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Intervista ai New Disorder - a cura di Bugs!

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Innanzitutto ciao e grazie per aver trovato un po' di tempo per noi. Per cominciare vi chiediamo di raccontarci di voi. Come e quando si è formato il gruppo? Come vi siete incontrati e quando è maturata la decisione di suonare insieme?

Grazie, per noi è un grande piacere ed un onore essere qui. La band si è formata da pochissimo, precisamente nella primavera del 2009. La spinta propulsiva è stata data da alcuni brani nati da una collaborazione iniziata quasi per caso tra Fran (voce), Giosantita (chitarra) e Steve (basso), brani che, da subito, si sono rivelati (almeno alle nostre orecchie) particolarmente ispirati e ricchi di appeal. Da quel momento ci siamo resi conto che quelle composizioni meritavano la giusta dignità che solo una vera band poteva dar loro. Pertanto abbiamo contattato Biz (chitarra) e Max (batteria), amici di vecchia data e ottimi musicisti che hanno immediatamente sposato il progetto in pieno.

So che per molti voi non si trattava della prima esperienza in una band. Come hanno influito, se hanno influito, queste precedenti esperienze sul sound dei New Disorder? E qual è stata la scintilla che vi ha spinto ad abbandonare questi progetti per creare qualcosa di nuovo?

In realtà i precedenti progetti non sono stati del tutto abbandonati, anzi, alcuni di essi sono tutt'ora attivi. Ad ogni modo è evidente come lo stile ed il sound della band siano fortemente influenzati dalle esperienze pregresse di ciascuno di noi, esperienze che spaziano tra differenti stili musicali, sempre e comunque collocabili tra il rock ed il metal. Come già detto, il progetto New Disorder nasce solo nel 2009, per l'appunto, come “progetto B” di 5 musicisti che già militavano in altre band più o meno note nell'ambiente rock e metal della capitale. Con il passare dei mesi, dopo la composizione dei primi pezzi, ci siamo resi conto che il progetto “B” stava acquisendo una forte personalità, in termini di sound e, grazie all'energia e alle melodie accattivanti dei brani che stavano nascendo, aveva tutte le potenzialità per poter dire la sua nel panorama del rock moderno.

Ci sono uno o più gruppi che sono stati importanti per la vostra crescita musicale e ai quali vi sentite più vicini come modo di suonare? Avete più o meno gli stessi punti di riferimento oppure avete influenze diverse? E nel caso, come riescono a conciliarsi?

Il sound attuale della band è senza dubbio intriso delle sonorità delle band che ognuno di noi apprezza maggiormente. I gusti musicali personali, per chi fa musica originale, non possono che influenzare in maniera importante la vena compositiva ed il nostro caso non fa eccezione : ci sono artisti che tutti e 5 apprezziamo allo stesso modo e che, pertanto, rappresentano una base comune sulla quale vengono costruiti i nostri pezzi; poi ci sono le preferenze che ciascuno ha verso una band piuttosto che un'altra, i personalismi dei singoli. Per citare alcune delle band che ci piacciono e delle quali probabilmente troverete riminiscenze all'interno della nostra produzione : Muse, Avenged Sevenfold, 30 Seconds To Mars, Dream Theater, Bullet For My Valentine, System Of A Down.

Un momento in particolare della vostra carriera che è stato importante per voi o un ricordo a cui siete particolarmente legati?

Ovviamente una emozione particolare l'abbiamo provata all'uscita del nostro primo album (era il 28 febbraio 2010), così come importante per la nostra crescita di band è stato il primo live insieme che, tra l'altro, era nell'ambito di un contest (eravamo convinti di aver suonato malissimo, invece vincemmo la serata e ci qualificammo per la selezione successiva).

Parliamo del vostro primo album, "Hollywood Burns", uscito qualche mese fa. Buon successo di pubblico e ottime recensioni. Sarete parecchio soddisfatti della vostra creatura?

Assolutamente. Ogni singolo brano contenuto nel disco ha una storia a sé ed è il frutto del lavoro di tutti e 5. I pezzi sono nati nell'arco di circa 6 mesi ed il risultato è un album che rispecchia esattamente l'essenza della band nel suo primo anno di vita. Ciò che sia il pubblico che gli addetti ai lavori hanno fino ad ora apprezzato maggiormente è l'originalità dei brani e l'eterogeneità delle influenze che si avvertono all'interno del disco, che comunque mantiene una sua coerenza stilistica. Insomma, come lavoro d'esordio siamo andati oltre ogni più rosea aspettativa.

Due parole a ruota libera sull'album. Parlatecene un po'.

