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Intervista ai The Wankerss - a cura di Bugs!

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Ciao e grazie per il tempo che ci state dedicando. Per cominciare vi chiediamo di raccontarci un po' di voi. Le solite cose. Come e quando si è formato il gruppo. Come vi siete incontrati, quando è maturata la decisione di suonare insieme, e se si tratta della prima esperienza in una band o avevate altre esperienze alle spalle.

Ciao e grazie a te prima di tutto, dunque... inizierei dicendo che noi siamo i The Wankerss vale a dire una band di punk/hard rock. Il gruppo si è formato qualche anno fa seguendo il più classico degli schemi, hai presente il solito gruppetto di amici che ascolta la stessa musica e frequenta gli stessi posti... ecco tutto è iniziato così. Qualcuno deve aver detto che era da fighi suonare in una band e di colpo siamo diventati fighi, o così pensavamo. Poi abbiamo cercato di imparare a suonare, cosa di cui non avevamo tenuto conto inizialmente, ma alla fine qualche accordo giusto è saltato fuori.
La band sostanzialmente è sempre la stessa tranne che per l'inserimento di GG Rock alla chitarra... forse qualcuno gli ha detto che suonare in una band era da fighi, chi lo sa? comunque ora la formazione è stabile da un paio di anni, abbiamo molti progetti e ovviamente per realizzarli la stabilità è un requisito fondamentale.
Un momento in particolare della vostra carriera che è stato importante per voi o che ricordate con piacere?

Di momenti particolarmente piacevoli ce ne sono stati sia live che in studio, penso in ogni caso che l'uscita del nostro primo album "Tales For A Sweet Demise" sia stato uno di questi. Eravamo molto eccitati all'idea di vedere finalmente il frutto di così tanto impegno, alla fine abbiamo fatto un bel release party e ci siamo diverti, è stata una serata unica.

Influenze: ascoltando i vostri pezzi mi pare che ci siano un sacco di ascolti differenti alle vostre spalle. Ci sono dei gruppi che sono stati importanti per la vostra crescita musicale o ai quali vi sentite più vicini come modo di suonare? Avete più o meno gli stessi punti di riferimento oppure avete influenze totalmente diverse?

Amiamo tutti quei gruppi che hanno uno stile personale e sopra le righe, quei gruppi per cui non puoi fare a meno di pensare a dei fottuti geni quando ti riferisci a loro. Le radici dei nostri ascolti sono nel punk dei Dead Boys e nell' hard rock degli Ac/dc, nei Motley Crue e nei Turbonegro. Poi è ovvio che ognuno ha delle preferenze, ma tendenzialmente ascoltiamo lo stesso genere, tra i gruppi più recenti ci piacciono Silver, Kvelertak, Vains Of Jenna, solo per fare qualche nome.

Premettendo che so che è difficile e talvolta inutile cercare di classificare la musica in compartimenti stagni, ho letto in giro sul web che quasi tutti vi accostano alla scena scan rock. Concordate? Altrimenti come definireste la vostra musica?

Mmm... si dai, le definizioni sono sempre povere di sfumature che alla fine dovrebbero rendere esse stesse interessante e unico un gruppo. Parlare di scan rock riferendosi ai The Wankerss è per lo meno adeguato, molti dei gruppi che ho citato prima sono rappresentanti di quel sound, un suono tipico norvegese/svedese e noi ne siamo molto affascinati e penso che sarebbe ingiusto non riconoscere una matrice di quel suono anche nel nostro. Guarda diciamo che siamo più vicini allo scan rock che al liscio, penso di aver reso l'idea nella maniera migliore solo adesso.

Ho letto anche che avete all'attivo parecchi concerti. Penso che per un gruppo la dimensione live e il contatto col pubblico siano fondamentali. Quanto sono stati utili per acquisire una maggior sicurezza nel corso degli anni?

