L'eternità attraverso il momento (H.C.B.)

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Quando senti che il suo cuore batte sotto i tuoi piedi come quello di un essere vivente, quando guardando le sue luci ti accorgi che la stai guardando negli occhi, la senti respirare e vedi scorrere le persone tra le sue vie come globuli di un’immensa circolazione sanguigna tra le vene, capisci che non la dimenticherai mai.

Senti la sua voce che ti chiama anche quando sei distratto e sembri esserti scordato di lei, la senti urlare e richiamare la tua attenzione sui suoi muscoli tesi e sulla spina dorsale che la contraddistingue per forza, tenacia e spirito di sopravvivenza.

Scorgi le sue rughe tra le case diroccate che come sul viso di una donna solcano le esperienze di una vita antica e suggestiva, e tra le rovine delle mura che ne hanno fatta capitale di un impero nei millenni di una storia che leggiamo troppo spesso solo sui libri di scuola.

La vedi di giorno, sotto i colpi di un sole che esalta i colori dei mosaici e delle vetrate delle Moschee, splendida e raggiante, come una giovane donna affascinante che rapisce i tuoi sensi grazie ai suoi movimenti, al suo profumo, alla sua voce calda e sensuale. Sembra dire a chi la osserva “Sono meravigliosa!” tentando di conquistare il cuore dei suoi pretendenti avventori.

La vedi spegnersi al tramonto, senti il suo respiro silenzioso tra le mura della alte e strette case arroccate sui Caddesi e nelle antiche fumerie di tabacco che conservano ancora l’autentica fragranza delle passate esistenze esotiche ed il respiro di ogni fumatore che ancora aleggia nelle poltrone, emanato dai preziosi tessuti intrecciati da esperte mani veloci. Solo in quel momento confessa tutto il suo dolore e sospira a chi ha la capacità di ascoltarla “Ne ho passate tante, ma ce l’ho fatta” tra le grida dei gabbiani che sorvolano i minareti.

Proprio come una donna, meraviglia nella luce diurna che ne manifesta ogni fattezza così com’è arrivata davanti ai nostri occhi, così com’è diventata grazie all’inesorabile trascorrere del suo tempo, ma che nella solitudine del buio notturno si ferma a riflettere sulle sue età scandite dagli eventi, fasti e nefasti, che hanno prodotto il luccichio delle sue pupille così come le rughe che ne sottolineano lo sguardo.

E la gente, le persone, il popolo non può che discendere da questa madre gratificante e severa come figlio di altrettanta epicità: la cortesia, la gentilezza, quella mal celata malinconia ricorrente in tutti gli occhi incontrati e il sorriso delicato e mai invadente che si riflette sull’iride e su quei volti fino a rimanere impressi sul tuo volto stesso, come un’immaginaria e sorprendente fotografia umana.

A Istanbul, viva e vera.