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Intervista ***Versione italiana***

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Ciao Alessandro, grazie per averci concesso qualche minuto per la nostra intervista. Cominciamo:

Il vostro genere è stato definito "Emo", sei d’accordo con questa definizione? Puoi spiegare ai meno esperti cos’è di preciso l’ "Emo"?

Non sono molto d’accordo con la definizione che ci hanno accollato per quanto riguarda il genere musicale proposto dalla nostra band, soprattutto agli inizi quando il nostro stile era più simile a un rock-melodico, adatto a tutte le persone, in modo tale da poter conquistare una schiera più ampia di fan. Esistono tante interpretazioni del genere "Emo" ed il nostro è stato solo un adeguamento a come la critica ci ha inquadrato all’interno dei generi musicali. A questo proposito non si può dare una definizione ben precisa a questo stile, che di per se raccoglie molte influenze musicali, in generale posso dire che all’ "Emo" si può dare la definizione di "bel rock melodico".

In questo momento l’ "Emo" sta avendo una diffusione e un gradimento di pubblico senza precedenti, come mai avete deciso lo scioglimento in un momento potenzialmente così favorevole per la vostra carriera?

Non posso sapere il perché dello scioglimento degli "Sliding Colours", per il semplice fatto che quando io sono andato via dal gruppo, loro hanno continuato a suonare con successo, incidendo un album, facendo molte altre serate. Personalmente ti posso dire che ho deciso di lasciare la band per motivi personali legati all’amore e al lavoro. Gli altri componenti della band avevano cominciato ad interpretare la musica come un vero e proprio lavoro, mentre per me è sempre stato un grande, grandissimo hobby, io sono andato via e loro hanno continuato a suonare con successo. Per me era impossibile conciliare il mio mestiere con le esigenze della band, forse è stato un bene per il gruppo che io abbia lasciato, loro hanno potuto proseguire, senza che io diventassi una via per precludersi. Attualmente sono tre ex-componenti che stanno continuando a suonare insieme: Michele Tagliapietra, Gianluca Zennaro e Riccardo Mavaracchio, il nuovo batterista assoldato quando ho dovuto lasciare la band e al quale va il merito dell’album "Sunrise", pubblicato dopo il demo "Sliding Colours".

Sappiamo che voi, componenti del gruppo, avevate gusti musicali particolarmente variegati e differenti. E’ stato mai un ostacolo o un motivo di attrito all’interno della band? Come siete arrivati alla definizione del vostro genere?

Motivo d’ostacolo? Si, per alcune canzoni, ci sono stati molti disaccordi sui passaggi melodici. Anche se collettivamente appartenevamo alla stessa radice musicale, questo non portava all’accordo complessivo del gruppo in tempi veloci. Per esempio, tanto per capirci, un passaggio di batteria non sempre può essere seguito dal chitarrista o piacere al chitarrista, e questo può essere un motivo di attrito. Il modo in cui abbiamo uniformato il nostro genere dipende dalla costanza con cui ci siamo allenati nei momenti più difficili, per alcuni testi abbiamo provato singoli passaggi per intere settimane. In conclusione è stato importante far coincidere le nostre individuali vie di mezzo, con un unico punto d’incontro, basato sulle potenzialità di tutti noi.

Come sono nati i brani che compongono il vostro demo? Li scrivevate insieme? Qual’era l’apporto dei vari componenti?

I testi del nostro demo "Sliding Colours" li ha scritti il chitarrista-cantante Stefano Rubini, mentre un solo testo è nato dalla nostra collaborazione complessiva. Essenzialmente si partiva dall’idea di Stefano e lo si cominciava a seguire con i ritmi di base. Il passo successivo era quello di segmentare la canzone, ossia dividerla in più parti come ad esempio: strofa, ritornello… aggiungendo così sempre più musicalità nel rispetto dei tempi. Abbiamo passato moltissime ore tutti insieme nella sala prove, dove le nostre pause erano pochissime. Passavamo più di 4 ore di seguito solo per effettuare le prove di base, per procedere a quella che era poi la vera e propria costruzione delle canzoni. Questo era il nostro enorme apporto collettivo.

