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Joe Valeriano

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Joe Valeriano BRUGHERIO (Mi), 13 Maggio 07 - E’ una bella giornata oggi a Milano, il sole va e viene, il cielo è leggermente velato, ma la temperatura è piuttosto calda. Arriviamo abbastanza presto al parco Increa, dove oggi si terrà un’esibizione del protagonista della seconda puntata della nostra rubrica “Anderview”, circa un paio d’ore prima dello show, e intorno a noi una moltitudine di persone si gode la meritata giornata di riposo settimanale in totale relax insieme alla famiglia o agli amici, placidamente distesi sul prato o impegnati in una partitella a pallone. Iniziamo a studiare il territorio e cerchiamo la postazione ideale da cui goderci lo spettacolo. I musicisti della band sono già sul posto impegnati a montare la strumentazione. Fortunatamente si libera un tavolo proprio accanto al palco, così decidiamo di sistemarci lì per aspettare il nostro ospite, che dopo pochi minuti, chitarra e amplificatore in mano, arriva sul luogo del concerto. Ci vede, ci saluta, e ci dà appuntamento a dopo il sound check per l’intervista. Non appena il gruppo inizia a provare un brano, una gran quantità di gente, attirata e incuriosita dal suono della sua musica, abbandona l’ozio domenicale e si raduna intorno al palco. Ma l’anteprima dura poco. L’artista saluta il pubblico e dà appuntamento a tutti a tra un’ora. Appoggiata la chitarra all’amplificatore si dirige verso il nostro tavolo, e dopo un momento di relax, quattro chiacchere e una birra, si accende una sigaretta e cominciamo con l’intervista vera e propria. L’atmosfera è molto rilassata, le risposte molto interessanti e puntuali, del resto di cose ce ne ha da raccontare uno che la musica la pratica a questi livelli da quasi trent’anni.

Joe Valeriano Il nostro ospite di questo mese infatti è Joe Valeriano, universalmente considerato uno dei migliori chitarristi e performer di blues in Italia. Cresciuto a Molfetta, vicino a Bari, con la passione per il rock nel sangue, si trasferisce giovane a Milano in cerca di lavoro, e perché no, di farsi una certa reputazione come musicista. Nel capoluogo lombardo ha la fortuna di incontrare un noto musicista dell’epoca, Kim Brown, che era stato frontman di gruppi conosciuti in gran parte d’Europa, come i Renegades prima e i Kim & the Cadillacs poi. La leggenda racconta che, stanchi di vedersi sbattere le porte in faccia, Ian Mallet, Kim Brown, Denis Gibson e Graham Johnson abbandonarono la loro madre patria, la Gran Bretagna, per stabilirsi in Finlandia, dove cominciarono a farsi crescere i capelli giurando di non tagliarli più sino alla fine dell\'esilio volontario. E, come se non bastasse, scelsero un nome adeguato alla situazione: Renegades (rinnegati). In Finlandia erano popolarissimi e le loro esibizioni al Beat Club di Helsinky provocarono scene di isterismo paragonabili a quelle scatenate dai Beatles. Dopo lo scioglimento del gruppo, Kim conosce Trutz Viking, e dà inizio ad una formazione (Kim & The Cadillacs) che lo porterà ai primi posti di tutte le classifiche discografiche del mondo con successi che sono passati alla storia. E’ con questa formazione che Brown riceve la definitiva consacrazione anche nel nostro paese partecipando per ben tre volte al festival di Sanremo. Finito il periodo dei revival, il gruppo si scioglie e Kim torna a proporre la sua musica nei club, mantenendo il livello professionistico che lo ha sempre contraddistinto e gli ha permesso di godere di un\'ottima reputazione nell\'ambiente musicale mondiale. E in questo momento che Joe si unisce a lui, e per quasi dieci anni girano l’Italia suonando in importanti locali. Quando Kim infine decide di tornare in Finlandia, nel frattempo Joe era riuscito a crearsi una certa fama nell’ambiente, e può decidere di cominciare una nuova carriera da solista, specializzandosi in particolar modo nei tributi a Jimi Hendrix e Stevie Ray Vaughan, fino a diventare uno dei chitarristi blues più importanti del nostro paese, tanto che Vince Payne (Curatore americano del Sito SRV online) lo segnala come migliore interprete italiano del grande chitarrista texano. Come solista ha prodotto cinque album: "Elida", "Furious", "Live", "Parmarown" e il più recente “Live al Teatro Odeon”. Numerosissimi sono gli artisti con cui ha collaborato nel corso degli anni: Grey Johnson, Willy Murphy, James Mason, Jaime Dolce, Lach, Kevin Montgomery & Pettibone, Dan Boccuzzi, Joe Colombo, Bugo, Rino Corrieri & Giovanni Astorino (base ritmica di Caparezza). Attualmente si divide tra le sue serate e l’insegnamento della lingua tedesca nelle scuole superiori. Finita l’intervista comincia lo spettacolo; Joe e la sua band ci danno dentro con pezzi del loro repertorio: Hendrix, Clapton e Vaughan, ma anche classici della storia del Rock come “Satisfaction” dei Rolling Stones. L’atmosfera è estremamente rilassante: la leggera brezza della sera accarezza i volti dei numerosi spettatori e curiosi che si sono assiepati intorno al palco per ascoltare un po’ di buona musica; la luce soffusa del crepuscolo e la splendida cornice ambientale hanno contribuito a rendere la serata davvero perfetta.

 

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