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Mario Bargna

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Il musicista lariano ha da poco pubblicato "Monsieur Danton", il primo brano estratto dall’album "L’atomo e l’amore", in uscita nei primi mesi del 2014. Una bella chiacchierata in cui abbiamo parlato con lui del cd in uscita, del suo percorso e di molto altro

Mario Bargna, classe 1981, è un musicista originario di Intimiano, un piccolo paese della provincia di Como. Fin da piccolo coltiva la sua passione per la musica, e comincia in tenera età a prendere lezioni di piano. Qualche anno più tardi il regalo di una chitarra acustica a dodici corde farà esplodere in lui la passione per questo strumento.
Nel 1998, mette in piedi la sua prima band, i Bravi Ragazzi, con la quale ottiene i suoi primi live nelle scuole, alle feste e nei locali del comasco. I ragazzi suonano principalmente cover di gruppi punk rock, ma cominciano ben presto a comporre a a suonare anche pezzi propri. Subito dopo arrivano anche i primi demo e le prime partecipazioni a contest per band emergenti.
Qualche tempo dopo entra a far parte dei Succo Marcio. Nel 2000 i ragazzi vengono invitati a salire sul palco dai Green Day durante un loro showcase ai Magazzini Generali di Milano. Il video dell’esibizione comincia a fare il giro del web e delle televisioni e accende i riflettori sul gruppo. Comincia così l'ascesa dei Succo Marcio, che diventeranno in breve tempo una delle realtà più apprezzate della scena underground italiana. Con i Succo, Mario pubblica tre album e vive le sue prime esperienze mediatiche di rilievo. Nel giugno 2005 la band si esibisce sul main stage dell’Heineken Jammin Festival, dividendo il palco con artisti del calibro di Green Day, R.E.M. e Garbage.
Nell’autunno 2006 cresce in Mario la voglia di sprimentare e di esprimere il suo lato più cantautorale. Prende il via ufficialmente la sua avventura da solista che culmina, nel febbraio 2008, con la pubblicazione di “Prova a prendermi”, il suo primo album. Il disco ottiene un buon successo di pubblico e attira l'attenzione degli addetti ai lavori.
Nel marzo 2009 termina definitivamente l'avventura dei Succo Marcio, causa dissonanti progetti per il futuro. Un duro colpo per Mario, che però ne approfitta per buttarsi a capofitto nella sua avventura in solitaria.
Nel 2012, dopo un paio d'anni di assenza dalle scene, finalmente Mario torna a pensare alla sua musica. Lo scorso 8 ottobre 2013 è uscito il singolo "Monsieur Danton", il primo brano estratto dal suo nuovo album “L’atomo e l’amore”, in uscita nei primi mesi del 2014. Il disco segna il ritorno artistico di Mario a sei anni di distanza dal suo primo album solista. Abbiamo parlato con Mario di questo nuovo singolo, del video che lo accompagna, del suo percorso artistico e di molto altro. Alla prossima!  [B!]  



Ciao Mario, benvenuto su andergraund. Per cominciare raccontaci quando e com'è nata la tua passione per la musica?

Ciao a voi, è un piacere conoscervi! All'età di 8 anni, i miei genitori mi regalarono una tastiera musicale e mi iscrissero, senza mai forzare, a lezione di pianoforte. Fu amore vero, si dagli albori che, con il passare degli anni, nell'età adolescenziale, si trasformò in una sana e travolgente passione.

Ti va di raccontare ai nostri lettori molto velocemente le tappe principali del tuo percorso artistico? Un percorso per altro molto ricco.

