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Intervista ai Grenouille a cura di Bugs!

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Ciao ragazzi. Allora, ci siamo sentiti l'ultima volta un annetto fa, quindi ormai i nostri lettori vi conoscono e possiamo saltare le presentazioni. Come va? C'è qualcosa di nuovo? Cosa avete fatto di interessante in questi ultimi mesi?

Abbiamo preso tre pezzi che erano nati nel periodo successivo alla registrazione di “Saltando dentro al fuoco” e ci siamo divertiti ad arrangiarli, mischiando le influenze musicali di ciascuno di noi. Poi ci siamo innamorati di un pezzo dei Pan del Diavolo e abbiamo provato a suonarlo a nostro modo, cercando di dargli un’espressione differente dalla quella dell’originale.

Andiamo subito al sodo. Parliamo di "In Italia non si può fare la rivoluzione". Punto primo: perchè in Italia non si può fare la rivoluzione? Punto secondo: perchè secondo voi si dovrebbe fare la rivoluzione? Quali sono i problemi più urgenti da risolvere nel nostro paese oggi?


La scelta di toccare un argomento come la Rivoluzione vuole essere una doppia provocazione. Da un lato vuole prendere in giro un modo di pensare, nostalgico e legato al passato, che certe persone hanno e che impedisce loro di guardare e di partecipare al presente in maniera costruttiva; dall’altro vuole essere un campanello di allarme per la deriva politico-culturale che il nostro paese sta attraversando da anni e che ha toccato il suo culmine massimo con la presa in ostaggio della scena politica da parte di Silvio Berlusconi. Un signore che ha tutto l’interesse a creare un pensiero unico, sopprimendo la libertà di informazione, e che ha come unico scopo la conduzione dei propri affari, leciti e non, e di quelli della propria cerchia ristretta di clienti, rincorrendo continuamente l’impunità, lasciando il paese allo sbando. Un processo molto pericoloso al quale la sinistra sta partecipando passivamente, accettando le sue regole e faticando a trovare una propria identità. “In Italia non si può fare la rivoluzione” vuol dire: basta con il concetto anacronistico e sessantottino di rivoluzione, sveglia! Ma anche, purtroppo, in Italia non si muove foglia che Berlusconi non voglia.

C'è un senso di sfiducia generalizzato che aleggia nell'aria e che allontana un sacco di persone, in particolare i giovani, dai problemi veri. Si tende ad accettare tutto passivamente senza nemmeno provare a fare qualcosa per cambiare le cose, perchè c'è la convinzione che tanto è la classe politica in generale che fa schifo e che non c'è nulla che in concreto ognuno può fare per cambiare la situazione. Secondo me questo è uno degli aspetti più preoccupanti. Voi cosa ne pensate?

Penso che il messaggio di questo Ep, vuole essere esattamente l’opposto. Vuole spronare la gente a prendere una posizione, ma che sia legata alla realtà oggettiva.
Penso che la disattenzione della gente verso i problemi reali sia fortemente voluta da chi cerca in ogni modo di tenere il paese immobile, per poter fare i propri meschini interessi, da chi ha cavalcato il ciclone dell’antipolitica negli anni in cui era più forte, gli anni di tangentopoli, per poter anestetizzare il paese con una visione favolistica della realtà e comprarselo. Il fatto di vedere tutto come negativo e impossibile da cambiare è solo la strada più facile per autoassolversi e andare contro i propri principi per soldi.

L'ep è uscito il 25 aprile. Immagino che la scelta non sia affatto casuale...

No, anche quella voleva essere una provocazione. La festa della Liberazione. Per auspicare una ritrovata identità nazionale. E poi era troppo divertente il contrasto che faceva con in ritornello del nostro pezzo. I Sex Pistols affittarono una barca e suonarono “God Save The Queen” sul Tamigi nell’anno del giubileo della regina Elisabetta.

Colpisce molto anche la copertina del vostro ep: un disegno ripreso da un murales di Berlino che raffigura il bacio fra Breznev ed Honecker. C'è un parallelo tra quello che è raffigurato sulla copertina del vostro disco e quello che stiamo vivendo nella scena politica italiana?


