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Nouloho

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Nome Gruppo: Nouloho
Nato a: Milano
Nel: 2006
Genere: Rock – Indie – Punk
Età Media Componenti: 25 anni

Componenti:
Roberto Cicogna , Voci e Chitarra
Cristiano Cesario , Lead Guitar e Cori
Filippo Salvioni , Basso e Cori
Andrea Centonze , Batteria

Precedenti:
- nel 2006 incidono il primo lavoro dal titolo DEM[]6 composto da 4 brani auto-prodotto e non distribuito
- con la prima formazione suonano al Palazzo Granaio (Milano) , Angelo Nero (Milano) , e Modica In Rock (Modica)
- nel 2009 incidono il primo EP dal titolo “God is on tv” contenente 5 brani inediti , auto-prodotto e distribuito gratuitamente su internet
- con l’attuale formazione suonano allo Spazio Aurora (Rozzano ), all’Area Odeon (Monza), al Legend 54 (Milano) , al Black Hole (Milano), e partecipano a interviste per alcune radio (Radio Cantù , Radio Popolare , OkMusik ).

Segni Particolari:
Una cosa che ci caratterizza è l’essere molto diversi l’uno dall’altro , questo però non fa altro che alimentare il nostro “serbatoio” artistico.Abbiamo anche spesso la tendenza a fare gli stupidi se non siamo sul palco...

Presentatevi a chi ancora non vi conosce. Cosa suonate, che tipo di musica suonate, dove suonate, eventuali lavori pubblicati e non, eventuali tappe importanti della vostra carriera musicale.

Suoniamo pezzi nostri , definirne il genere ci è sempre stato difficile , diciamo che rock-indie-punk riassume un po’ il nostro lavoro al momento.
Un momento di svolta per i Nouloho è stato senza dubbio , quando Cristiano è entrato a far parte della band , l’avere saltuariamente a nostra disposizione il suo studio di registrazione. Questo ci ha dato una bella mano a crescere e ad affinare il nostro lavoro. Per la maggior parte del tempo è li che lavoriamo sulle canzoni.

Come e quando si è formato il gruppo?

La prima formazione è nata nell’inverno del 2006 a Milano. La formazione attuale lavora insieme dal 2008.

Si tratta della prima esperienza in una band o arrivavate da altre esperienze con altri gruppi?

Arriviamo tutti da altre esperienze. Cristiano ha cantato per i Dryad (Queen tribute band) e suona tutt’ora nella Sushy Band , Filippo ha suonato per anni negli Headway (gruppo punk rock milanese) , e ha fatto qualche data coi Sorijev (gruppo rock psichedelico ). Roberto ha suonato con Mineha, e Sparkplug. Andrea studia batteria alla Scuola Civica di Jazz .

Ci sono uno o più gruppi che sono stati importanti per la vostra crescita musicale personale o ai quali vi sentite più vicini come modo di suonare? Avete più o meno gli stessi punti di riferimento oppure avete influenze completamente diverse? E nel caso, come riescono a conciliarsi?

Come sound ci sentiamo vicini, o almeno ci proviamo, ai Foo Fighters. Ci piace molto la potenza del loro suono e delle loro canzoni, che mantengono allo stesso tempo una linea melodica molto pronunciata, ma mai enfatizzata.
In ogni caso parlare di influenze e dei gruppi che ascoltiamo può essere fuorviante e controproducente. Molti gruppi che ascoltiamo non necessariamente si riflettono in modo esplicito nei nostri pezzi. Non possiamo non citare i Nirvana che mi hanno portato ad apprezzare band come Foo Fighters appunto, Pearl Jam, Alice in Chains, Silverchair, Bush etc. Ascoltiamo di tutto, ci dividiamo il “lavoro” secondo i gusti di ognuno. La band che più ci ha colpito ultimamente sono i Kings of Leon, più i primi dischi che l’ultimo, nonostante rimanga un ottimo lavoro.

Ci interessa sapere come lavorate sui vostri pezzi. Come nasce un'idea e come la sviluppate? C'è qualcuno che scrive o è un lavoro di squadra? E' sempre facile suonare in una band? Immagino che non sarete sempre d'accordo su tutto...

