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Ribes

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Nome: n.p.
Cognome: n.p.
In Arte: Ribes
Età: n.p.
Provenienza: sperduta campagna della provincia di Alessandria, sono un musicista molto contadino
Genere: pop

Precedenti:
Ho pubblicato sinora tre singoli:
- E’ morto il capoufficio (2008)
- Son venuto per l’aumento (2009)
- Non c’è posto in hit parade (2009)
A settembre uscirà il mio primo album chiamato “Pop aziendale”

Segni Particolari: Sperimentazione, ironia, semplicità.

Ciao, prima di tutto grazie per la disponibilità e per il tempo che ci stai dedicando. Cominciamo parlando di te. Quando la musica è entrata nella tua vita e in che modo? Raccontaci come è nata e come si è evoluta questa tua passione.

Ciao e grazie a voi per l’ospitalità! Innanzitutto, io prima ancora di essere un musicista sono un grande appassionato di musica e pur avendo le mie preferenze ho sempre ascoltato i generi più svariati. Ho iniziato a far musica molti anni fa ma la decisione nonchè possibilità di dedicarmici completamente è arrivata piuttosto tardi. Ho lavorato infatti per anni come dipendente in varie aziende per potermi mantenere e continuare al tempo stesso a fare musica.

Quali sono state le soddisfazioni più grandi che hai avuto nella tua carriera? C'è qualche momento che ricordi con particolare piacere?

Non ho una lunga carriera alle spalle, ma ho già avuto modo di avere alcune soddisfazioni che mi hanno spinto a continuare su questa strada. La cosa forse più importante è aver avuto la possibilità di lavorare insieme a produttori artistici di grande professionalità molto conosciuti e stimati a livello nazionale. Persone che in alcuni casi arrivano ad avere anche trent’anni di lavoro negli studi di registrazione. I loro consigli mi hanno aiutato molto.

Domanda scontata ma inevitabile quando si parla con un musicista: come nasce la tua musica?

In passato componevo musiche e testi in momenti distinti per poi integrarli successivamente, ora invece, nella maggior parte dei casi, nascono insieme e inizio poi a buttar giù una prima bozza dell’arrangiamento.
Alla base di tutto c’è però sempre un idea centrale, un’intuizione, qualcosa che tu vuoi comunicare e che andrà poi a modellare il testo, gli arrangiamenti e tutta la successiva produzione artistica.

Punti di riferimento musicali? C'è un artista o un gruppo a cui ti senti di dovere qualcosa?

Il mio punto di riferimento assoluto sono i Depeche Mode! … che adoro! Ascolto comunque di tutto ma amo in particolar modo le sonorità elettroniche Anni Ottanta. Tra gli altri gruppi e artisti che hanno influito molto sul mio modo di fare musica ti posso citare: Tears for Fears, Frankie goes to Hollywood, A-ha, Duran Duran, Human Leugue, Pet Shop Boys, New Order e molti altri.
Il "Pop Aziendale" nasce fondamentalmente, da quello che ho capito, da una semplice e un po' cinica osservazione del mondo del lavoro, della vita da ufficio. Parlacene. Da quali esperienze nasce questa visione così particolare di una realtà sotto gli occhi di tutti?

Il “Pop aziendale” nasce da mie esperienze dirette negli anni in cui lavoravo ancora come dipendente in azienda. Ma nello stesso tempo facevo anche il musicista. Convivevano quindi in me due anime: quella “pop” è quella “aziendale” e il mio album di esordio, dal titolo omonimo, vuol proprio ricordare quel periodo. I brani però non vogliono dare giudizi di sorta sul mondo del lavoro ne tantomeno definirsi “impegnati”. Vogliono semplicemente fotografare un contesto atipico per dei brani pop qual è il mondo del lavoro, interpretandolo però in chiave divertente e ironica.

E le persone a cui hai fatto ascoltare i tuoi pezzi, in particolare colleghi, gente che vive quotidianamente le esperienze che racconti, come reagiscono? Si ritrovano nei tuoi pezzi?

Si certo si ritrovano in parecchi nei miei pezzi! A molti serve per sdrammatizzare una situazione che vivono o hanno vissuto in prima persona, vedendola con più distacco e sotto una prospettiva diversa.

Mi ha colpito molto il fatto che tratti argomenti anche piuttosto seri e scottanti attraverso il mezzo della canzone pop. Questo contrasto può essere anche abbastanza spiazzante. Come mai questa scelta ben precisa?

Si credo che sperimentare consista proprio in questo: unire tipi di arrangiamenti e testi che solitamente non vengono utilizzati insieme. Creare dunque un emozione, un “gusto” tutto nuovo e particolare anche e soprattutto utilizzando una struttura-canzone piuttosto simmetrica e regolare qual’è quella del pop. Ci tengo molto a definirmi artista “pop”. Credo che oggi questo genere sia a torto parecchio svalutato.
Io penso invece si possa fare un pop nuovo …
… energico, originale, divertente e dai contenuti assolutamente innovativi!

Quant'è complicato, se lo è, essere un cantautore oggi?

Credo che oggi come oggi siano molto più “complicati” altri ruoli in ambito musicale.
In un momento di omologazione dilagante, creare nuovi brani e interpretarli penso sia la cosa di cui il mondo della musica possa avere più bisogno.
Nel 2010 tutti possono avere accesso ai migliori strumenti per registrare i propri pezzi a costi contenuti, alle migliori tecnologie, alla migliore grafica, alla migliore promozione etc.
Ma alla fine molti dischi, anche di artisti famosi, pur suonati e registrati perfettamente non piacciono e non convincono. Perché? Perché forse non trasmettono nulla.
Sono i contenuti che fanno la differenza. La vera anima del disco.
Il fatto se un’artista abbia o meno qualcosa da dire.

