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Etruschi from Lakota

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E' uscito da pochi mesi per Phonarchia dischi "I Nuovi Mostri", il primo full-length dei giovani rockers pisani, che sta ottenendo ottimi riscontri sia da parte del pubblico che degli addetti ai lavori. Di questo e di tanto altro ce ne parlano i diretti interessati

Gli Etruschi from Lakota sono una giovane interessante rock band pisana da tenere d'occhio con molta attenzione. Giovane in primo luogo perchè i componenti del gruppo sono molto giovani, e giovane è anche il progetto in sè perchè la band è in attività dal 2011. Ma nonostante ciò i ragazzi hanno all'attivo già due lavori, l'ep "Davanti al Muro", uscito a marzo dello scorso anno, e "I Nuovi Mostri", uscito a gennaio di quest'anno, il loro primo album vero e proprio. Entrambi i dischi sono stati pubblicati da Phonarchia Dischi e per entrambi i lavori il gruppo si è avvalso della preziosa collaborazione del produttore Nicola Baronti.
La loro musica è un melting pot di stili e di influenze differenti: nel loro sound c'è rock italiano e internazionale, in tutte le sue numerose sfaccettature, c'è folk e c'è blues. I loro testi sono intelligenti, brillanti, sarcastici e divertenti. In questo sicuramente ha giocato un ruolo molto importante l'ascolto e l'interiorizzazione di tutta la scuola dei grandi cantautori italiani, Gaber, Gaetano, Graziani e Jannacci su tutti. Tra l'altro di quest'ultimo nella tracklist de "I Nuovi Mostri" è presente anche una cover di "Vengo anch'io", che mai come in queste ore assume un significato particolare.
Nell'intervista che segue naturalmente abbiamo parlato con gli Etruschi from Lakota della loro ultima creatura, "I Nuovi Mostri", e di molto altro. Non perdetevela! [DF]

 

Ciao ragazzi, benvenuti su andergraund. Vogliamo cominciare raccontando ai nostri lettori chi sono gli Etruschi from Lakota? Qual è stata la genesi e l'evoluzione del progetto?

Questo gruppo esiste da tanto tempo inteso come gruppo di persone che suonano insieme, almeno 6 anni direi. Il progetto Etruschi from Lakota è iniziato circa un anno e mezzo fa, praticamente da quando abbiamo iniziato a lavorare con Nicola Baronti e Phonarchia Dischi.

Come mai Etruschi from Lakota? Etruschi lo posso immaginare vista la vostra provenienza, ma Lakota? C'è qualcosa che vi lega alla cultura dei nativi americani?

Abbiamo appunto voluto un nome che facesse capire da subito la nostra appartenenza alla Toscana. Per quel che riguarda Lakota invece possiamo dire che innanzi tutto ci piaceva come suonava e poi perche ammiriamo molto la cultura dei popoli nativi americani e troviamo che certi aspetti siano in comune con la nostra di cultura, soprattutto quelli che stanno andando a scomparire.

Veniamo al dunque. Da pochi mesi è uscito "I Nostri Mostri", il vostro primo full-length. Un bel traguardo per dei musicisti così giovani. Quanto vi ritenete soddisfatti del risultato e quanto vi rappresenta? Parlatecene un po' a ruota libera.

Siamo molto soddisfatti del lavoro che è venuto fuori con questo primo disco, ci piace e ce lo sentiamo molto addosso. La stesura e la realizzazione è durata più o meno un anno ed è stata molto spontanea e naturale oltre che intensa, sia a livello sonoro musicale che di contenuti. Insomma, ci garba!

Rispetto a "Davanti al Muro", il vostro primissimo lavoro, un ep nemmeno troppo vecchio visto che risale a un annetto fa, in cosa vi trovate cambiati e quali sono invece gli elementi di continuità col passato?

"I Nuovi Mostri" è un po’ l'evoluzione di "Davanti al Muro", dopo aver finito l'Ep non ci siamo fermati nel lavoro che stavamo facendo con la produzione, abbiamo continuato a scrivere affiancandoci anche ad un autore, Riccardo Stefani. Con lui abbiamo lavorato molto sui testi cercando di dare alle parole e a quello che diciamo molta importanza. Lavorare con lui è stato un grosso passo avanti per la nostra scrittura.

Siete contenti delle prime reazioni ottenute? Mi sembra che sia pubblico che addetti ai lavori abbiano accolto molto bene il disco.

Stiamo lavorando con l'ufficio stampa Neanderthal che ci sta promuovendo bene. Siamo soddisfatti delle reazioni degli addetti ai lavori, stiamo uscendo su varie webzine e le recensioni sono positive.

Parlateci un po' dei testi dei pezzi. Personalmente mi hanno colpito molto. I brani parlano in gran parte di temi quotidiani e vicini ai più, in maniera molto diretta e divertente. Da cosa prendente spunto?