In termini di significati, “Hollywood Burns” riassume, nei 9 pezzi che lo compongono, 2 tematiche fondamentali : la prima è il RICORDO, inteso come ponte tra passato e presente, come inevitabile reminiscenza che, pur lasciata da parte, sopita, è pronta a riemergere nel momento più inaspettato, influenzando scelte, umori e stati d’animo. Il secondo tema è quello dell’EFFIMERO, soave richiamo ad una vita fuori dalle righe, che affascina e turba i sogni di chi, abituato ad una vita “normale”, proietta il proprio io in una dimensione parallela, forse inesistente, costruita sulla base dell’immagine proiettata su uno schermo in 16:9…Hollywood rappresenta, in questo senso, l’illusione che sta dietro a tutto questo, pronta a rivelarsi per quello che è.

In termini di stile musicale, l’album veleggia tra rock e metal, con reminiscenze Punk. In ogni brano, la chiave di volta è rappresentata dalla melodia, sulla base della quale il brano viene costruito. Ogni altra considerazione la lasciamo a chi ha ascoltato o ascolterà il disco, sperando di aver incuriosito più persone possibile.

Come lavorate sui vostri pezzi? Qual è l'apporto di ognuno alla stesura della musica e dei testi?


Non abbiamo un metodo “standard” di lavoro, almeno nella prima fase di stesura del brano : a volte si parte da una melodia vocale, a volte da un riff di chitarra, a volte semplicemente da un testo. In ogni caso, però, la fase immediatamente successiva consiste in una sorta di “team-working” che coinvolge praticamente tutti, magari non contemporaneamente. Il pezzo prende vita in fasi successive, al termine di ciascuna delle quali diamo tutti un attento ascolto al risultato ottentuto (i files provvisori vengono condivisi mediante posta elettronica) esprimendo le nostre opinioni in merito. Il risultato finale è, in questo modo, il prodotto naturale del lavoro di tutti e rappresenta la sintesi dell’apporto che ciascuno di noi ha dato al brano nella sua versione definitiva.

Con quale criterio avete scelto le canzoni da inserire nel disco? Ci sono state delle canzoni rimaste nel cassetto? E nel caso avete già idea di che fine farà questo materiale?

Solo un brano, composto nella fase di ultimazione dell’album, è stato tenuto da parte perché differente dagli altri in termini di sound e di contenuto. Questo brano, al quale siamo molto legati e sul quale puntiamo moltissimo, sarà certamente contenuto nel nostro secondo album.

Il lavoro in studio a grandi linee come si svolge? Cambiano molto i vostri brani tra la prima stesura e la versione definitiva?


Come abbiamo detto sopra, il lavoro si svolge per fasi successive, al termine di ciascuna delle quali ognuno dà il proprio feedback. Il risultato finale può, effettivamente, essere molto differente dall’idea di partenza (che generalmente proviene dal singolo), perché le idee di ciascuno, di volta in volta, aprono orizzonti nuovi a tutti gli altri, che partecipano attivamente fornendo il proprio contributo, in un brainstorming artistico che ci porta, molte volte, addirittura a sorprenderci dei risultati ottenuti. Questa è forse la fase più bella del percorso creativo.

Tutti i pezzi presenti nel disco sono in inglese. Perchè? Perchè l'italiano in generale si presta poco al rock? Perchè volevate dare alla vostra proposta un respiro più internazionale? O cosa?

C’è da dire, innanzitutto, che lo stile musicale da noi proposto poco si sarebbe adattato alla lingua italiana. Inoltre, il progetto New Disorder ha avuto da subito l’ambizione di rivolgersi ad una platea internazionale, e su questo abbiamo costruito la nostra musica e la nostra immagine. Tutti i nostri canali ufficiali di informazione sono esclusivamente in lingua inglese e molti nostri fans all’estero probabilmente non sanno neanche che siamo italiani. Un po’ come succede nel resto d’Europa, dove sono nate molte importanti band, proponendo testi in inglese e raggiungendo una popolarità che va ben oltre i confini della loro nazione di origine. Non sappiamo ancora se la scelta che abbiamo intrapreso sia stata giusta o sbagliata, ma è stato un percorso naturale e, almeno per ora, vogliamo continuarlo. Il tempo ci dirà se abbiamo fatto la scelta giusta.

So che è difficile rispondere a questa domanda ma c'è un pezzo a cui siete maggiormente legati o di cui vi ritenete particolarmente soddisfatti del risultato?

Il brano che forse più ci rappresenta, almeno tra quelli contenuti all’interno di “Hollywood Burns” è probabilmente “Escape”, che, tra l’altro, è il nostro brano più trasmesso dalle emittenti radio, soprattutto all’estero. È un pezzo molto concentrato sulla melodia, pur non avendo una struttura “convenzionale” e, in un certo senso, contiene al suo interno tutti gli spunti e le motivazioni che hanno dato vita al progetto New Disorder.

