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Una bella chiacchierata con una delle più longeve punk rock band italiane in occasione dell'uscita del loro ultimo album "Cronovendetta", uscito da qualche settimana

Ciao a tutti. Questo mese vi portiamo alla scoperta di una punk/rock band proveniente dal varesotto. In realtà non ci sarebbe bisogno di troppe presentazioni visto che i Collettivo01, questo il nome del gruppo, calcano i palchi della penisola già da diversi anni. La storia della band infatti comincia una dozzina d'anni fa, nel 2001, sull'onda del successo di gruppi importanti come Pornoriviste, Punkreas e Derozer, da un'idea di Stefano "LOSTé" Morandini (voce-chitarra), Andrea "Despe" Daccò (batteria) e Francesca "Franca" Morandi (basso).
Nel 2003 esce il primo demo dei Collettivo01, "Mondo Primitivo", mentre nel 2005 vede la luce il secondo lavoro del gruppo, l'omonimo "Collettivo01". Nel frattempo la band comincia a crearsi un nome nell'ambiente, anche grazie all'intensa attività live e alla fortunata partecipazione a svariati contest e concorsi per band emergenti.
Nel corso degli anni il cammino dei Collettivo01 non è stato proprio privo di ostacoli: la line up ha subito infatti diversi rimpasti, e c'è stato anche qualche periodo di stop forzato nell'attività del gruppo. Ma nonostante tutto nel 2008 il gruppo registra il suo primo album vero e proprio "Inferni Urbani", che viene pubblicato in collaborazione con l'etichetta "Tube Records". Il calore con cui il disco viene accolto dal pubblico permette ai Collettivo01 di dividere il palco con gruppi importantissimi quali Pornoriviste, Gerson, Rappresaglia, Bassistinti e Io Drama.
Il 2009 segna l'inizio di un nuovo corso per la band: si passa alla formazione a 5 e soprattutto l'innesto delle tastiere rappresenta un elemento di grande novità nel sound del gruppo. Ma anche questi ultimi anni sono caratterizzati da un'altelena di alti e bassi e di periodi di pausa. Finchè a sorpresa, qualche mese fa, la band si è ripresentata sul palco dell'Arlecchino di Vedano Olona, durante un concerto dei Gerson, per annunciare il tanto atteso ritorno, a partire da una serie di date importanti per tutto il 2012. E a gennaio di quest'anno poi i Collettivo01 entrano in studio, alla "Indie-Box Music Hall" per cominciare a registrare i pezzi del loro nuovo album "Cronovendetta", uscito da qualche settimana.
Nell'intervista che leggerete tra pochissimo naturalmente abbiamo parlato con loro in maniera approfondita del loro ultimo disco, ma anche del loro percorso musicale e della scena underground italiana. Alla prossima! [DF]

 


Ciao ragazzi, benvenuti su andergraund e grazie del tempo che ci state dedicando. Avete voglia di raccontarci brevemente chi sono i Collettivo 01, com'è nato il progetto e da quanto tempo siete in attività?

Ciao ragazzi e grazie a voi per l’opportunità. Brevemente… I Collettivo 01 sono un progetto che nasce appunto nel 2001… Sulla nascita della band non c’è molto da dire: siamo nati come tanti altri (in quel periodo sull’onda del successo di Pornoriviste, Punkreas e Derozer soprattutto)… La cosa un po’ più interessante è stata la nostra “evoluzione”…

So che come band avete avuto un percorso un po' travagliato, caratterizzato da parecchi cambi nella line up e lunghi periodi di stop. Vi siete mai chiesti il perchè di questa situazione e qual è quella molla che alla fine vi riporta sempre sulla strada giusta?

Chi noi? Non abbiamo mai cambiato nessuno!! …………… Ok cazzata. Si in effetti ci sono stati parecchi cambi line-up, nessun lungo stop però. L’attività live c’è sempre e comunque stata, magari meno in alcuni periodi, ma si è sempre suonato in giro. Il perché dei cambiamenti? Dipende dal componente… Comunque i motivi sono sempre o le donne o il lavoro, 2 scuse che a nostro avviso, a prescindere dalla bravura del musicista, danno vita al primo “scisma” tra chi vuole fare quest’attività seriamente da chi la vuole fare così per gioco o non la vuole fare… Purtroppo quando ce ne si rende conto, che sia tu a dover “cacciare” o sia tu ricevere un “2 di picche”, è meglio avere l’onestà di riconoscere questa cosa…

Rimanendo ancora un secondo su questa questione, questi numerosi turn over all'interno del gruppo però avranno portato anche qualcosa di positivo? Gente nuova, stimoli nuovi, esperienze differenti. Alla fine anche cambiare continuamente e rinnovarsi è importante, e secondo me voi ci siete riusciti bene nel corso degli anni.

