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Quattro chiacchiere con Mario Contarino, musicista romano che, grazie alla tecnologia e alla sua un incredibile forza di volontà, nonostante la Distrofia Muscolare di Duchenne, continua a inseguire il suo sogno di fare musica

 

Oggi vi voglio raccontare una storia un po' diversa dal solito. Diversa ma allo stesso tempo molto simile alle altre. La musica naturalmente c'entra sempre, è lei il filo conduttore di quasi tutto quello che trovate navigando tra queste pagine, ormai lo sapete. Vi raccontiamo spesso storie belle di musica, storie di gruppi e di artisti che ogni giorno si battono per raggiungere il proprio sogno. Storie di ragazzi che hanno una passione sfrenata e che investono tempo e risorse economiche per fare in modo che il frutto della loro passione e del loro talento possa raggiungere il maggior numero possibile di persone. L'artista che abbiamo l'onore di presentarvi oggi è l'esempio più emblematico di come la dedizione e la forza di volontà possano realmente portare ovunque.
Mario è un incredibile musicista romano, affetto dalla Distrofia Muscolare di Duchenne. La passione per le sette note la coltiva fin da giovanissimo e nel 2000 ha cominciato la sua avventura nell'importante progetto musicale dei Ladri di Carrozzelle. Nel 2006 abbandona la band, non avendo più le forze necessarie a suonare lo strumento, ma questo non gli ha impedito di continuare a coltivare la sua grande passione: da quel momento in poi infatti ha cominciato a produrre cover di grandi classici del rock e a comporre pezzi propri avvalendosi delle possibilità che la tecnologia gli ha messo a disposizione. E' nato così il progetto TBP, una one-man band di cui tra pochissimo Mario ci parlerà in maniera approfondita. Tra l'altro da qualche mese è uscito “Universe of Emotions”, il primo album targato TBP, una raccolta di 12 pezzi strumentali inediti composti e registrati e prodotti interamente da lui.
Non mi dilungo oltre, vi lascio all'intervista che ho realizzato con Mario, che sicuramente è più interessante e significativa di mille altre parole che potrei aggiungere, e ne approfitto per ringraziarlo tantissimo della sua disponibilità, oltre che per l'incredibile lezione di vita che mi ha dato. Alla prossima!

[B!]


Ciao Mario, benvenuto su Andergraund e grazie per il tempo che ci stai dedicando. Per cominciare ti va di raccontare ai nostri lettori la tua storia?

Sono Mario Contarino, e sono nato a Roma nel "lontano" 1984. All'età di 5 anni mi è stata diagnosticata la Distrofia Muscolare di Duchenne.
Nel 2000, sono entrato a far parte, come batterista, nella band pop-rock "Ladri di Carrozzelle", con questo ho avuto anche l'occasione di imparare la lettura ritmica e la scrittura dello strumento. Ho fatto parte del gruppo fino all'estate del 2006... in questi sei anni ho fatto circa 600 concerti in tutta Italia, partecipando a molte manifestazioni e trasmissioni televisive importanti.
A fine 2007 ho iniziato a comporre, utilizzando il software della Steinberg “Cubase” e vari VST-plug-ins, delle canzoni rock strumentali, quindi ho creato un progetto personale dal nome TBP, il progetto consiste nel trasmettere emozioni, e stati d’animo, tramite la musica, con brani originali strumentali che raggruppano molte influenze e varietà di generi rock (hard, funky, progressive, fusion, blues, metal e molti altri).

Cosa rappresenta la musica per te? Quanto ti è stata d'aiuto nel corso degli anni ad affrontare la malattia e a superare i momenti più difficili?

Rappresenta tutto per me! Quando compongo mi scordo completamente di avere delle difficoltà fisiche!

Chi ti ha trasmesso la passione per la musica, che coltivi fin da tenerissima età? Come ti sei avvicinato alla batteria, il tuo primo grande amore?

Principalmente mio padre, lui è da sempre un grande appassionato di musica, aveva un sacco di vinili di band che hanno fatto la storia del rock, era un divertimento per me ascoltarli. La batteria invece è stata colpa di mia madre, un suo zio ed un suo cugino sono stati batteristi.

Nel 2000, a sedici anni, sei entrato a far parte dei "Ladri di Carrozzelle", un progetto formato per lo più da musicisti con la tua stessa patologia, la Distrofia Muscolare di Duchenne. Quanto è stato importante questa esperienza per te, sia da un punto di vista umano che strettamente musicale?

Importantissima direi! Dal punto di vista umano, come in tutte le band, c'erano i momenti di totale euforia, ed i momenti stressanti. La parte più bella era quando si stava sul palco. Mi ha insegnato molto dal punto di vista musicale!

Tra l'altro il progetto ha avuto una notevole visibilità e vi aperto le porte di numerose manifestazioni importanti. C'è un momento che ti ha emozionato notevolmente e che ricordi con particolare piacere?

Si infatti! Ricordo particolarmente la mia prima esibizione dal vivo in una trasmissione televisiva importante, Il Roxy Bar di Red Ronnie in diretta su TMC, credo nel 2001. E' naturalmente l'esibizione al concerto del Primo Maggio 2006 a Roma davanti ad una marea di persone, non scorderò mai quelle emozioni fortissime!

