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GLi Swell99 sono sulle scene già da parecchi anni, ma conservano ancora oggi, a distanza di anni, la stessa freschezza e lo stesso entusiasmo delle origini. A maggio è uscito "Life" il loro ultimo lavoro, e "Non è la fine" è il loro ultimo singolo in uscita in questi giorni

Gli Swell99 sono una rock band di Macerata in attività dal 1999, come facilmente intuibile dal nome. La loro musica è fondamentalmente rock, un rock dalla doppia anima, che si divide tra classic rock, old school, e post grunge.
Per i primi anni della loro carriera si dedicano anima e corpo a suonare ovunque, il più possibile. Nel 2007 poi arriva l’incontro col produttore Andrea Mei, che è stato tastierista dei Gang e autore per i Nomadi, e con lui iniziano a lavorare al loro primo disco. Nel 2009 finalmente esce "Comunicazione", la loro opera prima. L'album è molto apprezzato e permette agli Swell di togliersi parecchie soddisfazioni e ottenere diversi riconoscimenti. All'uscita del disco segue un'intensa attività live che porta i ragazzi anche ad aprire i concerti di artisti importantissimi come Vasco Rossi, Verdena, caparezza, Velvet, Quintorigo, The Fire, 24 Grana e Marla Singer.
Lo scorso 21 maggio è uscito per Plindo eLabel il loro nuovo album “Life”, che celebrail ruolo che la musica e la “vita da band” svolgono per gli Swell99. Il disco è stato lanciato dal singolo "Urlo", mentre di recente è uscito il nuovo estratto dal disco "Non è la fine".



Ciao ragazzi, benvenuti su andergraund! Vi va di raccontarci brevemente chi sono gli Swell99? Da dove vengono, come e quando si sono incontrate le loro strade e quali sono state le tappe più importanti del loro percorso come band?

Siamo innanzitutto 5 amici, da sempre legati per qualche motivo (di parentela o conoscenza in comune), che nutrivano gli stessi gusti musicali, da lì è nato tutto. Sono molti anni ormai che condividiamo la musica come Band e direi che le tappe più importanti sono state segnate proprio dai momenti in cui la crescita personale di ognuno di noi come musicista e come uomo, ha potuto tradurre in “note” la fine di ogni percorso di ricerca, mettendole a disposizione della Band, trasformandole in una delle tante canzoni che insieme abbiamo scritto.

Mi ha colpito il fatto che tra la nascita del progetto e la pubblicazione del vostro primo album siano passati ben dieci anni. È un bel po' di tempo! Quali sono stati i motivi di questa lunga gestazione?

Il nostro è stato un percorso di crescita molto graduale. All’inizio, come ogni Band, portavamo in gloria e come bandiera della nostra causa (quindi nei LIVE) molta della musica che ci ha da sempre unito e rappresentato, la migliore musica di Seattle degli anni ’90;
Abbiamo da sempre avuto una fortissima tendenza a scrivere musica inedita e quindi dalle cover abbiamo fatto questo passo e deciso di dedicarci alla musica propria ma pur sempre con fortissime influenze derivanti dal sound di Seattle. Siamo stati per molto tempo paragonati e definiti copie di quelle Band e questo non ci piaceva. La nostra evoluzione, le nostre contaminazioni musicali con i generi di ultima tendenza, tutte messe insieme, hanno portato ad un distacco dai primi tempi, alla composizione di moltissime canzoni che però, in fila come quelle presentate in un disco non avevano un’identità ben precisa, per questo ci è voluto l’aiuto di qualcuno con più esperienza che ci indirizzasse alla scelta ed alla correzione di quelli che sarebbero stati scelti come i pezzi di “Comunicazione”. Nel frattempo varie compilation ed Ep ci hanno dato un assaggio di quello che sarebbe stato fare un vero e proprio CD.

C'è un momento in particolare del vostro percorso come band che ricordate con piacere? Avete avuto parecchie soddisfazioni e riconoscimenti nel corso della vostra carriera. O un incontro. Ho visto che avete diviso il palco con nomi veramente importanti: Vasco Rossi, Verdena, Quintorigo, Verdena, Caparezza... Giusto per citarne alcuni.

