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Cosimo Barberi

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Nome: Cosimo
Cognome: Barberi
Età: 21 anni
Provenienza: Empoli (FI)
Genere: Elettro Rock

Precedenti: Ep registrato a Bologna nel dicembre del 2009 con la partecipazione di Lorenzo Alderighi (Diaframma) e Gianni Cerone (ex Litfiba, ex Diaframma). Vincitore del Maggio OFF 2010, vincitore dei premi originalità, critica, Radio Bruno Estate all’ESK 2010

Segni particolari: cantautore

Ciao, prima di tutto grazie per la disponibilità e per il tempo che ci stai dedicando. Cominciamo parlando di te. Quando la musica è entrata nella tua vita e in che modo? Raccontaci come è nata e come si è evoluta questa tua passione.

Quando ero piccolo mio padre cantava e suonava De André nel fine settimana. A tredici anni iniziai a prendere lezioni di chitarra classica dal maestro Carmine Fontanarosa. Dopo due anni decisi di acquistare la mia prima elettrica. Quel periodo lo ricordo con i Green Day nelle orecchie, il punk californiano e l’inizio della fase metal, i primi tentativi di mettere su un gruppo di qualsiasi genere pur di suonare.

E poi quando è arrivata l'esigenza di comunicare qualcosa iniziando a comporre pezzi tuoi? Cosa c'è nelle tue canzoni? Storie personali oppure qualcos'altro?

In realtà non ho mai concepito il fatto di suonare cover anche se nelle esperienze di gruppo mi sono sempre ritrovato a farle. Già dopo aver imparato i primi accordi di chitarra tentai di scrivere qualcosa, di comporre musica; la vera difficoltà per me è stata trovare il gruppo che avesse voglia di fare brani inediti, riuscire ad organizzare il lavoro e soprattutto conciliare i gusti di tutti i membri. Problema risolto tentando la via del progetto solista che mi ha dato la possibilità di proporre un prodotto finito ai miei musicisti. Nelle mie canzoni si parla della mia vita personale, in particolare delle cose non dette, di situazioni prevalentemente spiacevoli che mi hanno insegnato qualcosa ma a caro prezzo. Parlo di persone in difficoltà che nel loro vivere e agire disordinato hanno coinvolto anche me mandando fuori asse l’equilibrio del mio mondo.

Vuoi farci un breve riassunto delle tappe più importanti del tuo percorso artistico?

Il mio primo gruppo importante sono stati i Malo Panico: le affinità musicali con Paolo Rasenti, Nicolò Paoletti, Marco Bartoli e Lorenzo Agnesi erano evidenti tanto che in poche prove si creò una forte armonia tra noi e mettemmo insieme un discreto repertorio di cover. Le difficoltà sorsero nel momento in cui provammo a comporre qualcosa di nostro, situazione che degenerò sempre più fino allo scioglimento nei primi mesi del 2009. I mesi successivi li passai alla disperata ricerca di un gruppo fino ad incappare in Samuele Calamassi e i suoi Salty Sweets, gruppo country in fase di ripartenza dopo un lungo stop. Qui conobbi Lorenzo Alderighi, attuale bassista dei Diaframma, che in poco tempo mi indirizzo sull’attuale progetto solista e mi fece scoprire le tecniche di Home Recording fondamentali per rendere possibile il lavoro individuale. Dopo aver registrato nel dicembre del 2009 il primo Ep di quattro pezzi ho iniziato a proporre il mio lavoro a vari musicisti componendo in pochi mesi l’attuale formazione: Filippo Alderighi alla batteria, Giacomo Salani alla chitarra e Alberto Cafaggi al basso.

Quali sono state le soddisfazioni più grandi che hai avuto nella tua carriera? C'è qualche momento che ricordi con particolare piacere?