Com'è il tuo rapporto con il mondo della discografia? Hai un contratto, sei in cerca..? Oppure sei un convinto sostenitore dell'autoproduzione, che lascia la più totale libertà d'azione, ma che comporta inevitabilmente anche degli investimenti personali? Secondo te, le etichette credono e investono come si dovrebbe nei giovani? Andare a pescare gli artisti in giro per i locali o nei vari contest musicali non è più un buon investimento?
Io per ora mi autoproduco perché credo che non serva molto aspettare che il discografico di turno ti porti magicamente al successo. Il proprio pubblico un artista dovrebbe costruirselo da solo, fan dopo fan. Solo a quel punto si potrà iniziare ad essere interessanti agli occhi di un discografico. Difficilmente oggigiorno s’ investe su qualcosa che non sia già “finito e funzionante” e che non abbia già un suo pubblico. Questa è la grande differenza rispetto ai decenni passati, quando la parola “scouting” aveva ancora un significato e s’investiva sugli artisti emergenti fin dalle prime fasi della loro carriera. Riguardo ai talent show non è detto che alla visibilità corrisponda altrettanto apprezzamento da parte del pubblico. Mi pare anzi che ultimamente questo sia un fatto piuttosto raro, se si confrontano le copie vendute in rapporto all’enorme esposizione mediatica che certi artisti hanno avuto.

In molti sostengono che la discografia come l'abbiamo intesa fino ad oggi, specialmente per quanto riguarda gli artisti emergenti, sia destinata a scomparire a breve. Che il futuro siano le licenze Creative Commons, cioè mettere a disposizione degli utenti gratuitamente le proprie opere autoprodotte, crearsi grazie a questo sistema un ampio bacino di pubblico, e poi cercare di rientrare dei costi attraverso i live e cercandosi degli sponsor. Tu come lo vedresti un panorama del genere?

Non sono molto d’accordo sul “gratuitamente”. La continua svalorizzazione della musica e l’ottica del “tutto gratis” ha portato la musica allo stato in cui si trova ora, per cui ad alcuni sembra quasi strano dover pagare per acquistare un disco!
Che è come se uno trovasse strano dover pagare una pizza dopo essere andato a mangiare in pizzeria. Credo che gli autori, i compositori e tutti coloro che a un disco hanno lavorato debbano essere sempre pagati per il loro lavoro. Non credo come pensano in molti che il digitale stia soppiantando i cd fisici, quantomeno non in Italia. Produzioni anche importanti vengono tuttora stampate e sono richiestissime anche nella loro versione in vinile.

A proposito di questo. Tocchiamo un altro tasto importantissimo: i live. Il momento dell'esibizione dal vivo penso che per un musicista sia qualcosa di fondamentale, un irrinunciabile momento di crescita e di confronto. Ultimamente si dice che a discapito della crisi del mercato, la musica dal vivo stia vivendo un periodo piuttosto positivo. Questo vale solo per i grandi nomi o riguarda tutti i musicisti in generale? Ci sono gli spazi adeguati e sufficienti per proporre la propria musica dal vivo? Com'è la situazione in Italia basandoti sulla tua esperienza personale?

Il live è sicuramente un momento fondamentale e insostituibile per ogni musicista, ma non credo sia la soluzione di tutti i mali. Per fare grandi live occorrono innanzitutto grandi dischi. Se una band fa dischi poco interessanti ben difficilmente nei live sarà interessante. Io vedo in giro tanta omologazione, nei testi, negli arrangiamenti, pure nel modo di presentarsi al pubblico. Ogni band dovrebbe crearsi una propria strada, unica e inimitabile senza curarsi di ciò che fanno gli altri e di ciò che funziona in quel momento. E nell’organizzare i live farne meno ma farli meglio. Non è una gara a chi fa più live, ma un grande sforzo a fare live sempre migliori dando sempre il massimo a chi ti viene a vedere.

Visto che ti abbiamo conosciuto proprio tramite myspace, a te non possiamo non chiederti come giudichi il rapporto tra musica e internet. Grande risorsa o problema con cui fare i conti? Sicuramente per un giovane artista il web, e in particolare i social network, sono una grandissima opportunità. Cosa ne pensi della questione?

Internet per me è fondamentale. Credo che sarà proprio internet a cambiare totalmente il modo di fare musica. Il motivo è semplice: mette in comunicazione diretta chi crea musica e chi la ascolta.
Un’opportunità eccezionale che in passato non esisteva. Ogni musicista ha quindi la possibilità di confrontarsi col proprio pubblico e trovarne di nuovo, senza aver bisogno di una casa discografica o altri intermediari.

Qual è l’immagine futura che vedi da qui a 10 anni della tua carriera da musicista?

Spero di poter continuare a pubblicare nuovi album riuscendo sempre a proporre qualcosa di nuovo e interessante e magari in un futuro poter produrre anche progetti di altri artisti.

Progetti più a breve termine?

Come ti dicevo prima uscirà a settembre il mio primo album “Pop aziendale” che cercherò di promuovere al meglio. Dopo non molto tempo dovrebbe già uscire il singolo nuovo. Che inizierà un’altra fase e col pop aziendale non c’entrerà più nulla.

Grazie di tutto e un grosso in bocca al lupo per la tua carriera.

Per info: www.myspace.com/michiamoribes

 

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