I R.E.M. hanno smesso di sognare

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L'improvviso (forse non troppo...) scioglimento di una delle band più importanti ed influenti degli ultimi 30 anni.

 

di Bugs!

 

Non sono mai stato così tanto orgoglioso come oggi di essere un fan dei R.E.M.. Sensazioni contrastanti circolano nella mia testa alla notizia dello scioglimento del gruppo che amavo più di ogni altro, dopo oltre trent'anni di incredibile carriera. Prima di tutto ovviamente c'è un grande senso di vuoto. Per un fan penso che la cosa più bella sia l'attesa di un nuovo album, o la consapevolezza, alla fine di un memorabile concerto, che molti altri ce ne saranno in futuro, altre serate indimenticabili, altri ricordi indelebili. Sapere che tutto è finito indubbimante un senso di malinconia lo lascia. Ma d'altro canto sono anche orgoglioso di essere fan di un gruppo che ha sempre fatto della coerenza e dell'onestà intellettuale uno dei suoi punti di forza, e anche nell'estremo gesto di porre fine ad un'avventura così sensazionale, i R.E.M. hanno saputo essere estremamente coerenti con quello in cui hanno sempre creduto e onesti con le migliaia di fan che in queste ore apprendono questa inaspettata notizia. Del resto ogni cosa, anche la più bella, ha un inizio e una fine, e sarebbe stato inutile continuare per inerzia un percorso giunto ormai al suo naturale epilogo. Quando la scintilla svanisce è meglio farsi da parte e lasciare ai posteri le cose belle fatte fino a quel momento, con estrema naturalezza, senza drammi, senza rancori, senza uscite di scena sbattendo la porta. I R.E.M., antidivi per eccezione, hanno deciso di salutare e ringraziare i propri fan e i propri collaboratori con la stessa sobrietà e la stessa classe che hanno contraddistinto tutta la loro carriera. Una scelta condivisa da tutti e tre, la pura e semplice constatazione che come gruppo ormai era stato dato tutto quello che c'era da dare, e che era il caso di uscire di scena con dignità, tra gli applausi, prima di divenatre un'inutile e triste parodia di sè stessi. E poi in ogni caso non si tratta di un funerale, ora la vita continua, con nuovi progetti e nuovi interessi per i componenti del gruppo.
I R.E.M. se ne vanno con uno scarno comunicato sul sito ufficiale della band: “Un uomo saggio una volta disse ‘l’abilità a partecipare ad una festa è sapere quando è il momento di lasciare’. Abbiamo costruito qualcosa di straordinario insieme. Abbiamo fatto questa cosa. E ora ne stiamo uscendo fuori. Ce ne andiamo con grande senso di gratitudine, di compiutezza e di stupore per tutto ciò che abbiamo realizzato. A chiunque sia mai stato toccato dalla nostra musica va il nostro più profondo ringraziamento per averci ascoltato. Spero che i nostri fan si rendano conto che non è stata una decisione facile; ma tutte le cose devono finire e volevamo farlo bene, facendolo a modo nostro. Dobbiamo ringraziare tutte le persone che ci hanno aiutato ad essere i R.E.M. per questi 31 anni. È stato incredibile”. Queste le parole di Michael Stipe in apertura del comunicato, che prosegue con le parole di Mike Mills: “Durante il nostro ultimo tour, e mentre stavamo realizzando insieme Collapse Into Now, abbiamo cominciato a chiederci ‘che ci sarà dopo?’. Lavorare con la nostra musica e i nostri ricordi da oltre tre decenni è stato un viaggio. Ci siamo resi conto che queste canzoni sembravano disegnare una linea naturale sotto gli ultimi 31 anni della nostra collaborazione. Il tempo sembra quello giusto. Siamo sempre stati una band nel vero senso della parola. Fratelli che si amano veramente e si rispettano l’un l’altro. Ci sentiamo un po’ come pionieri in questo: non c’è disarmonia in questa decisione, nessuna caduta. Abbiamo preso questa decisione insieme, amichevolmente e con gli interessi di ogni altro a cuore”.
