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Jaguanera - Runners

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Jaguanera - Runners

Etichetta: Yorpikus Sound

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E' uscito per Yorpikus Sound (distribuzione Audioglobe) "Runners", il primo album dei romani Jaguanera. Il lavoro è molto interessante perchè presenta una gamma di sfumature e di sfaccettature molto varia. La band fondamentalmente affonda le radici nell'indie rock, specialmente di matrice nordeuropea, contaminandolo in maniera molto incisiva con sonorità provenienti dalla new wave anni'80. Un'impronta elettronica data dall'uso massiccio di tastiere e sintetizzatori che si sposano sapientemente e con misura con la classica triade chitarra, basso e batteria. Il risultato è un album con suono probabilmente non tra i più originali sentiti finora, che però colpisce molto piacevolmente.
La tracklist è composta da dieci tracce, nove inediti più un'interessante cover della celeberrima "State of the Nation" degli Industry, tutte a cavallo tra sonorità rock più classiche e sperimentazioni elettroniche più azzardate.
Il disco si apre con un bel pezzo, "My Wave", che mette subito in mostra l'anima più rock e grintosa del gruppo. Segue "Lullaby to Scream", una romantica ballad acustica dalle atmosfere intime e soffuse, che non può mai mancare. "Brother" è uno dei pezzi, a mio modo di vedere, più interessanti dell'album, in cui, come in parte avviene più avanti in "Watin' in Vain", rock, sonorità elettroniche e contato hip hop si incontrano dando vita ad un esperimento affascinante. "Friday" è uno dei pezzi più elettronici del disco, un rock alternativo dalle atmosfere intime, quasi ambient. Dopo "State of the Nation", che taglia a metà il disco, torniamo al classic rock con "Hot Summer Afternoon", un pezzo coinvolgente ed emozionante in pieno stile anni '90, e con "Amsterdam", un'altra intensa ballad. "Stones" è un'altra traccia intrigante, un brano che parte acustico per arricchirsi qua e là di suoni elettronici: ricorda a tratti i Massive Attack e presenta in alcuni punti anche qualche tratto tipico del più classico blues rock d'oltreoceano. Chiude il disco "Cosmic Love Vision", un pezzo più astratto ed etereo, una sperimentazione elettronica che lascia aperte le porte a molteplici sviluppi.
Insomma, un disco che si mantiene bene in equilibrio tra generi e stili differenti. Studiato, curato e ben valorizzato dalla bella voce, pulita e vellutata di Andrea. Una tracklist varia, originale e di qualità. Forse qualcuno potrebbe trovarsi spiazzato di fronte ad un album come questo, dalla non definitissima identità e dai continui cambi di stile. Ma il risultato alla fine è buono e interessante. Forse per i lavori futuri i ragazzi dovrebbero cercare di capire un po' meglio quale strada vogliono intraprendere e tuffarvicisi a capofitto. Così com'è il disco può effettivamente apparire come una sorta di campionario di quello che il gruppo sa fare. Non dico che bisogna sottrarre delle cose, ma forse semplicemente cercare di fare un po' d'ordine. Del resto si sa che di solito è nelle menti più geniali che di solito domina il caos.

[ErreVi]

 

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