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Intervista ai Cool But Useless - a cura di Bugs!

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Ciao ragazzi e innanzitutto grazie di dedicarci un po' di tempo. Per cominciare vi chiediamo di raccontarci velocemente di voi. Come e quando si è formato il gruppo? Come vi siete incontrati, e quando è maturata la decisione di suonare insieme?

FRo: Innanzitutto grazie a voi per lo spazio che ci concedete. Allora il gruppo si è formato nell’estate del 2009, il nostro attuale batterista dopo un periodo in cui era musicalmente fermo iniziò a cercare dei componenti per una band. Dopo esserci messi d’accordo sul genere e sul progetto che avevamo intenzione di intraprendere chiamammo a suonare con noi anche l’ultimo componente che era un nostro amico comune. Da lì in poi abbiamo consacrato tra di noi una fortissima amicizia.

C'è un momento in particolare della vostra carriera che è stato importante per voi o un ricordo a cui siete particolarmente legati?

Spud: Mah, penso che comunque il ricordo più bello che abbiamo tra di noi sia il componimento dei primi pezzi, in cui siamo passati dalle cover alla prima e vera stesura di pezzi nostri scritti da tutti e tre insieme. Chiaramente anche le esperienze live sono molto "Cool” ma forse la partenza è stata in qualche modo qualcosa da ricordare con maggiore entusiasmo.

So che avete più o meno tutti alle spalle esperienze con altre band. Come hanno influito queste esperienze, se in qualche modo hanno influito, sul vostro modo di far parte di un gruppo oggi? Errori da non rifare o insegnamenti preziosi da tenere a mente...

FRo: A parere mio qualsiasi esperienza in ambito musicale è molto importante sia per il musicista che per l’individuo per due motivi principali. Il primo motivo è chiaramente il fatto che per migliorare come musicista il gruppo è tutto: migliori la tecnica e l’armonia, ti metti a confronto con altri musicisti e soprattutto impari a suonare davanti a degli sconosciuti. Forse è anche un modo per esorcizzare la timidezza. Il secondo motivo sta nel fatto che umanamente si è a contatto con gli altri componenti del gruppo assiduamente e in quel momento vedi se c’è il presupposto di fare belle cose o suonare per se stessi. Un difetto che vedo in molti gruppi emergenti (anche molto bravi) è che vengono fuori troppi individualismi e a quel punto si perde di vista l’obiettivo comune.

Quali sono i gruppi che sono stati importanti per la vostra crescita musicale e ai quali vi sentite più vicini come modo di suonare? Avete più o meno gli stessi punti di riferimento?


Cepo: I gruppi a cui ci ispiriamo sono molti e vanno da gruppi maggiori a gruppi praticamente sconosciuti. Diciamo che la nostra ispirazione è il punk rock anni ’90 che può spaziare dai celeberrimi Green Day fino ad arrivare ad esempio ai Face to Face. Comunque i gruppi di principale ispirazione sono: Weezer, Dillinger Four, Descendents, Samiam, Screeching weasel, Face to Face, Pinhead Gunpowder, Teenage Bottlerocket etc.

Leggo sulla vostra bio che una delle vostre "missioni" è cercare "di far rivivere, con tocchi personali ed originali, le sonorità tipiche del punk-rock anni 90, un genere ormai purtroppo poco considerato". Il pubblico invece come ha accolto la vostra proposta musicale? Che riscontri avete avuto?

Cepo: Si una delle nostre “missioni” è cercare di riproporre il nostro genere preferito non in maniera trita e ritrita, ma cercando di dare uno stile personale alla nostra produzione. Per questo per ogni canzone che scriviamo stiamo molto attenti alla struttura del pezzo.

Devo dire che comunque si tratta di un tipo di musica a cui si rifanno molte giovani band, specialmente nel panorama underground e indipendente italiano, che in questo momento è particolarmente attivo. Vuol dire che il punk rock, che negli anni '90 ha vissuto momenti di grande splendore e di grande popolarità, magari è diventato un po' più di nicchia per quanto riguarda il grande pubblico, ma continua a fare scuola e a riscuotere grandissimo successo tra i giovani musicisti. Avete un'idea del perchè?