Quali sono le principali difficoltà che un gruppo di giovani musicisti incontra per la pubblicazione di un primo demo?

Una parola… MOLTE! La cosa più importante per un gruppo di nuova formazione è senz’altro basata sulle conoscenze, che non devono essere necessariamente legate o supportate da una casa discografica importante o una marca. Le conoscenze giuste primarie, sono la collaborazione con gruppi diversi con la quale esibirsi o aprire concerti, questo è un buon metodo iniziale per farsi strada! Da considerare anche il fattore Fortuna, ossia è possibile che durante alcuni concerti ci siano dei produttori interessati alla musica proposta da un gruppo. Subito dopo viene la propaganda, il sapersi presentare significa continuare nei migliori dei modi una certa strada intrapresa. Infine come ultimo, ma non da sottovalutare c’è l’aspetto economico, che passa spesso in secondo piano, soprafatto dall’energia che i vari componenti del gruppo spendono per la realizzazione del loro progetto. I costi inizialmente non sono poi così grandi, ma il costo in soldi viene messo da parte, perché quello che si sta facendo è una cosa per se stessi, per cercare di buttarsi avanti in quella strada difficile che è il mondo della musica. Tutte le spese affrontate, che variano dai trasferimenti, l’acquisto di nuovo materiale, soggiorni in città diverse durante i concerti e i festival…solitamente rientrano con la diffusione dei Cd ai concerti.

Quale brano del demo "Sliding Colours" preferisci e perché?

Questa domanda mi mette un po’ in difficoltà, in buon senso… non c’è un unico brano che preferisco, tutti sono nati dalla voglia di fare e la passione per la musica, tutte le canzoni sono ore e ore di prove, sono tutte farina del nostro sacco e personalmente le trovo tutte bellissime! Non me la sento di dare un giudizio a quello che è un lavoro d’insieme, certo che in alcune canzoni preferisco alcuni passaggi, ma anche in altre apprezzo il lavoro del singolo membro del gruppo. Il lavoro che abbiamo presentato al pubblico nasce da un gruppo di ragazzi che sono cresciuti insieme, non si sono solamente ritrovati per strada o in un locale, dalla scuola fino ai momenti più recenti, abbiamo passato insieme tutta la nostra giovinezza. Il tutto è il frutto della nostra amicizia, il nostro demo nasce da "menti contorte" con non pochi casini! Potrai ora ben capire quale valore superiore si cela attorno alle nostre canzoni.

Cosa vuol dire fare musica in una scena come quella veneziana, che di sicuro non è viva come quella milanese o romana per esempio? Si riescono comunque a trovare gli spazi adatti in cui esibirsi?

A Venezia è praticamente impossibile fare musica negli spazi adatti o al quantomeno sufficientemente attrezzati. Si parla di eventi sporadici, soprattutto concentrati nei periodi estivi, quando vengono organizzati concerti sulla spiaggia dai gestori dei bagni locali, quindi una band se fortunata e conosciuta, può fare "affidamento" a un concerto ogni estate, questo dimostra quanto sia un panorama stupidissimo per la musica. Forti sono anche alcune lacune a tal proposito, manca la voglia di spronare i giovani, così come manca la volontà dei grandi per quanto riguarda un discorso più economico e non morale, che si tramuta in soldi! A parte qualche centro sociale, non c’è nulla per far portare avanti un gruppo. Se un locale avesse la possibilità di far suonare anche soli 2 gruppi al giorno, ci sarebbero manifestazioni live tutte le sere, in questo modo i locali avrebbero lavoro sicuro, così come le band stesse. Tutte queste difficoltà e mancanze organizzative, hanno fatto si che i gruppi si siano spostati in città più ospitali, quì nelle vicinanze, come ad esempio Verona. Personalmente penso che sarebbe molto meglio valorizzare di più la città per le passioni dei giovani.

