L'israeliano Samuel Maoz, col film Lebanon, vince la 66. Mostra del cinema di Venezia. Nessun riconoscimento per le pellicole italiane in gara
La 66. Mostra del cinema di Venezia è stata vinta dall'israeliano Samuel Maoz, regista di Lebanon, una pellicola ambientata durante la prima guerra del Libano, nel giugno 1982. La giuria guidata dal regista Ang Lee ha assegnato a sorpresa il Leone d'argento all'artista iraniana Shirin Neshat, che ha diretto Women without men, film d'esordio, ambientato in Iran nel 1953 sullo sfondo tumultuoso del colpo di stato tramato dalla CIA. Il Premio Speciale della Giuria è andato all'acclamatissima commedia Soul Kitchen del regista tedesco di origine turca Fatih Akin, che aveva vinto già la Palma d'oro a Cannes con Ai confini del Paradiso.
La Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile è stata vinta dall'attrice russa, che vive da molti anni in Italia, Ksenia Rappoport, protagonista de La doppia ora di Giuseppe Capotondi. La Rappoport aveva vinto già il David di Donatello con il film di Tornatore La sconosciuta. L'attore inglese Colin Firth, grande interprete di un professore gay nel film d'esordio dello stilista Tom Ford, A single man, ha invece vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile.
Delusione per l'Italia. Nessun riconoscimento nei premi più importanti, anche se la nostra giovane attrice Jasmine Trinca ha vinto il Premio Marcello Mastroianni come migliore attrice emergente per il film di Michele Placido Il grande sogno.
L'Osella d'oro per la migliore sceneggiatura è andata al regista Todd Solondz per il film Life during a wartime, l'Osella per il miglior contributo tecnico a Silvye Oliver per Mr. Nobody di Jaco Van Dormel. La nuova sezione della Mostra, Controcampo italiano, è stata vinta dal film Cosmonauta con Claudia Pandolfi, dell'esordiente Susanna Nicchiarelli.