FRo: Il fatto per cui prima il punk rock era un genere molto più seguito era perché c’è stata un’esplosione di grandi nomi anche nel meanstream e quindi era più accessibile. Ora purtoppo il punk rock è erroneamente considerato un genere facile e quindi molte band lo scelgono come punto di partenza. La verità a parer mio è che sono stati persi di vista i valori del punk rock. Si è persa la ricercatezza di una linea melodica che ti colpisce e ti fa muovere. Ormai è convinzione comune che per fare punk basti poco, ma è tutto il contrario. E’ una produzione molto ricercata.

Già che ci siamo, cosa ne pensate del panorama underground italiano in questo momento?


FRo: Secondo me ultimamente il panorama underground si sta un po’ troppo distaccando dalla semplicità e dalla freschezza ricercando i generi più impegnati, più “politically correct”. Si ricercano band dai forti contenuti sociali lasciando poco spazio al divertimento vero e proprio dello spettatore. Chiaramente nel panorama underground ci sono gruppi da fare invidia alle grandi produzioni discografiche internazionali, quindi non voglio fare di tutta l’erba un fascio.

Il fattore che negli ultimi anni ha contribuito in maniera decisiva a mettere in luce realtà più alternative è stata sicuramente la rivoluzione tecnologica. La larghissima diffusione di internet da un lato ha innegabilmente danneggiato il mercato musicale, ma dall'altro, specialmente grazie a social network, sicuramente si è rivelata uno strumento preziosissimo al servizio del mercato indipendente. Si tratta di una vetrina potenzialmente sconfinata. Cosa ne pensate del rapporto tra musica e tecnologia?

Spud: Beh, musica e tecnologia ora come ora sono due realtà che vanno avanti mano nella mano. Infatti Internet ha reso possibile avere a portata di mano gratis tutta la musica del mondo. A primo impatto questo fatto è sembrato totalmente positivo, ma in realtà ha portato anche degli svantaggi. Infatti adesso l’azienda discografica (dalla più importante alla più piccola), dopo il collasso economico subito, non hanno più spirito di intraprendenza, non investono più su gruppi che non avranno sicuramente elevato impatto folkloristico e commerciale. Questo purtoppo porta la musica ad una riduzione a mero business. Ed è ciò a cui stiamo assistendo da un bel po’ di tempo. Nel mercato indipendente invece facebook, myspace e gli altri social network sono diventati fondamentali. Infatti il potere di poterti pubblicizzare gratuitamente è stato molto importante ma anche lì purtoppo se ne abusa mandando di continuo una promozione sfrenata della propria band che alla fine risulta poco credibile e annoia. Noi giovani dovremmo trovare un equilibrio giusto, usando e non abusando delle potenzialità tecnologiche.

Penso che per un gruppo la dimensione live e il contatto col pubblico siano fondamentali. Qual è lo stato di salute della musica live in Italia? Molti artisti con cui abbiamo parlato finora non ci hanno dipinto un quadro roseo della situazione. Ci sono spazi adeguati e sufficienti per suonare e farsi conoscere?

FRo: A questa domanda purtoppo non si può dare una risposta positiva, soprattutto vivendo nel nostro territorio. Naturalmente l’esperienza live per un gruppo è molto importante perché ogni volta si ha un miglioramento sia musicale, sia di presenza sul palco. Il vero problema è: dove andare a suonare? I locali che hanno il coraggio di intraprendere l’esperienza live solitamente hanno vita breve, e comunque tendono a non investire troppo sulle apparecchiature. La situazione non è rosea affatto. I grandi locali live italiani però continuano ad esistere e ad essere frequentati quindi è possibile che ci sarà un ritorno generale alla “voglia di live”.

Allora, torniamo a parlare di musica suonata. Delle vostre influenze e di quello che suonate già ne abbiamo parlato, quindi raccontateci come nascono i vostri pezzi. C'è uno schema di lavoro preciso, c'è qualcuno che compone..? Qual'è l'apporto dei vari componenti della band?

