Bene, bene, bene (o “Well, well, well”, insomma), Duffy c’è riuscita: non si è lasciata intimidire dai 4 milioni di copie vendute da “Rockferry”, suo album di debutto del 2008, ed è tornata con un nuovo lavoro. L’ha fatto con garbo ed intelligenza, senza puntare su super produzioni o nomi famosi, ma concentrandosi sul sound che l’ha resa famosa, quel pop con venature soul che attinge a piene mani dalla musica degli anni ’50 e ’60. “Endlessly” è esattamente questo: un tuffo nel passato, in quegli anni caratterizzati da un allegria semplice e spensierata e da un romanticismo che non aveva timore di sembrare naif. Duffy ci fa salire sulla sua macchina del tempo e ci fa incontrare i Platters e i Beach Boys, ci fa viaggiare tra ballads di caramellosa innocenza e brani dance con venature black che divertono e trascinano. E il gioco funziona grazie anche all’immagine curatissima nel suo essere retrò e alla durata delle canzoni, tutte intorno ai 3 minuti, come si usava una volta. “Endlessly” dura poco più di 33 minuti e forse anche in questo trova la sua forza: riesce a divertire senza stufare e la noia è talmente lontana quando l’album finisce, che viene quasi spontaneo premere “repeat” per fare un altro giro della giostra. Certamente mancano a quest’album delle hit di grande impatto: tolto il singolo di apertura “Well, Well, Well” che è diventato immediatamente un tormentone, non ci sono pezzi forti come quelli che avevano caratterizzato “Rockferry” e che ne avevano decretato il successo. In “Endlessly” però c’è una perfetta armonia, una buona alternanza dei pezzi, giusto equilibrio tra brani lenti e veloci; ci sono arrangiamenti impeccabili e un lavoro di produzione discreto, ma efficace… tutte cose che sicuramente non daranno a questo album riscontro di pubblico e vendite stratosferiche, ma che regalano alla cantante gallese credibilità e spessore. Cose preziose, soprattutto per un’artista che, come Duffy ci sta dimostrando, desidera realmente investire sulla musica e sulla ricerca di un sound caratteristico e personale. [Sergio]
Duffy - Endlessly
Bene, bene, bene (o “Well, well, well”, insomma), Duffy c’è riuscita: non si è lasciata intimidire dai 4 milioni di copie vendute da “Rockferry”, suo album di debutto del 2008, ed è tornata con un nuovo lavoro. L’ha fatto con garbo ed intelligenza, senza puntare su super produzioni o nomi famosi, ma concentrandosi sul sound che l’ha resa famosa, quel pop con venature soul che attinge a piene mani dalla musica degli anni ’50 e ’60. “Endlessly” è esattamente questo: un tuffo nel passato, in quegli anni caratterizzati da un allegria semplice e spensierata e da un romanticismo che non aveva timore di sembrare naif. Duffy ci fa salire sulla sua macchina del tempo e ci fa incontrare i Platters e i Beach Boys, ci fa viaggiare tra ballads di caramellosa innocenza e brani dance con venature black che divertono e trascinano. E il gioco funziona grazie anche all’immagine curatissima nel suo essere retrò e alla durata delle canzoni, tutte intorno ai 3 minuti, come si usava una volta. “Endlessly” dura poco più di 33 minuti e forse anche in questo trova la sua forza: riesce a divertire senza stufare e la noia è talmente lontana quando l’album finisce, che viene quasi spontaneo premere “repeat” per fare un altro giro della giostra. Certamente mancano a quest’album delle hit di grande impatto: tolto il singolo di apertura “Well, Well, Well” che è diventato immediatamente un tormentone, non ci sono pezzi forti come quelli che avevano caratterizzato “Rockferry” e che ne avevano decretato il successo. In “Endlessly” però c’è una perfetta armonia, una buona alternanza dei pezzi, giusto equilibrio tra brani lenti e veloci; ci sono arrangiamenti impeccabili e un lavoro di produzione discreto, ma efficace… tutte cose che sicuramente non daranno a questo album riscontro di pubblico e vendite stratosferiche, ma che regalano alla cantante gallese credibilità e spessore. Cose preziose, soprattutto per un’artista che, come Duffy ci sta dimostrando, desidera realmente investire sulla musica e sulla ricerca di un sound caratteristico e personale. [Sergio]
