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The Cure - 4:13 Dream

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The Cure - 4:13 DreamA dispetto della nomea "dark" che ha sempre accompagnato i Cure lungo tutti i numerosi capitoli del libro che ripercorre la loro lunga ed esaltante storia, Smith e soci hanno cambiato diverse volte pelle nel corso degli anni: da alfieri della più cupa new wave inglese nei primi Ottanta a popstar ultramelodiche nella parte centrale della loro carriera, fino a diventare la matura ed esperta rock dei giorni nostri. "4:13 Dream", il loro tredicesimo lavoro, racchiude un po' tutta le caratteristiche che li hanno caratterizzati nel corso degli anni: dalla foga degli esordi fino alla maturità artistica attuale. Un dato è certo: chi è rimasto piuttosto deluso dagli ultimi dischi del gruppo e si aspettava una rinascita, rimarrà deluso, ma tutto sommato, a mio parere, “4:13 Dream” è da considerarsi l’album più riuscito dai tempi di “Wish”. Brani maturi, dove l'inquietudine che caratterizza la band come un marchio di fabbrica viene riproposta in forme adulte. Grandi chitarre e grande voce di Robert Smith. Parte del disco è appannaggio di un pop-rock piuttosto blando e innocuo, e tutto sommato anche questa veste non dispiace. Insomma: "4:13 Dream" rappresenta la degna risposta a tutti quelli che avevano ipotizzato una possibile crisi compositiva di Smith. Non è affatto così. La sua vena compositiva ha subito un cambiamento: forse comporre senza l’utilizzo delle tastiere richiede un processo creativo diverso. Ma sicuramente le basi per un futuro ritorno ai fasti di un tempo ci sono tutti.

 

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