Oggi come oggi quanto conta e quanto costa l'essere indipendenti? Com'è lavorare con un'etichetta come la Wynona Digital Records?

Ci sono aspetti sia positivi che negativi nel mondo della discografia indipendente. Da un lato si può contare su un rapporto “paritario” con l’etichetta (così almeno è il nostro rapporto con la Wynona), sia in termini di informalità (abbiamo a che fare con ragazzi che hanno più o meno la nostra età), sia in termini di scelte artistiche (è molto più facile che tali scelte vengano condivise, senza imposizioni dettate dalle regole del mercato maggiore). L’aspetto meno positivo riguarda la promozione. Una etichetta indipendente, così come una band indipendente, ha difficoltà a raggiungere un bacino di utenza che possa garantire il successo del prodotto e, in definitiva, della band. I canali radiotelevisivi sono normalmente poco disposti, almeno nel nostro paese, a dare spazio alla scena indie ed il risultato è che la crescita, in termini di popolarità e, in definitiva, di vendite, è molto lenta e faticosa.

In generale da anni si parla di crisi nel settore discografico. Quali pensiate siano le armi più efficaci per riuscire a superare questo momento di incertezza?

Se per crisi si intende penuria di vendite di dischi nei canali tradizionali (ovvero fisici), una cura per il mercato discografico al momento non riteniamo ci possa essere. Il futuro della discografia è sempre più indirizzato verso i canali digitali, legali e non. Proprio il proliferare di questi ultimi rischia di mettere in ginocchio un settore che di per sé, probabilmente, non sarebbe in crisi ma solo in trasformazione. Noi riteniamo che mai come in questo momento sia esistita una “circolazione” di musica così imponente, soprattutto tra le giovani generazioni, grazie soprattutto alla distribuzione digitale. Il problema risiede, semmai, nel fatto che la stragrande maggioranza dei files scaricati proviene da canali non ufficiali, che non gratificano il lavoro dell’artista e della casa discografica che investe tempo, energie e denaro per registrare un album con i più elevati standard qualitativi, il quale finisce puntualmente su siti web dove è possibile effettuare, spesso illegalmente, il download gratuito.

Ho letto in giro sul web che il vostro album sta avendo un gran successo anche negli Stati Uniti, dove alcuni vostri pezzi vengono addirittura trasmessi da alcune emittenti locali. Confermate? Pensate che in Italia una cosa del genere sarebbe possibile? Non mi sembra che radio, tv e carta stampata, a parte rarissimi casi, puntino più di tanto sulle giovani realtà emergenti?

Beh, è una sorpresa anche per noi rendersi conto che la nostra musica stia entrando così facilmente nel cuore degli americani. In effetti, al di là di ogni più rosea previsione, giorno dopo giorno cresce la schiera dei sostenitori “made in USA” dei New Disorder : ce ne accorgiamo dai contatti myspace che aumentano a vista d’occhio, dalla comparsa del nostro album nelle classifiche di vendita degli stores locali e, ovviamente, dai passaggi radiofonici che alcune emittenti stanno riservando ad alcuni dei nostri brani. Anzi, non abbiamo realmente capito se la nostra popolarità è aumentata per via della presenza nelle radio o se le radio si sono interessate a noi per via della popolarità…è un po’ come il gioco dell’uovo e della gallina, fatto sta che andiamo davvero fieri di ciò che sta accadendo e faremo di tutto per consolidare il nostro seguito oltre oceano. In Italia, purtroppo, è tutto più complicato e i pochi passaggi radiofonici che si riescono ad ottenere sono relegati in ambiti “di nicchia” o comunque in fasce orarie di poco conto. Peccato.

In tutta questa situazione immagino che i mezzi oggi a disposizione delle band come myspace o i social network in generale abbiano giocato un ruolo più che importante. Quindi immagino che non possiate parlarne che bene...

Per quanto riguarda la promozione e diffusione della nostra musica, possiamo tranquillamente dichiararci “internet addicted”! Crediamo fortemente nelle potenzialità che il web ha di fornire agli artisti emergenti delle valide strade, per quanto lunghe ed impegnative esse siano, che possono portare al successo…Noi siamo presenti nelle principali communities ed aggiorniamo in prima persona, quasi quotidianamente, le nostre pagine, mantenendo, per quanto possibile, un rapporto diretto con i fans di tutto il mondo. In effetti possiamo dire tranquillamente che la nostra fanbase si è formata principalmente grazie ad un assiduo utilizzo dei canali internet. Come potremmo parlarne male?

E a quelli che additano internet come la bomba che a breve farà saltare in aria definitivamente il mercato discografico tradizionale cosa vi sentite di dire?

