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Tra musica, fumo e nebbia...

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A spasso nel magico mondo di Danys

Intervista esclusiva a Danys di Michela Garau

foto di Tania Alineri

 

Recentemente ho recensito “Fummo & Nebbia”, l'album di debutto di Danys. Incantata dal suo cd ho deciso di intervistarla in esclusiva per voi.

Come e quando sono nate le tracce di Fumo & Nebbia?

I pezzi sono stati scritti quasi tutti nell’ultimo anno e mezzo. Sono stati il frutto di uno stop dai live, deciso proprio per privilegiare la scrittura e la registrazione del disco. Quasi tutti i brani sono nati nella mia camera, al pianoforte, spesso di notte. Per quanto riguarda i testi mi sono ritagliata dei momenti di riflessione in giro per l’Italia: ne ho scritto gran parte durante dei viaggi a Sirolo, a Bologna, a Soverato e a Riva del Garda.

I pezzi del tuo album sembrano tutti collegati da un filo conduttore. È una scelta voluta o il collegamento si è creato inconsciamente?

In realtà è una scelta voluta: l’intero album è un concept sul tempo. Ogni canzone affronta la tematica del tempo in modo differente ed è per questo che si percepisce l’idea di un filo conduttore. Ci tenevo a sviluppare dei testi che parlassero della mia vita di tutti i giorni, ma che nello stesso tempo avessero nel loro interno un principio di riflessione più profonda. Il tempo è sicuramente tra i concetti che più mi affascinano.

Qual è il tuo pezzo preferito dell’album?

Tengo molto a tutti i brani del disco, ma se dovessi sceglierne uno direi sicuramente New York. Sono legata a questo brano per tanti motivi: mi ricorda il viaggio a New York, città che mi è rimasta nel cuore. Credo che questo pezzo sia l’esempio perfetto della mia identità musicale: un connubio tra musica classica, contaminazioni jazzy e internazionali. È un brano sincero, che sfida l’ascoltatore a riconoscere la semplicità di una melodia sostenuta da una griglia armonica piuttosto complessa.

Il tuo cd si intitola Fumo & Nebbia. Nascono due domande: come mai la scelta di questo titolo (che dà il nome anche a un pezzo inserito all’interno dell’album) e cosa rappresentano per te il fumo e la nebbia?

Fumo e Nebbia è tra i primi brani che ho composto e ho deciso di sceglierlo come title track poiché rappresenta le mie origini e da dove sono partita all’inizio di questo percorso creativo. Mi ricorda chi sono e chi ero, lo considero un nesso imprescindibile tra il passato e il futuro. Il fumo e la nebbia di cui parlo sono delle metafore per descrivere uno stato emotivo complesso, frutto di una sensibilità rara che spesso rende la vita più complicata di quello che è.

Hai registrato il tuo album d’esordio tra il 2011 e il 2012. Tu provieni da una dimensione più che altro live. Come è stato stare in sala d’incisione?

La sala d’incisione è un’altra dimensione rispetto al live, è meno immediata, ma regala delle sensazioni molto belle, difficili da spiegare. È bello vedere come un pezzo assumala sua forma definitiva, quella che rimarrà “in eterno”. È un processo quasi magico, ti accorgi di tante piccole cose che durante il live non emergono. È un lavoro di perfezionamento, di accettazione, di presa di coscienza. Nel live è tutto molto impulsivo, “di pancia”, mentre in studio avviene quella fase di razionalizzazione che regala delle sorprese anche su dei pezzi che magari suoni da anni.

Alcuni pezzi li hai scritti a quattro mani con il musicista e produttore Marco De Masi. Com’è nata la vostra collaborazione?

Quello che ci lega è molto di più di una collaborazione artistica. Senza esagerare, credo di aver trovato la mia perfetta metà musicale. Lavorare con Marco De Masi è stata una grande fortuna in quanto è riuscito a dare una forma, un vestito ai miei brani senza snaturarli. Il suo è stato un lavoro delicatissimo che ha avuto come priorità la valorizzazione dei pezzi. La sintonia è stata così profonda che abbiamo scritto anche alcuni brani del disco a quattro mani. Tutto è avvenuto con molta naturalezza.

Durante il live ti esibisci con musicisti di qualità. Oltre al già citato Marco De Masi, ci sono anche Flavia Massimo al violoncello e Alberto Croce alla batteria. Come è nata la collaborazione con loro?

Alberto Croce mi segue da tempo, suoniamo insieme da quasi 4 anni. Nella prima formazione eravamo un trio, con un contrabbasso al posto del violoncello. Successivamente ho preferito il suono più melodico del violoncello e ho incontrato Flavia Massimo che abita a L’Aquila. Nonostante le grandi distanze ci siamo trovate in perfetta sintonia e non tornerei mai indietro nella scelta.

Ci sono degli artisti che ti hanno ispirata nella composizione dei pezzi?

Le influenze sono state tante. Sono molti gli artisti che apprezzo, ma se ti dovessi fare dei nomi direi The Gathering, Regina Spektor, Amy Winehouse, Portishead, Bjork, Billie Holiday e Sarah Vaughan, ma anche Chopin, Bach e Beethoven.

