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Adele - 21

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Adele - 21Adele - 21

Rating: 4/5

La storia di Adele sembra una fiaba moderna, la favola di una ragazza introversa, un po’ sovrappeso, non particolarmente bella, con una situazione familiare non facile alle spalle. Una ragazza che si rifugia nella musica per trovare evasione e dare forma alle proprie emozioni, ai sogni, alle speranze; scrive canzoni che incide grazie ad un progetto scolastico e poi pubblica sulla propria pagina di MySpace e da lì piano piano comincia a raccogliere consensi. Finché un giorno la giovanissima Adele riceve una telefonata da una casa discografica interessata alla sua musica, viene messa sotto contratto e nel 2008 pubblica il suo primo lavoro, intitolato semplicemente “19”, la sua età al momento dell’uscita dell’album. Come nelle migliori favole, l’album ottiene notevoli consensi di pubblico e critica, viene premiato da ottime vendite in Europa facendosi notare anche oltre oceano e Adele riceve riconoscimenti sia ai BRIT Awards, sia ai Grammy. E così tutti vissero felici e contenti. E poi? Cosa succede dopo il lieto fine? Le fiabe vanno avanti o finiscono? Adele sembra determinata a dirci che la sua non è finita, anzi! Lo fa pubblicando un secondo album “21” che arriva, come è facilmente intuibile dal titolo, a due anni di distanza dal precedente e prende ancora una volta il titolo dall’età della stessa Adele. Due anni dal punto di vista anagrafico sono poca cosa, ma per la giovane cantante londinese sono stati un periodo di sorprendente crescita umana ed artistica. “21” è infatti un album maturo, adulto, che colpisce fin dal primo ascolto sia per la padronanza vocale, sia per la solidità della composizione dei brani. Adele si muove con disinvoltura tra i generi, passando dal soul al blues ad un pop melodico contaminato e mai banale. 21 Adele Bb (XL Rec.) 11 + 2 Sicuramente i brani di maggiore impatto sono quelli nei quali il ritmo la fa da padrone, partendo dal travolgente singolo di lancio “Rolling In The Deep”, passando per la possente “Rumor Has It”, fino al “I’ll Be Waiting” con una straordinaria sessione di fiati a sostenere una ritmica serrata e trascinante. Ascolto dopo ascolto prendono però forma anche i pezzi più riflessivi: “Turning Tables” colpisce e commuove per la tristezza sincera e sofferta che trasuda, mentre “Set Fire To The Rain” è un crescendo emotivo che prende allo stomaco. Ma ci sono anche le venature country di “Don’t You Remember”, la struttura sottile di pianoforte di “Take It All” che lascia spazio ad un cantato emozionale tra spiritual e gospel, gli echi anni ’70 di “One And Only”. E c’è spazio anche per le cover: “Lovesong” dei Cure, "If It Hadn't Been For Love" degli SteelDrivers e "Hiding My Heart" della cantautrice americana Brandi Carlisle (questi ultimi due brani sono contenuti nella Limited Edition dell’album). Gli arrangiamenti sono perfetti, costruiti ad arte per sostenere la voce di Adele, darle spazio e rilievo, per valorizzarne ogni sfumatura. E la voce è indiscussa protagonista dell’album: roca, graffiante, potente, emozionale ed emozionante, incredibilmente matura ed esperta. Forse qua e là viene esibito qualche virtuosismo di troppo, ma è comprensibile per un’artista così giovane in cerca di un’affermazione artistica. E forse è questo l’unico rimprovero che si può fare ad Adele: emerge tra i solchi dell’album il desiderio di conferme, di dimostrare che non è più la ragazzina che pubblicava i suoi pezzi su MySpace, ma che è un’artista a tutto tondo capace di padroneggiare la propria voce, di fare musica sul serio. Questo a discapito della spontaneità, della leggerezza, di quella delicata ingenuità che emergevano invece in “19” e che qui mancano. A “21” avrebbero forse giovato una punta di divertimento ed autoironia, ma resta comunque un album di altissimo livello, ben scritto, suonato e cantato, con canzoni di spessore capaci di coinvolgere ed emozionare. E così la favola di Adele continua: ha assunto sfumature più adulte, certo, ma si conferma essere una bellissima storia. [Sergio]
 

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