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Heretic’s Dream

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Un'interessante chiacchierata con Frencesca Di Ventura, la voce della band, che ci ha parlato del percorso del gruppo, della loro avventura all'estero e soprattutto di "Walk the time", il loro ultimo lavoro uscito da qualche settimana

Gli Heretic’s Dream, ovvero Francesca Di Ventura (voce), Andrej Surace (chitarra), Carlo Nicolucci (chitarra), Maurilio Di Stefano (batteria/flauto), Jacopo Greci (basso), nascono in Inghilterra nel 2010, anno in cui Andrej e Francesca attraversano la Manica per stabilirsi nel Regno Unito. Qui nasce l'idea di mettere un piedi una rock band. Le influenze musicali sono molto eterogenee, e vanno dalle varie forme di Death Metal e hardcore per Andrej al pop/goth/rock per Francesca. Iniziano a comporre i primi pezzi che sono caratterizzati da un sound non facilmente etichettabile, unico e originale.
Negli anni si sono susseguiti diversi musicisti all'interno della line up del gruppo, sia italiani che inglesi, e ognuno a suo modo ha lascitao un'impronta nella storia del gruppo.
Il 2012 è stato l'anno dell’uscita dell'album di debutto degli Heretic’s Dream, "The unexpected move", registrato a Febbraio 2012, per l'etichetta Videoradio Edizioni Musicali & Discografiche. Il cd è stato ben accolto sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori, e i pezzi del disco sono stati trasmessi da diverse emittenti radiofoniche italiane, inglesi e canadesi.
A marzo 2013 poi è uscito il singolo “Chains of blood”, featuring Gabriele Bellini. Il 4 ottobre invece la band ha pubblicato “Outcasted”, il secondo singolo contenuto nal nuovo album degli Heretic’s Dream, "Walk the time", disponibile nei negozi dal 15 Ottobre 2013, sempre su etichetta Videoradio, e distribuito da SELF. Si tratta di un disco molto importante per il gruppo perchè segna un punto di svolta nell’evoluzione artistica della band che, con questo lavoro, cerca di rivolgersi ad un pubblico sempre più ampio. Un prodotto generato dalla capacità della band di spaziare dal thrash metal, al goth, al progressive, al pop metal.
Abbiamo chiesto a Francesca Di Ventura, vocalist degli Heretic’s Dream, di parlarci di quest'album, del percorso artistico del gruppo, della loro esperienza inglese e di molto altro.  [B!]


Ciao ragazzi, benvenuti su Andergraund! Allora, raccontate un po' ai nostri lettori chi sono gli Heretic’s Dream. Quando è nato il progetto, come vi siete incontrati?

Grazie, è davvero un piacere. Ancora prima di mettere piede sul suolo inglese, appena ci fu comunicato che per lavoro sarei stata trasferita con la famiglia vicino Londra, Andrej (il chitarrista, mio compagno) ed io cominciammo a cercare in rete elementi per formare una band lassù. All’inizio proponevamo i pezzi scritti con la band in cui militavamo a Roma prima di partire, ma ben presto iniziammo a comporre pezzi nuovi. Nel 2011 avevamo raggiunto una line-up stabile, con Rick Sivier al basso e Mr.T alla batteria, ma di questa formazione non eravamo pienamente soddisfatti. Provavamo i pezzi nuovi ma qualcosa non “girava” nel verso giusto. Quando abbiamo arruolato Emiliano Baccini al basso e Maurilio Di Stefano alla batteria, finalmente The unexpected move, il nostro primo album, ha preso forma. Questo line-up ha visto un’epoca fortunata per la band, ancor più da Maggio 2012 quando Carlo Nicolucci si è unito alla compagine. Oggi il talentuoso Jacopo Greci ha preso il posto di Emiliano al basso e tra qualche giorno presenteremo un nuovo volto alle pelli....si tratta di Daniele Cortese, capacissimo batterista il cui battesimo ufficiale tra gli Eretici avverrà venerdi 13 dicembre, al Brancaleone di Roma.