A proposito di composizione: scrivi prima la musica e poi le parole o viceversa?

Non ho un iter specifico. Spesso mi capita di stare al pianoforte, improvvisare un giro, un’idea melodica e di approfondirlo se lo trovo stimolante e interessante. Altre volte mi è capitato di partire da una linea vocale canticchiata in macchina e di svilupparne in seguito il giro armonico e la struttura. In alcuni brani, invece, sono partita dal testo e ho cercato di tradurlo in musica. Il tutto avviene con molta naturalezza e rapidità: quando sento che sta nascendo un pezzo nuovo mi immergo totalmente nel flusso creativo e riesco a chiuderlo in poco tempo. È un avvenimento improvviso e mi piace pensare che non ci sia una regola, una disciplina che funzioni. È, se vogliamo, un miracolo e, in quanto tale, mi piace l’idea che sia inaspettato.

Ci sono dei momenti e/o dei luoghi particolari in cui ti piace scrivere?

Mi piace scrivere la sera, nel silenzio e in solitudine. Anche in 

Quali sono stati il primo e l’ultimo brano composti per Fumo & Nebbia?

Periodi di forte stress e scadenze lavorative riesco a ritagliarmi dei momenti per comporre. Non è un rituale prestabilito, è una necessità espressiva di cui non potrei mai fare a meno. Molte volte improvviso canzoni e melodie che vivono solo in quel momento, senza poi diventare altro.

Il primo brano è stato, appunto, Fumo e Nebbia. L’ultimo, invece, Mi manchi tu, brano che nella versione originale si intitolava Missing you e che faceva parte del primo album degli Anotherule, gruppo rock in cui suona tutt’ora Marco De Masi. Il pezzo è cambiato molto, e l’abbiamo riadattato al mio stile. Sono partita da un riff di pianoforte ipnotico e insieme a Marco abbiamo reso tutto il pezzo quasi r’n’b. Il testo, invece, l’ho scritto pensando alle canzoni da “jubox” che andavano negli anni ’50, dove si parlava di sentimenti in modo molto semplice e con un linguaggio comune.

E qual è stato, invece, il primo pezzo in assoluto che hai scritto nella tua vita?

I primi brani che ho composto erano completamente strumentali: delle improvvisazioni al pianoforte che poi diventavano qualcosa di più. Poi un giorno ho deciso di cantare una di queste composizioni ed è nato “Raggiungerti”, la mia prima canzone. Inizialmente la suonavo pianoforte e voce, poi ne avevamo sviluppato una versione contrabbasso e voce. Questo brano si è evoluto talmente tanto che non escludo di inserirlo nel prossimo disco. Anche “Tramonti”, presente nel disco “Fumo & Nebbia”, faceva parte delle mie prime composizioni strumentali, ma il pezzo è cambiato talmente tanto che della versione primordiale è rimasta solo la parte iniziale di pianoforte.

Hai in programma di girare un videoclip per accompagnare uno o più brani di Fumo & Nebbia?

Sicuramente!!! Stiamo già lavorando alla realizzazione di un video…

Come mai la scelta del nome d’arte Danys?

In realtà Danys non è un nome d’arte, è il soprannome che mi ha dato una mia cara amica quando avevo dodici anni. Da quel momento in poi tutti hanno iniziato a chiamarmi così... anche i miei genitori, mio fratello, altri miei amici… di conseguenza ho pensato fosse bello mantenere questo nome, perché fa realmente parte di me. Non è un alterego o un nome di fantasia e non c’è un intento anglofono come si potrebbe pensare… Danys si pronuncia come si legge!! Purtroppo molti sono tratti in inganno dalla “y” e pronunciano il mio nome in inglese!!

Hai aperto i concerti di due importanti nomi della musica italiana. Paolo Benvegnù nel 2009 e Simone Cristicchi nel 2010. Potresti raccontarci di questi due eventi?

L’apertura del concerto di Paolo Benvegnù si è svolto all’Alpheus grazie al concorso Martelive. Essendo arrivata alle finali nazionali sono riuscita ad esibirmi nella sua stessa serata. L’apertura di quello di Cristicchi, invece, è stata grazie al concorso “Tubestation” indetto dal Comune di Roma per selezionare artisti emergenti che si sarebbero potuti esibire nella stessa serata di grandi artisti e all’interno delle metropolitane di Roma. Sono state entrambe delle bellissime esperienze!!!

Hai iniziato a studiare pianoforte alla tenera età di 5 anni. Hai sempre voluto fare la musicista?

Vengo da una famiglia di musicisti. Non ricordo di aver deciso di fare la musicista, è stato un percorso naturale e credo di esserci nata. Mia madre, quando andava a prendermi a scuola, mi trovava sempre dietro la porta dell’aula di musica ad origliare le lezioni di pianoforte e riusciva a portarmi via con molta difficoltà. È stato così che ha deciso di iscrivermi alla classe di pianoforte della mia scuola elementare. All’inizio non avevo neanche un pianoforte, ma dopo pochi mesi mi regalarono un verticale che ancora possiedo. Fu una sorpresa e ancora ricordo lo stupore e i pianti di gioia. Mio fratello, tutt’ora, mi racconta di quanto fossi incredula nel vedere il pianoforte nel salone!!!!!!

