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Johnny Freak - Tra il Silenzio e il Sole

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Johnny Freak - Tra il Silenzio e il Sole

Etichetta: Antstreet Records

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Johnny Freak non è solo il nome di uno dei più celebri e apprezzati albi di Dylan Dog. Johnny Freak è anche il nome di una rock band del frusinate che fa della commistione tra tradizione e sperimentazione uno dei suoi più grandi punti di forza. 
Reduce dal successo di "Sognografie", il suo primo lavoro autoprodotto, da cui sono stati estratti due singoli, "Martin" e "Ansia&Caffè", la band torna sulle scene con "Tra il Silenzio e il Sole", il suo nuovo album, uscito nel mese di novembre per l'etichetta tedesca Antstreet Records. Un disco di piacevole ascolto, vario, emozionante e molto interessante.
"Tra il Silenzio e il Sole" è un'opera rock dal sound molto raffinato, che coniuga quella che è la tradizione dei gruppi rock italiani dagli anni '90 in poi con influenze provenienti da oltre i confini della nostra penisola. Rock con importanti venature pop, un disco del respiro molto british, in cui a tracce dal sapore più incisivo e graffiante si alternano pezzi più intimi e dalle atmosfere più soffuse. Tra questi ultimi ne cito due che sono tra i miei preferiti di tutto l'album, "Insonnia" e soprattutto "Divenni Lacrima", una ballata profonda, emozionante e coinvolgente. Un pezzo davvero ben riuscito.
Gli undici tasselli che formano la tracklist del cd sono canzoni molto personali e introspettive. "Tra il Silenzio e il Sole" è un disco che indaga a fondo le varie sfaccettature dell'animo umano e la vasta gamma di emozioni che caratterizzano la vita di ogni individuo. Si tratta di riflessioni profonde, di istantanee efficaci e cariche di emozioni dell'animo umano. Si parla di amore in primis, in tutte le sue infinite sfaccettature, che è il sentimento che muove tutte le nuove vite, ma anche di rimpianti, di addii e di solitudine. Un'analisi potente e commovente che non può lasciare indifferente l'ascoltatore.
Tra le undici tracce spicca anche la cover de "Il Pescatore" di Fabrizio De Andrè, uno dei pezzi più conosciuti del cantautore ligure. Un omaggio dovuto a quello che sicuramente è uno dei punti di riferimento del gruppo, ma anche un'operazione ambiziosa e rischiosa. Non è facile confrontarsi coi mostri sacri, le incognite sono i molte, le insidie sono nascoste dietro l'angolo. I ragazzi invece se la sono cavata alla grande, con originalità ma anche con la giusta misura e col rispetto che si deve ai maestri.
Il disco è suonato in maniera egregia. Anche gli arrangiamenti e la produzione sono curati in maniera accurata e precisa, senza nulla togliere all'essenza diretta e sincera di questo disco. Ci sono chitarre, basso e batteria, ma anche piano, viole e violini che rendono il suono della musica dei Johnny Freak ricco e ricercato.
Un album molto maturo, di cui ho apprezzato particolarmente sia la profondità e la poesia dei testi che il sound originale e gradevole. Un disco profondo e viscerale che si presta a diversi livelli di ascolto e che può riuscire, per questa sua grandissima versatilità, a intercettare il favore di diverse fasce di ascoltatori.
Se il buon giorno si vede dal mattino sicuramente sentiremo parlare ancora molto dei Johnny Freak nei prossimi anni, o per lo meno è quello che mi auguro e che soprattutto auguro al gruppo.

[B!]

 

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