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Seddy Mellory

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E' uscito da poche settimane "Fake as Your Mom's Orgasm", il nuovo album della rock band bresciana. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Blodio, Emi e Paul sul loro ultimo lavoro e non solo

Lo scorso 12 novembre (il 15 ottobre in formato digitale) è uscito per Kandinsky Records, con distribuzione fisica di Audioglobe e digitale di Myusic.me, "Fake as Your Mom's Orgasm", il nuovo album dei Seddy Mellory.
Originario di Brescia, in attività già dal 2005, il gruppo propone una musica a cavallo tra post punk e acid rock. Nel 2006 arriva il primo ep della band "…Hello Betty?", seguito un paio d'anni più tardi da "…03.45 am.: me, Betty and monoscope" (nel 2009 i due primi lavori del gruppo verranno poi raccolti in "BORIS & BETTY Vs. Black Nutria", una release in vinile + cd per TISYN KYODI records).
Nel 2010 poi avviene l'incontro con Kandinsky Records, con la quale il gruppo pubblica l'ep "Looking for the wild pialla in the club copula". Nel frattempo, tra un disco e l'altro, i Seddy Mellory suonano molto in giro, sia in Italia che all'estero, e dividono il palco con nomi importanti del calibro di Constantines, Gogol Bordello, Marlene Kuntz e Linea 77, giusto per citarne alcuni.
Il resto è storia recente. Nel 2010 la band si mette al lavoro sul nuovo album, la cui pubblicazione viene anticipata dal singolo "Faith", di cui è stato realizzato un video diretto da Marco Bertoglio. Il risultato di questo duro lavoro è "Fake as Your Mom's Orgasm", disco che vanta la produzione artistica di Marco Franzoni (collaboratore tra gli altri di Hugo Race, Omar Pedrini, Claudia is on the sofa) e Dade Mahony (Pitch, Sepiatone, Micevice).
Non mi dilungo oltre, chi può parlarci meglio dell'album se non gli stessi interessati? Quindi non mi resta che lasciarvi all'interessantissima intervista realizzata ai Seddy Mellory. Buona lettura e alla prossima!

 

Ciao ragazzi e benvenuti su andergraund. Da qualche giorno è disponibile "Fake as Your Mom's Orgasm", la vostra ultima fatica. Raccontateci qualcosa sul disco, a ruota libera. Quanto siete orgogliosi della vostra creatura?

 Blod  Potrà sembrare retorico, ma personalmente sono contento al 100%, questo disco siamo noi, questo disco è la nostra complessità umana ed esistenziale, è il frutto di un anno e mezzo di lavoro e di tutto quello che in questo periodo ci è capitato, e non sono state solo rose e fiori.
 Emi  Suonare in una band è un po’ come essere in una famiglia per noi: si vivono insieme mille situazioni, ci si stringe in alcuni momenti, ci si allarga in altri; a volte si ride, a volte si litiga. Siamo quattro persone diverse e tutto questo si riflette nel disco.

Come sono state in generale le reazioni all'uscita del disco, sia da parte del pubblico che degli addetti ai lavori? Tra l'altro so che avete lo avete presentato dal vivo da pochissimo...

 Blod  Oltre ogni più rosea aspettativa. Recensioni positive all’unanimità, con una media voto decisamente elevata. Anche la risposta del pubblico è notevole, ma in questo tanto è dovuto anche all’impatto del nostro live show che non può lasciare indifferenti.

I pezzi sono molto ironici e provocatori. Già il titolo è un buon biglietto da visita. Vi riferite a qualcosa di specifico quando parlate di "falsità" oppure si tratta di un discorso più ampio legato a come vanno le cose in generale al giorno d'oggi?

 Blod  Il titolo originariamente avrebbe dovuto essere “dubstep is fake as your mom’s orgasm” che è una frase contenuta nelle liriche del pezzo Checkpoint Chorla, e voleva essere una presa di posizione contro il meccanismo imperante delle mode. Se ci pensiamo, ogni qualvolta una nuova tendenza musicale si fa strada tra le pagine patinate delle riviste che dettano i trend, si parla sempre della morte del rock n roll. Questo fottuto rock n roll è morto un sacco di volte, eppure continua a rivivere un’infinita giovinezza. Quando poi ci siamo trovati a chiudere la grafica del disco abbiamo pensato che probabilmente tra dieci anni nessuno si ricorderà più della dubstep (a differenza del rock n roll!) e quindi abbiamo deciso di togliere ogni riferimento alla dubstep. Più in generale la falsità che impera nel mondo moderno è dal mio punto di vista figlia del concetto stesso di uomo, essere fallace per definizione. Personalmente non mi scandalizza nulla e in generale non credo più a nulla se non al mio privato ideale di vita che è una cosa privata e non ha nulla a che vedere con le canzoni. In generale i Seddy Mellory non sono un gruppo che vuole veicolare messaggi di tenore politico, pure essendo delle persone con una precisa connotazione politica. I Seddy Mellory vogliono suonare il rock n roll e basta!

