andergr@und.it      Home Rito Pagano

Intervista ai Rito Pagano - a cura di Bugs!

E-mail Stampa PDF
Ciao ragazzi, innanzitutto grazie per aver accettato il nostro invito. Per cominciare raccontateci velocemente di voi. Quando vi siete incontrati, come è maturata la decisione di suonare insieme, e si tratta della prima esperienza in una band o avevate altre esperienze alle spalle.

I RITO PAGANO nascono intorno al 1996, da un'idea di Massimiliano Scalorbi, chitarrista ed autore dei brani, con l'intenzione di proporre rock in italiano, con voce femminile, caratterizzato da una forte identità. Il periodo era, in questo senso fiorente, basti pensare ai vari gruppi del periodo (si pensi, ad esempio, ai Timoria, C.S.I.,Clandestino, Litfiba, Movida, Ritmo Tribale). Nel 1997 esce il primo prodotto composto da 8 canzoni inedite, alcune di esse ancora eseguite durante i live della band. Ma anche per i RITO PAGANO arrivano gli inevitabili cambiamenti di formazione, problema che durante gli anni rallenterà (ma non fermerà) il progetto di Massimiliano Scalorbi e di Simone Marani, quest'ultimo batterista subentrato nella band nel 1999. Nel 2001 registriamo il primo album autoprodotto, dal titolo ”FERMARE IL TEMPO”, composto da 10 canzoni inedite. Il disco viene ascoltato, fra gli altri, da Dino Melotti (allora produttore di Nek), che si legherà al gruppo con un contratto editoriale grazie al quale registriamo, a livello altamente professionale, tre nuove canzoni. Ma é solo nel 2006 che la band riesce, dopo svariati cambi di formazione, ad assumere un' identità precisa, grazie all'arrivo di Stefania Rizzello (voce) preceduta, l'anno prima, da Roberto Tamburro (basso). Da questo momento il gruppo comincia a muoversi in modo molto professionale, progettando, tra le altre cose, anche un nuovo album.

Leggo sul vostro myspace che avete tutti background musicali piuttosto differenti alle spalle. Questo può essere un problema oppure per la vostra musica questo rappresenta semplicemente di un valore aggiunto?

E' senz'altro un valore aggiunto; in fase di arrangiamento le canzoni vengono portate da Massimiliano complete di musiche e testi, ma il sound “RITO PAGANO” esce in sala, dove ognuno propone la propria parte, in piena libertà, attingendo anche dalle personali esperienze musicali.

Detto ciò, c'è qualche gruppo a cui vi sentite più vicini come modo di suonare? Un punto di rifermento comune?

Non vorremmo sembrare poco modesti ma, in realtà, pensiamo che i RITO PAGANO abbiano un timbro piuttosto personale (senza la pretesa di aver inventato qualcosa di nuovo) difficilmente rinvenibile in altri gruppi italiani. Il prodotto può, ovviamente, piacere o meno, ma in tal caso il tutto rientra in un discorso assolutamente soggettivo.

Voi suonate insieme da un sacco di tempo. E adesso, dopo 15 anni di percorso, finalmente arriva questo progetto, "Racconti o Leggende" di cui parleremo tra un attimo. Come è cambiata, se è cambiata, la vostra musica rispetto agli inizi? Quanto siete maturati come musicisti e come gruppo in questo periodo?

