. Cosa ti aspetti dal 2014? Quali sono i tuoi progetti a breve e lungo termine?

I miei progetti prossimi sono legati alla promozione di Farfalla A Valvole, ci sono in calendario già molte date del tour ma se ne aggiungeranno altre. Nelle prossime settimane inizierò a lavorare alla realizzazione del videoclip del secondo singolo estratto da Farfalla A Valvole, ma nel frattempo sto già pensando al mio prossimo lavoro e scrivendo i brani che andranno a comporlo. Dal 2014 mi aspetto che continui a seguire la linea del 2013 che è stata positiva e sempre in salita.

Katres, abbiamo finito. Grazie mille del tempo che ci hai dedicato e in bocca al lupo per tutto!

CREPI! :) grazie a voi!

 

 

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