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InSpiral - Habitat

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InSpiral - Habitat

Etichetta: (R)esisto

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E' un esordio veramente degno di nota quello degli InSpiral, rock band ferrarese che fa della commistione tra generi differenti e della ricerca musicale uno dei suoi punti di interesse e di forza maggiori. "Habitat", questo il titolo del primo tassello della loro speriamo lunghissima discografia (l'augurio è sincero), è un album che se dovessi descriverlo con una sola parola, lo definirei intenso. E' un lavoro coinvolgente, emozionante, originale, che a tratti sembra perfetto per fare da colonna sonora ad un film dai toni epici, e a tratti risulta potente e graffiante.
Partiamo dall'artwork del disco. E non ci poteva essere cover più azzeccata per questo cd: è uno scenario post apocalittico quello che è raffigurato sulla cover dell'album, una metropoli in disfacimento, una civiltà al tramonto e la natura che comincia a prendere il sopravvento sulle infrastrutture che l'uomo ha creato. Ed è proprio questo il quadro che fa da sfondo ai nove pezzi che compongono la tracklist del disco, che è una sorta di concept album sul rapporto tra l'uomo e la natura, una serie di scenari ipotetici in cui l'umanità è al tarmonto mentre la natura continua inosarabilmente il suo corso.
Musicalmente parlando l'album è un'altalena di registri e di stili differenti, che a tratti si alternano e a tratti si mescolano tra loro creando atmosfere uniche e originali. E' come trovarsi su un rollercoaster, in un continuo turn over di registri differenti: si passa nel giro di pochi istanti da momenti più intimi e carichi di pathos, dominati dal suono del pianoforte e degli archi, a momenti più duri e graffianti in pieno stile metal, per poi tornare a momenti più eterei e leggeri, pervasi dall'elettronica alla Bjork e da atmosfere più ambient, e ripiombare infine nella concretezza dell'alternative rock di stampo statunitense alla Perfect Circle o alla Tool. E sorprendentemente il risulatato non è un casino, ogni cosa sembra sempre perfettamente al suo posto. Alcuni pezzi sono solo brevi intermezzi strumentali (Blink, Habitat), altri pezzi sono solo recitati (Catharsis), in altri le varie anime del gruppo di cui abbiamo parlato sopra convivono, oppure no. Insomma, tanto di cappello agli InSpiral per essere riusciti a trovare i giusti equilibri.
E tanto di cappello a Sandro Chiozzi, cantante nonchè autore dei testi, che riesce a indossare abiti molto differenti tra loro con una naturalezza e un'eleganza impeccabili. Ma un complimento va esteso anche a tutti i componenti del gruppo, perchè sono musicisti con la M maiuscola, dotati di buona tecnica e naturalmente anche loro di grandissima versatilità. E non è cosa da tutti.
Un disco bello, coinvolgente, potente ed emozionante da ascoltare tutto d'un fiato. Non una raccolta di pezzi ma un'unica grande opera rock da ascoltare e comprendere nella sua globalità.

[B!]

 

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