Ricordiamo l’adrenalina prima di uscire davanti ai 40.000 prima di Vasco. Nessun timore, solo tanta carica. Moltissima ammirazione per l’entourage, veri professionisti, molto preparati. Ci portiamo dietro il ricordo di una giornata particolarmente stimolante dove abbiamo imparato molto di come si vivono i LIVE a quei livelli.

"Life" è la vostra ultima fatica, uscita lo scorso maggio. Quanto siete soddisfatti del risultato? Cosa rappresenta per voi questo disco e come sono andate le cose? Avete avuto delle reazioni positive?

Rappresenta un altro importante passo verso una maturità musicale che abbiamo desiderato fortemente, in modo ossessionante direi, dal preciso istante in cui abbiamo ascoltato per prima volta “Comunicazione”, la Nostra prima fatica. Ricordo ancora il preciso istante in cui ci siamo guardati in faccia con Rocco e abbiamo detto allo stesso momento “il prossimo sarà fottutamente Rock ‘N Roll”. Il primo lavoro in Studio è stato seguito da Andrea Mei (ex tastierista della Gang e produttore dei Nomadi) dal quale abbiamo imparato MOLTISSIMO ed al quale vogliamo veramente bene ma l’impronta data è stata molto Pop e noi non siamo Pop. Siamo Rock.
LIFE è un po’ questo, la voglia di far ascoltare qualcosa di più potente, veramente Rock, nei suoni e nelle composizioni, qualcosa di completamente diverso dal primo lavoro. Seppur non al 100% originale, siamo soddisfatti del nostro sforzo.

Rispetto al vostro album precedente, "Comunicazione", del 2009, ma anche rispetto a quando avete cominciato, come si evoluta la vostra musica e come vi trovate cambiati come musicisti e come band?

Siamo più vecchi e l’età porta esperienza, molti LIVE e molto studio a casa. Quando abbiamo iniziato, la conoscenza dello strumento e della musica era di molto inferiore a quella che ognuno di noi vive ora…se per anni fai sempre lo stesso, suoni sempre gli stessi pezzi e non studi, se non ti metti alla prova come singolo musicista, se non sei curioso e ti accontenti, non evolvi. Come musicisti quindi, siamo tutti cresciuti per cui anche la Band ne ha risentito positivamente…diventa tutto una sorta di “automatismo produttivo” eccitante.

Da qualche giorno è uscito il vostro nuovo singolo, "Non è la fine". Si tratta del terzo estratto da "Life". Cosa ci potete dire del pezzo?

Il pezzo è la prova che anche con 3 note ma con un testo (in Italiano) NON banale (leggetelo!!!) ed una buona melodia, si può avere una grande canzone. Di LIFE ci sono state molte recensioni ed in tutte “Non è la fine” è stato menzionato con piacere. Sicuramente il fatto che sia cantato in Italiano ha il suo peso ma quando hai l’ispirazione puoi scrivere velocemente qualcosa di bello (la canzone è nata nel sonno e ricordo Carlo raccontare di essersi alzato ed aver scritto testo e musica)

Come nesce la vostra musica e come scegliete i pezzi da inserire nel disco? Avete molto scarto? Generalmente cambiano molto i pezzi tra la prima versione e quella definitiva che troviamo nel disco?

Si porta un Riff in sala prove e gli altri partono al seguito (è quell’automatismo produttivo di cui parlavo prima). A volte si arriva con più parti o addirittura (come “Non è la fine”) con il pezzo completo e le idee già molto chiare. I ruoli nella Band sono ben definiti: Sappiamo bene che le chitarre si incroceranno in un determinato modo, senza che l’una dia fastidio all’altra durante la strofa ed unendo le forze nel RIT. Creando “il muro”…quindi se una delle due parte in un modo, l’altra si adatterà alla perfezione…Basso e Batteria sono uno Standard…sono il motore della Band….”la certezza”.
Le nostre canzoni si modificano anche nell’arco di due anni….non importa neanche se nel disco sono state registrate in un modo…se riteniamo che possano “brillare” di più aggiungendo o togliendo delle parti o cambiandone altre, lo facciamo e basta.
Come tutte le Band, ci sono alcuni brani che suoniamo per molto tempo LIVE e che poi vanno a finire nel disco e quindi hanno la possibilità di essere modificate nel tempo, altre invece (come “Talk”, “Angels”, “Life”) che nascono in sala prove e poi vengono registrate nel disco ma che LIVE non vengono suonate e che magari vengono riadattate per essere portate nei palchi.
Ricordo che quando abbiamo registrato le chitarre di “LIFE” molti riff e soli sono stati modificati o aggiunti durante i lavori in corso…