Hai proprio ragione, i live sono veramente importanti per noi, per quale gruppo musicale non lo sono?! I nostri concerti sono più una specie di festa, noi saliamo sul palco e suoniamo ma poi scendiamo e beviamo assieme a quelli che ci hanno ascoltato. E' un po' come uscire con gli amici e andare a sentire un po' di musica, alla fine sei sempre contento di bere con qualcuno con cui puoi parlare di musica o di qualsiasi altra cosa, la gente quando beve ti racconta un sacco di cose e sembra esserti amica, in quelle occasioni sembra che tutto sia perfetto... poi ti passa l'effetto dell'alcol e la festa finisce. Però almeno noi abbiamo suonato, dai è una bella consolazione non trovi.

Com'è la situazione della musica dal vivo in Italia basandovi sulla vostra esperienza personale? Ci sono spazi adeguati e sufficienti? Altri artisti emergenti o indipendenti con cui abbiamo parlato di recente non ci hanno parlato in termini entusiastici della questione. Qual è la vostra opinione in merito?

La situazione è una merda... eh, quando ci vuole ci vuole. Trovare concerti in locali sembra essere impossibile e quando finalmente riesci a suonare da qualche parte non sei mai trattato come dovrebbe essere. La normalità è sfruttare le band che suonano sottopagandole e non provvedendo minimamente alla promozione degli eventi. Secondo molti gestori di locali di musica dal vivo è la band e dover provvedere alla pubblicità per la serata... io invece penso che il lavoro della band sia quello di suonare e non quello di promuovere un evento i cui introiti sono destinati a terzi. Il ragionamento è semplice: sono un gestore di un locale e voglio organizzare concerti, allora organizzerò un concerto ingaggiando una band che suoni e un PR che faccia una buona pubblicità. Se avrò scelto bene avrò un buon guadagno. Purtroppo invece le cose stanno così: sono un gestore di un locale e voglio organizzare concerti, allora chiamerò una band di ragazzini (tanto loro pur di suonare vengono anche gratis) e faccio la proposta che se va bene pago qualcosa se no niente... ma come può andare bene una serata organizzata in questo modo? Fuck!

E in generale cosa ne pensate del panorama underground - alternative italiano? Mi sembra che ci sia molto fermento ultimamente?

Le band buone ci sono, secondo me però qualche anno fa c'era qualcosa di più interessante in ambito rock. Ora stiamo passando un periodo meno intenso, ma non per questo voglio dire che tutti i gruppi siano da buttare. In fondo pure noi suoniamo in questo periodo e penso che qualcosa di buono potremmo pure combinarlo.

In tutto questo internet che ruolo ha giocato? Penso che sia uno strumento preziosissimo per promuovere la propria musica, laddove i canali tradizionali tipo radio, tv e stampa specializzata non arrivano.

Internet ti fa arrivare ovunque e in qualsiasi momento, sicuramente è un ottima cosa. Noi vendiamo i nostri dischi su piattaforme come I-Tunes o Amazon e il nostro merchandise tramite un negozio on-line, chiunque può ascoltare le nostre canzoni su My Space o Last FM e tutti si possono fare gli affari nostri con Facebook o Twitter... si internet ti porta a tutti e ovunque. Però tutti fanno così, c'è talmente tanta roba che arriva che alla fine nenche ci si fa più caso. Bisogna secondo me sfruttare ancora i canali tradizionali affiancandoli a quelli telematici, solo così puoi sperare di essere ricordato.
Torniamo a voi. E' uscito da poco "Tales for a Sweet Demise", il vostro primo album vero e proprio. Volete spendere due parole su questo lavoro?

E' una specie di concept album, raccontiamo delle storie, esaltiamo la bellezza del fallimento contro la banalità del trionfo che diventa così sterile da essere esso stesso una sconfitta ben più pesante. Insomma raccontiamo le storie di quelli che come noi cercano di cavarsela nella vita, essere consci del fatto che il finale non debba essere per forza dato per scontato è l'unico modo per sperare in una dolce fine.

Come lavorate sui vostri pezzi? Qual è l'apporto di ognuno alla stesura della musica e dei testi?

Boh, ah ah... non abbiamo uno standard nello scrivere, alla fine non siamo in una catena di montaggio per fortuna. La musica la scriviamo tutti assieme e quando ci piace come girano le cose Micke ci canta sopra i suoi testi. Tutto qui niente di particolare.