Come già detto a proposito della crisi del mercato discografico, internet sta sconvolgendo il rapporto tra chi consuma e chi produce musica. I primi hanno a disposizione tutte le discografie di tutti gli artisti del globo senza scomodarsi dalla propria poltrona, mentre i secondi si trovano a dover “rincorrere” questo mercato che va velocissimo : bisogna tenere presente che oggi anche gli artisti più affermati possono trovarsi a concorrere con artisti fino a ieri sconosciuti che, grazie ad internet, hanno trovato la strada per farsi conoscere. È una sorta di mercato globale dove, però, esiste lo spettro delle discografia (digitale) pirata, che danneggia chi fa musica a tutti i livelli. In tale situazione è ovvio che il mercato “tradizionale” (fisico) sia ormai una specie in via di estinzione.

Penso che per un gruppo la dimensione live e il contatto col pubblico siano fondamentali. Com'è la situazione in Italia basandovi sulla vostra esperienza personale? Ci sono spazi adeguati e sufficienti? Ci sono abbastanza occasioni che consentano ai giovani musicisti di potersi esibire e farsi conoscere?

Altra domanda di non semplice risposta. In realtà, se si parla di spazi “fisici”, di palchi adeguatamente attrezzati per consentire ai musicisti di esprimere al meglio il proprio sound, possiamo tranquillamente dire che la situazione nel nostro paese è certamente all’altezza del resto d’Europa. Differente è il discorso per quanto riguarda i palinsesti e le situazioni live che possono offrire alle band emergenti la reale possibilità di farsi ascoltare, di “emergere”, per l’appunto. Intendiamo dire che, spesso, i palchi più prestigiosi, pur aprendo le proprie porte ai giovani artisti, lo fanno generalmente in periodi ed in giorni della settimana in cui è difficile trovare un pubblico disposto ad aprire le proprie orecchie alle novità. Anzi, a volte è addirittura difficile trovare un pubblico! Purtroppo l’ascoltatore medio italiano, a differenza di quello estero, è generalmente più propenso ad ascoltare ciò che già conosce grazie al martellamento delle emittenti radio, piuttosto che andare a ricercare qualcosa di nuovo in locali dove si esibiscono giovani artisti che fanno musica propria. Probabilmente, data la situazione, la via più efficace per promuovere la propria musica dal vivo è quella dei “live-contest”, sempre verificando in anticipo il reale livello di esposizione che possono offrire alle band che vi partecipano.

So che state già lavorando ad un nuovo album. Avete qualche anticipazione da darci? A che punto siamo?

Siamo a buon punto per quanto riguarda la scrittura dei brani (in pratica abbiamo pressoché definito la track list, con pochi residui margini di modifica). Siamo già entrati in studio e, se tutto va bene, l’album, che si intitolerà “Total Brain Format”, dovrebbe essere pronto all’inizio del nuovo anno, anche se ancora non siamo in grado di fornire una data di uscita ufficiale.

Rispetto ad "Hollywood Burns" sono già evidenti delle differenze, delle evoluzioni, o ancora troppo presto per dirlo?

“Total Brain Format” è (o meglio, sarà) un album decisamente più “metal oriented” rispetto ad “Hollywood Burns”, soprattutto per via di un sound più potente e di un “mood” meno intimista ma con la consueta attenzione alla melodia. I brani che andranno a popolarlo sono frutto di una collaborazione molto stretta tra tutti noi e, pertanto, si sente una certa omogeneità nelle composizioni, sempre però mantenendo inalterate le numerose influenze che già caratterizzavano il precedente album. In un certo senso ci sentiamo maturati come band e siamo convinti che questo disco ne sia la prova tangibile. Per quanto ci riguarda siamo molto soddisfatti dei brani su cui stiamo lavorando e non vediamo l’ora di pubblicarli!

Oltre all'uscita del disco avete altri progetti a breve o lungo termine?

Stiamo iniziando a pianificare le date per il tour del prossimo anno, che dovrebbe toccare anche alcune delle principali città europee. Ovviamente tutto è subordinato alla data di uscita del nuovo album, per cui non ci è possibile essere più precisi al momento…In ogni caso, si prevede un lungo periodo di duro lavoro, che ci auguriamo darà i suoi frutti. L’invito a tutti i lettori ed i sostenitori è di seguirci sui nostri canali ufficiali, prima fra tutti la pagina myspace (www.myspace.com/newdisorderband), perché a breve ci saranno novità riguardanti il nuovo album e le date del tour, oltre ad alcune sorprese che, ovviamente, non possiamo rivelare in questa sede ;-)

Grazie mille per il tempo che ci avete dedicato e in bocca al lupo per tutto!

Grazie a te e alla redazione di Andergr@und Magazine per questo ampio spazio, crepi il lupo e Stay Rock!
 

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