Diciamo che quell’immagine ci ha colpito molto perché ci è sembrata da subito molto significativa. Inquadra a pieno tutte (o quasi) le tematiche dei pezzi contenuti nell’Ep. Decontestualizzata sembra davvero la rappresentazione di due politici, o di un politico e un uomo d’affari, o di un politico e un mafioso che si baciano. Proprio un simbolo di quel patto silenzioso che spesso impedisce lo sviluppo sociale e culturale del nostro paese. Il muro di Berlino incarna il concetto vintage del dopoguerra e poi della guerra fredda, lo spauracchio dei comunisti con cui la destra riesce ancora oggi a raccogliere voti. In più quello che viene rappresentato in quel graffito è comunque un bacio omosessuale. Con questo volevamo mettere di fronte ciascuno alla propria parte omofoba, introducendo anche il tema trattato ne “Il porno è la democrazia”, che è una canzone sulla libertà di vivere la propria sessualità, qualunque essa sia, ovviamente nel rispetto degli altri.

Nello specifico però la traccia che dà il titolo all'ep parla anche dello stato della musica in Italia oggi. Siamo messi così male anche da questo punto di vista? Il testo dice "La musica alternativa in Italia non si può fare". E' così difficile cercare di proporre qualcosa di diverso?

In realtà il testo dice “La musica alternativa mi piace, la musica alternativa fa schifo, la musica alternativa fa male” come ad esprimere tre opinioni comunque legittime e che avrebbero diritto di venire espresse se non si scontrassero con il fatto che “ma tanto in Italia non si può fare”. Il concetto non è che in Italia non si può fare musica alternativa, ma che in Italia “non si può fare”, non c’è la mentalità creativa e di partecipazione per poter supportare e favorire la crescita di niente, che sia un movimento artistico o la stessa meritocrazia. E quindi quelle tre possibili prese di posizione nei confronti della musica alternativa rimarranno inespresse. La vostra quale sarebbe? E’ questo che va cambiato. In Italia non c’è partecipazione perché certi atteggiamenti e certi modi di pensare contribuiscono a tenere tutto immobile. Questo vuol dire “ma (tanto) in Italia non si puo’ fare”. Dire che in Italia non si può fare musica alternativa su un disco di rock alternativo sarebbe stato un po’ bizzarro, non credi?

Sì, infatti era proprio qui che volevo arrivare. Fare musica alternativa magari è difficile ma non impossibile. Voi ne siete la dimostrazione. Certo, probabilmente non avete a disposizione i mezzi che hanno a disposizione le popstar più blasonate o il supporto dei grandi network e della stampa nazionale, però per fortuna negli ultimi anni, specialmente grazie a internet, c'è tanta gente che riesce a entrare in contatto con voi e con la vostra musica.

Si, io sono uno di quelli che preferisce vedere Internet come un’opportunità piuttosto che piangere perché sta ammazzando l’industria musicale. L’industria musicale, per come la conosciamo, per me può anche morire. A noi interessa la musica.

E comunque a dispetto di un sistema che non aiuta e non valorizza la creatività e la musica alternativa, devo dire che al momento abbiamo una scena underground in gran fermento: si stanno affacciando alla ribalta tantissimi gruppi con un gran potenziale. Questo è un segnale positivo. Vuol dire che i musicisti comunque non si lasciano scoraggiare da questa situazione. Vuol dire che c'è tanta gente che fa musica quasi esclusivamente per il piacere di fare musica, di comunicare qualcosa agli altri.

Si, assolutamente. C’è e ci sarà sempre chi fa musica a testa bassa, contro tutto e contro tutti solo per il piacere di farlo.

Ho letto in giro una vostra precedente intervista in cui facevate un interessante parallelo tra la situazione di chi si trova a fare musica alternativa in Italia oggi e l'ostinazione nel perseguire il suo obiettivo di Jean Baptiste Grenouille, il personaggio de "Il Profumo" di Patrick Süskind da cui prende il nome il vostro gruppo. Ce ne volete parlare?

Fare un certo tipo di musica vuol dire in un certo senso fare una scelta di vita difficile da portare avanti. Rinunciare a molte cose e crearsi uno stile di vita alternativo. Il nostro modo di farlo prevede un certo grado di ostinazione che ha rasentato, a volte, l’ossessione. Per questo, quando mi hanno chiesto come mai avevamo scelto il nome di quel personaggio, ho risposto che mi ricordava molto la figura dell’artista maledetto. Ossessionato dalla propria passione creativa dalla quale, alla fine, si fa travolgere. Molto rock and roll visto da un certo punto di vista, se non ci si fa ingannare dall’ambientazione del romanzo.

