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Shellac - Dude incredible

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Shellac - Dude incredible

Etichetta: Touch and Go

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E’ proprio il caso di dirlo: dudes, incredible, è uscito il nuovo album degli Shellac! Gag malriuscita a parte, ogni nuova fatica discografia della band di Steve Albini, ormai da buoni vent’anni, culto assoluto nel panorama del rock “andergraund” mondiale, è per me un piccolo evento. Quinto album lungo, sempre per la leggendaria Touch and Go di Chicago, l’album riscatta, a mio avviso, il deludente precedente lavoro, “Excellent Italian Greyhound”, un disco che trovai pieno di troppi silenzi scenici, sprovvisto di appeal e ispirazione. Qui invece, gli ingredienti tipici che noi fan di lunga data aneliamo, ci sono tutti, a partire dalle volute chitarristiche minimali della title track, che a metà canzone offre una ripartenza da brivido, ai ritmi cadenzati con fugaci esplosioni di Compliant e All the surveyors, scandite dal basso granitico di Bob Weston e la zoppicante, secca batteria di Todd Trainer. E poi l’irruente You came in me e le sincopi ritmiche di The people’s microphone, tutto all’insegna della solita genuina ruvidezza, resa con perizia magistrale nella registrazione ( dato che due elementi su tre, sono prima che musicisti, ingegneri del suono dalla carriera scintillante). Archiviata la quasi ovvietà dell’ultimo pezzo, Surveyor, per il suo riff e andamento irregolare, sentiti fin troppe volte in questa declinazione, mi rimane da dire solo che, a questo punto, urge vederli (per l’ennesima volta) dal vivo al più presto.

[Luigi Malara]

 

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