L'Inghilterra, e Londra in particolare, quanto ha influito sul vostro sound e sulle vostre scelte artistiche nel corso degli anni?

Direi nulla! Se avessimo lasciato che Londra influenzasse il nostro sound ci sarebbe di certo una vena punck/grunge mentre se c’è un genere che manca nella variegata lista di quelli che tocchiamo con la nostra musica è proprio quello. A Londra dobbiamo tantissimo in termini di opportunità live, calore del pubblico, coesione tra le band, ma purtroppo o per fortuna la musica per noi è una necessità di espressione del nostro mondo interiore che raramente va a braccetto con le mode del luogo e del momento.

So che il gruppo nel corso del tempo ha subito diverse trasformazioni e cambi di line up. Come prende queste defezioni chi rimane? E vedendo la questione dal punto di vista opposto, cosa portano i nuovi innesti in termini di nuove idee e di rinnovamento. So che c'è un pezzo del vostro ultimo disco, "Connections", che parla proprio di questo...

Alcune dipartite sono state traumatiche, come quella di Emiliano, e ora di Maurilio. Quella di Carlo poi, di cui parla il pezzo da voi citato, a pochi giorni dall’inizio delle registrazioni del nuovo disco, un vero colpo al cuore....Per fortuna Carlo ha avuto un ripensamento (per altro sperato e quasi “previsto” nel testo del pezzo), e la perdita di Emi e Maurilio ha permesso l’entrata di due musicisti - ed esseri umani- fantastici, Jacopo e Daniele. Del resto, in qualsiasi aspetto della vita, gli eventi vanno inquadrati in una prospettiva più ampia e contestualizzati nel tempo, per cui un evento che ieri appariva tragico può rivelarsi nel tempo propedeutico a qualcosa di buono. Inoltre, sia con Emi che con Maurilio l’amicizia rimane, e soprattutto a Maurilio, che ha scelto di concentrarsi in modo esclusivo sulla sua carriera di flautista, auguriamo tutto il meglio. Di sicuro ciascun elemento porta con sè il proprio mondo, il proprio approccio alla musica. Un esempio per tutti, l’influenza di James Benardout alle pelli da Novembre 2012 a Marzo 2013 è distintamente percepibile in brani come Chains of blood o Shockwave.

Ecco, visto che abbiamo citato il vostro nuovo album, buttiamoci subito sull'argomento. Da qualche settimana è uscita la vostra ultima creatura, "Walk the time". Cosa ci potete di questo disco? Cosa rappresenta per voi questo traguardo?

Dal punto di vista della produzione è un po’ un riscatto, in quanto l’album precedente era stato criticato (a buon diritto direi) proprio per mixing e mastering. Peccato perchè le idee, i brani, erano alquanto interessanti, infatti non escludiamo in futuro una rimasterizzazione. A livello compositivo è decisamente il frutto di un anno travagliato, come avete visto in termini di line up, ed anche a livello personale....Essendo la musica la nostra via di espiazione, di catarsi, di redenzione, ci abbiamo messo dentro le nostre paure, i nostri peccati, le nostre speranze, i traguardi e i fallimenti, i tradimenti, le delusioni ma soprattutto la consapevolezza che nell’amicizia e nell’amore per la musica c’è la nostra forza.

Il disco è uscito a metà ottobre, quindi immagino che avrete già registrato delle prime reazioni ai nuovi pezzi. Come stanno andando le cose? Siete soddisfatti di come il disco è stato accolto?

Molto, soprattutto dall’estero stiamo ricevendo ottime recensioni. In Italia assistiamo allo scisma dicotomico: il recensore di turno o ci adora alla follia o ci odia completamente! Alcuni inneggiano alla versatilità per il pezzo folk, altri all’orrore in un disco metal! Per ora i pezzi live proposti sono stati accolti ottimamente, e a questo teniamo particolarmente.