Fondamentale fu l'acquisto della mia prima chitarra elettrica. Incominciai suonando cover rock/punk d'oltreoceano con amici. Una volta presa dimestichezza con lo strumento, iniziai ad appuntare le mie prime canzoni e da lì a poco, decisi di formare una band, i “Bravi Ragazzi”, con cui vissi le mie prime esperienze discografiche ed artistiche, esibendomi nei locali, scuole e festival, del circuito comasco. Scrivevo già molto in quel periodo. Da lì a poco, entrai a far parte nel ruolo di chitarrista/voce, nella band di mio cugino, i Succo Marcio. Durante gli anni delle scuole superiori, portai avanti parallelamente ed intensamente i due progetti. La mia settimana era meravigliosa, così suddivisa: Lunedì, prove Succo Marcio / Martedì, prove Bravi Ragazzi / Mercoledì, prove Succo Marcio / Giovedì, prove Bravi Ragazzi / Venerdì, concerto / Sabato, concerto / Domenica, concerto. Dal 1997 al 2006, feci circa 600 concerti, in tutta Italia. I sacrifici erano tanti ma mettevo sempre anima e corpo in tutto ciò. Man mano arrivarono anche molte soddisfazioni, le esperienze artistiche e mediatiche erano sempre più numerose, fino a toccare l'apice nell'estate del 2005, quando con i Succo Marcio, fummo invitati ad esibirci all'Heineken Jammin Festival di Imola con Green Day e Rem davanti ad un immenso pubblico. L'anno successivo, dopo un ennesimo bellissimo tour a cura di Milano Concerti (Live Nation), sentii l'esigenza di intraprendere un percorso artistico diverso. Il mio modo di scrivere era cambiato e con molta naturalezza, si delineò in un progetto da solista. Nel 2008 ci fu l'esordio del mio primo singolo "Seguimi sulla A14", seguito poi da un secondo singolo "Morrison Hotel" e dalla pubblicazione dell'album "Prova a prendermi", prodotto esecutivamente da Toto Gatti, ed artisticamente da Umberto Iervolino con Enrico Palmosi. La promozione del disco mi portò in tutta Italia, un tour a cura di Barley Arts e ulteriori bellissime esperienze mediatiche. Terminato il lavoro su "Prova a prendermi", ho continuato a scrivere ed oggi mi ritrovo qui, pronto a pubblicare "L'atomo e l'amore", un nuovo album in cui credo moltissimo, rigorosamente autoprodotto con tanti sacrifici.

Un momento in particolare del tuo cammino artistico o qualche incontro che ricordi con particolare piacere o che ti ha segnato come musicista e come persona? Hai avuto il piacere di dividere il palco con nomi impressionanti…

Ricordo troppi momenti, oguno con il suo significato e il suo insegnamento da cogliere. Umanamente, importante fu l'incontro con il discografico Toto Gatti, che negli anni della mia adolescenza fu per me datore di lavoro, manager e nel complesso, lo fece trattandomi come un figlio. Artisticamente, le tante esperienze vissute con Alberto Fortis, che io considero come un padre artistico, sono quelle da cui ho tratto più soddisfazioni. Il momento in cui, dopo un concerto al Teatro Sociale di Como, Lucio Dalla, accettò in regalo e commentò il mio primo cd-singolo, "Seguimi sulla A14", rimane tra i miei ricordi più vividi.

L'esperienza coi Succo Marcio sicuramente ha rappresentato un momento importante e fondamentale della tua carriera. Cosa ti porti dietro di quell'esperienza, oltre a un massiccio bagaglio di ricordi e soddisfazioni? Quanto è stato importante quel periodo per crescere e maturare come artista?

È stata decisiva e ringrazio spesso Dio di avermi concesso tutto questo. Io grazie all'esperienza con i Succo, ho vissuto un’adolescenza meravigliosa ed unica, piena di stimoli ed emozioni sotto tutti i punti di vista. Auguro un’esperienza similare a chiunque approcci in modo sano all'arte e in generale alla vita.

Cosa ti ha portato ad un certo punto a volerti aprire anche alla carriera solista? E che differenze ci sono, nel bene e nel male, tra il lavoro in solitaria e l'essere parte di una band?

