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Intervista a Le Canne di Sampei - a cura di Bugs!

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Ciao ragazzi, prima di tutto grazie per aver accettato il nostro invito. Allora, partiamo con una presentazione veloce: quanti siete, chi siete, che ruoli avete all'interno del gruppo, cosa suonate...

Un fiorino! Definita la parte economica, possiamo affermare di essere un eterogeneo gruppo di otto persone (per ora), di cui 6 musici e 2 contorsionisti costumati. A volte uno dei musici diventa costumato, a volte due musici si costumano, più spesso si scostumano, a volte cantano completamente costumati, a volte parlano irreparabilmente scostumati. A volte, tutto insieme. Alle tastiere il frizzante Ifi, alla Chitarra l'eclettico Claudio, al basso l'irrefrenabile Maury, alla batteria il ritmico Macho, ai costumi i poliedrici Cava e Kea e alle voci gli spumeggianti Giorgia e Addrush.

Ci volete raccontare quando e soprattutto come è nata l'idea di un progetto così particolare come quello delle Canne di Sampei?

Era il lontano duemila... due, credo, ma se lo ricordassimo perfettamente non sembrerebbe così lontano. La tempesta imperversava superba in quella notte particolarmente buia, illuminata soltanto da un paio di lampadine (al tempo il risparmio energetico non era ancora così diffuso) sul cranio di Maury e Addrush, che dopo alcune intime e reciproche confidenze scoprirono di avere questo comune desiderio: esporsi al pubblico ludibrio in modo Definitivo. Inseguivano entrambi da tempo il platonico desiderio di cantare e suonare le sigle dei cartoni animati che tanto li appassionarono in gioventù, talvolta più le sigle degli stessi cartoni, e così fu deciso. Iniziò la ricerca di alleati altrettanto disturbati da cimentarsi con gaudio in cotal impresa e - dopo alcuni anni di sperimentazione e di aggiustamenti - videro la luce finalmente le Canne di Sampei ("Canne" per gli amici) come oggi le conoscete. L'idea era quella di fare musica e spettacolo, ma sull'entità di questo metafisico "Spettacolo" ancora non v'era certezza. Finché un giorno 3 allegri amici vennero a trovarci vestiti rispettivamente da Goldrake, Mazinga e Daitarn: ogni esitazione sparì e prese forma finalmente il tipo di spettacolo che andavamo cercando.

Una curiosità: come mai proprio Sampei? Tra tutti i personaggi dei cartoni animati c'è un motivo in particolare per cui la scelta è ricaduta proprio su di lui o semplicemente vi suonava bene il nome?

Mah, Sampei è un po' il simbolo di una mantovanità che trae la forza della sua tradizione nelle pratiche antiche della pesca e del... Ok, effettivamente l'irrefrenabile Maury ebbe l'ennesima illuminazione e coniò il nome, talmente perfetto da non temere obiezioni né rivali: il ragazzo pescatore sarebbe stato il nostro vessillo e noi i suoi fanti.

Come musicisti avevate altre esperienze alle spalle o quella con le Canne di Sampei per voi è la prima volta in una band?

Ti ringraziamo calorosamente per la domanda, il solo fatto che vi sia venuto il dubbio ci riempie di genuino orgoglio. Dividiamo le voci: un ricco passato di idiozia è il sostrato comune che ci lega e ci sostiene, ma effettivamente la maggior parte di noi ha sempre coltivato la musica, altri si sono improvvisati e poi hanno approfondito al meglio delle loro possibilità. Esistono probabilmente acerbe registrazioni della giovane formazione in cui tale divario di esperienza urla con la forza della disperazione tutta la sua perentoria esistenza.

Non vi è mai venuta voglia di mettervi alla prova su qualcosa di diverso, magari suonando pezzi vostri?

Se ci è venuta voglia, abbiamo fatto il possibile per tenerlo nascosto. È d'uopo ammettere che una certa esigenza di pezzi "classici" si fa sentire, spesso per assonanze musicali o per la formazione personale di ognuno, ma la questione viene in genere risolta "citando" i pezzi (o i generi) all'interno comunque di sigle. Il nocciolo della questione in realtà è che sarebbe difficile staccarsi da un repertorio come il nostro, erroneamente definito un "genere": non esiste il genere "sigle", le sigle per loro natura spaziano dal rock al metal, dal country al blues passando per reggae fino alla musica elettronica cosiddetta "Unz Unz". Un repertorio che permette di spaziare sia musicalmente, sia sul versante dello spettacolo, con le acrobazie di Cava e Kea e i siparietti di Giorgia e Addrush. Suonare un "genere", uno di quelli codificati, dopo aver provato questo risulterebbe incompleto, non appagante.

