andergr@und.it      Home IndipendenteMente Interviste Jacopo Ratini

Jacopo Ratini

E-mail Stampa PDF

E' uscito da qualche mese "Disturbi di Personalità", il secondo disco ufficiale del cantutore, poeta e scrittore Jacopo Ratini. Una bella chiacchierata con l'artista romano, che ci ha parlato della sua ultima creatura e di molto altro

Jacopo Ratini, classe 1982, è un interessantissimo cantautore romano. Molti di voi lo ricorderanno per la sua partecipazione al Festival di Sanremo nel 2010 con il singolo "Su Questa Panchina", di cui è anche autore e compositore, e grazie alla quale ha avuto la possibilità di far conoscere la sua musica al grande pubblico. Ma naturalmente non c'è solo la partecipazione al Festival nella carriera di Jacopo Ratini: nel corso degli anni ha partecipato a numerose manifestazioni e contest importanti, collezionando diversi riconoscimenti prestigiosi. Nel 2008 è arrivato il premio per la Personalità Artistica, e anche il podio come secondo classificato al Concorso Nazionale per la Canzone d’Autore "Musica controcorrente". Nello stesso anno poi ha vinto il "Tour Music Fest" come miglior cantautore, successo che gli ha aperto le porte dello storico Piper Club di Roma. Nel 2009 con il brano"Stile Anni 60" Jacopo Ratini è tra i finalisti di Sanremoweb, si aggiudica il "Roma Music Festival" come miglior cantautore e il premio Musicultura con la canzone "Studiare, Lavoro, Pensione e Poi Muoio", vince il Premio Lunezia come miglior cantautore emergente e viene selezionato dalla RAI tra i migliori “Nuovi Talenti”, riconoscimento che gli dà l'opportunità di esibirsi a Roma insieme ad alcuni Big della musica italiana. Infine arriva il trionfo a Sanremolab.
A febbraio 2010, lanciato dal pezzo sanremese "Su Questa Panchina" esce il suo primo album "Ho Fatto I Soldi Facili" per Universal.
Ma non c'è solo la musica tra i numerosissimi interessi di Jacopo Ratini, che oltre ad essere cantautore è anche scrittore di poesie e racconti brevi, nonchè laureato in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Nel gennaio 2012 fonda il “Salotto Bukowski”, un luogo d’incontro tra i personaggi che hanno reso grandi le arti e la cultura in generale, attraverso reading di poesie, racconti, canzoni e aneddoti sulla vita di artisti famosi. A Ottobre del 2012 ha pubblicato il Libro di Poesie e Racconti brevi "Se rinasco voglio essere Yoko Ono".
A gennaio di quest'anno infine ha dato vita a "Il Club dei NarrAutori", il primo Live Contest tra autori di poesie e racconti che mette in palio una pubblicazione editoriale.

Ma nonostante i vari impegni paralleli in questi anni Jacopo non ha mai dimenticato la musica. Nel giugno del 2012 ha pubblicato un nuovo singolo intitolato "Sei Distante", per l’etichetta Rosso al Tramonto. A maggio di quest'anno invece ha visto la luce il suo secondo album di inediti, "Disturbi di Personalità", pubblicato da Atmosferica Dischi. Per sottolineare la grandissima attenzione di Jacopo nei confronti di tutte le forme d'arte, è da evidenziare la grande cura e l'attenzione posta anche allo studio dell'aspetto grafico del disco, per il quale Jacopo si è affidato al pennello dell'artista Marino d’Amore, che già aveva collaborato con lui per alcune vignette di "Se rinasco voglio essere Yoko Ono". Nell'opera riprodotta sulla copertina del disco vediamo raffigurati, sulle dita di una mano, i personaggi rappresentanti vari disturbi di personalità: il depresso, il killer antisociale, l’esibizionista, l’uomo affetto da personalità multipla (Napoleone) e sul pollice, in ultimo, la caricatura di Ratini che li guarda esterrefatto.
Abbiamo chiesto a Jacopo di parlarci di questa sua ultima fatica e non solo:

 


Ciao Jacopo, benvenuto su andergraund. "Disturbi di Personalità", il tuo secondo album, uscito da qualche settimana, arriva a ben tre anni di distanza da "Ho Fatto i soldi Facili". A cosa è dovuto questo lungo periodo di gestazione e cosa rappresenta per te questo disco?