Un gruppo che sembrava piuttosto ben avviato: la produzione di un demo, la partecipazione a diversi festival anche abbastanza importanti… e poi? Cosa è mancato per fare il salto di qualità?

Cosa è mancato??? E’ mancata la dritta , la conoscenza giusta. Avevamo spedito copie del nostro demo a moltissime case discografiche più grandi della nostra dell’epoca, sfortunatamente però, tutti i contatti che ci eravamo creati non avevano mai avuto una risposta. Nonostante tutto grazie al super lavoro dei membri del gruppo, che si interessavano dell’organizzazione delle serate, siamo riusciti a esibirci in alcuni concerti e questa fu la spinta che motivava di più ancora la nostra voglia di fare che era presente e costante.

Quali sono le soddisfazioni più grandi che hai avuto con gli "Sliding Colours"? C’è qualche momento che ricordi con particolare piacere?

Ci sarebbero moltissime soddisfazioni e momenti che ritengo più belli da raccontarti, ma di sicuro la soddisfazione maggiore in assoluto è stata quella di riuscire a tornare a suonare insieme con chi sono cresciuto, i vecchi e sempre migliori amici, i momenti più belli sono tutti quelli in cui siamo riusciti a ri-convivere una passione che c’era da tempo. Trovarsi per andare a suonare, trovarsi anche dopo le prove per una birra, trovarsi dopo i concerti… sono stati tutti momenti molto belli e significativi che ricorderò con piacere, così come anche tutte le magagne da risolvere erano momenti bellli! Posso dire che insieme non abbiamo vissuto situazioni brutte, il nostro forte legame di amicizia è stato il nostro valore più grande: siamo cresciuti insieme al gruppo.

Oggi la musica che posto ricopre nella tua vita? Continui a suonare? Sei in cerca di un gruppo o hai chiuso definitivamente con il professionismo?

A oggi la musica mi è rimasta nel cuore e per sempre ci rimarrà! Ho cominciato per gioco solo per il fatto che mi piaceva e mi piace tutt’oggi. Ora non suono con un gruppo, ma per il mio piacere personale; non avrei tempo di far coincidere il mio lavoro con il tempo che dovrei dedicare a quella che ora è rimasta solo una gran passione. La musica esiste ancora in me, così come la voglia di far bene, tanto che mi sono comperato una batteria nuova! Con la musica non si finisce mai! Mi diverto strimpellando con conoscenti per un paio d’ore alla settimana. Non è più frequente come una volta, non è più un impegno che stava diventando un probabile lavoro, che comunque non ritengo sicuro come quello che ho ora, ma è solo una gran passione.

Tirando le somme della tua esperienza con gli "Sliding Colours", saresti pronto oggi a ripetere tutte le scelte che hai fatto all’ora e quanto credi che la musica possa rappresentare una strada concreta per il successo?

Tirando le somme... tutto quello che ho fatto lo rifarei! Le scelte che ho fatto al tempo sono state effettuate per fattori che considero più importanti. Se non ci fosse stato il problema del mio lavoro ben avviato e mi fossi sentito più "un uccello di bosco" non avrei mai abbandonato le scene musicali, se la spinta fosse stata maggiore avrei continuato a suonare. La musica può essere una strada concreta per il successo solo se la calcoli come un lavoro e se le spinte iniziali sono buone. Tutto questo significa ottenere successo. Come semplice hobby puoi fare concertini, qualche serata, ma tutto conta per ottenere glorie maggiori: dal musicista alla casa discografica sono tutte chiavi che possono aprire da 2 a 200 porte!!!

Un saluto a tutti gli affezionati lettori di Andergr@und Mag@zine!!!

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