Il mio modo di vivere la musica e di scrivere si stava di fatto evolvendo. Parallelamente purtroppo, per diversi progetti, alcuni componenti dei Succo, si stavano allontanando. L'impegno, la passione, la dedizione sono fondamentali e, quando si suona in una band, bisogna dare molto ma bisogna anche pretendere il dovuto. Quando in una catena, un anello cede, la catena si spezza. Non avendo più certezze, ho deciso per forza di cose di buttare tutte le mie energie su un nuovo progetto e di farlo da solo. Personalmente, sono molto affezionato all'atmosfera e la vita da band, mi manca molto il poter condividere questa passione con dei carissimi amici. L'unica differenza positiva sostanziale è che il lavoro in solitaria ti permette di essere più personale, di contro invece, ce ne sono molti, concreti ed astratti. Detto questo, tornerei anche domani in sala prove per costruire qualcosa di nuovo con i Succo.

Veniamo al motivo principale per cui siamo qui. Da poco è disponibile online il video del tuo nuovo singolo "Monsieur Danton". Ce ne vuoi parlare brevemente a ruota libera? Quando è nato e cosa rappresenta per te?

Monsieur Danton è una piccola metafora della vita. L'ho raccontata attraverso gli occhi di un bizzarro quanto semplice showman francese che gira il mondo dedicando la sua vita alla felicità degli altri. Proprio nel momento di maggior sconforto, Danton, trova un motivo per essere anch'esso felice. In un momento storico così difficile, io mi aggrappo alla semplicità, alla poesia, alla voglia di romanticismo.. che per me rappresentano la certezza di essere vivo.

Il pezzo è molto radiofonico e orecchiabile e penso che piacerà ai tuoi estimatori. Hai già avuto qualche feedback?

Per il momento, è stato davvero emozionante seguire l'esordio di Danton in rete e tra i media. Essendo un lavoro completamente autoprodotto, è quasi come quando un padre ed una madre, vedono il frutto del loro amore, compiere i primi passi. L'affetto dimostrato dai i miei fan, dai media che mi hanno appoggiato e da alcuni addetti ai lavori, mi ha davvero infuso il giusto entusiasmo per andare avanti. Ora farò del mio meglio per valorizzare il lavoro, consapevole che l'autoproduzione in Italia è davvero difficile e non porta molto lontano ma che, in fin dei conti, ti regala soddisfazioni enormi.

Del brano è stato realizzato anche un video, realizzato da Karmatroopers e diretto da Andrea Bonfanti. Cosa ci puoi dire della sua realizzazione?

Andrea Bonfanti è stato fondamentale nella concretizzazione del videoclip. Ha saputo cogliere tutte le sfumature di Danton e valorizzarle al meglio. Sin dal primo ascolto, Andrea si è dimostrato sulla mia lunghezza d'onda ed il suo approccio al lavoro, è stato davvero professionale. Girarlo è stato un’esperienza unica, io personalmente mi sono commosso a fine riprese. Devo ringraziare molto Andrea per l'impegno, amici e famigliari per aver partecipato come attori e aiutato nel preparare i materiali di scena, il Comune e il Teatro Sociale di Como, che mi hanno permesso di ambientare il video in due teatri della mia città.

"Monsieur Danton" è un'anticipazione del tuo nuovo album “L’atomo e l’amore”, in uscita nei primi mesi del 2014. Puoi darci qualche anticipazione? Il singolo rispecchia al mille per mille quello che troveremo nel disco?

"Monsieur Danton" è una sfumatura, il giusto tramite tra il primo e questo nuovo album. "L'atomo e l'amore" è un disco molto variopinto, sia a livello di sound, sia a livello di scrittura.

Rispetto al tuo precedente (primo) disco da solista "Prova a Prendermi", uscito nel 2008, come si è evoluta la tua musica. Quali sono le differenze e quali invece i punti di continuità?

"L’atomo e l’amore" è un disco emotivamente diverso da “Prova a prendermi”. La differenza più evidente sta nella scrittura. Il tempo è trascorso e il mio modo di metabolizzare le emozioni è cambiato, di conseguenza anche quello di esprimere concetti. In questo nuovo disco vi è racchiusa la mia vera vena compositiva, ho cercato di valorizzare al meglio il legame sacro tra melodia e testo, di esprimere al meglio le mie emozioni e di renderle fruibili da chiunque. In collaborazione con Lele Battista, sensibilissimo produttore e cantautore, ho cercato anche di ‘allargare’ gli spazi ‘allargando’ il suono. Nel primo album, volevo che l’attenzione dell’ascoltatore fosse catturata dall’immediatezza dei brani. In questo nuovo lavoro invece, voglio cullare l’ascoltatore in modo che si affezioni man mano al mio mondo, rendendolo il proprio.

