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Viva Lion!

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E' uscito da qualche mese "The Green Dot Ep", il disco d'esordio di Viva Lion!, brillante cantautore romano d'origine, ma anche statunitense e canadese d'adozione. Il suo primo album e non solo in un'intervista da non perdere!

Viva Lion! è lo pseudonimo dietro cui si cela un interessantissimo cantautore romano, molto attivo e molto conosciuto nella scena underground capitolina. Il progetto prende il via ufficialmente nel 2009, anno in cui il musicista si trasferisce in Canada e si avvicina definitivamente al folk, ma il suo percorso artistico ha radici ben più lontane, avendo suonato negli anni precedenti con una rock band.
Tornato in Italia la sua strada si incrocia con quella di Cosecomuni, l’etichetta dei Velvet, e per loro pubblica "The Green Dot Ep", il suo lavoro d'esordio, uscito lo scorso 25 gennaio. Il disco è prodotto da Pierluigi Ferrantini e Alessandro Sgreccia e masterizzato da Chris Fogal al Black In Bluhm di Denver. Si tratta di una sorta di concept album sul tema delle relazioni a distanza, ma del significato e della genesi dei pezzi ce ne parlerà più approfonditamente lo stesso autore tra poche righe. Ogni brano contenuto nel disco ospita una guest: Velvet, Roads Collide, Gipsy Rufina e Megan Pfefferkorn sono solo alcuni dei nomi.
Il primo singolo estratto dall'ep è "The Thrill"; del pezzo è stato realizzato anche un videoclip diretto da Il Polimorfo. Interessante anche il concept grafico dell'album, per il quale Viva Lion! si è avvalso della preziosa collaborazione del graphic designer Federico Antonini e della fotografa turca Ozge Sahin.
Viva Lion! ha all'attivo numerosi spettacoli dal vivo. Il cantautore ama anche esibirsi in contesti più raccolti e talvolta inusuali come piccoli club e abitazioni private. Lo scorso anno poi ha avuto la possibilità di partire un fotunato mini tour in California insieme a Claudio Falconi, chitarrista dei Grannies Club.
Non mi dilungo oltre, vi lascio in compagnia di Viva Lion! e vi do appuntamento alla prossima! [DF]


Ciao Daniele, grazie per il tempo che ci stai dedicando e benvenuto su andergraund. Ci racconti chi è Viva Lion!, come persona e come musicista? Facci un breve ritratto di te e della tua evoluzione musicale. So che in passato ti sei dedicato a progetti anche piuttosto differenti da quello attuale.

Grazie a voi! Viva Lion! è il nome che ho dato al mio progetto acustico, la mia one man band. Ho iniziato ad ascoltare musica da bambino e ho suonato per tanti anni in una rock band, tra il punk e l’emo. Nel 2009 mi sono trasferito in Canada e mi sono avvicinato al folk. Da lì è nato il nuovo percorso, anche se continuo ad ascoltare molta musica “heavy”.

Al momento la tua vita si divide tra Italia, Canada e Stati Uniti. Quanto ha influito questa tua apertura verso il mondo sul tuo cambio di rotta musicale? E quali altri fattori hanno influito?

Ultimamente sono fermo a Roma, ma sicuramente sia il Canada che la California hanno avuto un ruolo fondamentale nella mia crescita artistica e personale. Incontrare e immergersi in altre culture, altri ambienti e climi rappresenta un arricchimento, in particolare poi Toronto e Los Angeles hanno delle scene musicali meravigliose.

Domanda banale, ma interessante nel tuo caso. Ci racconti com'è nato e cosa significa Viva Lion!?

Viva è una parola italiana usata anche in lingua ispanica e in quella anglofona. Lion, il leone, si riferisce al mio nome di battesimo Daniele, quel profeta Daniele dell’Antico Testamento finito nella fossa dei leoni e miracolosamente scampato a morte certa. Viva Lion! è un invito ad accettare le difficoltà con atteggiamento positivo.

Qualche mese fa è uscito "The Green Dot Ep". So che i pezzi hanno avuto una genesi particolare. Ce ne vuoi parlare?

The Green Dot Ep è un concept su un rapporto a distanza. Ero tornato a Roma e stavo con una ragazza di Los Angeles, e facevamo avanti e indietro. Passavamo molto tempo su Skype e per via del fuso orario, quando per me era mattina per lei era ora di andare a dormire. Le scrivevo canzoni che parlavano di noi e le suonavo via webcam.

A distanza di qualche mese dall'uscita del disco come stanno andando le cose? Sei soddisfatto dei riscontri che stai avendo?

Sono molto contento, in termini di promozione siamo tutti soddisfatti. Moltissime recensioni positive e fino ad ora nessuna negativa. I live stanno andando bene ma vorrei suonare tutti i giorni e la macchina del booking è piuttosto lenta.

L'album musicalmente parlando è molto interessante. Un disco acustico, con una solida base indie folk, ma in cui si possono ravvisare molteplici influenze e ritrovare atmosfere diverse. Quanti mondi sono racchiusi in questo disco? Quali sono i tuoi punti di riferimento principali al momento?