Ecco, infatti. Di solito si guarda sempre il lato negativo del cambio di formazione. Invece è bello anche capire chi dei tanti ti ha lasciato qualcosa. E anche tu a chi hai lasciato qualcosa. Nella nostra storia sono più gli “ex” che appartengono a questa categoria rispetto a quelli che invece ci hanno lasciato poco o niente… L’importante è sempre incentivare le persone e far leva sulla loro bravura piuttosto che sui difetti…

Veniamo ai giorni nostri, parliamo di "Cronovendetta", il vostro ultimo cd uscito da qualche settimana. Parlatecene un po' a ruota libera. Cosa rappresenta questo lavoro per voi dopo oltre dieci anni di carriera? Quanto siete soddisfatti del risultato e quanto vi rappresenta?

Siamo molto contenti del disco. E’ esattamente quello che volevamo, è esattamente come siamo ed è la nostra vendetta nei confronti di un tempo che fino ad ora non è che ci abbia molto sorriso. C’è dentro tutto: a livello musicale, pur mantenendo in linea generale gli stessi suoni, abbiamo buttato dentro nel punk “di base” molti altri generi (reggae, metal, pop, rock anni 90, crossover, hardcore…), generi che fanno parte del background di ognuno di noi. Come anche a livello di tematiche: c’è la spensieratezza, la positività e l’amore della Primavera (Il risveglio, liberi in gabbia, ore inutili), c’è l’auto affermazione e l’esplosione nell’Estate (Sono una bomba, Dimmi dove vai, il ritorno), il dubbio e il tentennamento dell’autunno (Iene, Non voglio stare qui e Cronovendetta) e le sensazioni negative dell’inverno (tutto il male che c’è, su la mano) che culminano con un pezzo stranissimo, quasi un requiem, che è Angeli.

Il disco è uscito già da un po'. Come sono state le reazioni del pubblico e degli addetti ai lavori? Siete soddisfatti di come stanno andando le cose?

Sì. Le recensioni finora sono tutte più che positive, l’impatto col pubblico è stato buono. Certo siamo una band emergente e quindi ci piacerebbe avere più possibilità di farci vedere/esprimerci (possibilmente dal vivo). A noi ci importa questo più che i “likes” di facebook, le visualizzazioni youtube e tutte ste cose che sinceramente, a nostro avviso, dovrebbero essere considerate meno dagli addetti ai lavori…

Rispetto al disco precedente "Inferni Urbani" sono passati ben cinque anni. Come vi trovate cambiati come musicisti e come band rispetto a quel disco e anche rispetto agli inizi e ai vostri precedenti lavori?

Beh, quando uscì “Inferni Urbani” era totalmente un'altra formazione (che strano…). C’ero solo io (Lostè)… Francesco già era dentro ma non registrò quell’album, bensì fece parte delle date successive. Sì comunque c’è stato un gran cambiamento, anche perché nel 2008 eravamo poco più che ventenni, ora siamo quasi trentenni… La differenza si sente…

Ad un certo punto avete deciso di inserire le tastiere nella vostra musica, che funzionano perchè contribuiscono alla ricerca di un sound particolare e originale, pur senza snaturare la vostra attitudine punk. Cosa ci potete dire di questa svolta?

Le tastiere sono sempre state un mio (mio dello Ste sempre) pallino: considera che il mio gruppo preferito in assoluto sono i Litfiba e specialmente quelli di “17 Re” e “Mondi Sommersi”, due album che avevano molte tastiere (il primo più “gotiche” di Aiazzi, il secondo più elettroniche di Terzani). L’hammond arriva dai Rancid (Fall Back down, Time bomb, Hooligans, etc…) che piacciono a tutti noi. Francesco, come ho già detto nel punto precedente, è arrivato “in corsa” dopo “Inferni Urbani” ma si è subito saputo inserire nel contesto e ha capito, sperimentando qua e là, che si voleva arrivare a quel tipo di suono, ma ha sviluppato comunque anche un suo stile…
Certo: mettere la tastiera nel punk è stata una mossa rischiosa e non nego che qualcuno dei nostri vecchi fan, più legati al nostro sound “old school”, ora non viene più ai concerti, ma in compenso abbiamo attirato un fetta di pubblico più ampia che ci apprezza proprio perché sperimentiamo e non ci limitiamo a scopiazzare le altre band.