Il processo di stesura cambia di volta in volta. Il pezzo può nascere dall’idea di un singolo e venire sviluppato e modificato (talvolta rivoluzionato) dal gruppo. Questo dipende dallo stato e dall’efficacia dell’idea originaria. Pensare in quattro non è facile. Le discussioni sono inevitabili ma quando si raggiunge un buon risultato c’è molto spirito di appartenenza al progetto.

C'è un momento in particolare della vostra carriera che è stato importante per voi o un ricordo a cui siete particolarmente affezionati?

Da quando abbiamo iniziato a suonare la cosa più emozionante è sempre stata esibirci davanti alla gente, il legame che si instaura nella band al momento della performance live è sicuramente una cosa speciale, per cui è ovvio che ricordiamo con molto piacere ogni nostro concerto, in particolare il primo concerto con l'attuale formazione, sicuramente non è stato il migliore in quanto a qualità, ma è quello a cui siamo più affezionati. Inoltre ricordiamo con piacere le ore passate chiusi in studio di registrazione quando a causa dell’assenza di ossigeno vengono fuori versi, battute, e comportamenti discutibili.

Immagino che per un gruppo la dimensione live e il contatto con il pubblico siano fondamentali. Com'è la situazione in Italia basandovi sulla vostra esperienza personale? Ci sono spazi adeguati e sufficienti? Ci sono abbastanza occasioni che consentano ai giovani musicisti di potersi esibire e farsi conoscere?

Il nostro modesto parere è che la situazione in Italia potrebbe essere molto migliore di così. I locali si adeguano alla richiesta. La mentalità deve cambiare, ma la colpa è solo degli italiani. Non esiste in questo paese (almeno non in maniera allargata) la cultura di andare nei locali ad ascoltare band emergenti. Purtroppo è anche vero che spesso la proposta (nell’ambito rock) non è così allettante. Esistono tuttavia tante band che vale la pena di ascoltare ma che non beneficiano della stessa attenzione che otterrebbero in altri paesi.

In generale quali sono altri problemi che una band alle prime armi o un giovane artista si trova a dover affrontare per cercare di raggiungere il suo obiettivo?

C’e ne sono vari. C’è l’aspetto economico: fare musica costa. Non è sempre detto che risparmiare abbassi il livello del prodotto che si offre, ma sicuramente ti preclude alcuni canali importanti, come tv, radio e recensioni.
E c’è il problema di come promuoversi da soli, farsi da manager non è una cosa facile. In questo momento è indispensabile pensare che non basta scrivere canzoni pazzesche, bisogna anche far si che qualcuno le ascolti, le condivida, le critichi.

Secondo voi, oggi come oggi, è pensabile decidere di fare il musicista e basta nella vita? Senza scomodare gli artisti da classifica, si riesce a vivere solo andando in giro a suonare nei locali?

In Italia per vivere suonando devi suonare parecchio e avere una certa visibilità. Come in tutti i lavori è difficile ma trovo sia inutile lamentarsi. Siamo in un paese che non offre molto, se lo sai e ci provi lo stesso, sai a cosa vai in contro. Nessuna sorpresa.

Parliamo di etichette. Avete un contratto, siete in cerca, meglio l'autoproduzione, che lascia maggior libertà all'artista..?

Non abbiamo un contratto, ma come già detto abbiamo la fortuna di avere uno studio, questo ci permette di abbattere i costi di produzione. Anche l’etichetta non è un problema, Cristiano ha fondato una etichetta per le sue produzioni, quindi sicuramente per il momento siamo più alla ricerca di una distribuzione e promozione del nostro lavoro.

Si usa ancora dare la caccia al discografico per lasciargli la demo oppure oggi come oggi strumenti come MySpace, che consentono di arrivare direttamente al pubblico, pensate che siano mezzi più veloci ed efficaci?

Si fanno entrambe le cose, tenendo sempre a mente che il mercato è in crisi e che è saturo di proposte. Il confronto diretto con il pubblico è fondamentale, ma lo è altrettanto quello con gli addetti ai lavori.

Visto che parliamo di MySpace allarghiamo il discorso alla tecnologia in generale. Molti additano internet come la bomba che farà saltare in aria il mercato discografico. Storia vecchia. Voi vi siete fatti un'idea a riguardo? Sono più i vantaggi o gli svantaggi?