Come dicevamo sopra il lavoro sui testi è stato importante, le nostre storie sono storie semplici e dirette, vere e verosimili che prendono spunto da personaggi o situazioni che viviamo, storie vicine alla nostra realtà e che ci rappresentano.

Musicalmente parlando il disco è molto eterogeneo. Non è facile classificarvi. Nel vostro sound c'è rock, c'è folk, c'è blues e c’è tanto altro. Quali sono i vostri punti di riferimento principali?

Le nostre influenze sono veramente molte, la base del nostro sound poggia sul blues e le sonorità rock delle grandi band di fine anni 60 inizio 70, come Beatles, Led Zeppelin Creedence ecc, tutto affrontato alla nostra maniera: Molto Folk!
I nostri riferimenti principali sono quelli, da Elmore James agli Who.

E' molto interessante l'omaggio che avete fatto a Enzo Jannacci. Ascoltando anche gli altri pezzi del disco poi è molto evidente l'importanza che ha rivestito per voi la scuola canautorale italiana, Jannacci per l'appunto, e Gaetano in primis. Come si avvicinano dei musicisti giovani come voi a questo mondo? E come è nata l'idea della cover di "Vengo anch'io"?

Da quando siamo entrati in produzione abbiamo imparato quanto sia importante la storia della musica italia e dei grandi cantautori come Gaber, Battisti, Gaetano, Graziani ecc..
Siamo andati a spulciare un mucchio di dischi italiani e con Nicola (Baronti, nostro produttore) abbiamo elaborato alcuni pezzi come appunto "Vengo anch'io", cercando di renderli nostri. Questo confrontarci direttamente con loro nella scrittura, è una cosa difficilissima e che ci ha fatto crescere molto. Pensiamo che ogni gruppo che canta in italiano dovrebbe farlo.

etruschi from lakota 02

Come nasce la vostra musica? Quali sono le dinamiche interne al gruppo?

Molto semplicemente, cerchiamo di far nascere le canzoni chitarra e voce in modo che risultino poi più naturali possibile.

E del lavoro in studio invece cosa ci dite? Cambiano molto i pezzi dalla prima stesura alla versione definitiva o quando entrate in studio avete già le idee piuttosto chiare? E quant'è importante l'apporto di un produttore esperto come Nicola Baronti (Zen Circus, Il Pan del Diavolo, Criminal Jokers)?

Il lavoro che facciamo con Nicola è fondamentale, la sua impronta sicuramente si sente su quello che viene fuori. Il lavoro che andiamo a fare sui pezzi è vario, capita che alcuni vengano stravolti ma in genere si tratta più di dargli un carattere e imprimere un certo tipo di sound.

Com'è nata la vostra collaborazione con Phonarchia Dischi? Come vi trovate a lavorare insieme? Pensate che sia un sodalizio destinato a durare a lungo?

Questa collaborazione è nata alla fine del 2011 e ormai per noi è come una seconda famiglia, certe volte anche prima. Una delle cose più belle della realtà Phonarchia è che non è semplicemente un timbro su un disco o una produzione, ma è anche un appoggio su tutto il lavoro che c'è dietro ad un progetto, che sia la produzione video, del live, di comunicazione o semplicemente umano. Insomma pensiamo che durerà a lungo.

Quanto è importante il live, specialmente per dei musicisti giovani come voi, come momento di crescita e di affiatamento come band?

Il live è forse la cosa più importante, soprattutto per una band come noi, in fondo noi siamo una "live band".

Continuando a parlare di musica dal vivo com'è la situazione in Italia? Ci sono abbastanza spazi e occasioni per proporre la propria musica?

Si fa fatica, ma teniamo duro! Adesso abbiamo iniziato a collaborare con Watchtower Booking e le cose iniziano a muoversi un pò. Stiamo a vedere.

E cosa ne pensate invece della scena underground italiana? Ultimamente ho notato parecchio fermento. Pensate che sia solo un effetto della diffusione dei social network, che hanno moltiplicato all'ennesima potenza le possibilità di crearsi una vetrina, fatto di per sé positivissimo, ma col il rischio di avere tanto fumo e poco arrosto, oppure è effettivamente un buon momento per la musica indipendente?

Effettivamente si, adesso siamo in una fase di transizione, c'è un accenno di ricambio generazionale in corso stanno nascendo molte realtà come la nostra, distante dalla mentalità vuota di cui è stata vittima la musica in Italia nell'ultimo ventennio e anche più.

Domanda classica in conclusione. Progetti a breve e lungo termine? Qualche anticipazione su quello che bolle in pentola?

Certo, abbiamo già un po’ di materiale per il secondo disco e inizieremo a breve la preproduzione. Non vediamo l'ora, sarà una roba assurda.

Ragazzi, grazie mille del tempo che ci avete dedicato e in bocca al lupo per tutto!

Grazie a voi!


Gli Etruschi from Lakota sul web:

www.facebook.com/pages/Etruschi-From-Lakota
www.youtube.com/user/EtruschiFromLakota
soundcloud.com/etruschi-fromlakota

 

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