Siamo maturati su tutti i fronti avendo, col tempo, acquisito notevoli esperienze fino all'essere realmente un “gruppo”, ovvero persone che condividono in pieno un progetto fino in fondo, condiviso e amato, anche se con il mantenimento di radici diverse. Abbiamo suonato tantissimo, provando e migliorando le nostre prestazioni, concerto dopo concerto, arrivando, anche in questo caso, a possedere un'identità precisa; in fondo, il nostro “RITO PAGANO” é poter salire su un palco e dare vita alle nostre canzoni. La sonorità del gruppo è, in effetti, cambiata. Del resto, l'esperienza deve in qualche modo arricchirti. FERMARE IL TEMPO era probabilmente un album più ruvido, più duro, mentre RACCONTI O LEGGENDE lo consideriamo decisamente più maturo, senz'altro più pulito, con ballate eleganti e profonde (vedi CERCO, ASPETTO CHE, PORTAMI VIA, ecc..) e passaggi (come MANCA L'ARIA, DEVI CREDERMI, E' IL SOLE) di chiara matrice rock. Siamo molto orgogliosi del risultato raggiunto con tale ultimo prodotto; le canzoni sono uscite come era nelle nostre intenzioni, riuscendo ad esprimere tutte le potenzialità che racchiudono. Abbiamo scelto uno studio di altissimo livello professionale, proprio perché volevamo il massimo sotto l'aspetto della qualità dei suoni; anche a livello di masterizzazione, la scelta di andare a Londra, negli studi “The Exchange” di Mike Marsh, si proiettava nella stessa direzione. Ci sono, nel disco, molti potenziali singoli, anche radiofonici, proprio l’obiettivo che cercavamo di ottenere. Comunque, resta fondamentale mantenere vivo lo spirito creativo. Noi non escludiamo niente per il prossimo album, il quale potrebbe essere completamente diverso. Fra l'altro, stiamo già sistemando alcune nuove canzoni. Diciamo che sotto l'aspetto creativo non possiamo lamentarci!

E i concerti. Quanto sono utili per avere una maggior sicurezza e per fare squadra?

Assolutamente fondamentali, in quanto riteniamo che un gruppo, a qualsiasi livello, debba salire su un palco per potersi esprimere e rigenerarsi.

Secondo voi com'è lo stato della musica da vivo in Italia? Molti artisti con cui abbiamo parlato in passato ci hanno dipinto un quadro non molto roseo della situazione. Ci sono spazi adeguati e sufficienti? Ci sono abbastanza occasioni che consentano ai giovani musicisti di potersi esibire e farsi conoscere?

La situazione, se parliamo di giovani band che vorrebbero potersi esprimere su un palco, e' deprimente, e rispecchia la mentalità deleteria di quasi tutti gli addetti al lavoro; non ci sono spazi per proporre musica propria e non si sta coltivando per il futuro. La musica deve rigenerarsi per andare avanti, e questo è l'esatto opposto di quello che viene fatto. Probabilmente, anche a livelli più alti si potrebbe fare di più, creando spazi dove rendere la musica protagonista a costi, magari, maggiormente abbordabili, visto anche il momento di difficoltà economica che ci investe tutti. Ma il vero problema é che la musica, per diversi motivi, negli ultimi anni ha perso fascino, e questo ha fatto sì che, anche a livello culturale, si sia notevolmente abbassato il livello qualitativo. Il nostro auspicio è che possa tornare ad essere considerata come merita, dando valore alla qualità che tante band possiedono. Per noi questa é una speranza, e lo diciamo non solo come musicisti ma anche da veri amanti della buona musica.

C'è un momento in particolare della vostra carriera che è stato importante per voi o un ricordo a cui siete particolarmente legati? Ho visto che quest'anno avete aperto il concerto di Ligabue al Dall'Ara. Una bella soddisfazione immagino... C'è altro?

Se parliamo di live, l’apertura del concerto di Ligabue crediamo sia, sotto l'aspetto emotivo, il momento più intenso da ricordare. Anche il contratto editoriale con Dino Melotti lo ricordiamo come un momento gratificante; si parlava di Sanremo e di un grosso contratto discografico, anche se, in seguito, le cose andarono, purtroppo, diversamente.

Allora, veniamo al dunque. Parliamo dell'album, "Racconti e Leggende". Presentatecelo. Diteci a ruota libera quello che volete su questo lavoro.


Album da tempo fortemente voluto; come dicevamo prima, i diversi cambi di formazione avevano rallentato il progetto, ma la volontà della band era diretta verso il nuovo disco. Crediamo fortemente in quello che scriviamo e nella nostra musica e, per un gruppo creativo come il nostro, era assolutamente necessario realizzare un disco ben fatto e ben registrato, al fine di poterci mettere in mostra nella maniera più opportuna e professionale possibile.

Come prende forma la vostra musica? So che è Massimiliano Scalorbi l'autore dei pezzi. Come nasce l'idea e come si sviluppa? E qual è l'apporto che dà il resto del gruppo per arrivare alla versione definitiva delle tracce?

Le canzoni le scrive Massimiliano e vengono arrangiate in sala con il contributo di tutti, al fine di dare al brano il timbro tipico dei RITO PAGANO; le canzoni vengono prima abbozzate, poi riprovate, fino a quando si ha la certezza della qualità della composizione. Solo in quel momento si comincia a lavorare ad un arrangiamento definitivo.

