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Da qualche settimana è uscito "Sottopelle", l'album d'esordio dei Libra, interessantissima band capitolina dal sound veramente originale. Abbiamo chiesto al gruppo di parlarci di questa loro creatura e anche di altro. Da non perdere!

I Libra sono Iacopo Sinigaglia (Voce, Synth), Gian Marco Ciampa (Chitarre, Synth), Alberto Paone (Beat & Pelli), Federico Russo (Basso, Synth), e sono un'interessantissima band che arriva dalla capitale. Il loro sound è originalissimo, un elettro-minimal dal respiro internazionale, e i loro pezzi sono tutti cantati in italiano. A maggio 2013 è uscito "La Calma", il primo singolo uffivciale della band che ha anticipato di qualche mese la pubblicazione del loro disco d’esordio. Il videoclip, presentato in anteprima sul sito de La stampa, ha ottenuto un buon successo e un gran numero di visualizzazioni. E anche i riscontri positivi da parte degli addetti ai lavori non hanno tardato ad arrivare, e con essi anche le prime interviste radiofoniche. Rolling Stone li ha definiti una rivelazione a metà strada tra canzone d'autore ed electro.
“Sottopelle” è l'opera prima dei Libra, uscito lo scorso 7 novembre, accompagnato dal secondo singolo estratto dal disco, “Zoe”.
Abbiamo chiesto ai ragazzi di raccontarci del loro primo album e non solo nell'intervista che segue. Alla prossima! [B!]

 

Ciao ragazzi, benvenuti su andergraund.it! Per cominciare volete raccontare ai nostri lettori chi sono i Libra? Cosa fanno, da dove vengono e come è cominciato il loro percorso?

I Libra sono quattro musicisti ‘smanettoni’ e un po’ ‘malinconici’, come ci hanno definito , che vengono tutti da Roma nord-est. Abbiamo sempre suonato e studiato anche insieme per anni poi abbiamo deciso di intraprendere questo progetto tutti insieme e da lì è scattata la scintilla che ha portato ai Libra!!

La vostra proposta attuale è molto originale e fuori dai classici schemi. Sono curioso di sapere se avevate esperienze alle spalle con altre band ed eventualmente di che tipo di progetti si trattava? E qual è stata la molla che ad un certo punto vi ha spinto a volervi avventurare in questo territorio quasi inesplorato?

Veniamo da generi differenti che hanno spaziato un po’ ovunque dal pop all’alternative-rock però quando ci siamo resi conto tutti insieme che in fondo l’unico linguaggio che ci univa veramente era la sperimentazione, specie quella dell’elettronica, abbiamo provato ad unire due mondi che ci sembravano così distanti da essere alla fine quasi simili ed è stata la scelta che poi ha portato a questo album.

Ho letto sulle vostre bio che avete tutti una preparazione molto solida, tutti quanti avete anni di studio alle spalle, e presumo che di conseguenza avrete anche una certa cultura musicale. Quali sono i vostri punti di riferimento principali? Ci sono artisti o gruppi che hanno influenzato in particolar modo la musica dei Libra?

Gli artisti che maggiormente ci hanno influenzato si riducono in realtà a pochi nomi che hanno messo d’accordo tutti e quattro, ad esempio gruppi come Radiohead ,The XX, o solisti come James Blake, Apparat sono le sonorità che di sicuro rihanno rappresentato ed influenzato maggiormente, poi ovviamente ‘mostri sacri’ della musica elettronica come Massive Attack, o Boards of Canada rimangono punti di riferimento che abbiamo sempre tenuto presente e vivi nei nostri ascolti.

Veniamo al sodo, ed entriamo un po' più nello specifico di "Sottopelle", il vostro album d'esordio, uscito da pochi giorni. Che cosa rappresenta per voi questo disco, quanto siete soddisfatti del risultato e delle prime reazioni da parte degli addetti ai lavori? So che avete avuto pareri molto favorevoli dalla stampa.

Per noi ’Sottopelle’ è la fine di un percorso importante e rappresenta compiutamente il bisogno che avevamo di esprimere senza mezzi termini il nostro punto di vista sulla realtà che ci circonda, e sotto questo aspetto sentiamo di aver ottenuto il risultato che speravamo. I primi feedback positivi ci hanno riempito di gioia, ma soprattutto ci spronano a lavorare sempre più duramente per sviluppare sempre meglio l’idea che c’è dietro a questo progetto e che rappresenta il nostro obiettivo principale.

Quello che proponete è un sound molto particolare, minimale, dal respiro decisamente internazionale, caratterizzato da suoni elettronici molto ricercati che si uniscono a testi molto importanti, tutti in italiano, nei quali affrontate tematiche che denotano una grande sensibilità. Come ha accolto invece il pubblico la vostra proposta? Sicuramente offrite qualcosa di abbastanza inconsueto se consideriamo il panorama musicale italiano, alternativo e non.