Il disco sarà autoprodotto da Neverending Music. Pro e contro dell'autoproduzione? Si è trattata di una ben precisa scelta di libertà artistica oppure si è trattato di una necessità dettata dai tempi che corrono?

Con i Succo Marcio, avevamo una politica ben precisa, quella dell'autoproduzione e della libertà artistica. Oggi come oggi, autoproducendomi, riscopro i veri motivi per cui sostenevo questa politica. Devo ammettere però che l'autoproduzione è davvero dura, ripaga mentalmente ed artisticamente ma pesa notevolmente sul progetto e non è alla portata di tutti. Oggi pubblicare un brano, giusto per farlo, è fattibile facilmente da chiunque con poche energie. Per fare un bel lavoro di produzione, concretizzarlo e valorizzarlo, invece ci vogliono moltissime energie, mentali ed economiche. Io ho cercato di fare del mio meglio, nelle mie umili possibilità e con tanti sacrifici, nell'ottica di rispettare prima di tutto la mia musica ed il mio percorso artistico ma, come scrivevo in una precedente domanda, l'autoproduzione in Italia, offre pochi sbocchi.

Cosa ci puoi dire del tuo incontro con Lele Battista? Qual è stato il suo apporto per la buona riuscita del disco?

Sono stato io a contattarlo, su consiglio di un caro amico, non che bassista della mia band, Beppe Fiori. Stavo facendo diversi ascolti tra addetti ai lavori per avviarmi alle registrazioni di un nuovo album e Lele, dopo aver ascoltato i miei provini, si è subito affezionato al mio progetto. Mi sono reso conto che il suo approccio mi piaceva molto, rispettoso, professionale e nello stesso tempo, molto vicino al pensiero dell'artista, essendo anche lui stesso un cantautore e musicista oltre che produttore artistico. Questo tipo di sensibilità, mi ha fatto quasi sentire ancora parte di una band, dove tutti condividono il proprio pensiero e lo amalgamano, lo fondono in un unico. A questo punto, scelti i compagni di viaggio: Valerio Ziglioli alla batteria, Beppe Fiori al Basso e Giorgio Mastrocola a dare varietà alle mie chitarre, siamo subito partiti con le registrazioni.

Pensi che ci sarà un tour per il lancio del nuovo album? Quanto è difficile per un giovane cantautore indipendente cercare di ritagliarsi degli spazi nel giro dei locali che propongono musica dal vivo? Ci sono vetrine sufficienti?

Il palcoscenico mi manca molto e sicuramente tornerò presto in tour. Gli spazi alla portata di tutti, sono davvero pochi, soprattutto qui a Como. Portare la propria musica in giro, dal vivo, è fondamentale ma i costi e le energie che comportano organizzare un tour serio, sono impensabili per un artista indipendente con una band a suo carico.

Altri progetti nell'aria, a breve e lungo termine?

A Dicembre, girerò il videoclip del secondo singolo estratto. Non vedo l'ora di trovarmi sul set, ancora con Andrea Bonfanti alla regia. Nel frattempo, vivo ciò che viene nella speranza di tornare presto in concerto e di trovare strada facendo, una sinergia discografica che si affezioni al mio progetto e mi aiuti a valorizzarlo con un minimo di promozione.

Mario, grazie mille per il tempo che ci hai dedicato e in bocca al lupo per tutto!

Grazie a voi, di cuore, per lo spazio concessomi. La promozione e la visibilità, sono fondamentali. A parte buttarmi nel grande ed immenso calderone di internet, non posso fare molto se non portare avanti al meglio questa mia grande passione.


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