Musicalmente parlando le vostre cover come sono? Si attengono in maniera abbastanza fedele all'originale o sono rivedute e reinterpretate in una chiave particolare o con arrangiamenti alternativi?

Le nostre cover sono ovviamente reinterpretate: laddove nelle originali c'erano sovraincisioni di voci e strumenti, orchestre polifoniche e cori bulgari, chiniamo il capo e cerchiamo la "nostra strada". L'eclettico Claudio, che non si accontenta di arrangiamenti semplicistici, trova sempre il modo per "portare a casa il pezzo" con dignità. Poi talvolta, d'improvviso, tra i rumori confusi della sala prove una voce squilla sopra le altre con la frase "Ma... e se quel pezzo lo facessimo così?". E via, si tenta una nuova strada; a volte funziona, a volte no, ma quando funziona ci si sente come se avessimo posizionato il nostro piccolo mattoncino nella grande muraglia del mondo delle sigle.

Nei vostri spettacoli poi non c'è solo musica. C'è animazione, c'è coinvolgimento del pubblico... Raccontate ai nostri lettori com'è strutturato un vostro spettacolo e magari approfittiamone per spiegare in due parole a chi non lo dovesse sapere cos'è il cosplay?

Hai detto bene “spettacolo”, ci piace pensare alle nostre esibizioni come qualcosa in più che a un semplice concerto di sigle, che poi ci si riesca sempre è un altro paio di maniche. Per questo oltre alle canzoni che hanno fatto la storia dell'animazione, fanno capolino sul palco, in divertenti rivisitazioni, molti di questi stessi eroi che danno vita a gag esilaranti e siparietti improbabili per grandi e piccini, interagendo con la band in quanto tale e spesso con il pubblico presente. Cosplay è infatti la contrazione di due termini inglesi “costume” e “player”, e indica quella categoria di appassionati che crea autonomamente costumi, armi e bagagli dei loro personaggi preferiti, presi a prestito da cartoni, video games, manga,film, telefilm e quant'altro. I nostri due animatori sono a tutti gli effetti dei cosplayer, ma durante lo spettacolo capita anche ai cantanti o ai musicisti di indossare a loro volta imbarazzanti costumini propedeutici al pezzo. Se volete farvi del male e avere per maggiori informazioni a riguardo vi rimando al sito della nostra cantante http://www.giorgiacosplay.com, campionessa mondiale ed esperta conoscitrice del fenomeno.

C'è un momento del vostro percorso che è stato particolarmente importante per voi o un ricordo a cui siete molto legati?

Momenti importanti, parecchi: ogni volta che qualcuno tra il pubblico si avvicina a fine concerto e con il sorriso stampato in faccia ci dice "Mi sono divertito di brutto!", ci si scoglie come gelati dimenticati in macchina ad agosto (prima del 15). Ma l'esperienza che tutti ricordiamo con particolare emozione è sempre il concerto a Suzzara (in provincia di Mantova) nel 2005. Era il primo, vero, grosso concerto che ci capitava di fare. Suzzara ospitava ospiti molto importanti, nomi di un certo rilievo, e un palco di quel tipo incuteva un sacro e reverenziale rispetto. Era il primo anno che sperimentavamo in modo completo l'unione musica + animazione, e quell'evento ci aveva dato la possibilità di studiare a fondo la loro integrazione. E andò bene. Ovviamente, eravamo lungi dall'essere perfetti, ma l'unione delle sigle all'animazione tratta dalle stesse era vincente: il pubblico rideva, partecipava, cantava, e poi rideva di nuovo. Scesi dal palco volavamo su nuvolette di euforia (che notoriamente non puzza).

Qual è quella sigla che quando la suonate, detto in parole povere, viene giù il locale?

