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Police - Synchronicity

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Police - SynchronicityL’album di cui abbiamo il piacere di parlare questo mese è “Synchronicity”, del 1983, il quinto e ultimo album inciso dai Police prima del loro scioglimento annunciato inaspettatamente l’anno dopo l’uscita del disco, alla conclusione del concerto tenuto a Melbourne il 3 gennaio 1984 a causa delle sempre crescenti tensioni interne, e ritenuto da molti il capolavoro della band. Tra i classici di quest'album spiccano "Wrapped Around Your Finger" ed "Every Breath You Take", in assoluto la canzone più famosa dei Police. L’album però risente già delle divergenze che sono presenti all’interno della formazione, in particolar modo si sente in maniera evidente l’antagonismo tra Sting, colto e geniale, che provoca con il suo carisma l'insofferenza di Copeland, batterista ricco di talento con le percussioni ma tendenzialmente troppo disordinato e indisciplinato. L'album apre con “Synchronicity I”, dove Sting deve rincorrere con la sua voce l'energia delle percussioni: la sua voce è smorzata, concisa, sfumata prima del termine di ogni terzina (la formula che meglio permette a Copeland di scatenarsi). Con la seconda traccia, “Walking In Your Footsteps”, compare l'altra faccia di Copeland: l'energia qui resta composta, equilibrata, delicata; Sting si adatta ad un ruolo di secondo piano e si limita a rifinire il tutto. In “O My God” finalmente riconosciamo il mite Summers; qui i due separati in casa qui gli concedono addirittura un piccolo assolo. Da “Synchronicity II” in poi è un altro disco, di cui Sting ne è il protagonista, mentre nella prima metà era Copeland il sovrano indiscusso. Questo è un album nervoso, scontroso, asciutto, sconnesso. Eppure è assolutamente indispensabile averlo. Qui dentro, alla rinfusa, spinti dalla voglia di emergere ogni componente del gruppo dà il meglio di sè. E si sente.

 

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