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Sick Monkey

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In occasione dell'uscita del loro primo ep omonimo, disponibile dal 5 marzo, un'interessante chiaccherata a 360° coi compenenti del gruppo

Ciao ragazzi e grazie per il tempo che ci state dedicando. Innanzitutto partiamo presentando la band ai nostri lettori. Ci volete raccontare brevemente quali sono le tappe principali del percorso artistico dei Sick Monkey?

Antonio: Io e Marco suonavamo in una band post HC, scioltasi contattammo Pierpaolo e da li ci fu una sterzata verso altre sonorità, eravamo ormai un trio grunge. Dopo un periodo che durò poco più di un anno sentimmo l'esigenza di esprimere e creare atmosfere più decise lasciandoci alle spalle tutta quella malinconia. Fu allora che decidemmo di contattare Claudio sapendo che con il suo ingresso nella formazione, ci sarebbe stata un’ulteriore sterzata verso sonorità più anni settanta.

Avevate esperienze con altri gruppi alle spalle o quella coi Sick Monkey è stata la prima? E nel caso come sono state utili, se in qualche modo lo sono state, ad affrontare questo nuovo progetto? Errori da non rifare o insegnamenti preziosi da tenere a mente...

Claudio: Abbiamo tutti esperienze passate con altre band. Provato sulla mia pelle, sono arrivato a capire che non è importante il posto, la strumentazione o agevolazioni economiche, detto così sembrano problemi futili... Ma chi suona sa! Sono le persone, la fortuna di avere chi con te condivide tutto e si fa in quattro per arrivare dove si prefissa, i mezzi quali denaro ecc.. Se c'è l'affiatamento e la voglia di fare non sono uno scoglio insormontabile! Rendono la storia più piccante! Questo per me e credo per tutti noi è l'insegnamento che ci da la forza di combattere contro i serpenti ostacoli!

Suonate dal 2007 e finalmente in questi primi giorni, dopo cinque anni di percorso insieme, esce il vostro primo lavoro ufficiale, un ep di quattro tracce che porta il nome del gruppo. Cosa rappresenta per voi il raggiungimento di questo traguardo e quanto siete orgogliosi del risultato?

Pierpaolo: Sicuramente molto orgogliosi e più che un traguardo direi un punto di partenza. La strada sarà comunque sempre in salita. Da qui in poi ci auguriamo possano cambiare un po' di aspetti, sopratutto quello dei live, suonare un po' di più in giro!

Parlateci un po’ di questo EP. Porta il vostro nome quindi immagino che vi rappresenti al 100%. Raccontateci qualcosa a ruota libera di questo cd. Cosa si deve aspettare chi si accinge ad ascoltarlo per la prima volta?

Pierpaolo: Superfuzz, stoned e energia in chiave non troppo odierna.
Antonio: Io credo che all' ascolto di un brano, nostro o di una qualsiasi altra band la reazione sia soggettiva e dipenda da diversi fattori: stato d'animo, il momento, dai gusti che uno ha.
Claudio: Mah l' EP è sicuramente un ascolto al di fuori del classico rock Made in Italy, pur mantenendo testi in lingua credo non si possa definire tale. Si avvicina piuttosto alla scena underground degli anni ‘90, questo è per noi motivo di orgoglio.
Marco: È diretto, senza tanti fronzoli, arriva subito al sodo e con un messaggio ben a fuoco.

I pezzi hanno un suono piuttosto retrò, in linea con lo stoner più classico. Chitarre accordate basse, ritmi lenti ma potenti e suoni ruvidi. Quali sono i vostri maggiori punti di riferimento musicale?

Antonio: A prescindere che in quattro abbiamo una cultura musicale molto vasta, in comune abbiamo sicuramente bands come Black Sabbath, OJM, Kyuss, Fu Manchu, The Atomic Bitchwax, Led Zeppelin, Pink Floyd, Down, Nirvana, Melvins e Deep Purple ecc ecc ecc... I classici!

I vostri testi, tutti in italiano, sono abbastanza criptici, probabilmente anche perché sono molto personali e introspettivi. Però il messaggio di fondo alla fine dell’ascolto, mi sembra un messaggio piuttosto positivo. Critico nei confronti della società e di sue certe abitudini, ma proiettato verso il futuro. Un invito a saper cogliere al volo le occasioni che ci vengono offerte e imparare a superare gli ostacoli che ci si pongono davanti a testa alta, e ad essere pronti a lottare per difendere le proprie scelte. Ci ho letto qualcosa di giusto o ho frainteso tutto?

Pierpaolo: Direi che è chiaro! Credo fermamente in principi di giustizia e libertà, la società di oggi dà spesso esempio di voler calpestare tali principi o di averli dimenticati. Per quanto diretti o criptici nei miei testi l'input è quello di lasciare una traccia, un punto di partenza su cui riflettere, spesso basta anche una parola ad innescare processi del tutto personali e credo sia la magia della musica. Questo sia che stia parlando di me, spesso con autocritiche, sia quando mi vedo tra la folla!
Antonio: Io odio essere trattato da stupido!