Probabilmente il Muppet Show, quando abbiamo finito e presentiamo i componenti del gruppo, ogni volta un'ovazione pazzesca che non ci sappiamo spiegare. Se invece vogliamo essere proprio precisini, il nostro cavallo di battaglia è il robot ad energia solare eco-sostenibile, eco-compatibile, eco-doppler ed ecologico per definizione, quello che circola anche con le targhe alterne, il testimonial della campagna energetica “M'illumino di meno”, insomma il mitico Daitarn 3...e non solo perché durante l'esecuzione del brano fa capolino questo gradito ospite, o perché le nostre groupies improvvisano sgambettanti balletti di un certo livello col pugno alzato,ma per un piccolo ibrido che rende il pezzo, come dire, alternativo.

C'è un pezzo a cui gli spettatori sono particolarmente affezionati?


Si, certamente, al mitico ladro Lupin, in tutte le sue versioni! Peccato solo non sia nel nostro repertorio... dettagli… Poi la cosa è molto personale perché ognuno di noi si è affezionato al personaggio con il quale aveva piu affinità sia maschile o femminile a seconda del caso.

Siamo curiosi di sapere che cosa vi piace ascoltare o suonare quando non siete sul palco: quali sono i vostri gusti musicali e se queste influenze in qualche modo si possono ritrovare anche nelle vostre cover quando invece siete sul palco.

Non vi accontentate di un sempreverde "mah, ascoltiamo un po' di tutto"? Ovviamente, essendo in 8 se dovessimo elencare tutto ciò che ascoltiamo diventerebbe una lista del tipo "i 500 migliori album della storia della musica", per cui ci limitiamo a dire che i binari comuni su cui scorre il trenino delle Canne è genericamente Pop-Rock, con varie influenze che irraggiano da questo cuore condiviso.

Tutti i musicisti e le band con cui abbiamo parlato fino ad ora ci hanno dipinto uno scenario non molto positivo della situazione "live" nel nostro paese. Pochi locali che danno fiducia ai giovani, poche occasione per farsi conoscere. Per voi, che suonate un genere un po' fuori dagli schemi, la situazione è migliore?


La situazione nel nostro intero paese è drammatica, sotto ogni punto di vista, per cui sarebbe davvero poco educato per la situazione "live" essere da meno. Premettiamo che le Canne di Sampei sono in regola, ma lo scenario è noto a tutti: esistono limitazioni sia per chi suona sia per chi ospita tali per cui *legalmente* (a livello dilettantistico s'intende) non sarebbe possibile suonare MAI. Con la compiacenza di alcuni esercenti e di uno stato bravo a far regole che non applica, si suona ugualmente. E meno male, se possiamo aggiungere, ma a prezzo di una scarsissima proposta musicale e una povera innovazione. È altresì noto che la musica live "amatoriale" in Italia è fondata sulla birra: più l'oste ne vende, più amerà il gruppo che ha reso possibile la vendita, più aumentano le possibilità di essere richiamati e conosciuti. Questo ovviamente vale per le coverband, i gruppi che fanno musica propria hanno vita grama e una strada continuamente in salita: hanno pochissime possibilità di farsi conoscere e ancora meno di suonare. Ma questa è un'altra storia. Le Canne di Sampei sono formate da ragazzi che hanno condiviso quel periodo magico in cui i cartoni animati e le prime serie televisive spopolarono nelle varie emittenti nazionali, e si rivolgono ad un pubblico di loro pari: gente che ha ascoltato Pop e ROck e le loro icone per tutta la giovinezza, ed ora si emoziona quando gli ricordiamo che nella sua fanciullezza ha amato alla follia altri personaggi e altre musiche. Il genere funziona, è per famiglie ma anche per ragazzi, per coppie, per bambini soli o male accompagnati, per vecchietti che in assenza di liscio si godono lo spettacolo, per Lui e per Lei, per Loro, per chi suona la campana, un po' per tutti. Forse era difficile da proporre 10 anni fa, ma ora il nostro spettacolo si autoalimenta dei successi che tutti i gruppi nostri "colleghi" sperimentano continuamente in tutte le occasioni. Forse non tutti sanno che - infatti - i gruppi che condividono questa scelta musicale da un paio di dozzine all'inizio del nuovo secolo sono diventati più di 80.

Aspettative e progetti a breve e lungo termine?

Ci son vari aspetti. Per dirne uno, avremmo in mente le Vacanze. Con una formula geniale eppure apparentemente banale: ognuno dove gli pare, con chi gli pare. Stiamo ancora studiando i dettagli ma può funzionare.

Ancora grazie mille e in bocca al lupo per tutto!
 

Intervista

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Le Canne di Sampei

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