Invece il lavoro in studio per preparare un nuovo disco, a grandi linee, come si svolge? Cambiano molto i vostri brani tra la prima stesura e la versione definitiva?


No, non cambiano, ovviamente subentrano problemi logistici, dove andare a registrare, che tipo di sonorità si vuole dare al prodotto, ecc....però, una volta deciso il tutto, in sala le canzoni sono ormai rodate e difficilmente cambia qualcosa in fase di registrazione, anche se non è infrequente che vengano decise in sala di registrazione le seconde chitarre e alcune parti soliste.

Con quale criterio avete scelto i pezzi da inserire nel disco? Ci sono delle tracce che alla fine sono rimaste nel cassetto? Ed eventualmente avete qualche idea su che fine farà questo materiale?


Abbiamo quasi completato la scelta dei brani per il prossimo album. C'e parecchio materiale, tant’è che, a volte, alcune canzoni le proponiamo anche dal vivo, cosa, quest’ultima, che ci permette di capire e valutare l'impatto che queste nuove composizioni hanno sul pubblico; come dicevamo poc’anzi, a livello di creatività siamo decisamente attivi.

So che è difficile rispondere a questa domanda ma c'è un pezzo a cui siete maggiormente legati o di cui vi ritenete particolarmente soddisfatti del risultato?

Crediamo che CERCO abbia, in qualche modo, caratterizzato il gruppo in questi anni, essendo una canzone scritta qualche tempo addietro… ma resta difficile la scelta di una sola canzone.

Il disco esce in versione digitale... Una scelta obbligata per abbattere i costi o un occhio verso il futuro della discografia?

Sicuramente il futuro porterà sempre più spazio al digitale tant’è che , per quanto attiene al “fisico”, ci sentiamo di scommettere solo sul vinile, attualmente in grandissima ascesa (cosa che, tra l’altro, ci rende molto felici). La scelta del digitale resta, comunque, indipendente da un'eventuale distribuzione fisica. Pirames International s.r.l. ci ha offerto una buona distribuzione in digitale, cosa di cui siamo orgogliosi; ovviamente, se qualche etichetta si accorgesse di noi, anche per una distribuzione fisica, ben venga! Per ora ci accontentiamo di qualche negozio specializzato, il che ci permette di mantenere una totale autonomia.

Etichette. Com'è la vostra situazione? Avete un contratto, siete in cerca, meglio l'autoproduzione, che lascia maggior libertà all'artista..?

Il mercato della musica é radicalmente cambiato, in quanto raramente escono nuovi artisti prodotti da major. Noi abbiamo deciso, credendo nella nostra musica, di produrre il nostro prodotto affidando solo la distribuzione agli addetti al lavoro, proprio per la difficoltà nel riuscire a muovere interesse intorno ad un nuovo gruppo. Quando registrammo FERMARE IL TEMPO, anch’esso autoprodotto, trovammo un contratto editoriale, ma riteniamo che attualmente la cosa sia molto più difficile. Però c'e un beneficio in tutto questo, dovuto al fatto che si mantiene una completa autonomia nella realizzazione delle canzoni, lasciando libero lo spirito creativo della band! Almeno, sotto questo punto di vista, é un vantaggio, mettiamola cosi!

Vogliamo ricordare ai lettori di Andergr@und dove possono trovare informazioni sul vostro progetto e dove è possibile acquistare l'album?

I nostri riferimenti sono:
www.myspace.com/ritopagano
www.youtube.com/ritopagano

Ovviamente ricordiamo che, oltre ad avere anche un profilo si facebook, il cd “Racconti o leggende” e' in vendita su tutti i negozi digitali.

Progetti a breve e lungo termine?

Riteniamo fondamentale reperire un'agenzia che ci permetta di muoverci su tutto il territorio nazionale, in modo da esibirci il più possibile e promuovere il nostro “RACCONTI O LEGGENDE”.

Ancora grazie mille per la vostra disponibilità e un grosso in bocca al lupo per tutto!

UN GRAZIE DI CUORE A TUTTI VOI. CIAOO
 

Intervista

Intervista

Rito Pagano

Rito Pagano