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ScorpionsIn questo numero aggiungiamo un mattone importantissimo nel racconto che abbiamo cominciato due mesi fa e che stiamo cercando, con sforzi non indifferenti che speriamo apprezzerete, di portare avanti nel modo più interessante e coinvolgente possibile; infatti abbiamo il piacere e l’onore di parlare della storia di un gruppo che è stato realmente importante nel panorama musicale internazionale; gente che veramente è stata all’apice della popolarità e che ha venduto milioni e milioni di copie in tutto il mondo. Poi a causa del passare del tempo, il cambio dei gusti del pubblico e alcune loro scelte artistiche hanno perso un po’ di popolarità e una buona fetta di pubblico specialmente nel nostro paese, ma il loro racconto per noi si è rivelato preziosissimo per capire come se la passano artisti che, possiamo tranquillamente affermare, hanno raggiunto in pieno i loro obiettivi artistici. E’ con grande gioia e un pizzico di orgoglio che la nostra grandissima redazione questo mese vi propone un’intervista con gli SCORPIONS. Benvenuti alla terza puntata di Anderview. Probabilmente i più giovani non avranno le idee chiarissime sulla storia e sull’evoluzione del gruppo. Cerchiamo allora di chiarire e di inquadrare meglio la situazione. Gli Scorpions nascono ad Hannover, nell’allora Germania Ovest, nel 1965. Anima e fondatore del gruppo è un tale di nome Rudolf Shenker, che all’epoca era anche il contante nonché leader della band. Qualche anno dopo però questi decide di fare un passo indietro per quanto riguarda il ruolo di frontman del gruppo per potersi dedicare con maggior impegno alla composizione e alla scrittura dei pezzi. Siamo nel 1970 ed è in questo momento che entra in scena Klaus Meine, voce graffiante e timbro inconfondibile, leader storico degli Scorpions, che fino ad allora aveva fatto parte di altri gruppi tra cui i Shamrocks, i Mushrooms e i Copernicus, ma con i quali le cose non erano mai veramente decollate. La formazione nel corso degli anni subirà diversi mutamenti, ma dopo una serie di avvicendamenti, uscite e rientri si arriva finalmente al nucleo definitivo, quello che conosciamo ancora oggi, che comprende oltre ai due già citati, il chitarrista Matthias Jabs, il bassista Ralph Rieckermann, e James Kottak, batterista. I ragazzi riescono finalmente ad ottenere il primo contratto discografico, ma problemi con il manager di allora costringono il gruppo ad autoprodurre e finanziare il loro primo lavoro, “Lonesome Crow”, uscito nel 1971 riscuotendo un ottimo successo in madrepatria. I consensi ottenuti gli consentono di avventurarsi nel primo importante tour in giro per l’Europa, che gli permette di cominciare a crearsi un nome anche oltre i confini tedeschi. Nel corso del decennio successivo pubblicheranno diversi altri album di successo, ma è con “BlackOut” del 1982 (dopo un lungo primo periodo di stop dovuto a problemi alle corde vocali di Klaus) che avviene il botto e con cui gli Scorpions ottengono la definitiva consacrazione a livello mondiale. Il disco si piazza nelle top ten di mezzo mondo, arrivando ai primi posti delle chart negli Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Francia e Italia, oltre a diventare un vero e proprio fenomeno commerciale anche in Asia, e in particolar modo in Giappone. Seguiranno altri album e un incessante attività dal vivo in giro per tutto il mondo. E’ veramente un periodo d’oro per Meine e soci, finché altri problemi vocali non costringono il frontman ad un altro lungo periodo di riposo forzato. Ma nel 1988 il gruppo torna sulle scene più in forma che mai, e lo fa con un nuovo album dal titolo “Savage Amusement”, un altro grande successo di vendite e un evidente cambio di rotta nel sound degli Scorpions verso un genere un po’ più melodico, caratterizzato da atmosfere un po’ più rilassate e costellato da suggestive ballate acustiche. Segue un altro lungo tour mondiale che li porterà per la prima volta a suonare in Unione Sovietica, dove si esibiscono davanti a Mikhail Gorbacëv in occasione del Moscow Music Peace Festival, un avvenimento storico che come potete immaginare va ben oltre un discorso di carattere musicale, e darà al gruppo l’ispirazione per quello che si rivelerà il manifesto degli Scorpions, la canzone sicuramente più universalmente conosciuta del gruppo, “Wind of Change”, contenuta nell’album “Crazy World” del 1991. La risposta del pubblico supera tutte le più rosee aspettative e catapulta la band nell’olimpo delle rock band più