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Moby - Last Night

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Moby - Last NightProprio non ci siamo: quattordici brani di elettronica raffazzonata e sottotono. Di certo non all’altezza dei lavori precedenti. Sarà che il dichiarato intento di ritornare a una musica da dancefloor, con ammiccamenti alla disco anni ’70, di questi ultimi tempi non è proprio dei più originali, sarà che Richard Melville Hall ci aveva abituato a lavori migliori, più gradevoli e più ispirati, ma questo nuovo album di Moby proprio non riesce a decollare. Le quattordici tracce di Last Night sono assonnate e fiacche, e ripropongono un’elettronica soft degna di una discoteca smorfiosa ed esclusiva. Con questo disco Moby non sembra superare il suo limite principale, quello cioè di fare pezzi che, salvo poche eccezioni (vedi i suoi singoli di successo degli anni passati), non riescono ad essere autonomi, e che, se estrapolati dall’album e sentiti singolarmente, perdono qualsiasi potenziale attrattiva. In qualche momento sembra che Moby si renda conto della inconsistenza dei brani e cerchi di salvare la situazione rimpolpandoli con qualche fraseggio rap e R&B, oppure dandogli qualche venatura vintage senza però migliorare lo stato delle cose. Qualche soddisfazione ce la regalano i brani più intimistici e meno pacchiani, come Mothers Of The Night e Last Night, particolarmente adatti come discreto sottofondo.

 

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