Come nasce la vostra musica? Chi scrive i pezzi, come lavorate sulle canzoni, come si svolge il lavoro in studio…

Pierpaolo: Cerchiamo di dare spazio alla spontaneità, certo c'è un momento di ricerca ma spesso incanaliamo quanto più si può dall'improvvisazione, la fragilità di parti sospese così diventano parti strutturali e fondamentali dei nostri pezzi.

Cinque anni di percorso come band e un primo ep di quattro brani. Probabilmente sarà rimasto fuori del materiale dalla tracklist dell’album? Com’è avvenuta l’eventuale selezione dei pezzi? E avete già un’idea di che fine farà il materiale non incluso nel cd?

Pierpaolo: Di tanto materiale abbiamo bruciato parecchio in questi anni. Questi pezzi li abbiamo sentiti come un cerchio che si chiude, che dà una visione abbastanza a 360° della band, inizio e fine, infatti l'ultimo pezzo dell' EP è una canzone che ci portiamo dietro da tempo e così... Diciamo che è stata chiusa un’epoca! Con il resto dei brani stiamo lavorando ad un probabile full lenght.

Devo dire che ascoltando il vostro disco si evince una fortissima vocazione live. Il suono grezzo e diretto ricorda proprio il momento dell’esibizione dal vivo. Quant’è importante il momento della performance e del confronto col pubblico per crescere come musicisti e come band?

Pierpaolo: È molto importante, non voglio esagerare, ma credo che sia tutto! Credo anche che ci spinga a suonare proprio il momento in cui stai per salire sul palco quando attacchi e poi giù dritti fino alla fine, il momento in cui concretizzi quanto fatto in studio, in sala prove e a casa. Credo sia per questo che il cd suona in quel modo.
Antonio: Il palco è scuola, ed il confronto con il pubblico non è sempre semplice, in questi casi è il momento di dare di più, questo è secondo me la cosa più importante che ha da offrire il palco. È anche il momento in cui vediamo l' effetto del nostro lavoro sulla gente.
Claudio: Essere apprezzati cosi live e non da un cd, senza alcun filtro tra noi e la gente.

Rimanendo nel discorso, com’è suonare in Italia? In molti ci hanno fatto un ritratto tutt’altro che roseo della situazione. Ci sono abbastanza spazi e abbastanza occasioni per esibirsi e farsi conoscere? Se anche secondo voi effettivamente c’è un problema, quali pensate che possano essere le sue cause?

Marco: Direi bravi, bravissimi musicisti che però prendono spazi a chi come noi cerca uno spazio dove emergere. Non me ne volete... ma basta tributi!!
Pierpaolo: Io credo che se ci fosse più interesse sarebbe tutta un' altra storia. Purtroppo c'è scarso interesse da parte della gente. Il mercato è fatto da soli musicisti, comprano suonano, ascoltano ma siamo sempre noi musicisti per la maggiore.
Claudio: È un peccato pensare che non ci siano veri e propri sbocchi per dare visibilità a band emergenti tipo la nostra! A meno che tu non abbia le possibilità economiche per crearti tali sbocchi! Si insomma, questo è il mercato.

E la scena underground italiana in generale come la vedete? Negli ultimi anni personalmente ho notato un certo fermento. È realmente così, c'è veramente tutta questa urgenza creativa in giro, o pensate che si tratti solo di un fuoco di paglia? In molti sostengono che siano i social network e il progresso tecnologico in generale ad amplificare la cosa. Al giorno d'oggi di fatto basta un pc per registrare un pezzo, due minuti per crearsi una pagina su facebook e il gioco è fatto... Che in sé è molto positiva come cosa, però molto spesso il progetto che c'è dietro è abbastanza debole.

Pierpaolo: Un fuoco di paglia non credo... Credo che di persone talentuose ce ne siano. C'è da dire che la gavetta è dura per tutti!.. Alla fine credo "VINCA" chi poi viene ricordato. È come una sorta di selezione naturale.

Tornando a voi, quali sono i vostri progetti a breve e lungo termine?

Pierpaolo: A breve girare un video e a lungo ma non troppo, ci auguriamo di incidere un vero e proprio disco.

Direi di concludere spiegando ai nostri lettori dove e come si può acquistare il vostro ep e dove possono trovare tutte le news aggiornate riguardo ai Sick Monkey.

Pierpaolo: seguiteci sulla nostra pagina Facebook, lì troverete tutti gli aggiornamenti sia live sia promozionali. In questo periodo stanno arrivando parecchie recensioni dell’EP tramite il nostro Ufficio Stampa Indiebox, di cui la maggior parte molto positive. Per questo ringraziamo tutti coloro che ci hanno ascoltati e apprezzati.
Il nostro EP è anche disponibile in digitale su piattaforme come iTunes, Amazon, Sony Connect, Audio Luchbox, Bell, Beon, Cool Sound, El Stage, e molti altri! 

Grazie della disponibilità e in bocca al lupo per tutto.

[B!]


Info:
www.facebook.com/pages/Sick-Monkey/141390725907055
http://www.myspace.com/scimmiamalata

 

 

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