La vostra musica suona molto punk rock anni '90, evidentemente nelle orecchie avete ben presente tutta la scena italiana e internazionale di quel periodo. Ma nel disco si ravvisano tante altre sfumature e influenze differenti. Quali mondi sono contenuti nel disco, e quali sono i vostri punti di riferimento principali?

Beh certo! Ovviamente rimane scontato il fatto che comunque band come Pornoriviste, Punkreas, Gerson, Derozer siano stati nostri punti di riferimento! Si sente e lo vogliamo far sentire… Ma ci vogliamo mettere anche del nostro secondo il nostro gusto e secondo come ci va in quel momento!

Ascoltando il disco si nota una certa alternanza tra atmosfere positive e solari, specialmente per quanto riguarda la musica, e momenti più seri, riflessivi e di denuncia, in particolare se ci si sofferma sui testi. Cosa ci dite dei pezzi contenuti nel disco. Come nascono e da cosa prendete spunto per i testi?

Prendendo spunto da uno dei primi punti vado a ripetere che il disco è una storia, la nostra storia. E’ una storia fatta di luci e ombre, lunga, dove il tempo ha giocato un ruolo fondamentale… Il tempo ha portato momenti solari e positivi, come negativi o addirittura ci ha portati a “morire e risvegliarci” qualche volta (Angeli + Il Risveglio)… Tutto è rappresentato in questo modo… E non si poteva fare altrimenti…

Il lavoro in studio invece come si svolge? Ci passate i mesi a limare e aggiustare i pezzi o arrivate già con le idee già piuttosto chiare? Ho letto da qualche parte poi che avete deciso di registrare il disco dal vivo. Me lo confermate?

?? No, ahahah… Dal vivo sarebbe un casino!! Abbiamo fatto tutto in studio (non si sente??)…
C’è stato un gran lavoro per quanto riguarda i pezzi: li abbiamo iniziati a preparare a marzo dell’anno scorso (anche se molte idee e la linea generale del disco era già buttata giù) e li abbiamo “chiusi” una settimana prima di entrare in studio. Qui poi sono stati modificati ulteriormente e Giò Bottoglia (IndieBox & Omini Verdi) ci ha dato una mano negli arrangiamenti.

In oltre dieci anni di attività avrete passato parecchio tempo on the road portando in giro per l'Italia i vostri pezzi dal vivo. Quant'è importante il momento del live per crescere e migliorare come band?

Il live è il momento PIU’ importante in assoluto. Non c’è link, pagina face book che tenga se poi non si fanno i live. Ma questo lo devono capire le band e anche il pubblico…

In alcune tracce emerge un senso di voglia di evasione e di oppressione. Sulla vostra pagina di facebook poi ho visto che parlate di Varese, la vostra città natale, riferendovi in particolare alla sua scena musicale, come di una città "da sempre collassata sotto politica razzista e aristocratica". Quanto è stata importante la musica come mezzo di evasione? Ed è ancora così ostica la situazione della provincia nel 2013, come terreno in cui far attecchire un certo tipo di musica?

Purtroppo il nostro metro di giudizio è il pubblico varesino, ostico più che mai. Ci è capitato di andare in altre città, anche simili alla nostra a livello geografico, e trovare altro tipo di gente (vedi Viterbo, vedi Biella...). A Varese non c’è cultura musicale, è un paesotto, quando esce una band nuova sono tutti alla finestra ad additare oppure diventa tendenza (ovviamente per non più di un anno). Sono tutti professori nel senso che sono tutti esperti musicali, musicisti, organizzatori, fotografi, artisti… Ormai questa “tendenza” esiste in tutte le città, ma credo che in quelle piccole si senta di più. Le band ci sono, ce ne sono tante e anche brave. Noi ci togliamo da quest’ultima definizione, ma le band brave di Varese hanno il difetto di essere di Varese…
A Varese funziona Maroni che suona la pianola… 

Cosa ci dite in generale della scena live italiana?

Funziona come Varese. Solo che è più grande…

Concludo la chiacchierata chiedendovi quali sono i vostri progetti a breve e lungo termine. Avete in programma qualche data nei prossimi mesi?

Noi siamo “in tour” adesso. Sabato saremo a San Severino Marche (Macerata), poi 25 aprile qui da noi a Varese, 27 Aprile a Milano con i mitici Rappresaglia, 28 aprile a Santhià per la Maratona Rock Benefit… Poi a maggio ancora qualcosa qui, a Biella, insomma ci stiamo tenendo occupati 

Ragazzi, abbiamo finito. Grazie mille della vostra disponibilità e in bocca al lupo per tutto!

Grazie a voi!!!!! A prestissimo!!

 


Per saperne di più:

www.facebook.com/pages/Collettivo01-Official2012/361045943946236

 

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