La lunga attesa è da attribuire ai tempi infiniti della discografia italiana. Tant’è vero che l’album, alla fine della fiera, l’ho pubblicato con la mia etichetta “Atmosferica Dischi”.
"Disturbi di Personalità" rappresenta un’evoluzione rispetto al primo disco, sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista della scrittura dei testi. È più ricco, ha avuto molto più tempo per essere pensato e studiato.

I pezzi che sono contenuti nel disco sono nati nel corso di questi tre anni o sono frutto di un periodo di lavoro in cui ti sei dedicato principalmente alla scrittura?

Le canzoni sono tutte quante nate nel periodo compreso tra il 2010 ed il 2011. Un periodo molto ispirato.

Rispetto a "Ho Fatto i soldi Facili" quali sono i punti di contatto e quali le novità presenti in questo disco?

"Disturbi di Personalità" è un disco molto ballabile. Anche in quelle canzoni i cui i testi sono più riflessivi o introspettivi, ho voluto costruire melodie frizzanti, allegre, talvolta smaliziate. Era un periodo in cui avevo molta voglia di spensieratezza… così è nato questo disco.

Ovviamente non posso non chiederti dell'esperienza sanremese del 2010? Cosa ti ha lasciato, se qualcosa di importante ti ha lasciato, quel passaggio sul palco dell'Ariston? Quell'esperienza ha in qualche modo influenzato il tuo modo di vivere e concepire la tua musica oggi?

Sanremo è stata un’esperienza molto importante per me. Mi ha dato la consapevolezza effettiva dei miei mezzi, delle mie capacità e mi ha fatto entrare in un mondo musicale che oggi, purtroppo, lascia poco spazio alla canzone d’autore. Grazie a Sanremo mi sono fatto conoscere al grande pubblico e da Sanremo, però, sono ripartito da zero con nuovi progetti che in questi anni ho sviluppato, lavorando sodo. Perché nessuno ti regala niente.

Il disco è uscito da qualche settimana, quindi immagino che avrai avuto il tempo di registrare le prime reazioni, sia dei tuoi fan storici, che degli addetti ai lavori. Com’è stata l'accoglienza? Sei soddisfatto di come stanno andando le cose?

Considerando che l’unica distribuzione che ho è quella digitale, l’acquisto del disco nei miei live e la spedizione diretta per mezzo postale, posso dire, con soddisfazione, che le cose stanno andando a gonfie vele.

Entriamo un po' più nello specifico nelle tematiche che toccano più da vicino "Disturbi di Personalità". Musicalmente parlando si tratta di un disco pop molto fresco e orecchiabile. C'è qualche artista che ti ha influenzato maggiormente nel corso degli anni nella ricerca del tuo sound?

Non so se qualcuno o qualcosa mi abbia realmente influenzato. Posso dire che in questi ultimi anni ho ascoltato molto i Maroon Five, Paolo Nutini, Bruno Mars, Caro Emerald, Adele, Katy Perry, Pink. Tutta musica straniera di stampo Pop, prodotta da gente con gli attributi…

I testi dei pezzi sono molto interessanti. Una tematica che ho ritrovato a più riprese ascoltando il disco è il tempo. In "Maledetto il Tempo", ma anche in "Perditempo" affronti il tema da due punti di vista differenti. Ma il concetto di fondo è sempre l'importanza del tempo. Confermi? Viviamo in una società in cui il concetto di tempo è vissuto in maniera un po' distorta?

Ho un rapporto molto particolare con il tempo. Non mi basta mai. Lo rincorro sempre. A volte lo spreco. Altre lo brucio molto in fretta. Sto imparando che il tempo è un dono che abbiamo e per questo dobbiamo imparare ad utilizzarlo in maniera oculata, cercando di vivere e di apprezzare ogni suo istante.

E poi è molto ricorrente anche un altro tema che trovo molto importante, ovvero il seguire sempre le proprie inclinazioni, l'agire sempre seguendo la propria coscienza. Un concetto che ho ritrovato in "Ogni Mio Passo", ma che sottolinei anche nei ringraziamenti del disco. Un argomento che ti sta molto a cuore?