Con quale criterio avete scelto le canzoni da inserire nel disco? Ci sono state delle canzoni rimaste nel cassetto? E nel caso avete già idea di che fine farà questo materiale?

Sinceramente non abbiamo lasciato fuori canzoni da Tales For A Sweet Demise, quelle che avevamo scritto sono finite sul disco. Abbiamo del nuovo materiale che valuteremo per i prossimi lavori, diciamo che facciamo una cosa alla volta con l'intento di farla bene, a cosa servirebbe avere dieci canzoni da lasciare fuori perchè non ti piacciono? allora è come non averle.

Il lavoro in studio per preparare un nuovo disco come si svolge? Cambiano molto i vostri brani tra la prima stesura e la versione definitiva?

Direi che tra la bozza dei nostri pezzi e la versione definitiva c'è una bella differenza. Le bozze sono solo spunti, alcuni vengono lasciati perchè non portano a niente mentre altri vengono sviluppati, mischiati, spezzati, rimodellati, insomma mentre si lavora per fare una canzone si può fare tutto quello che si vuole, mi sembra una buona regola.

Per ogni artista è fondamentale crescere e maturare. Voi come vi trovate cambiati nel corso degli anni? Rispetto ai vostri due precedenti demo "…Still Waiting For The Extinction" e "Lullaby for Annihilation" quali sono le evoluzioni e i punti di continuità?

Still Waiting For The Extinction è sostanzialmente molto più ruvido e spigoloso rispetto a quello che siamo adesso mentre Lullaby For Annihilation in verità è un singolo di anticipo al disco vero e proprio quindi ci rappresenta ancora pienamente come stile e sonorità.

Oggi come oggi quanto conta e quanto costa l'essere indipendenti? Com'è lavorare con un'etichetta come la Jetglow Recordings?

Essere indipendenti costa molto perchè devi sempre lottare per avere un po' di visibilità. Con Jetglow Recordings abbiamo un buonissimo accordo, siamo liberi di esprimerci senza seguire divieti o regole restrittive. La cosa su cui la nostra etichetta vuole puntare, e per questo siamo felici di essere una band Jetglow Rec, è la qualità sotto ogni aspetto. Sai molti oggi tralasciano certi aspetti ritenendo che non siano importanti. Jetglow invece ha pagato e preteso un lavoro il più professionale possibile sotto tutti gli aspetti che vanno dal cd-packaging, alle grafiche, alle foto, e molto altro. La nostra etichetta e noi pensiamo che anche queste cose possano fare la differenza.

Alla faccia della crisi discografica voi avete deciso comunque di far uscire il vostro album su supporto fisico, tra l'altro dimostrando una particolare attenzione alla cura del packaging e del prodotto finale in generale. Si tratta di un modo per accontentare quella fetta di mercato in via d'estinzione (tra cui figura anche il sottoscritto) che ancora oggi, in piena era dell'mp3, rimane legata al concetto di cd come oggetto da collezione, che ama andare a casa, scartare il cd, sfogliare il libretto per leggere i testi e i credits fino all'ultimo dei ringraziamenti, oppure pensate che alla fine, nonostante quanto si dice, il mercato discografico tradizionale non sia destinato a morire?

Ecco, vedi allora anche tu la pensi come noi. Avere tra le mani un cd fisico è una sensazione più piena che avere un i-pod pieno di mp3. Noi pensiamo che il disco non sia solo musica, ma anche immagine espressa da una copertina, da delle foto, dalla scelta di una confezione rispetto ad un'altra. Eliminare tutto questo significa perdere qualcosa e noi per adesso non siamo disposti a perdere niente. Personalmente penso che l'mp3 sia comodo, ma forse poco centra il concetto di comodità con quello di arte e penso che un musicista, e chi lo voglia apprezzare interamente, debba sempre tenerlo presente.

Progetti a breve e lungo termine?

Suonare e promuovere Tales For A Sweet Demise, poi si vedrà.

Grazie della chiaccherata e in bocca al lupo per tutto!

Grazie a te per l'opportunità e a tutti i lettori per il tempo che ci hanno dedicato, se volete saperne di più su di noi visitate il nostro sito thewankerss.it lì troverete tutti i link utili per conoscerci meglio. Bye Bye.
 

Intervista

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