famose al mondo. L’album in tutto venderà nel mondo oltre otto milioni di copie, mentre il solo singolo di “Wind of Change” ne venderà oltre tredici milioni!!! Ci troviamo sicuramente nel punto più alto della carriera degli Scorpions, lo testimonia il fatto che saranno loro, gruppo tedesco, ad aprire nel 1990 il primo concerto rock nella Germania riunita, lo storico The Wall Live in Berlin organizzato da Roger Waters dei Pink Floyd al quale hanno partecipato i musicisti più importanti del pianeta. Ma nonostante le premesse così brillanti, gli anni ‘90 non si dimostreranno un periodo fortunato per il gruppo. Nel 1993 esce “Face the Heat”, un ritorno brusco e inaspettato al suono hard rock più duro che li aveva caratterizzati a inizio carriera, che però spiazza i fan più recenti, quelli che erano rimasti affascinati dalle loro rock ballad stile “Wind of Change”. Risultato: inizia un periodo di lenta ma inesorabile discesa della band. In Europa le arene dei loro concerti rimangono semi vuote. Anche il successivo “Live Bites”, nel quale si manifesta l’anima più sperimentale del gruppo si rivela un completo fallimento. Ormai il grande pubblico si è dimenticato di loro e tutti i loro successivi lavori stenteranno a decollare. Nel 2000, capito che i gusti della gente erano mutati, gli Scorpions hanno deciso di riguadagnare popolarità puntando sulle grandi hit del passato. Scatta l’operazione revival; la prima mossa è la pubblicazione di “Moment of Glory”, una raccolta dei loro più grandi successi riarrangiati in chiave orchestrale grazie alla collaborazione della Filarmonica di Berlino. L’album, pesantemente criticato dalla stampa, in realtà si rivela un buon lavoro e la dimostrazione di come l’hard rock, come si è sempre potuto verificare in lavori di altre band, si sposa benissimo con la musica classica. Poi nel 2001 esce “Acoustica”, cd e dvd che racchiudono la registrazione di un concerto acustico tenutosi in Portogallo nel febbraio dello stesso anno. Il gruppo sembra ormai avviato verso la fine della sua storia, costretto al sostentamento solo grazie alla pubblicazione di raccolte di rarità e best of finché nel 2004, a distanza di ben cinque anni dalla pubblicazione del loro ultimo album di inediti “Eye to Eye” esce a sorpresa un nuovo disco, “Unbreackable”, a detta di molti il ritorno dei veri Scorpions dopo un lungo periodo di riflessione e sperimentazione. Una vera e propria festa per tutti quei fan che negli anni sono rimasti fedeli. E infine si arriva ai giorni nostri: qualche settimana fa è stato pubblicato “Humanity - Hour I”, il ventunesimo album della carriera del gruppo, un concept album che si preannuncia molto interessante, anche per la collaborazione del leggendario produttore Desmond Child, che ha già firmato successi di artisti del calibro di Aerosmith, Bon Jovi, Alice Cooper e Kiss. Secondo il primo chitarrista Matthias Jabs «“Humanity - Hour I” fonderà alla perfezione le sonorità hard rock tipiche degli Scorpions con elementi più moderni, appartenenti a generi musicali più attuali, per esplorare meglio i lati più oscuri del mondo in cui viviamo». Il disco sicuramente non deluderà le aspettative dei fan irriducibili e magari contribuirà ad avvicinari al sound del gruppo i più giovani che magari fino ad oggi ignoravano la loro esistenza. E’ cominciato subito un tour chiamato “Humanity World Tour 07/08” che porterà la band in giro per Europa, America e Asia; in quest’ultima in particolare, ma anche nell’est Europa, loro sono ancora delle celebrità in grado di riempire gli stadi, ma ultimamente non se la passano male nemmeno nel Regno Unito dove stanno vivendo una seconda giovinezza e dove la richiesta di biglietti per i loro live è di molto superiore ad ogni più rosea aspettativa. Gli Scorpions sono passati anche dal nostro paese lo scorso 2 giugno, in occasione della decima edizione dei “Gods of Metal”.

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E’ stata una vera fortuna, impegnati come sono col tour e con la promozione del disco, riuscire a ottenere un’intervista telefonica in esclusiva col leader nonché storica voce del gruppo Klaus Meine, per la quale, oltre che l’intervistato naturalmente, teniamo a ringraziare il signor Matthias Quellmann della Sony BMG per la disponibiltà che ha dimostrato e per il tempo che ci ha voluto dedicare. Bene, mi sembra che abbiamo detto tutto quindi non indugiamo oltre e a noi non resta che augurarvi buona lettura e darvi appuntamento al prossimo mese.

 

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