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Ordem - The Quiet Riot

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Ordem - The Quiet Riot

Etichetta: Studiottanta Fortuna Records

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Arrivano finalmente alla tanto attesa prova del primo album gli astigiani Ordem, che hanno da poco dato alle stampe il loro disco d'esordio "The Quiet Riot". Prima di addentrarci un po' di più nell'analisi dell'album è doveroso precisare un paio di cose. Innanzitutto è importante sottolineare che il progetto ha preso forma parecchio tempo fa, nell'ormai lontano 1998 (per questo ho usato l'avverbio 'finalmente' parlando del fatto che si tratta del loro primo album), e che quindi stiamo parlando di musicisti maturi, esperti, con un certo bagaglio culturale alle spalle, e con un numero di concerti e partecipazioni a festival e manifestazioni musicali decisamente importante, dove hanno avuto la possibilità di conoscere e dividere il palco con nomi anche molto importanti della scena musicale italiana e internazionale. In quest'ottica va ascoltato e interpretato "The Quiet Riot", un disco che, lo dico fin da subito, probabilmente non passerà alla storia per originalità, per aver innovato un genere o creato dei linguaggi nuovi (e probabilmente questo non era nemmeno lontanamente nei pensieri del gruppo quando si sono messi a lavorare all'album), ma che è sicuramente un lavoro onesto, molto ben suonato, qualitativamente molto interessante, frutto di anni di duro lavoro e sacrifici, che rappresenta allo stesso tempo un importante traguardo e un punto di partenza per il gruppo.
"The Quiet Riot" è una sorta di Bignami che raccoglie tutto quello che di meglio, o di più rappresentativo, la storia del rock è stata in grado di regalarci nell'ultimo mezzo secolo. Mi ricorda un po' la mazzetta dei colori di un imbianchino, in cui sono raccolte, divise per colori, tutte le possibili sfumature che una tinta può offrire. In questo album c'è tutto, classic rock, grunge, hard rock, metal, indie, alternative, glam rock, blues rock, con anche qualche sconfinamento nel territorio del pop. Un disco che suona leggermente vintage e che comprende momenti rock più duri e diretti, atmosfere più pop e radiofoniche, in cui la melodia orecchiabile e briosa la fa da padrona, e parentesi più acustiche e raffinate, ballad intense e coinvolgenti, talvolta dalle venature un po' più dark e malinconiche, talvolta più solari e positive. Inutile fare dei nomi per cercare dei paragoni, sarebbero troppi e non risulterebbero molto efficaci in questo caso specifico per rendere l'idea del sound del gruppo, che è troppo eterogeneo per cercare di accostarlo a quello di altri.
I 13 pezzi che compongono la tracklist del disco, frutto di un impegnativo lavoro di selezione e di scrematura di tutto quel materiale che giaceva nei cassetti degli Ordem, sono tutti in inglese e parlano di esperienze e situazioni tratte dalla vita di tutti i giorni, a volte raccontate in maniera più diretta, altre in maniera più poetica e madiata attraverso l'uso di metafore ed espedienti letterari.
Le canzoni suonano tutte molto bene, e sono ricche di numerose belle parti strumentali. Un buon risultato che è frutto da un lato della grande esperienza dei musicisti come singoli oltre che degli anni passati e suonare insieme, che hanno affinato determinate dinamiche di gruppo e accresciuto la conoscenza reciproca (fondamentale per la buona riuscita di un disco), dall'altro del preziosissimo apporto del produttore Massimo Visentin, che è uno storico collaboratore di Paolo Conte.
In conclusione "The Quiet Riot" è un buon lavoro, trasversale, coerente, schietto e di buona fattura. Probabilmente non vi condurrà in mondi musicali inediti e inesplorati, ma sicuramente vi farà passare un'oretta in maniera piacevole e stimolante.

[diEFFE]


"The Quiet Riot" tracklist:

01. No life
02. The scent of lights
03. The quiet riot
04. Essential
05. Instant’s mind
06. Surrenders to rise
07. Brand new song
08. shine on
09. Everything
10. Mayf
11. Edges
12. Us
13. Waterlily

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