C'è qualche vostro collega che stimate particolarmente e che vi sentite di consigliare ai nostri lettori?


Arturo “Fiesta” Calonego dell’ “Arturo Fiesta Circo” e Fabrizio Pollio degli Io?Drama.

Rispetto al vostro precedente "Saltando dentro al fuoco", sia a livello di tematiche che di suono, quali sono le principali differenze e i punti di contatto?

Penso che quello che è rimasto sia la matrice diretta e sfrontata dei testi. A livello musicale, invece, penso sia cambiato molto. A partire dagli accordi più aperti e meno blues, fino agli arrangiamenti e ai suoni che abbiamo utilizzato. Hanno detto che questo Ep e più pop rispetto a “Saltando dentro al fuoco” e penso che in un certo senso possa essere vero, se si parla di melodie, ma se si intende il pop come andare incontro ai gusti sempre più uniformi della massa, allora non sono d’accordo. Diciamo che in questo Ep c’è forse meno rabbia e più malinconia, ma noi puntiamo a dare un messaggio, anche in chiavi diverse da quelle che abbiamo già sperimentato.

"I Fiori", una bellissima ballata acustica, ma anche "Il Porno è la Democrazia" sono pezzi che mi hanno colpito molto. Sono molto belli, e sono abbastanza differenti rispetto alle vostre cose sentite finora. Cosa sono? Semplici esperimenti o rappresentano un punto di partenza su cui lavorare per una possibile futura evoluzione del vostro suono?

Sono un punto di partenza per i pezzi del nuovo disco. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare un suono che comprenda anche suoni dolci e pezzi tranquilli. Il fatto che in “Saltando dentro al fuoco”non ci fosse una ballad è stato soltanto un caso. Ci avevamo provato ma non ci era mai venuto niente che ci rispecchiasse in pieno. Con “Il Porno è la Dmocrazia” siamo riusciti a dare forma a un pezzo tranquillo che legasse bene musica e testo, e abbiamo intenzione di lavorare sui pezzi nuovi anche in questa direzione.

Come sono nati i pezzi presenti nell'ep? Chi scrive? Qual'è l'apporto dei vari componenti del gruppo nella realizzazione della vostra musica?


Solitamente l’ossatura del pezzo viene scritta da me e poi arrangiata e sistemata da tutti in sala prove. Nel caso di “Diluiscimi nel sangue” il pezzo è nato da un riff di chitarra di Giuseppe, io poi ci ho attaccato un ritornello e le parti strumentali le abbiamo trovate improvvisando tutti assieme in sala.

Invece in studio, a grandi linee, il lavoro come si svolge? Cambiano molto i vostri brani tra la prima stesura e la versione definitiva?


Nel vecchio disco i pezzi erano stati registrati praticamente identici a come li suonavamo nei live. Questa volta abbiamo voluto lasciarci un margine di sperimentazione più ampio, per cui, in fase di registrazione, abbiamo scelto dei suoni e degli effetti che hanno dato, in alcuni casi, un sapore nuovo al pezzo. Sentendoli dal vivo questi pezzi suonano molto più rock and roll rispetto alle registrazioni. Inoltre un contributo creativo nella scelta dei suoni è stato dato anche da Demis Tripodi e Leonardo Sergun dei THE N.U.V. , per cui alcune cose, rispetto al vecchio disco, sono per forza diverse anche grazie alla loro collaborazione.

So che è come chiedere a un genitore quale sia il suo figlio preferito, ma c'è un pezzo, o più pezzi, di cui vi sentite particolarmente soddisfatti?


Mah, sicuramente “Saltando dentro al fuoco” perché, io dico sempre, è un bel ritratto di Milano fatto ad acquarello; “La terza guerra mondiale” per le tematiche intimiste e politiche, e il “Porno è la Democrazia” per l’irriverenza e il romanticismo del messaggio.

Ci sono stati dei pezzi che sono rimasti nel cassetto? Eventualmente come operate la scelta delle tracce da inserire nella tracklist definitiva?