La soddisfazione più grande è stata la vittoria al prestigioso concorso Maggio OFF indetto dal Teatro Comunale di Firenze. La giuria di qualità era composta dai giornalisti di tutte le testate più importanti (Corriere, Repubblica, Nazione, ecc) e da Finaz (chitarrista della Bandabardò) che ci ha premiati dopo l’esibizione sullo splendido palco del teatro. Dopo la serata leggere il mio nome su tutti i giornali è stata veramente una bella emozione.

So che hai avuto in passato hai fatto anche vari tentativi di far parte un gruppo. Però alla fine hai optato per la carriera solista. Cosa ha fatto fallire quei tentativi. Vantaggi e svantaggi dell'essere solista.

Credo non fossero i gruppi ad avere problemi ma ero io ad averne con loro: non riuscivo a proporre in modo efficace le mie idee e soprattutto non sopportavo i compromessi e tantomeno la frase <<lo facciamo per divertimento>>! Essere solista dà la possibilità di proporre le proprie idee senza manipolazione altrui, si è completamente responsabili del prodotto nella buona e nella cattiva sorte, cosa che a mio parere è positiva in entrambe i casi. La difficoltà maggiore del fare da solo è avere come unico referente se stessi: si rischia di finire schiacciati dalla pressione, di infilarsi in vicoli ciechi talvolta molto stupidi da cui risulta impossibile uscire senza aiuto. E’ per questo che ho imparato ad avere persone di riferimento, come lo stesso Lorenzo Alderighi e i vari componenti del gruppo, ai quali chiedere in qualsiasi momento; persone comunque con maggiore esperienza di me che possono realmente darmi una mano in questo settore.

Domanda scontata ma inevitabile quando si parla con un musicista: come nasce la tua musica?

In camera mia davanti al portatile.. so che può sembrare strano ma il mio approccio alla composizione è sistematico, come potrebbe essere lo studio o il lavoro. Il mio processo creativo parte principalmente dall’ascolto dei suoni elettronici prodotti con computer e tastiera: lascio che qualcosa colpisca il mio orecchio, evochi ricordi, sensazioni e addirittura parole. Le mie canzoni sono introspettive. L’idea scaturisce non dall’esterno ma dall’interno ed è per questo che l’isolamento auditivo, provocato dalle cuffie, unito ai suoni sintetici sembrano essere per me il modo migliore per scavare dentro e trovare l’ispirazione

Punti di riferimento musicali? C'è un artista o un gruppo a cui ti senti di dovere qualcosa?

Tutta la scena fiorentina degli anni ’80 influenza la mia produzione principalmente perché si proponeva come qualcosa di nuovo nel panorama italiano: era un azzardo il rock cantato in italiano, in pochi ci hanno creduto ed in pochi ci sono riusciti. I gruppi a cui mi riferisco sono i Litfiba, i Diaframma, i Neon, i Moda, gli Underground Life, i Frigidaire Tango e molti molti altri.

Com'è il tuo rapporto con il mondo della discografia? Hai un contratto, sei in cerca..? Oppure sei un convinto sostenitore dell'autoproduzione, che lascia la più totale libertà d'azione, ma che comporta inevitabilmente anche degli investimenti personali?

Per ora mi sto autoproducendo e credo che per almeno un disco ancora continuerò a spendere del mio. Sicuramente per il futuro mi auguro di trovare un buon discografico proprio perché penso non sia possibile farne a meno ai fini della riuscita del progetto.

Secondo te, le etichette credono e investono come si dovrebbe nei giovani? Esiste ancora il lavoro di scouting come si faceva una volta o si è ormai abbandonato a favore di una strada più semplice, ovvero attingere a piene mani da quella grande fonte che sono i talent, che sfornano personaggi con una visibilità già acquisita. Andare a pescare gli artisti in giro per i locali o nei vari contest musicali, tu ultimamente ne hai vinti alcuni, non è più un buon investimento?