Sono convinto che nella vita ognuno debba fare delle scelte in linea con la propria vocazione.
Inizialmente ho intrapreso la strada della Psicologia del lavoro, cercando di mettere a tacere quella voce che mi invitava a continuare a comporre, a scrivere, a cantare. Col tempo quella voce è diventata un grido, un imperativo, un fuoco. Bene, quando la passione è così grande e pervasiva, non hai modo di difenderti e le barriere, col tempo, inevitabilmente, si sgretolano e ti mettono a nudo, faccia a faccia con la realtà. Perciò, a chiunque mi chiede dei consigli artistici, invito sempre a seguire la propria vocazione, la propria strada, la propria passione… non si sbaglierà mai o quantomeno non si avranno rimpianti.

In ogni caso una costante del disco è l'ironia e la leggerezza con cui tratti tutti gli argomenti. Nel disco è molto presente anche il concetto di amore e di coppia, ma è letto in una chiave del tutto atipica. Penso per esempio a "Ogni tuoi ventotto giorni", uno dei pezzi più divertenti del cd a mio modo di vedere, solo per citarne uno. E' importante il non prendersi troppo sul serio per far arrivare il concetto che vuoi esprimere al maggior numero possibile di persone?

Sono convinto che nella vita sia importante essere ironici ed autoironici. L’ironia consola, l’ironia ti aiuta a sdrammatizzare tutto, anche gli eventi più duri e drammatici dell’esistenza. Senza ironia la mia vita sarebbe molto più vuota e molto più pesante.

Dal disco sono stati estratti diversi singoli. Di "Maledetto il tempo" è stato realizzato anche un video regia di Marco Reale. Ci vuoi parlare di come è nata l'idea e della sua realizzazione?

L’idea mi è nata sia dalla voglia di ironizzare sul fenomeno dell’Harlem Shake sia di rendere omaggio alle sfide clandestine del Fight Club, uno dei miei film preferiti. Ho chiamato alcuni amici “matti da legare” come me, li ho fatti mascherare e li ho fatti ballare in maniera bizzarra a coppie di due. Il risultato: uno dei miei videoclip meglio riusciti.

E anche l'artwork del disco è molto interessante; per la sua realizzazione ti sei affidato all'artista Marino d'Amore. Quanto è importante il dialogo tra le varie forme d'arte? Come si completano vicendevolmente?

Sono sempre stato a favore delle sinergie. In un periodo artistico difficile e precario come questo, unire le forze è indispensabile. Sia per arricchire il proprio mondo artistico-culturale, sia per sentirsi professionalmente meno soli. Questo disco rappresenta l’unione artistica di molte forze. Ne vado fiero.

So che hai un sacco di progetti paralleli alla musica. Penso per esempio all'esperienza del "salotto Bukowski" o al club dei "NarrAutori", o al tuo libro "Se rinasco voglio essere Yoko Ono". Questa tuo intenso e continuo impegno sul fronte culturale e questo continuo dialogo con altri artisti quanto è importante per la tua crescita come cantautore e come si riflette nella tua musica?

Come artista e coma appassionato di arte mi sento in dovere di valorizzare la cultura. Gli eventi letterari che ho ideato sono stati progettati, principalmente, per due motivi: ridare dignità e valore all’arte e alla cultura del Reading (lettura a voce alta, su un palco, di una poesia o di un racconto) e riportare la letteratura nei club, direttamente al pubblico. Il successo di queste iniziative è dovuto non al fatto che io mi sia inventato qualcosa di nuovo o di particolare, bensì che nessuno abbia mai avuto voglia e tempo di (ri)mettersi a progettare questo tipo format.

Hai già in programma qualche concerto per portare dal vivo i tuoi nuovi pezzi?

Il mio tour è sempre in continuo aggiornamento e non si ferma mai. Basta andare nella sezione “Eventi Live” del mio sito www.jacoporatini.it

Quali sono i tuoi progetti a breve e lungo termine, sul fronte musicale e non solo?

Iniziare a registrare i brani del terzo disco, provare a partecipare di nuovo al Festival di Sanremo e continuare a suonare live e a portare in giro le mie serate legate alla letteratura e al teatro.

Grazie mille del tempo che ci hai dedicato e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti.

Crepi l’aquilotto (da buon romano-romanista) 

[A cura di B!]

 

Segui Jacopo Ratini sul web:

www.jacoporatini.it
www.facebook.com/pages/Jacopo-Ratini/50234348888
twitter.com/jacoporatini
www.myspace.com/jacoporatini
www.youtube.com/user/Jakoregna

 

Arretrati

Collabora con noi!

Statistiche

 Statistiche gratis