Infiniti mondi, tutto quello che ascolto da neonato (non è una battuta!) fino alle ultime uscite. Folk e hardcore mi piacciono allo stesso modo. Ultimamente sto ascoltando vecchi album, Nebraska di Bruce Springsteen (1982), Deja Vu di Crosby, Stills, Nash, & Young (1970), Pink Moon di Nick Drake (1972) oltre a dischi recenti con cui sono cresciuto, tipo Relationship Of Command degli At The Drive-In o Left and Leaving dei The Weakerthans usciti entrambi nel 2000.

Quanto si ritrova di tutto quello che è stato il tuo passato musicale in questo disco, direttamente o indirettamente?

Indirettamente molto, perché un certo tipo di musica e di modalità di scrittura si differenzia per lo più per gli arrangiamenti. A volte il punk rock, rallentato e suonato con una chitarra acustica, diventa folk.

Mi ha molto incuriosito la cover di "Footloose" che chiude la tracklist dell’ep, che sembra un pezzo un po' distante da quello che è il tuo background. Però la rilettura che ne hai dato è molto interessante. Come mai la scelta è ricaduta proprio su questo pezzo?

Non c’è un vero motivo, mi piace fare cover stravolte e il testo della canzone era adatto a completare l’EP. L’arrangiamento è stato curato insieme ai Velvet.

I pezzi contenuti nel disco sono tutti in inglese. Pensi che in futuro potremmo sentire anche qualcosa in italiano? Come ti trovi alle prese col 'volgare eloquio'?

Non credo. L’italiano è una lingua bellissima, ma lo parlano in pochi.

Per quest'album ti sei avvalso di un sacco di collaborazioni. Come sono nate e cosa aggiungono a un lavoro che per sua natura è molto intimo e personale?

Molti sono amici altri lo sono diventati durante le registrazioni. È successo tutto in maniera naturale, mi piace collaborare e condividere e così un po’ per volta sono arrivati ospiti per ogni canzone. Velvet, Gipsy Rufina, Roads Collide, Megan Pfefferkorn. E poi ci sono Marco Lo Forti e Claudio Falconi che suonano dal vivo con me. Ormai sono anche loro Viva Lion!

C'è stato un progetto articolato anche intorno a tutto ciò che riguarda il lato visivo del progetto. Anche in questo frangente hai collaborato con professionisti molto validi: dalla grafica del cd alle foto del booklet, fino al video del singolo "The Thrill", tutto è molto curato. Quant'è importante il rapporto tra musica e arti visive? E oggi come oggi, con la crisi che il mercato musicale si trova ad affrontare, quanto è importante dare a che acquista un cd un oggetto bello e appetibile a 360 gradi?

Ci sono diverse scuole di pensiero, io personalmente amo anche quello che c’è intorno alla musica. Se un disco è un capolavoro, la copertina può essere anche tutta nera o tutta bianca o tutta blu (ogni riferimento è puramente casuale). Federico Antonini è un grafico/designer che ho sempre stimato e sono contento faccia parte della famiglia Viva Lion! Ozge Sahin è una bravissima fotografa turca con un grandissima vitalità e amore per la vita ed è stata entusiasta di partecipare all’EP. Il Polimorfo, nelle persone di Lorenzo Muto e Davide Caucci, hanno realizzato il video di The Thrill. Un’idea semplice e coerente con la vita artistica di Viva Lion!

Mi ha incuriosito leggere sulla biografia che si trova sulla tua pagina di facebook che generalmente suoni in piccoli locali e nelle case. Il fatto di suonare in spazi privati è una scelta dettata da una ricerca di intimità, o si tratta di una necessità dovuta alla carenza di spazi per proporre la propria musica?

Il video racconta in parte di questo, sono io che suono nelle case. Negli Stati Uniti ma non solo è già una “prassi” ben avviata. Si presta alle nostre canzoni e al nostro modo di suonare.

Tu che hai girato un sacco trovi che all'estero l'attenzione per la musica indipendente sia diversa? So che l'anno scorso hai fatto un mini tour in California. Che differenze hai trovato rispetto alla situazione italiana?

C’è più rispetto e più partecipazione. A noi italiani fondamentalmente piace mangiare.

Cosa ne pensi della scena indipendente italiana, e di quella romana in particolare?

Ci sono molte band valide e artisti indipendenti che stanno facendo sold out in tutta Italia, come I Ministri. E’ un buon momento credo. Roma ha sempre avuto negli anni momenti di grande fermento, oggi ci sono decine di band in tour e con dischi promettenti.

Come si è incrociata la tua strada con quella di Cosecomuni, la tua etichetta? Come vi siete trovati? E' un sodalizio destinato a durare anche in futuro?

Conosco i Velvet da molti anni, siamo diventati amici nel tempo e stiamo già lavorando al full album.

Quali sono i tuoi progetti a breve e lungo termine? Stai già pensando a un nuovo disco?

Come dicevo abbiamo già iniziato, il primo brano che abbiamo registrato è suonato e cantato dai Sadside Project e il testo è una poesia scritta da un amico canadese.

Grazie mille della tua disponibilità e in bocca al lupo per tutto.

A voi!


Per conoscere meglio Viva Lion!:

www.vivalion.bandcamp.com
www.facebook.com/VIVALION
www.twitter.com/VIVA_LION
www.youtube.com/VIVALIONOFFICIAL

 

 

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