Credo che oggi, come in qualsiasi settore, nessuno sia disposto a rischiare più di tanto i propri soldi, ancora di più in un mondo bizzarro come quello della musica. Ho notato che negli ultimi anni la tendenza delle piccole etichette indipendenti è quella di proporre dei pacchetti a pagamento con i quali sono offerti i servizi di una normale etichetta (promozione, ufficio stampa, ecc.). Per quanto riguarda i talent show non li vedo per niente come un trampolino di lancio anzi come un vero e proprio suicidio artistico. Le etichette puntano sui personaggi dei talent per ricavare il massimo spendendo molto meno in promozione. Non va scordato che questo sistema sta portando al collasso tutte le grandi case discografiche italiane dato che spesso il pubblico a cui si rivolgono i personaggi dei talent è molto giovane quindi ha meno possibilità di spendere e fa uso quotidiano del Pear to Pear. I contest secondo me sono buoni mezzi di promozione anche se molto limitati e comunque non sufficienti a lanciare un gruppo anche perché le etichette non sono più molto attratte dai successi a questo tipo di concorso.

In molti sostengono che la discografia come l'abbiamo intesa fino ad oggi, specialmente per quanto riguarda gli artisti emergenti, sia destinata a scomparire a breve. Che il futuro siano le licenze Creative Commons, cioè mettere a disposizione degli utenti gratuitamente le proprie opere autoprodotte, crearsi grazie a questo sistema un ampio bacino di pubblico, e poi cercare di rientrare dei costi attraverso i live e cercandosi degli sponsor. Tu come lo vedresti un panorama del genere?

Sicuramente il panorama discografico è cambiato e credo cambierà fino ad un nuovo assestamento. La crisi del mercato mondiale ha fatto crollare quelle che erano i capisaldi della distribuzione e della promozione, nuove etichette indipendenti si stanno affermando e saranno loro le eredi delle vecchie case discografiche. Credo che gli artisti non possono occuparsi anche della promozione del prodotto, della distribuzione e quant’altro: c’è bisogno di figure professionali apposite che sappiano come agire per ottenere il massimo. Le Creative Commons se le possono permettere gli artisti già affermati come ad esempio il caso dei Radiohead che hanno messo in freeshare il loro disco ‘In Raimbow’. Purtroppo gli emergenti hanno bisogno di rientrare delle spese non tanto per guadagnarci ma semplicemente per finanziare la propria musica ed è per questo che a mio parere il metodo di guadagno più interessante sono i canali digitali come Itunes e Napster che con pochi centesimi permettono al pubblico di acquistare il brano e all’artista di non restare a mani vuote, risparmiando anche sulla stampa del disco fisico.

Ma alla fine di tutto, penso si possa essere appagati anche semplicemente continuando a suonare la propria musica in giro per le piazze e per i locali. Mantenere un basso profilo può avere anche dei vantaggi: meno stress, un rapporto più diretto e sincero con il proprio pubblico... Concordi?

Partire con l’obiettivo di vivacchiare a stento con la musica non è l’ideale anche se credo molti ragazzi che compongono e scrivono testi in questo periodo lo facciano principalmente per esigenza creativa e per piacere proprio, non per comprarsi la casa al mare e riempire San Siro. Se saremo dei ‘grandi’ o dei ‘piccoli’ non sta a noi deciderlo, già essere giudicabili agli occhi del pubblico credo sia un grande onore.

A proposito di questo. Tocchiamo un altro tasto importantissimo: i live. Il momento dell'esibizione dal vivo penso che per un musicista sia qualcosa di fondamentale, un irrinunciabile momento di crescita e di confronto. Ultimamente si dice che a discapito della crisi del mercato, la musica dal vivo stia vivendo un periodo piuttosto positivo. Questo vale solo per i grandi nomi o riguarda tutti i musicisti in generale? Ci sono gli spazi adeguati e sufficienti per proporre la propria musica dal vivo? Com'è la situazione in Italia basandoti sulla tua esperienza personale?