L'atmosfera generale del disco, che ho trovato abbastanza autunnale, a tratti un po' cupa e malinconica, non sempre si accorda con la leggerezza e l'ironia dei testi. Non so, correggetemi se sbaglio, l'impressione che ho avuto io, specialmente in alcuni momenti, è di una leggera antitesi tra musica e parole. E' una cosa voluta o è una casualità?

 Blod  E' bello constatare che c’è ancora gente che ascolta i dischi e legge i testi e si tira delle seghe mentali al riguardo. Grazie ragazzi!  Direi che la cosa è decisamente voluta, anche se rispetto al passato l’ironia e la leggerezza sono più velate e più dark.
 Emi  Nei brani si prefigurano sempre paesaggi, desolati, situazioni limite, degenerazioni, ma anche scherzi e vita quotidiana colorita da frasi comiche. Noi siamo così. L’ironia sta proprio nel mescolare tutti questi elementi. Mal sopportiamo intellettualismi, flussi di coscienza o quelle cose dove si critica aspramente il mondo a cui la nostra musica è rivolta (quelle band che suonano indie e criticano l’indie, denunciandone la falsità e/o l’atteggiamento superficiale, per esempio). A noi piace raccontare storie e spesso ci piace farle finire male ed è questa l’ironia. Se racconti una storia che finisce male, proprio perché è una storia, finisce male “bene”. Quando leggi un romanzo, pur nelle difficoltà del protagonista e anche nella sua cattiva sorte, tutto va bene perché c’è sempre una spiegazione. Anche quando le cose vanno male, vanno certamente male, ma bene.

Musicalmente parlando il disco è molto eterogeneo. Quali sono i vostri maggiori punti di rifermento? 

 Blod  Il rock n roll dagli anni 50 agli anni 70, il punk e il post punk, il pop, i Beatles e gli Stones, ma anche i Pantera e i Dead Kennedys. Per questo disco abbiamo deciso di mettere dei paletti alla tavolozza dei colori da utilizzare e quei paletti hanno dei nomi ben precisi: i Rolling Stones dei 70s, New York Dolls, gli Aerosmith più genuini e meno prodotti, Clash e Sex Pistols. Tutto e il contrario di tutto insomma.

Rispetto ai vostri lavori precedenti com'è cambiata la vostra musica e in cosa invece vi trovate cambiati voi?

 Emi  Siamo molto più consapevoli delle nostre capacità ed al contempo abbiamo scelto quali colori usare dalla tavolozza delle nostre influenze. Il caso deve giocare un ruolo importante soprattutto nei live e perché questo possa succedere è necessario fare in modo che la cornice nella quale ci si inserisce sia studiata e calzi a pennello, altrimenti ci si perde nella miriade delle influenze che ormai la musica rock, dopo 50 anni e più di storia, mette a disposizione. Ecco cosa è cambiato: la libertà creativa, l’eterogeneità  va bene, ma deve essere sempre gestita al meglio perché sia davvero attraente; ci è voluto tempo prima di comprenderlo, però. 

Raccontateci un po' la genesi della vostra musica? Come nascono i pezzi e quanto incide il lavoro in studio sull'idea originale?

 Blod  Beh, l’utilizzo creativo dello studio di registrazione può far molto per la resa finale di un brano. Certo se fossimo proprietari di uno studio di registrazione attrezzato potremmo spingerci chissà dove nella ricerca sonora. Tuttavia credo che in una ventina di giorni di studio ci sia spazio per sperimentare e divertirsi con gli arrangiamenti. Questa sorta di compromesso in termini di tempi e costi permette anche di mantenere la concretezza come obiettivo di fondo. Ciò che alla fine conta è che tutto il lavoro emerga da canzoni che funzionano dall’inizio alla fine. La cosa più importante rimangono comunque le canzoni. I pezzi nascono singolarmente e poi passano al vaglio della sala prove, capita che siano già perfetti e pronti all’uso alla prima prova, capita anche di doverci lavorare un mese per farli quadrare.