Di pezzi rimasti nel cassetto ce ne sono a tonnellate. Rispetto a quello che scriviamo, teniamo davvero poco, ma quando scriviamo un pezzo che diventerà un pezzo del disco, ce ne rendiamo conto subito e continuiamo a suonarlo fino alla nausea.

Molti gruppi snobbano l'italiano perchè lo ritengono una lingua che poco si adatta al genere rock. Voi a quanto pare ci riuscite a scrivere in italiano; anzi, ritengo che la comprensione al 100% dei vostri testi sia una cosa fondamentale. Allora non è impossibile fare rock in italiano?

L’Italiano è sempre stato per noi una sfida e un punto fermo del nostro fare musica. Abbiamo sempre puntato a scrivere dei testi che cercassero di differenziarsi dalla maggior parte delle cose che si sentono in giro, soprattutto nell’ambiente del rock indipendente. Abbiamo sempre pensato che essere differenti non dovesse per forza voler dire scrivere testi oscuri, incomprensibili o soltanto appoggiandosi ai fonemi delle parole, non facendo caso al loro significato. Personalmente non ho mai creduto ai testi, alla voce usati come uno strumento musicale, utilizzandone soltanto il suono. La trovo una cosa troppo autoreferenziale e penso che spesso possa venire usata per nascondere dei propri limiti, spacciandosi invece per grandi artisti. Io credo nel messaggio e mi piace farlo con la mia lingua madre, con la quale posso giocare molto di più per sottointesi ed evocazioni, ma mi piace farlo dando alla gente qualcosa da cantare, in un certo senso vicino alla propria esperienza personale e quotidiana. Per me il rock è semplicità, ma allo stesso tempo mi piace usare la lingua della gente per creare testi leggibili su più livelli diversi, e cercare comunque anche una sorta di profondità.

Oggi come oggi per voi quanto conta e quanto costa l'essere indipendenti? Vantaggi e svantaggi di lavorare con un'etichetta indipendente.

Beh gli svantaggi sono sicuramente quelli economici. Facendo musica per un’etichetta indipendente al livello in cui la facciamo noi, non hai assolutamente guadagno, anzi molto spesso hai dei debiti e se riesci a racimolare qualcosa devi subito reinvestirlo per ristampare i cd, o affittare la sala di registrazione per il nuovo disco, e molto spesso non ti bastano e devi metterci del tuo. Considerando che per fare musica devi organizzarti con dei lavori part time o che comunque ti lascino molta libertà di orari e di movimento, in quel senso si va incontro ad alcuni sacrifici che, se avessi qualcuno che paga per te, probabilmente non dovresti fare. A livello artistico, invece, hai la più completa libertà. La Viaaudio Records è fondamentalmente formata da gente che conosciamo da anni, nostri amici, per cui hanno il massimo rispetto per le nostre tempistiche le nostre esigenze artistiche e non cercano mai di interferire in alcun modo nel nostro processo creativo. Penso che questo sia comunque impagabile.

Adesso sarete impegnati a suonare in giro per promuovere il cd. Il vostro pubblico come ha accolto i vostri nuovi pezzi?

Devo dire che sono stati accolti bene. La cosa che più ci ha guadagnato dopo l’uscita di questo Ep è stato sicuramente lo spettacolo live. Adesso abbiamo una scaletta di più ampio respiro, a differenza di prima dove salivamo sul palco e picchiavamo duro per 40 minuti, manco fossimo i Green Day. Adesso invece picchiamo quando c’è da picchiare e poi ci rilassiamo sui pezzi dolci, facendo respirare noi e il pubblico che ci sta a sentire. Sicuramente ci rispecchiamo di più nel nostro live attuale, e il pubblico sembra capirlo.

Progetti a breve e lungo termine?


Mentre suoniamo in giro i pezzi dell’Ep stiamo scrivendo le canzoni del nuovo disco, che probabilmente parlerà di Amore nell’epoca dei disturbi di personalità.

Vogliamo ricordare infine a chiunque sia interessato dove può venire a conoscervi sul web e dove acquistare il vostro nuovo ep?


I nostri contatti sono :
www.myspace .com/grenouillemusic
www.viaaudio.it
Entrambi i nostri cd li potete ordinare direttamente dal nostro myspace, oppure venire a comprarli ai concerti, che è sempre la cosa migliore da fare.

Ancora grazie mille di tutto e un grandissimo in bocca al lupo per l'ep!

Grazie a voi.
 

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