Sapevamo sin da subito che questa strada intrapresa avrebbe rappresentato una scommessa, però pensiamo anche che ormai la musica elettronica e il suo modo di parlare rappresentino più il presente che il futuro della musica, ed effettivamente raccogliendo i primi pareri, anche dei non ‘addetti ai lavori’, abbiamo visto che dopo uno spiazzamento iniziale lentamente questo linguaggio entrava a far parte anche di loro. Di certo non è un genere che colpisce o cattura al primo ascolto ma la musica d’altronde va apprezzata poco alla volta per rimanere veramente.

Gli arrangiamenti dei dieci pezzi che figurano nella tracklist di "Sottopelle" sono tutti molto essenziali. È per lasciare più spazio possibile alla sperimentazione e ai beat, oppure è un modo per dar maggior rilievo e catalizzare l'attenzione sui testi?

È stata un po’ l’unione di queste due cose, per noi i testi hanno una posizione fondamentale nell’architettura di un pezzo e di sicuro cerchiamo sempre di valorizzarli il più possibile, però la necessità è stata anche un’altra: abbiamo visto che ‘svuotando’ gli arrangiamenti si arriva più direttamente a quello che si vuole trasmettere e alcuni suoni o beat che compaiono magari una volta sola diventano tasselli di un puzzle che va scoperto poco alla volta, con attenzione…

Ho notato che una delle tematiche maggiormente ricorrenti nei testi di "Sottopelle" è lo scorrere inesorabile del tempo e la maniera in cui questo tempo viene riempito. C'è un continuo invito a riprendersi il proprio tempo, e impegnarlo nella maniera più appropriata, e a vivere ogni istante pienamente e consapevolmente. Cosa ci potete dire a riguardo?

Il tempo ha un significato e un valore molto importante. Essere padroni del proprio tempo è veramente difficile ai giorni nostri, sappiamo solo correre e poche volte ci fermiamo a pensare per dare valore ai minuti che viviamo. È quindi un invito a "vivere" il nostro tempo piuttosto che a farlo passare e basta. Noi con le nostre canzoni ci proponiamo di farlo, sperando che la gente si dedichi di più a se stessa mettendosi un paio di cuffie e viaggiando insieme a noi e alle atmosfere della nostra musica.

Un altro pezzo che mi ha colpito particolarmente è "Vortice", perchéaffronta una tematica delicata come quella della droga affrontandola in maniera delicata e originale. Vi va di parlarcene?

In realtà "Vortice" ha un significato molto aperto e personale. Ognuno ci vede dentro la propria ossessione, ciò che ti salva dalla vita di tutti i giorni e che allo stesso tempo ti porta via con sé. Ognuno di noi ha le sue ossessioni, molto diverse e complesse: alla fine però siamo tutti trascinati dentro al Vortice.

Da un punto di vista un po' più tecnico come nasce la vostra musica? Ci sono dei ruoli e degli schemi consolidati o è tutto molto spontaneo e molto variabile? Quanto cambiano i vostri pezzi dalla prima stesura alla versione definitiva? Immagino parecchio...

In realtà questi 10 brani che compongono il nostro disco sono molto simili a come sono nati originariamente. Diciamo che noi cerchiamo di fare un lavoro in sala dove viene proposta un'idea, magari solo un beat o magari molto completa, ed ognuno di noi poi cerca di dare il suo contributo. La finalizzazione dei brani poi viene fatta in studio insieme al nostro produttore Antonio Filippelli, dove più che altro facciamo un lavoro dedicato molto alla creazione e alla scelta dei suoni, che nella nostra musica hanno un valore molto importante, anzi fondamentale.

Del vostro primo singolo, "La Calma", su YouTube si trovano alcune versioni alternative. Come sono nati questi remix e queste collaborazioni?

Esattamente, si trovano quattro REMIX! Diciamo che sono collaborazioni nate molto spontaneamente. Facendo musica elettronica ovviamente il mondo dei remix ci affascina, ed è stato molto interessante vedere come il nostro pezzo potesse assumere quattro vesti completamente differenti, visto che i quattro dj provengono da stili e generi molto diversi. È stato un esperimento ben riuscito, e non è detto che in futuro non si possa ripetere...

Avete in programma delle date per presentare dal vivo i pezzi di "Sottopelle"?

Il disco è appena uscito, dopo averlo presentato al Lanificio di Roma stiamo proprio in questi giorni organizzando delle date per presentarlo anche live in giro per l'Italia! Seguiteci sui nostri social network (FACEBOOK: www.facebook.com/libraofficial), e presto le annunceremo!

Altri progetti a breve e lungo termine?

Adesso siamo molto concentrati sulla promozione del disco appena uscito, per ora quindi ci stiamo concentrando molto sull'aspetto dello show live. Questo aspetto per noi è molto importante perché crediamo che il live sia la dimensione più adatta per entrare a contatto con la nostra musica e con le sue sensazioni.

Ragazzi, abbiamo finito. Grazie mille per il tempo che ci avete dedicato e in bocca al lupo per tutto!

Grazie mille a voi e crepi il lupo!


I Libra sul web:

libraofficial.tumblr.com
www.facebook.com/Libra.Official
twitter.com/libraofficial
www.youtube.com/user/LibraOfficialTube

 

 

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