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La Cina dice no a Bob Dylan

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Niente tour a Pechino e Shanghai, annullati i concerti: il governo temeva «messaggi proibiti»
La Cina non è pronta per Bob Dylan, la Cina deve aspettare. Niente concerti a Pechino e a Shanghai, una delle ultime frontiere politico-geografiche della musica non sarà violata. «Il ministero della Cultura non ha dato il via libera per gli show nella capitale e a Shanghai», hanno spiegato gli organizzatori alla stampa di Hong Kong. Non hanno dato spiegazioni (per ora) ma l'hanno fatto temendo insidiosi fuori programma. Delusi un po' tutti. L'artista, il promoter, i fan. «Non abbiamo avuto alternative se non cancellare i piani per il tour nell'Asia del Sud-Est», ha detto Jeffrey Wu, manager dell'agenzia musicale taiwanese Brokers Brothers Herald al Sunday Morning Post di Hong Kong, che ha riportato la notizia in prima pagina. I sospetti avevano già cominciato a circolare da settimane tra gli appassionati dell'ex colonia britannica, che in Cina gode di uno speciale regime di libertà. Lo spettacolo, programmato per l'8 aprile, non era stato pubblicizzato, e si è dunque capito il motivo.
L'irrigidimento del governo cinese, che non ha concesso alcun credito a un artista di fama mondiale, può essere facilmente intuito nel rischio che Dylan lanciasse messaggi proibiti davanti al pubblico delle due principali città.
 

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