Cepo: Il fattore che forse rende la nostra produzione molto veloce è forse il grande legame di amicizia e di sincerità tra di noi. Infatti ogni volta un pezzo viene scritto insieme. Quando uno dei tre butta giù il primo “scheletro” ovvero solamente la melodia, tutti insieme pensiamo a strutturarla a trovare gli scambi che secondo noi stanno bene. Il fatto di avere gusti musicali molto vicini è fondamentale per questa parte. Una volta che il pezzo viene strutturato viene suonato più volte e lì viene deciso cosa è da modificare, cosa è da tenere e cosa è da eliminare. Questa parte forse è la più delicata ma al tempo stesso la più divertente e soddisfacente.

Ho notato che i pezzi che si trovano in streaming sulle vostre pagine facebook, myspace ecc.. sono tutti in inglese. E' una precisa scelta perchè l'italiano è una lingua che, come sappiamo, in generale si presta poco, oppure per ora è semplicemente capitato così ma non escludete in futuro di poter scrivere qualcosa nel nostro idioma nazionale?

FRo: La scelta dell’inglese come lingua delle nostre canzoni non è una vera e propria scelta, ma un’imposizione stilista. Infatti il nostro genere musicale ha bisogno della lingua inglese che ha sonorità decisamente più aggressive e più adatte rispetto all’italiano che è una lingua molto dolce. Infatti il punk rock italiano (genere tra l’altro che apprezziamo molto) era molto diverso da ciò che facciamo noi. Ha uno stile più veloce e più dritto, e tratta esclusivamente temi adolescenziali dove la lingua italiana è importante per cogliere immediatamente il significato della canzone. Il punk rock molto melodico come facciamo necessita la lingua inglese. Per il futuro chi lo sa, magari cambieremo totalmente genere. (Spud: Ma magari anche no.)

Il lavoro in studio per preparare un nuovo disco, a grandi linee, come si svolge? Cambiano molto i vostri brani tra la prima stesura e la versione definitiva o arrivate già con le idee molto chiare su quello che volete?


Spud: Il fatto di essere un trio ha dei vantaggi e degli svantaggi. Il vantaggio è il fatto che riesci a trasmette una sensazione di freschezza a chi ti ascolta, ma lo svantaggio è che la canzone non può essere troppo modificata. Infatti ciò che viene suonato nel live non deve essere diverso dalla versione registrata in studio. Quindi nella registrazione cerchiamo sempre di mantenere la stesura originale, abbellendola di cose semplici ma efficaci.

So tra l'altro che state lavorando a qualcosa di nuovo. Ci potete anticipare qualcosa?

FRo: Guarda proprio in questi giorni stiamo facendo uscire un demo che abbiamo registrato per dare l’idea di dove vogliamo andare stilisticamente, cioè di trovare melodie molto accessibili mantenendo però il nostro stile punk rock. Più avanti appena finiti i pezzi necessari abbiamo intenzione di registrare il nostro primo vero e proprio cd.

Ho letto, sempre spulciando le vostre pagine personali, che al momento siete senza etichetta. Quali sono i problemi maggiori che una band senza contratto deve affrontare per veder concretizzato il sogno di realizzare un disco?

FRo: In realtà, a piccoli passi stiamo uscendo dall' ambito dell'autoproduzione e ci stiamo avvicinando a una nuova etichetta nascente. Stiamo aderendo ad un progetto che si distacca dalla classica etichetta discografica indipendente, cercando di unire vari ambiti creativi per un fine comune. L'etichetta si chiama KRITICAL (che deriva da “LOADING MINDS”, già nota per gli eventi creati nel territorio aretino) e ha come obiettivo la promozione musicale, organizzazione di eventi, booking, produzione audio-visiva e fotografica. Siamo molto entusiasti di questa occasione e speriamo che questa nuova concezione di produzione possa essere di spunto anche per altre realtà.

Grazie mille per la disponibilità e in bocca al lupo per tutto!

Cool But Useless: Grazie a voi per lo spazio e tempo che ci dedicate e speriamo crepi il lupo!
 

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