Veniamo ai giorni nostri e parliamo del progetto TBP. Nel 2006 per diversi motivi finisce la tua avventura coi "Ladri di Carrozzelle" e nel 2007 cominci la tua avventura solista. Sicuramente si tratta di un tipo di esperienza molto diversa. Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi della carriera solista rispetto all'esperienza in una band?

Sono belle entrambe! Io sinceramente provo più soddisfazioni adesso perché in una band devono andare tutti d'accordo e non ti puoi esprimerti totalmente al livello artistico. Adesso mi posso occupare di tutti gli aspetti in totale autonomia. L'unico aspetto negativo forse e che adesso purtroppo non posso più esibirmi dal vivo.

So che dopo l'abbandono della band la malattia ti ha tolto la forza di suonare lo strumento. Però la tecnologia è riuscita in qualche modo ad aiutarti a superare i limiti fisici e ti ha permesso di continuare a comporre. Quanto è stato difficile dover allontanarsi dallo strumento?

Non è stato per niente traumatico, ero consapevole che un giorno o l'altro sarebbe accaduto. Grazie al computer posso usare qualsiasi strumento esistente.

“Universe of Emotions” è il tuo primo full lenght, uscito da qualche mese. Un gran bel traguardo. Un disco che racchiude tutta la tua forza e tutta la tua passione. Ce ne vuoi parlare un po'?

L'album contiene brani scritti in un arco di tempo di quasi dieci anni, con le influenze musicali più disparate. Un grande orgoglio e quello di aver potuto far missare l'album a Giacomo Castellano, il numero uno dei chitarristi italiani!

Ho letto che tanti siti e tante testate si sono interessate al progetto, e ho visto sulla tua pagina di Facebook che tante persone comuni, ma soprattutto tanti musicisti ti dimostrano in continuazione la loro ammirazione e il loro affetto. Ti aspettavi tutto questo calore da parte della gente e quanto ti aiuta a proseguire per la tua strada?

Assolutamente no! E' stata una sorpresa! Sopratutto il video dove Steve Vai ascolta un mio assolo partecipante ad un contest e rimane a bocca aperta! Ecco il video: www.youtube.com/watch?v=7H_neqVWeH4 Tutto ciò mi aiuta un sacco!

I tuoi pezzi, tutti strumentali, sono un crossover di generi diversi, tutti di matrice rock: hard rock, funky, progressive, fusion, blues, metal e altro. Quali sono gli artisti che ti hanno influenzato la tua crescita, sia musicale che personale?

E' una lista lunghissima! Ho scoperto il rock con l'album "Burn" dei Deep Purple, loro sono stati, e lo sono ancora, i miei idoli. Tutti i gruppi storici dell'hard rock, in particolare: Black Sabbath e Led Zeppelin e AC/DC, li amo tutti! Sono un fanatico per il progressive anni 70, dalla PFM al Banco, Yes e ELP principalmente. Ma Steve Vai e Ronnie James Dio mi hanno totalmente sconvolto! Di recente i Rammstein mi fanno letteralmente impazzire. Mi interesso anche ad i nuovi stili che stanno nascendo.

Tra l'altro sul tuo canale di YouTube ho trovato un sacco di cover di pezzi importanti. Come li hai scelti? Cosa rappresentano per te?

Casualmente! Li ascoltavo e pensavo: chissà che ne uscirà fuori! Le ho fatte per puro divertimento!

Parliamo dei tuoi pezzi. Come nasce la tua musica? Raccontaci passo passo come lavori, dalla prima idea iniziale fino alla realizzazione definitiva.

Non c'è una prassi specifica, dipende tutto dall'ispirazione. A volte faccio prima la struttura e poi la melodia, oppure porto avanti tutto insieme. Come tempi ci metto massimo 4 o 5 giorni per comporre un brano.

Dall'album ci sono già stati un paio di pezzi, di cui sono stati realizzati i rispettivi video, uno dei quali diretto proprio da te. So che adesso stai cercando di reperire dei fondi per realizzazione un videoclip professionale del tuo pezzo "Jungle Island" . Cosa hai in mente ed eventualmente come può aiutarti chi volesse darti una mano a realizzare il tuo obiettivo?

Si è un iniziativa molto bella del sito Musicraiser! Ho già un idea precisa per il video, che avrà un significato che farà riflettere. Chiunque volesse aiutarmi può fare una donazione economica qui: www.musicraiser.com/projects/1029-realizzazione-videoclip-del-brano-jungle-island-del-progetto-tbp

Caro Mario, avrei altre duemila cose da chiederti ma ti ho già trattenuto abbastanza. Vogliamo chiudere segnalando ai lettori di Andergraund quali sono i canali ufficiali attraverso i quali possono sempre rimanere aggiornati su tutto ciò che riguarda il progetto TBP?

Allora il mio canale principale è la pagina ufficiale Facebook: www.facebook.com/TBPofficial
Mi trovate su tutte le piattaforma più note come Twitter, Youtube, Google + ecc.

Grazie mille di tutto e veramente tanti complimenti per quello che fai, per la forza e la passione che ci metti e un enorme in bocca al lupo per tutto!

Grazie infinite a voi! Che crepi questo lupo!

 

www.facebook.com/TBPofficial
www.youtube.com/user/thebiddittisproject

 

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