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Odatto

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La rock band emiliana ha pubblicato da qualche settimana il suo secondo album omonimo, caratterizzato da un sound più morbido rispetto al passato. Una svolta verso l'HC nmelodico. Ne abbiamo parlato con loro

Gli Odatto sono una rock band nata a Parma nel 2004. Il progetto, che originariamente prende vita col nome Odatto Chernobil, viene concepito dalle menti di tre amici: Alberto Bocchi, Danilo Mazza e Alberto Papini. I tre cominciano a registrare i primi demo, "Quelli come noi..." e "Ovunque tu voglia andare". Nel 2009 si aggiunge al gruppo Davide Salaffi, la seconda chitarra, e il sound del gruppo inizia a spingersi verso sonorità sempre più metal hardcore. Nel 2010 gli Odatto Chernobil firmano con Oxygenate Production, e pubblicano il loro primo album, "Sanno che ci sei".
Subito dopo, con una new entry alla batteria, Luca Maestri, il gruppo comincia subito a lavorare a del nuovo materiale. I ragazzi provano a sperimentare, i nuovi pezzi si ammorbidiscono e il sound del gruppo diventa più punk, pur mantenendo alcuni dei tratti distintivi del loro percorso precedente. La band perde il suffisso Chernobil, e così, dopo un paio di singoli pubblicati nel corso dei mesi precedenti, nel settembre 2012 gli Odatto entrano in studio per cominciare a registrare i pezzi del loro secondo omonimo album, che vede la luce nell'ottobre del 2013, anticiapto dal singolo "Finirà Così".
Abbiamo parlato con gli Odatto del loro ultimo disco, uscito da qualche settimana, e di altro nell'intervista che segue. Alla prossima!


Ciao ragazzi, benvenuti su andergraund! Per cominciare vi va di raccontare ai nostri lettori che sono gli Odatto, quando è nato il progetto e come si è evoluto nel tempo?

Ciao! Gli Odatto sono nati da un gruppo di amici nel 2004, come band punk rock, nel corso degli anni, poi ci siamo evoluti , sperimentando e inglobando diverse influenze, fino a diventare quello che siamo ora..

Voi avete quasi dieci anni di attività alle spalle e ho visto che nel corso del tempo ci sono stati diversi rimpasti nella line-up del gruppo. Insomma, vi siete evoluti molto nel corso del tempo. La continuità è importante però cambiamenti di questo tipo penso che aiutano anche in termini di stimoli e siano sempre una buona iniezione di idee nuove. E’ così?

Certamente!, sia prima con l’arrivo di Salo, che poi con l’entrata di Master, abbiamo rimescolato bene le carte, continuando a fare quella che era la nostra musica, ma allo stesso tempo, aprendoci a nuove idee, nuovi modi di scrivere le canzoni.

Il cambiamento più grande forse è avvenuto proprio con la pubblicazione del vostro ultimo album. E’ cambiato in parte il vostro nome (è scomparso il suffisso Chernobil), e avete voluto intitolare il disco proprio come voi. Insomma, anche questo testimonia che si tratta di un lavoro molto importante per gli Odatto, e che segna una svolta decisiva. Cosa rappresenta per voi questo disco a questo punto della vostra carriera?

Per noi “Odatto”, rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo, rappresenta al 100% quello che siamo ora, per questo abbiamo deciso di intitolarlo semplicemente col nostro nome.
Abbiamo tolto il “Chernobil”, perché volevamo cambiare e avere un nuovo inizio con Master al basso, pur mantenendo la coerenza al progetto iniziale…

Quali sono stati i motivi principali che vi hanno spinto a compiere questo cambio di direzione?

Diciamo che ci sentivamo ancora molto legati agli Odatto, ma allo stesso tempo, volevamo dare un taglio netto e guardare avanti.

Dicevamo che il vostro sound è cambiato parecchio con “Odatto”. Rispetto ai vostri lavori precedenti cosa è cambiato e cosa invece vi lega al passato? Diciamo che quello che avete fatto in precedenza rimane ancora in parte nei nuovi pezzi, ma il cambio di direzione comunque è stato molto netto.

Questo album, lo vediamo piu a fuoco come scrittura dei pezzi, lo vediamo piu lineare e piu rock, rispetto a “SANNO CHE CI SEI”, che suonava molto veloce e squadrato. Nel nostro nuovo disco, abbiamo diminuito l’uso del growl/scream rispetto al passato, e abbiamo però ampliato gli assoli, riff e arrangiamenti di chitarra.

Un gran bel cambiamento non solo per voi ma anche per chi vi segue da tempo. Com’è stato accolto dai fan della prima ora questo disco? Avrete già avuto dei primi feedback immagino. Com’è cambiato, se è cambiato, il vostro pubblico nel corso degli anni e pensate che cambierà ancora adesso?

Fortunatamente il cambiamento è stato ben accolto anche da chi ci seguiva già da tempo, il feedback è positivo. Il pubblico è sicuramente cambiato dalla nascita del gruppo ad oggi, ma dall’uscita del primo disco il nostro target di pubblico sembra essersi consolidato.

Raccontateci un po’ come prende forma la vostra musica. Quali sono le dinamiche interne al gruppo per quanto riguarda la composizione della musica e la stesura dei testi?

La maggior parte delle canzoni nasce da una base con la chitarra acustica e la voce, poi cerchiamo poi di far funzionare tutto l’insieme una volta aggiunto il resto, per i testi invece l’apporto maggiore viene da Albe.

Com’è nata la collaborazione con IndieBox? Com’è lavorare con loro?

Abbiamo conosciuto indiebox quando per registrare il nostro primo disco "sanno che ci sei", andammo al living rhum studio di Giovanni Bottoglia... Penso siano le migliori persone che abbiamo incontrato fino ad ora, per quanto riguarda studio recording, promo ecc..

Dicevamo che voi siete sulla scena ormai da qualche anno. Che idea vi siete fatti del panorama underground italiano?

Che c’è tanta gente che si mette in gioco e crede in quello che fa, ma purtroppo pochi locali disposti a dare uno spazio a queste persone

La tecnologia in generale e soprattutto il boom di internet e dei social network negli ultimi anni ha senza dubbio rivoluzionato il modo di fare e soprattutto di diffondere la propria musica. Voi siete nati appena prima della grande esplosione di facebook, quindi avete vissuto sulla vostra pelle il periodo di transizione tra un’era e l’altra. Cos’è cambiato negli ultimi anni? Quali sono in generale i pro e i contro?

Negli ultimi anni è cambiato veramente tanto, soprattutto i mezzi di comunicazione e la possibilità di farsi conoscere dal mondo, pensiamo che questo sia un gran bene per la realtà underground, tutto questo porta ad avere un pubblico molto più vasto anche se molte volte più “freddo”.

Per concludere, attualmente avete delle date in programma per presentare dal vivo i pezzi del nuovo disco?

E’ un periodo un po incasinato, c’è qualche data appena fatta e tanti contatti tra band e locali ma per il momento nulla di confermato.

C’è qualcos’altro che bolla in pentola? Qualche anticipazione di qualche progetto che avete in cantiere?

Per il momento niente di definito, anche se stiamo già sperimentando cose nuove.

Ragazzi, grazie mille della disponibilità e un grosso in bocca al lupo per tutto!

Grazie a voi!! Un saluto
Odatto

 

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