Da un punto di vista del sound c'è stata un'evoluzione piuttosto importante. Rispetto al vostro disco precedente, "The unexpected move", il vostro primo lavoro ufficiale, che differenze ci sono, e quali sono invece le peculiarità del vostro stile che sono rimaste costanti?

Il brano n. 3 del nuovo disco, “Behind the mirror”, è il link col vecchio disco: dark/prog. La mancanza di un sound ben definito e’ la nostra caratteristica, che forse e’ anche piu’ marcata nel nuovo disco: da un brano all’altro non sai cosa aspettarti, e questa e’ la mossa inattesa che definisce la nostra identita’ musicale. Con buona pace del team che lavora per noi, dall’ufficio stampa (Safe&Sound), alla booking agency (House of Ashes), a cui è affidato l’arduo compito di posizionarci sul mercato...

I pezzi generalmente come prendono forma? Chi li scrive, testi e musica?

I pezzi finora sono nati quasi tutti da un riff di Andrej. I testi li ho sempre scritti io ma in quest’ultimo album c’è un testo di James Benardout (“The broken silence”) e due testi di Andrej (“Believing in you” e “Dreams falling”). All’arrangiamento hanno sempre collaborato tutti gli elementi della band.

Mi sembra degna di nota l'importanza che date ai testi dei pezzi, e ho trovato molto interessanti alcune delle tematiche che avete affrontato nel disco. Si tratta fondamentalmente di un disco piuttosto introspettivo. E' sempre così semplice e naturale mettere a nudo i propri sentimenti e mostrare anche alcuni lati più intimi del proprio carattere e della propria personalità?

Purtroppo (o per fortuna) io non riesco a scrivere se non come se parlassi allo specchio con me stessa. Questo mi espone ai giudizi della gente, ma credo crei anche un legame e aiuti l’ascoltatore a relazionarsi meglio anche con il sound. Non mi e’ mai interessato apparire perfetta, nessuno lo è (tranne i prodotti musicali americani), desidero esprimere il mio lato umano sperando che le mie storie siano quelle di molti altri, e che questo disco sia un viaggio personale che ciascuno compie partendo dalle mie esperienze ma rapportandole alle proprie, in modo introspettivo e intimo.

Ci sono dei pezzi che da diverse angolazioni analizzano la società in cui viviamo, troppo spesso ostile e superficiale. Penso ad esempio ad "Outcasted", che tra l'altro è il vostro ultimo singolo, e a "The next level". Perchè è così difficile poter essere se stessi in questo determinato contesto storico? Cosa ci porta a non accettare quello che è diverso da noi?

La società, a partire da piccoli nuclei come la famiglia, detta a volte incosapevolmente delle regole sulla base di ciò che è largamente ritenuto “buona norma” o peggio ancora “cool”, eppure un atteggiamento che oggi è ritenuto “riprovevole” può non esserlo stato in altri contesti storici, un esempio per tutti (senza alcuna considerazione personale ma solo come dato di fatto) alla omosessualita’ oggi in Italia e ai tempi dei romani. Mantenersi saldi nei propri valori ma flessibili mentalmente per continuare a farsi domande e’ la vera sfida. Essere omologati solo per compiacere gli altri non paga, ne’ apporta nulla alla evoluzione della specie, che si alimenta proprio delle diversita’, delle eccezioni.

Ci sono un paio di pezzi che in maniera molto diversa, uno dal punto di vista del figlio, "Chains of blood", l'altro dal punto di vista del genitore, "Before the storm", provano ad analizzare il legame, così forte e così controverso, che si crea appunto tra genitori e figli. Cosa ci potete dire a riguardo?

Che è proprio come lo avete appena definito: forte, controverso. Complesso, doloroso e appagante insieme. A mio personale parere si risolve nella capacita’ di accettare la necessita’ naturale del gap generazionale, nella accettazione che un figlio non e’ una nostra appendice ma un essere a se stante, portatore di alcuni geni che sono il legame imprescindibile ma al tempo stesso un elemento con una propria collocazione nel contesto sociale che potrebbe non rispondere alle nostre aspettative. Per i propri figli si vuole sempre il meglio, e dei propri genitori si cerca sempre il compiacimento. Solo che il meglio non siamo noi a poterlo decidere, e paradossalmente il compiacimento del genitore viene dal vedere un figlio essere se stesso.