Non sapremmo rispondervi con precisione. Al giorno d’oggi internet permette una diffusione più estesa e più rapida, nel nostro caso specifico, della nostra musica. Abbiamo la possibilità di metterci in relazione diretta col pubblico… la cosa paradossale è che questo è allo stesso tempo uno degli svantaggi più grandi, visto l’enorme numero di band e artisti che affollano la rete. Pensiamo che il problema sia emergere da questo oceano di proposte (per’altro parecchio valide per buona parte). In ogni caso crediamo che internet e nello specifico myspace, siano un ottimo punto di riferimento per i fruitori di musica, vista la facilità di reperire informazioni sui concerti e la possibilità di ascoltare i brani dell’artista.

Sappiamo che dagli esordi ad oggi i Nouloho hanno cambiato pelle diverse volte. Volete raccontarci quali sono stati i passaggi di questa evoluzione, sia nella line up del gruppo che musicalmente parlando?

I Nouloho siano stati molto vicini allo scioglimento in seguito alla rivoluzione di line up. I problemi che abbiamo avuto vanno dall’incompatibilità di prospettive e idee di vita diverse. Il cambiamento di pelle è in parte dovuto al fatto di essere una nuova band rispetto agli esordi, avendo cambiato due quarti del gruppo. Il cambiamento di genere è un risultato diretto di questo ma anche una scelta artistica. La cosa importante è fare quello che ti piace.

Quali sono i motivi che nel corso degli anni hanno portato a questa voglia di rinnovamento?

Abbiamo iniziato con la ferma decisione di dedicarci a un genere musicale ben preciso. Questo limitava moltissimo la stesura dei pezzi che a volte venivano addirittura forzati verso una direzione definita.
Col cambio di formazione ci siamo messi a lavorare su qualunque idea ci passasse per la testa, con il risultato di avere a oggi una produzione più ampia, più varia e che sicuramente esprime con maggior fedeltà la partecipazione di ognuno alla fase creativa.

In questo preciso momento, agosto 2009, guardandovi alle spalle e ripercorrendo tutto il percorso artistico intrapreso finora, come vi rapportate al lavoro svolto nella prima fase della vostra carriera? Vi piace ancora? Suonate ancora quei pezzi? Col senno di poi cambiereste qualcosa?

Diciamo che per il momento la prima parte della nostra storia c’e la siamo lasciata alle spalle, non abbiamo solo ricordi belli di quell’esperienza, ma da alcuni errori abbiamo imparato molto. Sicuramente abbiamo imparato a gestirci meglio.
A oggi non ascoltiamo quasi mai i nostri vecchi pezzi ma ci piacciono ancora. Quello che facevamo in ogni caso rispetta ancora il nostro ideale di musica. Cambi i vestiti ma sotto la pelle è quella.

Parliamo un po' del vostro ultimo EP? Come suona? Cosa si deve aspettare un nostro lettore che domani decide di ascoltarselo?

E’ il primo lavoro della nuova formazione, sicuramente si sentono le nuove influenze e che le idee si stanno affinando ma non sono ancora completamente chiare. E’ sicuramente un lavoro dal punto di vista della produzione di buona qualità e del quale siamo molto fieri. Per una scelta iniziale, i pezzi sono tutti in inglese, mentre ora stiamo lavorando su alcuni pezzi anche in italiano.
Per la sua diffusione abbiamo scelto il download gratuito, sicuramente poco efficace per le nostre casse, ma da la possibilità a chiunque di avere il nostro Ep.
L’album che stiamo preparando suonerà ancora meglio. Quello che possiamo dire è che chi ascolta i nostri pezzi si deve aspettare buona musica, semplice, diretta e grintosa.

Progetti a breve e lungo termine?

Stiamo lavorando per ultimare la scrittura e le registrazioni del disco, nel quale ci saranno sicuramente alcuni pezzi dell’ep ri-registrati e ri-arrangiati.
Abbiamo in programma di realizzare il video-clip dell’ultimo pezzo uscito dallo studio, “Belzebù”, il nostro primo pezzo in italiano.
Infine stiamo sondando il terreno per dedicarci finalmente a un intensa attività live.
Parecchie persone ci contattano per chiederci di andare a suonare nelle loro città e ci piacerebbe accontentarne la maggior parte.

 

Per info: www.myspace.com/nouloho

 

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