E infine conclude Peter Buck: “Una delle cose che ha sempre reso grande l’essere stati i R.E.M., è il fatto che ogni disco che abbiamo realizzato e le canzoni che abbiamo scritto, hanno significato molto per i nostri fan così come molto hanno significato per noi. Era ed è tuttora molto importante per noi fare il meglio per loro. Essere una parte della loro vita è stato un dono incredibile. Mike, Michael, Bill, Bertis e io ci allontaniamo come grandi amici. So che li rivedrò in futuro, così come so che vedrò tutti coloro che ci hanno seguito e sostenuto nel corso degli anni. Anche se è solo nella sezione vinili del vostro negozio di dischi locale, o in piedi nella parte posteriore di un club, osservando un gruppo di diciannovenni che stanno cercando di cambiare il mondo”.
Questa decisione in realtà non è arrivata così a bruciapelo. Sì, forse inaspettata per quanto riguardo le tempistiche, ma chi conosceva bene il gruppo già aveva intuito che negli ultimi tempi la fiammella si stava spegnendo, che erano venuti a mancare quell'entusiasmo e quella magia che c'erano fino a qualche anno fa. L'ultimo disco è uscito praticamente nel silenzio più totale, senza tour di supporto, senza showcase, senza promozione. Segno che la bella storia stava per volgere al termine.
I R.E.M. se ne vanno così dunque, senza rumore, ma lasciandoci un'immensa eredità di canzoni e di emozioni. Sono stati un esempio per molti illustri colleghi più giovani, che nel corso degli anni gli sono stati vicini, ai quali hanno dato molto, e dai quali hanno ricevuto altrettanto. Finisce con un comunicato di poche righe una storia cominciata ben 31 anni fa tra gli scaffali di un polveroso negozio di dischi di Athens, in Georgia, profondo sud degli Stati Uniti, quando uno stravagante studente d'arte di nome Michael Stipe incontrava e diventava amico del commesso, tale Peter Buck, con la passione per la chitarra, che era solito passare il tempo in negozio strimpellando l'inseparabile strumento. Decine di milioni di copie vendute e migliaia di concerti in giro per il mondo, quindici dischi dati alle stampe, quindici capolavori, tutti diversi l'uno dall'altro, passando con maestria e disinvoltura dal rock al pop, dall'alternative alla new wave. Una storia di successi, 31 anni fantastici, costellati di alti e bassi: il grande boom planetario arrivato nel '91 grazie a "Losing my Religion", la scomparsa di cari amici come River Phoenix e Kurt Cobain, l'abbandono del gruppo del batterista Bill Berry, la conseguente rinascita e la decisione di proseguire come trio, l'ingresso nella Rock n'Roll Hall of Fame, e infine lo scioglimento, la fine di un'epoca.
Chissà se un giorno più o meno lontano si riaccenderà in loro la scintilla e tronerà la voglia di tornare a suonare insieme. Questo per ora non ci è dato saperlo; personalmente conoscendo il modo di pensare e di agire dei R.E.M. lo ritengo abbastanza improbabile, ma nella vita mai dire mai. In ogni caso il gruppo saluta i fan con un ultimo regalo: il 15 novembre uscirà "Part lies, part heart, part truth, part garbage 1982-2011", un doppio cd con i successi, inediti e rarità. Un inevitabile best of che, oltre che una scelta commerciale abbastanza scontata, mette definitivamente un punto alla storia e rappresenta i titoli di coda di un bel film appena finito di vedere.
Insomma, che altro aggiungere se non "Grazie ragazzi! Grazie per la note, grazie per la poesia, grazie per le emozioni, grazie per i sorrisi e per le lacrime, e grazie per quelle indimenticabili serate passate insieme, voi sopra, noi sotto al palco. Grazie di tutto insomma, e magari ci si rivede prima o poi!".