E poi, rimanendo nell'ambito delle emozioni umane, impossibile non parlare dell'amore. Però nei vostri pezzi non lo fate da un punto di vista classico. Vi soffermate molto sulle conseguenze negative del sentimento. Si parla principalmente di esperienze finite male, di delusione e di tradimento. E' nei momenti difficili che viene fuori la vera forza di un rapporto?

Ma quant’è interessante questa intervista! Si, è proprio così: amare quando l’altro meno lo merita, perché quello sarà il momento in cui ne ha più bisogno.

Avete in programma dei live per portare in giro questo nuovo album? Avete già cominciato un tour ed eventualmente ci saranno altre date?

La promozione è iniziata ufficialmente ad ottobre, con la presentazione del singolo, ma avevamo iniziato a proporre alcuni pezzi del nuovo disco gia’ da aprile, qua e la’ tra i brani del vecchio disco. Ora il rapporto si e’ chiaramente capovolto, e frammezziamo il nuovo album con un paio di pezzi vecchi, ogni tanto. A dicembre siamo al Brancaleone di Roma (venerdi 13) e al Circus di Firenze (venerdi 20), per lo showcase della Underworld Collection II del Meastro Gabriele Bellini di cui fanno parte 2 nostri brani. A gennaio saremo al Teatro Ordigno di Rosignano in acustico con i grandiosi Eldritch (sabato 4 gennaio). Poi al Closer di Roma (venerdi 17). Abbiamo una data fissata a febbraio in Italia ed una a Londra a marzo, ma se siete curiosi visitate il nostro sito 

Visto che abbiamo parlato di concerti voglio tornare un secondo sul fatto che voi avete questa sorta di doppia cittadinanza italiana e inglese, per chiedervi quali differenze principali avete riscontrato, se ne avete riscontrate, tra l'Italia e il Regno Unito? Da tutti i punti di vista, live, predisposizione da parte del pubblico ad accogliere le novità, supporto mediatico...

Londra ti accoglie a braccia aperte se vuoi suonare: i locali, anche per la legge dei grandi numeri, disposti a darti una slot sono molteplici. Si va dal piccolo pub di quartiere alla vera e propria music venue, ma paradossalmente anche in luoghi cult come l’Underworld, l’O2 Academy, il Cargo, il Monto Water rats, non esiste presenza di media! A Roma nei locali trovi sempre almeno un giornalista, un fotografo, un reporter di un blog. Se non avessimo avuto i nostri fotografi personali (il nostro fotografo ufficiale è il bravissimo Cristiano Proia) non avremmo avuto scatti professionali dei nostri live. Per contro, all’estero si respira un’aria di solidarieta’ tra le band e di coinvolgimento del pubblico in cui l’Italia e’ tristemente latente.

Concludo chiedendovi quali sono i vostri piani futuri, se già ne avete. Avete già pensato a quali saranno i vostri prossimi passi e su quali progetti vi piacerebbe focalizzare le vostre energie, a breve e lungo termine?

A breve termine certamente i live. Ci siamo affidati recentemente alle sapienti mani della House of Ashes, la booking con cui abbiamo firmato poche settimane fa. Credo sia difficile fare piani a lungo termine: il terzo disco ci sara’ se e quando vi saranno le condizioni. Prima tra tutte quella di avere qualcosa da dire cha ancora non sia stato detto, altrimenti che senso ha...

Ragazzi, grazie mille per la bella chiacchierata e per la disponibilità, e in bocca al lupo per tutto!

Grazie a voi!

 

 

Gli Heretic's Dream sul web:

www.hereticsdream.com
www.facebook.com/pages/Heretics-Dream/229362950413489
www.youtube.com/channel/UCx8wnBbkIsO3jUxLk1I-dBg

 

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