"Life" è un vostro personale omaggio alla musica e alla vita da band. Cosa ci potete dire di questo? Voi suonate insieme veramente da un sacco di tempo, quasi quindici anni! Come si fa dopo tanto tempo a mantenere lo stesso entusiasmo e gli stessi stimoli degli inizi? Qual è il vostro segreto?

Il nostro segreto è uno solo: L’AMORE PER LA MUSICA, la COERENZA con quello che siamo e la COSTANZA. L’amicizia c’è e ci sarà sempre, quella è indistruttibile e ci ha aiutato a rimanere insieme anche nei periodi più difficili.


Quant'è importante il momento del live per crescere e maturare come band? Pensate che al momento in Italia ci siano spazi sufficienti e adeguati per poter proporre la propria musica? Rispetto a quando avete iniziato quanto si è fatta sentire la crisi? Trovate delle grosse differenze?

Il LIVE è tutto. E’ il fondamento che muove tutti coloro che iniziano a fare musica in una Band. In Italia, ma non solo, il Live è in forte crisi…pochi club per tante Band. In Europa e Nord America siamo tutti nella merda, in Sud America ancora si salvano…le cose sono cambiate moltissimo rispetto a quando abbiamo iniziato, prima si vedeva uno spiraglio di Luce…Club, eventi e manifestazioni dovunque…ora siamo alla frutta.

Cosa ci potete invece di PLindo eLabel? Come è nata la vostra collaborazione e quant'è importante poter lavorare in assoluta libertà?

La collaborazione con Plindo è nata mettendo a disposizione in free download un nostro brano per i frequentatori della loro piattaforma web. Abbiamo iniziato a seguirci a vicenda, fino a che hanno iniziato l’avventura della elabel, ci siamo candidati ad entrare nel roster ed è andata bene. Plindo che ha creduto in noi, Plindo ha speso il suo tempo per sponsorizzare la causa degli Swell99 e ci ha fatto capire che lavorare in libertà significa accordarsi senza false promesse o troppe pretese

Negli ultimi anni la tecnologia ha radicalmente modificato il mondo della musica underground. iTunes e i social network sono stati un vera e propria rivoluzione. Rispetto a quando avete cominciato ne sono cambiate parecchie di cose. Com'è cambiato il modo di fare e promuovere la propria musica? Quali sono i pro e i contro?

E’ tutto molto relativo. La musica promossa attraverso i nuovi canali ad altissimo livello tecnologico, rischia di arrivare più velocemente e più facilmente alle orecchie delle persone giuste….addirittura di tutti ma, non sei il solo e migliaia di Band fanno la stessa cosa. In passato era tutto diverso, tutto più lento, venivano premiate altre caratteristiche quali i LIVE performance e sognavi di comparire nelle recensioni di qualche rivista di settore o qualche compilation…ora tutto questo non c’è più.

Per concludere non mi rimane che chiedervi cosa bolle in pentola. Quali sono i vostri progetti a breve e lungo termine?

Alcuni di noi vorrebbero già lavorare al nuovo disco per rinnovare un po’ la scaletta, altri vorrebbero approfondire l’attuale disco e rinnovare la scaletta attraverso i pezzi già scritti ma suonati poco…tutti stiamo lavorando per prenotare date e rifare da spalla a qualche “grande”. Tutti stiamo lavorando per modificare l’insonorizzazione della sala prove…

Ragazzi, grazie mille per la disponibilità e alla prossima!

 

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