Mi piacerebbe proprio sapere chi è che dice che la musica live sta vivendo un buon momento! Sicuramente la musica live in Toscana non lo sta vivendo affatto! I locali hanno grossissime difficoltà nel pagare i gruppi emergenti per il semplice fatto che i soldi sono ricavati dagli introiti della serata stessa, ergo dalle persone che capitano nel locale o che teoricamente dovrebbe portare il gruppo ma, trattandosi di gruppi appunto emergenti, il seguito è molto scarso. Imperversano le cover band e tanti gruppetti di liceali che suonano per divertirsi (vedi sopra) e quindi non hanno interesse ad essere pagati. Nei locali ‘culto’ invece sembrano essersi instaurate delle lobby per le quali suonano tutti gli anni gli stessi gruppi a rotazione. Ultimamente i grossi locali, che a differenza degli altri gli introiti ce li hanno, hanno scoperto che bandendo un contest che duri tutta la stagione possono avere i gruppi a suonare non gratis addirittura a pagamento (la quota di iscrizione al contest che si aggira intorno ai 50 euro)! In tutto questo vanno ricordati però alcuni locali che invece aprono volentieri le porte agli emergenti fornendo buone strumentazioni e anche cachet adeguati.

Che facce vi trovi sotto il palco quando suoni in giro? Suonai un genere di musica un po' particolare. Abbastanza cantautoriale. Qual è il tuo tipo di pubblico? Ci sono ragazzi giovani che dimostrano interesse per quello che fai? Io ho notato che la situazione è diversa da come la dipingono. Ovvero che se si propongono loro delle valide alternative ci sono tanti ragazzi che si dimostrano interessati anche a qualcosa di diverso rispetto ai Tokio Hotel o ai Jonas Brothers. Ti cosa ne pensi?

La situazione effettivamente sta cambiando anche in questo caso: ho avuto modo di stupirmi al grande concerto di Radio Bruno Estate (che aveva in scaletta gruppi come i Lost, gli Zero Assoluto, gli Studio 3 ecc.) dove ho proposto alcuni pezzi miei e sono stato accolto e accompagnato dal pubblico in maniera molto calda. Ho avuto molti commenti positivi su Facebook e Myspace e molte richieste per avere l’Ep, cosa che non avrei mai creduto. Sembra che il pubblico capti immediatamente la differenza, nonostante i gusti musicali siano diversi, e ne sia attratto magneticamente.

Visto che ti abbiamo conosciuto proprio tramite myspace, a te non possiamo non chiederti come giudichi il rapporto tra musica e internet. Grande risorsa o problema con cui fare i conti? Sicuramente per un giovane artista il web, e in particolare i social network, sono una grandissima opportunità. Cosa ne pensi della questione?

Internet ed i social network sono una grande opportunità per gli emergenti e per la musica underground in particolare. La tv propone solamente una piccolissima fetta della produzione musicale ed internet sopperisce a questa mancanza più della radio. Qui si ha la possibilità di ascoltare ma anche di guardare le foto, i video del gruppo, dell’artista, conoscere le date, la biografia, iscriversi alle newsletter per essere sempre informati. Poi ci sono le grosse opportunità della bacheca commenti e degli amici preferiti che permettono al visitatore di avere un filo diretto coi musicisti e al musicista di proporre al visitatore altri profili a suo parere interessanti. Oltre ai social network, come detto prima, internet dà l’opportunità attraverso canali specializzati (Itunes, Napster ecc.) di vendere direttamente la propria musica a bassissimo costo con bassissime spese.

Qual è l’immagine futura che vedi da qui a 10 anni della tua carriera da musicista?

L’unica cosa che posso immaginare e ritengo molto probabile e che mi auguro, nel caso ce ne fosse bisogno, è che sarò sempre cantautore, magari un po’ più conosciuto o forse come adesso nella mia piccola camera con i cavi attorcigliati sul letto.

Progetti più a breve termine?

Spero di riuscire ad incidere il mio primo disco entro dicembre 2010: i pezzi ci sono, i musicisti anche, mancano i soldi!

Grazie di tutto e un grosso in bocca al lupo per la tua carriera.

Per info: www.myspace.com/cosimobarberi

 

 

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