La tua famiglia ti ha aiutata nel seguire questo percorso o avrebbe voluto ti dedicassi ad altro?

Moltissimo. Mi hanno sempre aiutata e sostenuta. È grazie a loro che ho potuto studiare il pianoforte e, oltretutto, non mi hanno mai scoraggiata sul futuro incerto della vita da musicista. Tutt’ora mi sostengono, vengono ai concerti e conoscono tutte le mie canzoni a memoria!

Sia il tuo album che il tuo sito hanno una bellissima grafica, che sono di Francesco Russo. Come è nato il processo creativo? Tutta opera di Russo o l’hai influenzato tu?

Ho ricevuto tantissimi complimenti per il sito e il booklet del cd. Francesco Russo è davvero un bravissimo grafico. Oltre a saper fare il suo mestiere è anche molto paziente e si occupa di tante cose che non sarebbero di sua competenza, è molto scrupoloso e serio. È stato un piacere lavorare con lui!! Diciamo che le idee partivano da me e da Marco De Masi e che Francesco le ha concretizzate e perfezionate. La chiave di riuscita è stata quella di avere le idee chiare e di aver incontrato un grafico che le capisse e le realizzasse nel migliore dei modi.

È una scelta voluta quella di inserire solo tre foto (di cui solo una tua) all’interno del libretto del cd?

Sì, è stata una scelta voluta. Ci tenevo molto a mettere in risalto i testi e quindi ho scelto di inserire solo tre foto: una che raffigurasse me, una delle mie mani sul mio pianoforte e una che ritrae uno spartito di Notturno di Chopin, il mio preferito.

Esiste una canzone al mondo, oltre alle tue, che ti rappresenta? Se sì quale e perché?

Uno dei pezzi che preferisco è “Body and Soul”, la versione di Billie Holiday. Oltre a rispecchiarmi nel testo, trovo che la voce e l’espressività di Billie Holiday siano da esempio per molte cantanti e artiste. Una voce senza tempo.

Oltre ad essere cantautrice e musicista sei anche un’insegnante di pianoforte. Solitamente che consiglio dai a tutti coloro che vorrebbero intraprendere la tua stessa professione?

Di studiare molto perché è un lavoro bellissimo ma carico di responsabilità, soprattutto quando si insegna a dei bambini piccoli. La formazione di un musicista è un percorso lungo e faticoso, pieno di rinunce e sacrifici, non si finisce mai di evolversi e di arricchirsi.

Hai anche una laurea in musicologia. Consiglieresti di intraprendere questo percorso di studi a chi vuole diventare musicista?

Ho scelto di conseguire la laurea in musicologia per completare il percorso di studi svolto fino ad ora. Avere una cultura musicale è importante se si vuole intraprendere questo lavoro. Credo che questo tipo di laurea debba comunque essere sostenuta da delle competenze tecniche, oltre che umanistiche. La trovo un’ottima laurea che, se completata da un percorso di studi tecnico su di uno specifico strumento musicale, può essere competitiva anche sul mercato del lavoro.

Hai mai pensato di partecipare al festival di Sanremo?

Certo! Sarebbe bello potere arrivare a suonare sul palco di Sanremo. È una bellissima vetrina, anche se nelle ultime edizioni si è dato poco spazio ai giovani emergenti. Spero si torni a dare la giusta importanza alla musica “nuova” e ai giovani artisti che cercano di farsi conoscere.

Stai già pensando a un album nuovo? Se sì, puoi anticiparci qualcosa, magari su qualche pezzo nuovo?

Assolutamente sì! Ho già scritto dei pezzi nuovi e credo che entro settembre ci saranno delle novità. I pezzi che sto scrivendo sono vari, ma mantengono sempre la cifra stilistica di “Fumo & Nebbia”. Ancora è tutto molto embrionale, ma non vedo l’ora di dedicarmi al nuovo album!!!


 Intervista flash 

Primo album comprato: The score - The Fugees
Ultimo album comprato: Lady sings the blues – Billie Holiday (vinile)
Il tuo album preferito in assoluto: Dummy - Portishead
Un album che hai comprato e di cui ti sei pentita: Nessuno
Primo concerto a cui sei andata: Vasco Rossi a 14 anni, a Roma, con mio fratello
Ultimo concerto a cui sei stata: Portishead a Roma
Una canzone che avresti voluto scrivere? Back to black – Amy Winehouse
Parteciperesti mai a un talent show tipo Amici o X-Factor? Non lo so, forse!
Se non fossi una musicista saresti? Una fotografa

 

 

Per saperne di più su Danys: www.danys.net

Per acquistare Fumo & Nebbia: www.danys.net/home.php#shop

 

 

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