Quant'è stato importante l'apporto di Marco Franzoni e Dade Mahony, due personaggi che hanno lavorato con nomi molto importanti in passato, e com'è nata la collaborazione?

 Blod  Marco e Dade sono due figure di spicco della scena musicale bresciana degli ultimi quindici anni, li conosciamo e li stimiamo da tempo. Lo studio di Marco Franzoni, il Blue Femme Stereo Rec. è un ottimo studio, Marco è un ottimo fonico e produttore, Dade ha una visione pop molto interessante. Insomma ci sono sembrati un’accoppiata vincente sin da subito.

Come già detto prima avete da poco presentato il disco dal vivo a Brescia; avete in programma un tour per portare in giro i nuovi pezzi?

 Paul  Il live è la parte più importante del progetto Seddy Mellory. Il trimestre dicembre/gennaio/febbraio ci vedrà impegnati con trasferte oltre confine. Al momento infatti sembra che il maggior interesse ci venga riservato da Francia/Svizzera/Germania, ma la nostra speranza è che presto anche in Italia si possa iniziare a parlare di noi. 
 Emi  Stiamo provvedendo a mettere in piedi un tour e non è semplicissimo. Nessuno di noi guadagna abbastanza con la musica per poter portare a casa la pagnotta e quindi dobbiamo stare attenti a gestire tutto al meglio. Abbiamo però un buon programma di date che a breve comunicheremo e che cerchiamo di implementare giorno per giorno, con il duro lavoro e la costanza.

Voi siate sempre stati una band dalla fortissima attitudine live, cosa che si evince chiaramente anche ascoltando il disco. Quant'è importante il contatto col pubblico per crescere e migliorare?

 Blod  Il pubblico è il fine ultimo, il pubblico è il motivo per cui suoniamo. Il pubblico è in grado di dare quella carica che è il significato stesso di rock n roll. Di solito viviamo il problema opposto, riuscire a riportare in studio l’elettricità dei nostri live.

Tra l'altro nel corso della vostra carriera avete diviso il palco con un sacco di gente interessante. Quale o quali incontri vi hanno segnato maggiormente?

 Blod  L’incontro decisamente migliore è stato quello con la crew dei Linea 77. Quel giorno è nato il titolo del nostro ep “Looking for a wild pialla in the club copula”.

Un'ultima curiosità prima di lasciarvi. Visto che suonate già da qualche anno, cosa ne pensate della scena underground italiana in questo momento? Ultimamente c'è parecchio fermento. Pensate che sia solo un effetto della diffusione massiccia dei social network che hanno moltiplicato all'ennesima le possibilità di crearsi una vetrina (fatto di per sé molto positivo, ma c'è il rischio di avere tanto fumo e poco arrosto) oppure è effettivamente un buon momento per la musica indipendente?

 Paul  Questo è il tasto più dolente, purtroppo. Se da un lato la macchina social network offre grandi potenzialità comunicative e promozionali, io non ci vedo nulla di positivo in quello che è diventato il  potere dei social network, poiché il valore reale e sincero della musica sta venendo brutalmente sostituito dalla caccia al “mi piace” sulle pagine. Poco importa se sei un musicista e se hai talento, importa solo se la tua vetrina è bella e se sei bravo a far funzionare la medialità. Ora, cosa ha a che fare questo con la musica suonata, con il sudore sul palco, con l’urgenza viscerale di fare dischi? 
 Emi  Si fa tanto parlare di scena alternativa, underground, di fermento, di momenti positivi, ma onestamente tutto sto fermento non lo vedo, o meglio, ci sono band che suonano e gente che ascolta. Tante le prime e poche le seconde. Si potrebbero fare mille discorsi sul perché si vendano sempre meno dischi, sulla difficoltà nel trovare luoghi adatti alla nostra musica, sulla musica come cultura o sottocultura, ma alla fine tutti sti discorsi non portano mai a nulla. Tutto questo parlare secondo me è solo l’ennesimo vortice in cui finiamo per darci una pacca sulla spalla e dirci “Dai, sta andando tutto bene!”. Io non so se vada bene oppure no. So solamente che se penso alla mia giornata media, la musica ricopre una parte importante, sia come ascoltatore (e ascolto di tutto, dalla classica al jazz fino al black metal e la musica contemporanea, per intenderci) che come musicista e non posso farne a meno. Se non suonassi, una parte importante della mia vita perderebbe senso ed è questo ciò che mi interessa. Vedo che questo vale anche per altre persone e mi fa piacere….

Grazie mille per la disponibilità e in bocca al lupo per tutto!

[B!]

 

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